lunedì, gennaio 24, 2011

Credenze: dalle origini evolutive a quelle costruttive e distruttive



Due autori: Bruce Lipton e Wolpert Lewis, per due libri sulla forza delle credenze. Il libro di Bruce Lipton è 'Biologia delle credenze', con il quale dimostra che ciò in cui crediamo determina quello che siamo. Secondo Bruce Lipton, non è il patrimonio genetico ereditato a determinare la nostra vita e la nostra salute; nel libro viene dimostrato che l’ambiente, i nostri pensieri e le nostre esperienze determinano ciò che siamo, formano il nostro corpo e ogni aspetto della nostra vita. Si tratta di una rivoluzione della scienza e del pensiero che ci libera dalla prigionia del destino predeterminato dalla genetica.
Con gli studi di Bruce Lipton si rafforza il concetto di epigenetica; ossia lo sviluppo di forme organiche individuali a partire dal non formato, non espresso dai geni. L'educazione e l'ambiente superano il determinismo genetico; pertanto l'essere umano 'è molto più della somma dei suoi geni'. Una nuova concezione della biologia umana che non considera il corpo un mero apparato meccanico, ma ingloba il ruolo della mente e dello spirito. Significativi saranno sempre più i valori etici e culturali della nostra società. Con l'epigenetica si apre una nuova prospettiva che è fondamentale in ogni processo di guarigione, perché riconosce che quando cambiamo la nostra percezione o le nostre credenze, mandiamo messaggi totalmente diversi alle nostre cellule, provocando la loro riprogrammazione.
Bruce Lipton biologo cellulare, ha insegnato Biologia Cellulare presso la facoltà di Medicina dell’Università del Wisconsin dedicandosi in seguito a ricerche pionieristiche alla School of Medicine della Stanford University.
L'altro libro, quello di Wolpert Lewis: 'Sei cose impossibili prima di colazione. Le origini evolutive delle credenze',analizza le credenze che assumiamo in modo automatico e inconscio.
Per Wolpert Lewis le credenze hanno una origine nella storia evolutiva dell'uomo quando ha iniziato a porsi le domande: 'Perché il Sole sorge e tramonta? Perché si nasce e si muore? Perché ci si ammala?'. Questo bisogno innato di trovare sempre una spiegazione ai fenomeni che ci circondano rende molto semplice, quasi automatico, il passaggio verso l’accettazione di credenze ingiustificate e sovrannaturali. Naturale, dunque, che la maggior parte delle persone condividano credenze in cose impossibili, religiose o paranormali che siano: la telepatia e l’oroscopo sono idee demenziali, eppure condivise da molti. C’è chi è convinto di poter parlare coi morti e addirittura il 70% degli americani crede negli angeli.
In fondo, credere è facile. Con la conseguente evoluzione del cervello e lo sviluppo dei concetti di causa ed effetto, la nostra mente è stata 'geneticamente programmata', diventando una vera e propria 'generatrice di credenze', un meccanismo utile ed essenziale per la sopravvivenza della specie. Le credenze fanno così parte della nostra identità.
Infine, se le credenze ci hanno aiutato a superare molti passaggi dell'evoluzione, oggi con l'assunzione della Cultura a nuova Natura corriamo il rischio che le credenze distruggano la nostra vita.
Ad esempio chi ha credenze mistiche fondamentaliste -e li troviamo in tutte le religioni- crede che la vita futura sia più importante di quella presente, per cui a differenza di chi pensa la vita sia tutto ciò che abbiamo e che dovremo godercela aiutando gli altri a godersela, è pronto a far saltare in aria il mondo.
Lewis Wolpert, scrittore, giornalista e professore di biologia applicata nel dipartimento di anatomia e biologia dello sviluppo della University College London in Gran Bretagna. La sua ricerca è centrata sullo studio dei meccanismi di sviluppo dell'embrione.
Due libri che consiglio di leggere per comprendere anche come funzioniamo.

martedì, gennaio 18, 2011

Una storia italiana

'Una storia italiana'...ricordate l'opuscolo che Silvio Berlusconi mandò a tutti gli italiani per raccontare la sua splendida vita? In quel libercolo si leggeva: 'Innanzitutto adora stare in famiglia con Veronica e i suoi figli, a fare il marito e il papà. Sono questi gli autentici momenti di felicità' [...] 'Ci sono poi gli amici di una vita, i compagni d'avventura più cari. Celebri sono le vacanze operose a base di letture antistress. Ogni estate, Silvio Berlusconi raduna i suoi amici e collaboratori alle isole Bermuda: Silvio chiama questi ritiri esercizi spirituali. Sveglia la mattina presto, primo incontro a colazione per commentare le notizie del giorno giunte via fax dall'Italia. Poi lo sport, una, due ore di camminata e di corsa; e poi un pranzo particolare. Come se si fosse in un monastero...'.
Seimila di tonnellate di carta. Due miliardi e mezzo di pagine stampate invasero le case degli italiani, con un costo di diverse decine di miliardi, più spese di spedizione. Era l'aprile del 2001.
Ora a distanza di 10 anni, di cui 8 sono stati governati da Berlusconi, ci troviamo nella triste realtà di un disfacimento civile totale. La favola è finita. Finita male. Oggi c'è la famiglia del bunga-bunga.
Oggi Veronica Lario non è più la moglie. Dopo le sue denunce su 'figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica', e dopo aver detto che non poteva più vivere con un uomo che va con le minorenni, che era malato e doveva essere aiutato, assistiamo alla recrudescenza della patologia.
Altro che successi e miracoli; quello che resta e vediamo è una storia triste: è la parabola di un potente che invecchia male. E' la storia dell'Italia che si è messa nelle mani di un malato e della sua corte.
La sua malattia è anche quella dell'Italia che perde ogni senso di decoro. Altro che vittimismo e colpa della magistratura!

Ancora una volta pare che la realtà superi la fantasia. In queste ore si stanno leggendo i verbali depositati alla Camera dei Deputati e quello che emerge è un vero casino.

domenica, gennaio 16, 2011

Carezze e Vita

di Giorgio Boratto
Nel lungo cammino di consapevolezza si passa dall'accettazione del nostro sé, con la pietà per le nostre debolezze, al riconoscimento delle nostre potenzialità, fino a diventare padre e madre di noi stessi.
Bella a tale proposito, è la storia di Erik Erikson, che senza essere nè medico, nè psicologo, divenne professore ad Harward come studioso delle età evolutive.
Egli in realtà si chiamava Homburger, ma andando in America cambiò nome e cognome di famiglia scegliendo Erikson che vuol dire figlio di Erik; il suo nuovo nome indicava che egli era il padre di se stesso.
Anche Eric Berne, colui che formulò l'Analisi Transazionale, nato in Canadà, cambiò il proprio cognome. In origine il suo nome era Bernstein, ma divenuto cittadino americano nel 1938 si cambiò il nome in Berne.
Proprio all'interno dell'A.T. (Analisi Transazionale) che studia i comportamenti relazionali, parla di carezze come lo strumento per procurarci conferme d'esistenza.
Che strani animali siamo; siamo la sintesi evolutiva della vita sul pianeta Terra, abbiamo sviluppato l'autocoscienza e paradossalmente continuiamo ad aver bisogno che l'altro, il prossimo, ci confermi che ci siamo: che viviamo, siamo qui e comunichiamo. La 'carezza' diventa dunque l'unità di stimolo per la relazione.
Le 'carezze' possono essere di diverso tipo, grado e modalità; possono essere fisiche, verbali, mimiche, mediali, condizionate o incondizionate, distruttive o costruttive, positive o negative.
Questa fame di 'carezze' o di stimoli, che è fame di riconoscimento, è tanto importante come il cibo e l'aria.
Questa fame è così sentita che si preferisce una carezza negativa (es. un rimprovero) piuttosto che l'indifferenza.
In mancanza di queste 'carezze' preferiamo gli schiaffi.
Senza 'carezze' non si vive.
L'amore in sostanza è il più grande e gratuito dispensatore di carezze.
La fame di 'carezze' è diversa in ognuno di noi, c'è a chi non bastano mai e chi riesce a vivere con una 'carezza' al giorno.
Un esempio possono essere i divi dello spettacolo o i personaggi pubblici, cui le 'carezze' ricevute con il successo o la riconoscibilità, pare non gli bastino mai: cadere nella dimenticanza, li fa sprofondare in gravi crisi depressive.
Eric Berne nel libro: "Ciao...e poi?", indica il saluto come la prima carezza che normalmente ci scambiamo.
Per questo io ho sperimentato che salutare le persone molto anziane che incontro nel mio quartiere e quelle che normalmente non si aspettano un saluto (tipo il casellante dell'autostrada) sia una forte e positiva carezza: hanno avuto un riconoscimento che procura piacere; loro ci sono e sono state viste.
Provate anche voi.
Oltre che una forma di educazione con il saluto -conoscendo la teoria delle carezze- si regala vita.

Gestione delle 'carezze' e capacità d'amare di Giorgio Boratto


Secondo Claude Steiner (un allievo di Berne), in occidente, i bambini vengono allevati attraverso la gestione delle 'carezze'.
Questa gestione, per Claude Steiner, è basata su 5 punti:
1) Non chiedere carezze
2) Non dare carezze
3) Non accettare carezze
4) Non rifiutare carezze negative
5) Non accarezzare te stesso.
Chi viene allevato rispettando queste regole, vive cercando beni materiali, si accontenta di essere frustrato, insultato e infine cerca sostitutivi alle carezze, tipo la droga.
Rifiutare invece queste regole dell'educazione occidentale, significa conquistare l'autonomia rifiutando carezze negative.
Come sostenevo nell'articolo su 'Amore e carezze' ci sono molte maniere per ottenere carezze e con l'amore, l'amicizia e le relazioni giuste soddisfiamo quel bisogno di riconoscimento d'esistenza che è alla base dei nostri bisogni intimi.
Nelle relazioni intime ci si apre alla comprensione e alla reale conoscenza; avviene uno scambio che si basa sulla fiducia e libertà.
La critica allontana l'intimità. La tossicomania è per certi versi un surrogato all'intimità.
Vedendo quanta gioventù è in preda alla droga e all'alcol, si può ben desumere quanta sia grande oggigiorno la mancanza di intimità nei rapporti relazionali.
La stessa fisicità dell'oggetto droga è surrogato all'uomo. E' la madre nel cui grembo ci annulla.
E' la pulsione di morte che vince.
La difficoltà di rapporto con la propria sfera emotiva e sentimentale, diventa causa di grande malessere perciò la gestione dei sentimenti, la sua qualità e capacità, sono fonte da cui dipende il modo per affrontare la vita.
L'amore è la relazione più intima che esista ed è la relazione che dovrebbe liberare.
Uso il condizionale poiché spesso il sentimento d'amore produce catene e tramite la gelosia si alimentano paradossalmente delle negatività.
Per Fromm amare è un'arte che si impara e ritiene responsabili dell'incapacità di provare amore, tre pregiudizi:
1) Ritenere che 'amore' è farsi amare
2)Scambiare l'oggetto d'amore per una facoltà. Invece di 'come e quanto' amo, l'amore diventa 'chi e che cosa'.
3) Scambiare l'innamoramento per amore.
Quindi per Fromm, l'amore è una facoltà che va imparata e coltivata: è l'arte della felicità umana.
L'amore, questa relazione così coinvolgente, che affonda la sua origine nel profondo della nostra natura fisica, scatena conflitti di pulsioni ed energia.
Dare sbocco a questa energia ed equilibrarla, dando un senso ideativo alla pulsione, è scaricare il conflitto ed è la via per una armonica estensione del nostro essere. Diversamente nasce la frustrazione.
La coppia, come si è detto, rappresenta, il modo più semplice per assicurare la relazione d'amore.
L'intimità è sempre un incontro a due.
Incontrarsi, conoscersi e riconoscersi, non è mai un caso, ma un inevitabile processo di crescita e comunicazione che fa accadere fatti che appaiono misteriosi e strani.
Intanto cerchiamo 'carezze'...ma in fondo dobbiamo sapere che aneliamo a quella libertà e autonomia che passa ancora e sempre per l'amore.

martedì, gennaio 11, 2011

Articoli pubblicati nel sito Lotustraining


Affermazioni positive di Giorgio Boratto

Con l'epigenetica di Bruce Lipton, abbiamo compreso che noi non siamo vittime dei nostri geni, ma al contrario siamo noi che creiamo la nostra salute o malattia. Modificando le nostre percezioni, noi modifichiamo i nostri geni.
Su questo assunto dovremmo conoscere che anche gli uomini sono cellule di un organismo più grande, che è la società. La nostra umanità si crea con la comprensione che dobbiamo lavorare tutti insieme e in armonia. Solo allora creeremo un livello superiore di evoluzione.
Già Albert Einstein affermava: 'La nostra società oggi è malata poiché buona parte di persone, pur essendo conscia della dipendenza dalla società, non lo vive come un valore positivo, come un legame organico, ma come una minaccia ai suoi diritti e alla sua esistenza economica.
In più, la sua posizione nella società è tale che gli impulsi egoistici della sua formazione si accentuano costantemente, mentre i suoi impulsi sociali, che sono per natura più deboli, si deteriorano progressivamente.
Tutti gli esseri umani, qualunque sia la loro posizione nella società, soffrono per questo processo di deterioramento. Prigionieri inconsapevoli del loro stesso egoismo, si sentono insicuri, soli, e privati di quel godimento naturale, semplice e genuino della vita. L’uomo può trovare il significato della vita, breve e problematica come è, solo dedicando se stesso alla società'.
Questa premessa, cui dovrebbe rispondere adeguatamente tutta la politica, trova invece, nella parte rappresentata dalla Destra ideologica, delle affermazioni negative che vanificano l'evoluzione sociale. Sostenere che gli immigrati fanno aumentare la criminalità, che siamo circondati da banditi e sempre più insicuri, che la magistratura è un cancro e vuole colpire solo qualcuno, vuol dire formare convinzioni limitanti attraverso la negatività.
La società costruisce così tutte le basi per farci vivere infelici.
Proseguendo su questa strada saremo destinati a perdere tutto.
I politici attuali ci rappresentano, ma non sono certo la parte più buona della società.
Cambiare rotta si può e la via passa da ognuno di noi; passa dalla capacità di affermare la positività dando spazio al potere creativo della nostra mente. Noi abbiamo il potere di cambiare e affermare un destino migliore per noi e per la società tutta.

Paul Watzlawick e le istruzioni per renderci infelici di Giorgio Boratto


Paul Watzlawick, ha il cognome che pare uno starnuto e a chi ha letto i suoi libri forse lo ha procurato come un sano scossone al cervello.
Lui è stato lo studioso che ha dimostrato come le nostre idee, quando sono sbagliate, intralciano e complicano la nostra vita rendendola
infelice. Il libro di Paul Watzlawick: 'Istruzioni per rendersi infelici', che l'editore Feltrinelli pubblicò nel 1984, è stato il libro che lo ha reso noto in Italia al grande pubblico.
Con lui si scoprì che non ci sono delle patologie, ma solo delle situazioni patogene. In sostanza i problemi dipendono dai circuiti relazionali e dalle conseguenze di un uso sbagliato del linguaggio, con tutti gli annessi contraddittori e paralizzanti.
Le psicopatologie non si originano nell'individuo isolato, ma nel tipo di
interazione patologica che si instaura tra individui; per cui studiando la comunicazione, si possono individuare le patologie e quindi superarle.
Poiché si tratta di qualcosa di eminentemente comunicativo, è proprio sulla comunicazione che si sono prodigati gli sforzi teorici e clinici degli studiosi di Palo Alto, in primis da Paul Watzlawick che divenne uno dei maggiori studiosi della comunicazione umana.
Per Paul Watzlawick la realtà non verrebbe scoperta ma inventata da ognuno di noi. Da queste invenzioni scaturiscono poi i nostri 'stili di vita', che rendono ciechi non solo gli individui, ma interi sistemi relazionali umani (famiglia, aziende, sistemi sociali e politici) nei confronti di possibilità alternative.
Pragmatica della comunicazione; Di bene in peggio- Istruzioni per un successo catastrofico; America, istruzioni per l'uso; La realtà inventata; La realtà della realtà...e naturalmente, Istruzioni per rendersi infelici, sono alcuni titoli dei libri che Paul Watzlawick ha pubblicato con successo.
Il libro, Istruzioni per rendersi infelici, è un manuale tascabile che raccoglie tutti gli espedienti che quotidianamente mettiamo in atto per evitare di vivere felici. Una divertente carrellata delle ricette da seguire per evitare di riconoscere che la nostra vita è in grado di offrirci, oltre a dosi massicce di infelicità, anche occasioni di felicità. Sappiamo che infelici lo possiamo essere da soli e allora con le relazioni con gli altri riusciamo a creare anche l'inferno.
Ecco di seguito alcune istruzioni per rendersi infelici, tratte dal libro, con poca spesa: Essere fedeli a se stessi; sono quelli che rifiutano ogni cosa perché non rifiutare significherebbe non essere fedeli a se stessi. Decidono loro come deve essere il mondo e lo rifiutano com'è. Ricordare il passato come l'età dell'oro; solo il passato, il già vissuto, è importante: come tutto era più bello quando si era adolescenti. Il tempo passa e non se ne accorgono. Considerarsi vittime; quello che è successo ormai ci ha segnato, dopo lo sbaglio e la colpa, non c'è possibilità di modificare più niente. Oggi così e domani ancora così; la soluzione provata una volta rimarrà sempre la stessa, se ha funzionato una volta deve funzionare ancora...anche se le situazioni cambiano. Poi ancora c'è il Cercare disperatamente di realizzare una meta elevata; lo Spingere le persone con cui siamo in relazione, a scegliere tra due uniche alternative possibili e Credere che la vita sia un gioco a somma zero: ossia per chiunque 'vinca' deve esistere qualcuno che 'perda'.
Interessante è l'aneddoto che racconta che chi aveva smarrito una chiave la cercava solo sotto il lampione...a chi chiedeva come mai non cercasse dappertutto, fu risposto: 'Dalle altre parti non c'è luce, non si vede e allora non ha senso cercare lì la chiave'.
Per concludere nel libro è riportata una frase di Fiodor Dostoevskij, tratta dai Demoni: 'Tutto è buono…Tutto. L’uomo è infelice perché non sa di essere felice. Soltanto per questo. Questo è tutto, tutto! Chi lo comprende sarà subito felice, immediatamente, nello stesso istante….

Ancora Paul Watzalawick di Giorgio Boratto

Ancora Paul Watzalawick, ancora qualcosa di questo straordinario psicoanalista che studiò con Gustav Jung e dette l'avvio alla scuola di Palo Alto dove operarono i maggiori studiosi del linguaggio umano.
Il linguaggio, con la sua preponderanza nella nostra vita fino ad essere creatore dei pensieri e della realtà, provoca disturbi ed è lo stesso che li cura; origina la famosa 'Talking cure', l'elemento psicoanalitico freudiano.
Per Paul Watzalawick tutto ciò che appare immodificabile può essere cambiato. Il linguaggio come mezzo di persuasione e di suggestione ha il potere di originare il cambiamento. I nominalismi, le etichette, gli automatismi mentali condannano al malessere. Come afferma Paul Watzlawick:'Il linguaggio, nelle componenti verbali e non verbali, rivela proprietà che possono essere ritenute terapeutiche in sé e per sé; possono aiutare a cambiare il comportamento umano, non in virtù del loro contenuto, ma in virtù della loro struttura'.
Infatti il linguaggio raggiunge, con la parola, la più grande forma di condizionamento. Per Kant la capacità di illusione è dovuta alla primordiale potenza della parola. 'Un lungo cammino è stato necessario affinché gli uomini capissero che le espressioni verbali, i "flatus vocis" non è detto che siano una realtà'. Ancora oggi non si è modificata la sopravvivenza della superstizione. La parola costruisce insieme l'oggetto della fobia e il pensiero, la malattia e la cura, la prigione e la libertà.
Paul Chauchard dice: 'L'originalità biologica fondamentale dell'uomo è il linguaggio e non il pensiero che da esso deriva'. Il pensiero è infatti l'immagine che costruiamo con le parole. Con la parola soggettiviamo l'oggettivo; con essa si suggerisce, si ordina, si domanda e si prega. La parola diventa potere.
Così forse si spiega il prodigio di esprimere con parole cose che superano la nostra capacità di comprensione e la nostra limitatezza. Così ci nutriamo dell'inesprimibile. Con il linguaggio costruiamo un pensiero che diventa lo strumento per vedere la storia: il passato, il presente e anche il futuro che ci è concesso; la rivelazione. La consapevolezza diventa così quella energia creatrice che costruisce il nostro essere.
L'uomo così immerso nella sua costruzione ne diventa lui stesso prodotto: il prodotto della sua idea. Dal 'penso quindi sono' al 'sono quel che penso'.
L'insight, la consapevolezza, diventa un elemento di scoperta e di straordinaria armonia se sappiamo allenare la mente all'elasticità; se ci si abitua a vedere le cose da prospettive diverse.
Se ci si sforza di usare un linguaggio arricchito da immagini evocative, si alimenta la nostra creatività. In altri termini attraverso l'esercizio dell'arte del dialogo strategico, costruiamo noi stessi sulla forma che è propria al dialogo, quella della collaborazione e dell'accordo.
Chi sa osservare nelle cose e nei fatti il loro aspetto simbolico e nascosto, sa scorgere una sottile realtà che conduce al senso ultimo della natura. Chi sa leggere i simboli prova il piacere di un dono che è concesso a pochi. Scopre che nel linguaggio c'è una relazione con il tutto in una nascosta armonia con l' essere, la sua essenzialità e individualità.

venerdì, gennaio 07, 2011

Il Pensiero Positivo di Giorgio Boratto


Aldo Carotenuto (psicoanalista junghiano, morto nel 2005) diceva che da ogni storia di sofferenza traspare un destino di individuazione.
C'è la trama segreta di un significato che si rivela a chi si abbandona ai suoi percorsi labirintici sino a lasciarsi sconfinare, sino cioè a oltrepassare i confini di un IO incapace di dare risposta ai perché che lo attanagliano, per scendere un altro versante della conoscenza, quel versante di ombre e di dolore di fronte al quale si tace, disorientati.
Ma il disorientamento, la caduta, il contatto con la morte sono passaggi obbligati dell'esistenza, passaggi che però possono sostanziare la possibilità di un riscatto, se riusciamo a patirli e a non subirli, a viverli cioè esercitando una pazienza dell'attesa e una fiducia nelle forze segrete dell'anima che possono venire in nostro aiuto.
L'uomo è il solo a poter carpire il senso, a patto però di accondiscendervi, di abbandonarsi a questa giostra infinita di dolore, amore e morte: al termine del giro potrà forse scoprire che il pericolo estremo contiene le ragioni della salvezza, e che l'intimo scopo della vita consiste nella trasformazione continua dell'umano dalla inconsapevolezza originaria naturale ad una consapevolezza superiore.
Con le tecniche di David Racah questa strada impervia di consapevolezza superiore è ottenibile anche senza dolore. Certo il dolore fa sempre parte della nostra vita e può rappresentare sempre un momento di interrogazione per la consapevolezza: chi soffre tende a rinchiudersi, a isolarsi e questo fatto potrebbe tramutarsi in un momento di forte riflessione; ma viceversa abbiamo tutti la capacità di raggiungere gradi di consapevolezza superiore sfruttando i talenti che tutti disponiamo.
Infatti ognuno di noi ha le potenzialità per creare una vita piena e traboccante di ogni dono e talento, a partire da salute, felicità e amore.
Ecco che compare in questa tappa il pensiero positivo.
David Racah per rafforzare la pratica del pensiero positivo ha creato un corso gratuito per svilupparlo con le tecniche di visualizzazione.
Il pensiero positivo funziona solo se le credenze nel subconscio sono in linea con esso e se siamo completamente attenti a questa armonia.
Cosi con il desiderio di essere positivi e far funzionare le cose, ci accorgeremo quando il nostro subconscio stia facendo andare un nastro e noi possiamo cancellarlo.
Buona parte dei nostri conflitti dipendono da questo: pensare positivo senza essere coscienti e limitando le nostre aspettative.
Con il lavoro costante e le tecniche di David Racah potremo azzerare le convinzioni limitanti e partire con un pensiero assertivo delle nostre possibilità di felicità e amore.

'Adesso basta', un libro per il cambiamento. di Giorgio Boratto


Il mese scorso (8 ottobre 2009) è uscito un libro di Simone Perotti intitolato, 'Adesso basta' (http://www.chiarelettere.it/dettaglio/65786/adesso_basta )
con il sottotitolo: 'Lasciare il lavoro e cambiare vita' che è un manuale del vivere un cambiamento di vita; un cambiamento che fa lasciare la carriera, il lavoro frustrante, per scegliere la libertà.
Il libro di Simone Perotti parla della sua esperienza personale e di downshifting, un neologismo che indica uno stile di vita semplice, vivere un profilo basso.
Per fare downshifter occorrono delle azioni; dei comportamenti che hanno una verità assiomatica: noi siamo i fautori del nostro destino.
Questa è la convinzione originaria da dove parte il cambiamento.
Tutto inizia ponendoci delle domande: Cosa non va della nostra vita? Come possiamo migliorarla? Quali sono i nostri sogni? Cosa fareste se foste liberi?
Le risposte forniranno la chiave o almeno le premesse perchè possa avvenire il cambiamento.
Con il downshifting cercheremo l'essenziale, la sobrietà, coltivando il sogno con costanza, ottimismo e senza paura. I pensieri positivi mettono sulla strada giusta.
Se non si hanno risultati bisognerà rivedere il progetto e non l'idea.
Ogni problema ha una soluzione. In fondo poi bisogna soprattutto allenarsi alla solitudine; sono momenti per noi che ci aiuteranno a trovare il gusto per incontrare l'altro.
'All’ora dell’aperitivo, un po’ dovunque, fioriscono i progetti più straordinari, e l’adrenalina scorre libera e feconda.
Solo qualche anno fa tutti volevano diventare ricchi, e oggi tutti vogliono smettere. Perché? Questo si domanda l'autore ed ecco come il libro affronta questo passaggio non fermandosi a quando l’effetto degli aperitivi sfuma e si va solo a dormire un po’ intronati.
La mattina dopo, tutti tornano a lavorare e si trovano anche qualche frustrazione in più…Simone Perotti ha invece detto 'Adesso basta' e ha cambiato vita davvero.
Ricordate: 'Quando smetterete di lavorare; mentre tutti sono in ufficio voi vi sentirete soli. Vivere la solitudine vi salverà e questo è più importante dei soldi'.
Simone Perotti oggi dice di guadagnare molti meno soldi, ma ha imparato a spenderne meno.
Simone Perotti (http://www.simoneperotti.com/wp/), che nella presentazione del libro dice di vivere tra Milano, La Spezia e il mare, dopo aver fatto il manager per diciannove anni, ha lasciato tutto e oggi si dedica interamente a scrivere e navigare, e a qualche altro lavoro occasionale.
Lui ha un blog dove qualcuno ha scritto: 'Sto leggendo il libro e mi ha colpito moltissimo la parte in cui si parla di Libertà.
Libertà 'da' e libertà 'di'.
Mi sono reso conto che i desideri che ho coltivato finora non sono i miei, ma prevalentemente tentativi di piacere agli altri. I miei quali sono? E’ come se li avessi dimenticati.
Cercherò di tornare all’infanzia per ricordare quali erano. Intanto grazie Simone'. Che dire? Anche noi possiamo associarci ai ringraziamenti, in attesa che il cambiamento per trovare la felicità, trovi spazio in ognuno di noi.

martedì, gennaio 04, 2011

I mei articoli sulla Crescita Personale

Con il nuovo anno 2011, mi propongo di aggiornare più spesso il blog.
Lo farò anche pubblicando gli articoli messi au un sito web dell'amico David Racah che è stato cancellato. Mi dispiace non vedere più in Rete quegli articoli scritti appositamente. Ecco allora ripubblicati qui a scaglioni i miei articoli:

Crescita Personale: un percorso verso il proprio benessere, che è insieme il senso della nostra vita.
Di Giorgio Boratto


Se cercate sui motori di ricerca di internet le parole 'crescita personale' scoprirete che vi sono più di 11 milioni di pagine che recano questa dicitura.
Attenzione, queste solo per quanto riguarda la lingua italiana.
Se invece facessimo una ricerca in inglese (la lingua di internet per eccellenza) scopriremo allora che per 'developmental personality' esistono almeno 226 milioni di pagine; una marea di informazioni che raccontano, spiegano e raccolgono quello che attiene al fattore 'crescita personale', allo sviluppo della nostra personalità, di quello che concerne l'intima attività psicologica.
Dentro questo mare internettiano c'è anche questo sito web, ed è probabile che voi siete arrivati in questo 'porto' digitando le parole magiche citate sopra.
La crescita personale è un percorso che teoricamente non cessa mai; abbiamo la possibilità di imparare per tutta la durata della nostra vita, finché saremo in possesso delle nostre capacità sensoriali.
Noi ogni giorno riceviamo informazioni utili a conoscere noi stessi e il mondo che ci circonda. La vita si può ritenere uno scambio ininterrotto di comunicazioni, dentro il quale costruiamo le relazioni che organizzano e costruiscono la società umana.
Questo processo vitale si inserisce in un quadro di evoluzione che abbraccia ogni forma vitale delle cosiddette 'macchine di sopravvivenza'; così definite da Richard Dawkins, nel libro 'Il gene egoista'. L'uomo poi in qualità di sintesi e massima espressione della vita fisico animale è anche l'iniziatore dello Spirito e, di questo, la sua evoluzione.
Jung sosteneva che ''Come esiste una evoluzione della materia, così esiste una evoluzione dello Spirito'. In questo senso ogni persona è una via all'evoluzione dello Spirito. Ognuno è portatore di una verità e di un percorso originale di crescita.
Non esistono quindi ricette precostituite o regole fisse per conquistare felicità, successo, salute e soldi. Chi ve le propone sa di mentire.
La proposta di crescita personale che viene indicata, attraverso i corsi di David Racah è essenzialmente una serie di esperienze e tecniche che portano ad assumere una espansione della coscienza e della consapevolezza.
La tecnica messa a punto da David Racah, denominata 'Mindwatching', attraverso anni di esperienze e studio partendo da 'l'osservazione della mente', sviluppa delle utili istruzioni per un arricchimento della nostra consapevolezza interiore.
Poiché 'la nostra mente è allo stesso tempo lo strumento, l’oggetto e il campo d’azione del sentiero spirituale: nella mente possiamo leggere i nostri pensieri e le nostre emozioni e dalla mente scaturisce l’energia creatrice che forgia il nostro destino'.
La mente è senz'altro il campo di ricerca che di più ha interessato la scienza negli ultimi decenni. Biologi, fisici, matematici, psicologi, neurologi, filosofi hanno scandagliato i meccanismi della mente arrivando ad una conclusione condivisa: è la mente a creare la nostra realtà e insieme alle credenze anche il nostro destino.
In questo sito troverete oltre che le tecniche per lo sviluppo personale anche una ricca bibliografia che interessa questo campo. Ecco un altro aspetto serio, aperto e laico della conoscenza che David Racah vuole trasmettere.
La conoscenza e lo sviluppo delle nostre capacità personali non vanno ritenute una modalità esclusiva ma da ampliare con gli apporti di tutti gli studiosi che hanno affrontato questa materia.

Ancora sulla Crescita Personale


Ho definito nell'articolo precedente la crescita personale il senso della vita; ma ne sono tutti consapevoli di questo? La risposta è no.
Chi inizia a porsi le domande fondamentali sulla propria vita tipo: "Perché viviamo?"; "Perché soffriamo?", "Esiste la felicità?", "Chi siamo?" sente l'esigenza di risposte che implicitamente lo mettono sulla via di una crescita...
Certamente sono domande difficili, sulle quali la nostra mente può lavorare anche per lunghi anni senza trovare necessariamente una risposta.
La vera crescita personale inizia quando iniziamo nuovamente a prendere in considerazione queste domande e cerchiamo una risposta.
Così sintetizza bene David Racah nel testo che tratta l'argomento crescita personale: 'La crescita personale è il percorso di conoscenza e di progressivo sviluppo proprio di questa dimensione interiore, intima e personale'.
Il dialogo che abbiamo con noi stessi, la conoscenza di come ci ascoltiamo, parliamo e pensiamo forma la consapevolezza di ciò che avviene dentro di noi.
A questo punto sembrerebbe tutto facile: cosa penso? In che stato emotivo mi trovo? Perchè mi arrabbio? Perchè sono triste? Cosa posso fare per me?
Queste domande sono la premessa di una conoscenza che è già consapevolezza ma non basta; occorre un allenamento, occorre un addestramento a mettere in pratica quello che aiuta a sviluppare una presenza di sé costante.
Ralph Waldo Emerson (1803-1882) diceva: 'Che cos'è la vita se non ciò che un uomo pensa durante il giorno? Questo è il suo fato e il suo padrone'.
Già, nel 1850 R. W. Emerson riconosceva che ancora non confidiamo nei poteri ignoti del pensiero e che i pensieri hanno una vita propria, indipendente dalla nostra volontà: così all'inizio ci possiedono e solo più tardi, se diveniamo consapevoli dei 'fatti spirituali', arriviamo a possederli e a non essere più dei 'bruti ammassi sballottati dal Fato'.
Ancora R.W.Emerson sosteneva: 'Tutti i pensieri di una tartaruga sono tartarughe, e di un coniglio, conigli. Invece un uomo è spaccato e dissipato dall’incostanza della sua volontà; non si getta dentro i suoi giudizi; il suo genio lo guida in una direzione, ma probabilmente il suo commercio o la sua politica in tutt’altra.
Con una mano rema e con l’altra rema alla rovescia, e non conferisce a nessuna maniera di vita la forza della sua costituzione.
Il segreto del potere, intellettuale o fisico, è la concentrazione'.
Ecco la concentrazione, l'allenamento a esercitarla diventa la guida da cui partire.
Gli incontri per intraprendere il percorso di crescita personale proposto da David Racah si articola in 7 appuntamenti dove in ognuno, partendo proprio dall'attenzione ai pensieri e al corpo, sviluppa un tema diverso per arrivare all'essenza del tutto: l'essere liberi.
Ora possiamo dire che oltre fornire un senso alla vita, la propria crescita personale rende liberi.