sabato, agosto 28, 2010

L'Italia divisa

L'Italia berlusconiana è sempre più divisa; da una parte c'è la corte del cavaliere con i suoi soldati mentre dall'altra tutti i suoi avversari e nemici politici, che non riescono a incidere più di tanto nelle malefatte del boss Berlusconi.
In mezzo ai due schieramenti, che caratterizzano l'Italia odierna, c'è una grande maggioranza di cittadini diventati sempre più insensibili e assenti all'impegno civile. Questa è per me l'Italia.
Dispiace vedere che la parte più consistente di giovani è lontana dalla politica e vivendo in una una società fortemente in crisi non cerca di prendere in mano il proprio futuro dando un calcio al sistema berlusconiano fondato sul malaffare e i conflitti d'interesse.
L'Italia avrebbe bisogno di un forte scossone. un moto di ribellione contro una classe politica autonominatasi, chiusa in logiche partitiche e incapace di dare risposte ai problemi quotidiani dei cittadini.
Prima del voto c'era l'emergenza sicurezza riferita agli immigrati e stranieri; dopo leggi severe e l'istituzione di ronde, ora non si è capaci e non si vuole arrestare il malaffare di lorsignori e delle cricche affaristiche che rubano denaro pubblico.
Questa è la vera emergenza sicurezza che mette in crisi la stessa democrazia, ma nessuno interviene: la battaglia tra i politici è quella di rinfacciarsi le ruberie così 'ladri tutti' nessuno è colpevole. In testa a tutti c'è la 'iena ridens'.
Cosa dobbiamo aspettarci da questa situazione? Io non ne ho idea. Certo è che non bisogna demoralizzarsi e dico a tutti quelli che la pensano come me: 'Teniamo duro e non perdendoci di vista'.

lunedì, agosto 23, 2010

Fine del partito dell'amore

Che l'amore non c'entrasse con la politica era una cosa scontata; solo a Berlusconi poteva venire in mente una cazzata come il 'partito dell'amore', da elevare contro tutti gli altri che odiano.
Ora con quello che è successo nel PdL è chiaro che l'amore non c'entra un fico secco. L'altro fondatore del Popolo della Libertà è stato espulso perchè non la pensava come il capo, l'altro fondatore, che in sostanza è poi l'unico.
In politica, si sa, vale sempre il 'mai dire mai'. Ricordate cosa si dissero Bossi e Berlusconi tra il 1995 e il 1998? Nessuno disse peggio di Berlusconi quanto Bossi. 'Il Berluskaz è il mafioso di Arcore', 'Deve rispondere su dove ha preso tutti i soldi per costruire il suo impero'. Il dito medio alzato e il gesto dell'ombrello da parte di Bossi parevano i gesti più usati per salutare Berlusconi. 'Mai più con Bossi' rispondeva Berlusconi, e proseguiva: 'Bossi è un Giuda che tradisce i suoi elettori che non lo perdoneranno'. 'Neanche un caffè prenderò più con Bossi', disse anche Fini, l'altro alleato.
Dopo essere tornati tutti insieme appassionatamente, ora qualcuno si è stancato. Così finisce il 'partito dell'amore', quell'amore che come sosteneva Aldo Carotenuto, il compianto psicoanalista junghiano, implica sempre il tradimento.
Parlare d'amore è sempre arduo poiché amore è una parola difficile da definire al punto che senza un predicato, che ne precisi il contesto o l'oggetto verso cui è rivolto, non possiamo a priori comprendere di cosa si stia parlando.
Ma partire con un partito politico, che chiede voti per esercitare un potere, per diffondere e rivendicare l'amore, sembra un cercare il tradimento a priori. Infatti quell'amore oggetto di un partito consegna l'altro ad un peccato che non ha commesso e, analogamente, non c'è modo di 'nascere al mondo' se non tradendo.
Detto questo poi la politica è pur sempre un'altra cosa e con l'amore non c'entra niente. Si può fare politica con amore, con passione e poi lasciare che altri dicano se quell'amore c'è.

lunedì, agosto 09, 2010

Berlusconi e le sue battaglie

Di Berlusconi è stato detto tutto e il suo contrario; già questa ambivalenza è un chiaro segnale di come il personaggio possa raffigurare un caso psicoanalitico: un gioco degli specchi dove il servilismo e l'attacco diventano le facce di una stessa medaglia. Si è detto che Berlusconi come politico e personaggio pubblico sa trarre da noi tutti i vizi: invidia, servilismo, piaggeria, risentimenti, ecc...insomma tutto il male nascosto che alberga dentro noi. Un classico.
Ogni volta però le sue parole spiazzano poiché rivolge contro altri affermazioni che sono sue; prendete ad esempio la battaglia contro i personalismi che lancia in questa settimana di ferragosto, come parola d'ordine per gli iscritti del suo partito.
Chi più di lui ha fatto diventare un fatto personale la politica? Ebbene ora manda tutti in giro a denunciare i personalismi. Sarà perchè qualcuno gli fa ombra? I personaggi, con i relativi personalismi, di cui è circondato li vedono tutti: Cicchito, Bondi, Gasparri, Capezzone, La Russa, Brambilla, Santanchè...
Questi sono gli immuni dai vizi; sono ascari, combattenti per la causa comune: il Bene della Patria che ha un solo nome, Berlusconi.
Ma chi saranno gli altri personalismi? Forse Fini. Il coofondatore del partito dell'amore. Accidenti, un'altra parola che cambia significato e senso. L'amore non si fa più in due: contro i personalismi esiste solo un Berlusconi d'amare.