lunedì, aprile 26, 2010

Nuova epoca

Ho ascoltato l'intervento di Eugenio Scalfari al Festival del Giornalismo di Perugia e concordo con lui sul fatto che siamo alla fine di un'epoca e ne iniziamo un'altra senza la memoria di quella passata: 'C'è un canone estetico ancor prima di quello morale...ma come è possibile essere rappresentati da un signore che tutte le mattine si tinge i capelli e si mette il cerone? Non è possibile!'.
Già, anch'io mi sono chiesto spesso come mai gli italiani diano la fiducia ad un uomo che poteva benissimo essere d'attualità negli anni '20 o ancor prima con tirabaffi e retina per capelli e la fama da 'tombeur de femmes', ma oggi?
Eppure l'attuale premier piace, trova consensi anche se mi è capitato di vedere che nessuno dei suoi sostenitori ricordi che cosa abbia fatto di importante mentre era o è al governo. Il suo cosiddetto 'popolo della libertà' lo ricorda solo come imprenditore palazzinaro e televisivo. Io degli oltre 7 anni di governo, di questo rappresentante del popolo, mi ricordo solo disgrazie: attentati, disastri, guerre, crisi economiche e terremoti.
A mio avviso all'origine di tutto ciò, c'è una informazione viziata, cattiva o distorta: c'è un giornalismo soprattutto televisivo che spettacolarizza e rende 'spot' la politica; là dove ci dovrebbe essere ragionamento, confronto, dibattito, c'è solo merce avariata da vendere a buon mercato. E così paradossalmente la nostra cronaca quotidiana, che dovrebbe diventare storia, diventa pettegolezzo, chiacchiera, propaganda di qualcosa che non c'è. La narrazione della nostra vita collettiva viene svilita in una storiella da bar: sarà per questo che la memoria si rifiuta di crescere?

sabato, aprile 17, 2010

Scontro ideale

Con lo scontro televisivo ad Annozero abbiamo assistito a due modi diversi di intendere il mondo e dare un senso alla propria vita. I due contendenti erano il medico Gino Strada e il politico Ignazio La Russa. Alla fine le due posizioni risultavano complementari e insieme formanti quel paradigma di contraddizioni della natura umana, ma guai a rinnegarne qualcuna. Noi risultiamo quelli.
Un po' uscivano le divisioni ideali che da sempre caratterizzano la Destra e la Sinistra: l'uomo è una cattiva bestia e con lui va usato il bastone oppure l'uomo è un essere fatto per il Bene e se cresciuto in libertà e in un ambiente naturale saprà costruire la sua comunità ideale. Filosoficamente ritornano le due posizioni chiave sostenute da Hobbes e Rousseau.
La guerra e il suo uso risultava infine la discriminante per concepire l'idea del mondo e della sua evoluzione...evoluzione? Forse chi credeva di più in una evoluzione risultava Gino Strada prefigurando e immaginando un mondo senza violenza. Ecco la capacità di immaginare un mondo ideale risulta il motore per crescere e costruirlo davvero; per La Russa invece ancorandosi ad una realtà di violenza rispondeva che per combattere la violenza bisognava opporre una forza dissuadente. In verità da che mondo è mondo, noi abbiamo usato di fronte alla violenza sempre lo stesso comportamento: i risultati sono davanti agli occhi di tutti. Cosa dire? E' difficile dire, poiché l'uomo è ancora un essere con un cervello molto primitivo. Poi da quando ha piantato dei paletti per terra dicendo che fino a lì comandava uno e dall'altra parte poteva comandare un altro...le cose si sono complicate.
Le contraddizioni potrebbero essere sintetizzate anche da posizioni diverse in merito alla discussione scaturita intorno al crocifisso nei luoghi pubblici. Mentre La Russa con il suo solito atteggiamento luciferino e incazzoso dichiarava che mai e poi mai avrebbe tolto il crocifisso, ritenendolo un segno di appartenenza fondante la sua civiltà e cultura; Gino Strada quell'uomo sulla croce lo avrebbe forse adagiato su un lettino per cercare di salvarlo.
Vai a comprendere che quel Gesù avrebbe porto l'altra guancia per uno, e avrebbe considerato la morte come un riscatto e conquistare il vero Regno per l'altro.
L'importante per me è continuare a sognare.

lunedì, aprile 12, 2010

Segnalazione evento artistico

Immagini e Poesia, l'incontro tra un pittore e un poeta in un posto speciale: la Cappellina di San Bartolomeo a Genova Prà
Un pittore Eugenio (Diddi) Bozano e uno scrittore Italo Fiorato danno vita con le loro opere ad un evento culturale: Immagini e Poesia.
Il 17 e 18 aprile 2010 sarà possibile vedere l'installazione artistica dentro un contenitore speciale: la Cappellina di San Bartolomeo in piazza Bignami 4 a Genova Prà.
L'evento artistico sarà una duplice occasione di scoperta: vedere la piccola cappella privata settecentesca e i due artisti che dialogano tramite figure e suoni, colori e scrittura, immagini e poesia...
L'appuntamento con i due autori è per sabato 17 aprile alle ore 17,30 in via Bignami 4 a Genova Prà. Introdurrà Giorgio Boratto.
La Cappellina di San Bartolomeo è sede del Circolo Culturale Praese, a cui si deve l'organizzazione degli incontri ed eventi svolti al suo interno.

Diddi Bozano, genovese, diplomato al Liceo Artistico "Nicolò Barabino" nel 1966, ha iniziato da subito a ricercare nuovi percorsi producendo sculture, fumetti, gioielli, grafiche, acquarelli, ecc.
Una sua iniziale attenzione è stata quella di coniugare immagini e scienza, sperimentando la ricerca cibernetica con la forma geometrica. In ultimo è giunto a proporre figure umane incerte, quasi timide, annegate in una natura esuberante, in cui la melanconia della figura si sposa con la melanconia dell’ambiente. http://www.diddibozano.it/index.asp

Italo Fiorato, genovese, ha collaborato con il con il quotidiano cittadino "Il Lavoro", attuale inserto di "Repubblica", alla fine degli anni Settanta. Nel 1975 alcune sue composizioni poetiche sono state pubblicate sulla collana "I Nuovi Poeti Contemporanei" edita da Il Parnaso. Da più di venticinque anni collabora attivamente con associazioni non governative (ONG) che si occupano di diritti umani ed in particolare dei valori etici che ne costituiscono il presupposto. Ha pubblicato, con l'editore Il Filo, il romanzo: Cronaca di un battito d'ali (qestione immorale). http://ko-kr.facebook.com/profile.php?id=100000317720868

Per ulteriori info: 339 3399517 www.praweb.it - ccpraese@libero.it

domenica, aprile 04, 2010

Pedofilia nella Chiesa cattolica

Lo scandalo dei preti pedofili è legato alla sessuofobia della Chiesa cattolica e dalla cattiva educazione. La teologia di una religione che pretende di delineare i i voleri di Dio a sua discrezione e misura, non aiuta di certo a inquadrare il sesso come importante relazione naturale tra le persone adulte.
Una Chiesa che professa una rigida morale sessuale e chiama peccato l’omosessualità, per poi praticarla troppo spesso dentro le sue mura, mostra il paradosso del suo predicare.
Qualche giorno fa era intervenuto il teologo Hans Küng sostenendo che il celibato dei sacerdoti non è un dogma e il matrimonio avrebbe arginato i comportamenti sessuali deviati come la pedofilia. Sono d'accordo.
Io, da semplice cittadino, dico che mi impressiono nel vedere le assisi o le conferenze della Chiesa cattolica: centinaia di vecchi maschi che impartiscono lezioni su comportamenti sessuali senza mai forse avere amato o conosciuto una donna. Una schiera di uomini anziani con le tonache purpuree non sono un bel vedere neppure estetico: sono forse retaggio di antichi riti tribali dove i vecchi erano considerati saggi...qui paiono solo dei sporcaccioni misogini repressi che covano pensieri indicibili.
Hans Küng poi avanza una accusa a Ratzinger come responsabile del lungo silenzio della Chiesa sui fatti di pedofilia:'Nessun’altra persona nella Chiesa ha visto passare sulla sua scrivania tanti casi di abusi'.
Hans si riferiva ai 24 anni trascorsi da Benedetto XVI alla guida della Congregazione per la dottrina della fede, l’ex Sant’Uffizio. Un luogo strategico, e adatto per lavare i panni sporchi in famiglia nel più assoluto riserbo.
La speranza per chi crede è che qualcosa cambi negli atteggiamenti sul sesso e nei dogmi assurdi di questa fede millenaria: in fondo essere cristiani non vuol dire appartenere a questa Chiesa.