domenica, dicembre 28, 2003

La mia gatta compie 20 anni

La mia gatta compie 20 anni e rapportati con quelli umani ne compirebbe circa 80. Ieri le ho parlato come ad una persona, d'altronde dopo tanti anni vissuti accanto, lei è di famiglia e capisce tutto, specialmente i miei suoni, posture, movimenti e accenni. Così sedutogli davanti e guardando i suoi occhioni gli ho detto:
"Cara Rosy sei sempre bella, la tua pelliccetta è sempre in ordine ed i colori mi sembrano gli stessi; vedo però che ti muovi meno e fai fatica anche a salire sulla seggiola, sei diventata più piccola, sei rinsecchita, le tue zampe sono divenute instabili, perdi le unghie e mi è parso di vederti sbandare, tutto come noi poveri umani. Poi dormi sempre di più e questo a differenza di noi che invecchiando dormiamo meno, per un inconscio allontanamento della morte rappresentata dal sonno.
Cara vecchietta Rosy, ricordo che quando eri piccola saltavi dappertutto, su tavoli e finestre, poi arrivavi nei tuoi giri indagatori attraverso i giardini, fino alla strada ed io temevo per te: per le auto e moto che potevano investirti e uccidere. Spesso un tuo miagolio mi salutava al ritorno a casa già fuori il portone e entravi correndo con me aspettandoti che dalla spesa uscisse qualche nuova prelibatezza; per questo ora non hai perso l'appetito e senti sempre il bisogno di novità ma mangi meno e preferisci qualche carezza in più.
Ora al mio rientro ti trovo al solito posto, socchiudi un occhio e senza scomporti continui la tua "siesta"; chissà quanti balzi e catture continui a fare nei tuoi sogni. Poi, verso tarda sera, insieme al pelo che lasci in ogni dove mi vuoi regalare, venendomi in braccio con le tue fusa, il tuo affetto.
Cara Rosetta non sei più giocherellona, non fai più "agguati", anche se qualche corsetta improvvisa te l'ho vista ancora fare, ormai meditabonda scruti e arrivi lo stesso dove vuoi arrivare…da me".

martedì, dicembre 23, 2003

Letterina de Natale

Un monello de Favriano
se svejò quella mattina
prese carta e penna in mano
e spedì 'sta letterina

"Caro Babbo de Natale,
che me porti i regaletti,
'na richiesta 'n po' speciale
spero che me la permetti.

'St'anno non me portà gnente
non me posso lamentà
ma 'na cosa veramente
te la vojo domannà

Tu non è che c'hai un minuto,
a riuscicce entro l'inverno,
per levacce quel cornuto
che sta a capo del governo?

Questo qui sta a fa un macello
ogni giorno ne fa una
Me l'ha detto anche il bidello :
pare che porta sfortuna.

Teremoti, teroristi,
chiudon fabbriche qui e là,
magistrati comunisti,
forse er Milan vincerà!

Babbo mio è disoccupato
e ce soffre per davero.
Quello lì j'ha consijato
de trovà lavoro in nero

Pe' le Fiat la soluzione
l'ha trovata prontamente:
"Basta de cambiaje el nome
che se vende come gnente"

Se c'hai spazio 'nta la slitta,
se la renna je la fa,
porta via tutta la ditta
che c'ha messo a comannà

Mica tocca che l'ammazzi !
Basta che li porti via,
che se resta qui so' cazzi :
sta a accoppà l'economia !

Mo te s piego come fa:
'nta du' sacchi belli grossi
metti Fini e anche Saccà,
Fede, Bossi e Buttiglione

e Tremonti non te scordà.
....

Tu che voi bene ai monelli
(e che c'hai 'na certa età)
ficca su pure a Rutelli:
Cicciobello ce l'ho già.

Poi li manni tutti insieme
'nta la neve co' le pale.
E' na cosa che me preme.
Se pò fa già pe' Natale?"


Dopo che passò la festa
e finì la cerimonia
giunse al piccolo 'na busta
scritta da "FORZA LAPPONIA"

Er monello ansiosamente
ce se mise a legge fitto.
Co' quel tipo de mittente
chissà che ce stava scritto !

"Giovanotto mi consenta,
ricevetti la sua lista :
con la sua fan centotrenta
dal sentore comunista.

Come lei sa certamente
vesto rosso e son barbone,
ma il mio voto di recente
non lo do a Rifondazione.

Già nell'anno che è venturo
muterò molto d'aspetto.
Ben rasato di sicuro
cravattina e doppiopetto.

D'ora in poi per il Natale
scriva a "Daddy Christmas spa"
che la sede mia fiscale
l'ho spostata a Panamà.

Non mi faccia il disfattista
poichè Silvio , il cavaliere,
è da un po' nostro azionista:
ci finanzia che è un piacere.

La sua lettera è nemica ,
rema contro senza tregua.
La minaccia bolscevica
che giammai mi si dilegua.

Per le sue strane richieste
e i commenti esacerbati
nelle sue prossime feste
si rivolga a Cofferati

Se non vota Berlusconi
o Alleanza Nazionale
porterò solo carboni.
Non più suo, Babbo Natale"


Er monello, col magone
ci pensò "... la puttana,
s'è comprato anche er ciccione!
Famme scrive a la Befana..."

Mandatami da un amico della ML ds genova

domenica, dicembre 21, 2003

Buon Natale 2003

Dare il Buon Natale a tutti diventa una filastrocca, appare poi scontato e banale come il telegiornale che ci racconta delle feste con il solito rituale; ma si può parlare in modo diverso degli acquisti dei regali? Delle luminarie, del traffico e dello stress? Del pranzo di Natale e degli auguri cantati, degli spot del pandoro comparsi all'improvviso a ricordarci dell'orgia culinaria? Dei torroni, dei dolci, delle noci e fichi secchi mangiati dopo i tacchini, i conigli, gli agnelli e i maiali rosolati?
E' festa, è festa, è festa, ma non insistete; è festa ma non spingete: prego signore si accomodi lei. Grazie ma si figuri, oggi siamo tutti buoni.
C'è Babbo Natale, c'è l'albero illuminato, c'è il presepe e il panettone, c'è odore di cioccolato, ci sono gli aranci, i mandarini, l'uva passa e i canditi. C'è tutta la ricchezza che si può desiderare: sorrisi, baci e abbracci; ma dov'è Gesù bambino? Dov'è il neonato?
C'è una statuina da mettere nella culla; troppo poco per chiamarlo Santo Natale. C'è troppo di tutto per non farlo passare. Ad ogni modo non bisogna mancare di dire ogni anno Buon Natale; augurandoci, con la speranza di un tempo che finisce, la bontà di ciò che sta per arrivare.

venerdì, dicembre 19, 2003

Bella Serata

Questa sera ho partecipato al compleanno di Mentelocale.it un portale genovese cui collaboro anch'io e per il quale ho scritto un augurio ed è stato piacevole incontrare molte persone accomunate da una frequentazione virtuale per scambiare qualche impressione...tra queste ho incontrato inaspettatamente Eleonora Chiesa e suo marito: due persone splendide che non vedevo da molto tempo. Eleonora è un'artista contemporanea che ha molte cose da dire e...soprattutto fare: è un vulcano di idee e passione per l'espressione artistica contemporanea. Sarà da tenere d'occhio. Grazie Eleonora per il bellissimo scambio di parole ed impressioni...grazie per la parola: impersistenti...ecco siamo un'essenza che scappa, vola, imprendibile. Bella serata davvero.

mercoledì, dicembre 17, 2003

SIC

La legge Gasparri è stata rinviata alle Camere…gasp!
Le forze politiche si confrontano per salvare Rete 4…gulp!
La legge avrà sempre un protagonista, sempre lui…sob!
La legge continuerà a chiamarsi Gasparri…sic!
La legge non è un fumetto…sic! Di nuovo sic?!?
Sic: Sistema Integrato delle Comunicazioni…
E comprende tutto, anche il fumetto, le strizzate d'occhio, la busta delle patatine e perché no? La nostra vergogna.

lunedì, dicembre 15, 2003

ERA ORA

Evviva Ciampi: il silente ma non assente ha battuto un colpo. Era ora per chi dice "Ora basta". Sull'informazione si gioca una partita esiziale per la democrazia e questo deve essere compreso da tutti. Berlusconi e i suoi ministri ora dicono che è una cosa normale; che è già successo che una legge venga rimandata indietro, ma se sapeste quali e di che importanza allora sarebbe diverso.
Carlo Azeglio Ciampi, al Quirinale dal maggio 99, aveva finora rinviato tre leggi per motivi ordinamentali e una per mancata copertura delle maggiori spese. Il primo rinvio (2 dicembre 2000) riguardava una legge sul personale sanitario, ritenuta in contrasto con altre leggi sul comparto sanitario. Poi Ciampi ha rinviato una legge sull'emergenza «mucca pazza» perché prevedeva la proroga dei termini di una delega legislativa già scaduta. Il terzo rinvio di Ciampi ha riguardato gli incarichi dei consiglieri regionali, perchè non si teneva conto di alcune incompatibilità. Infine, il 10 aprile scorso, ha rinviato la legge di semplificazione per motivi di copertura finanziaria. Cose importanti anche queste, ma invito tutti a leggere le motivazioni per cui ha rinviato alle Camere questa legge.
Ecco alcuni passaggi della lettera di cinque cartelle lette da Casini stasera:

…"Per quanto riguarda la concentrazione dei mezzi finanziari, il sistema integrato delle comunicazioni (Sic) - assunto dalla legge in esame come base di riferimento per il calcolo dei ricavi dei singoli operatori di comunicazione - potrebbe consentire, a causa della sua dimensione, a chi ne detenga il 20% (articolo 15, secondo comma, della legge) di disporre di strumenti di comunicazione in misura tale da dar luogo alla formazione di posizioni dominanti"…
…"Quanto al problema della raccolta pubblicitaria, si richiama la sentenza della Corte Costituzionale n. 231 del 1985 che, riprendendo i principi affermati in precedenti decisioni, richiede che sia evitato il pericolo ’che la radiotelevisione, inaridendo una tradizionale fonte di finanziamento della libera stampa, rechi grave pregiudizio ad una libertà che la Costituzione fa oggetto di energica tutela’". "Si rende infine indispensabile espungere dal testo della legge il comma 14 dell’articolo 23, che rende applicabili alla realizzazione di reti digitali terrestri le disposizioni del decreto legislativo 4 settembre 2002, numero 198, del quale la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale con la sentenza 303 del 25 settembre/1 ottobre 2003…

Altro che stampa obsoleta. Per la libertà, per la legge costituzionale la stampa deve essere garantita e non soppressa perché non risponderebbe più alle leggi di mercato perché uno spot vale di più di una pagina stampata del quotidiano.

"Una seconda osservazione concerne i poteri riconosciuti all’Autorità: questa, entro i 30 giorni successivi al completamento dell’accertamento, invia una relazione al governo e alle competenti Commissioni parlamentari, ’nella quale verifica se sia intervenuto un effettivo ampliamento delle offerte disponibili e del pluralismo nel settore televisivo ed eventualmente formula proposte di interventi diretti a favorire l’ulteriore incremento dell’offerta di programmi televisivi digitali terrestri e dell’accesso ai medesimi’ (articolo 25, terzo comma).
Ne deriva che, se l’Autorità dovesse accertare, entro il termine assegnatole, che le suesposte condizioni (raggiungimento della prestabilita quota di popolazione da parte delle nuove reti digitali terrestri; presenza sul mercato di decoder a prezzi accessibili; effettiva offerta al pubblico su tali reti anche di programmi diversi da quelli diffusi dalle reti analogiche) non si sono verificate, non si avrebbe alcuna conseguenza certa. La legge, infatti, non fornisce indicazioni in ordine al tipo e agli effetti dei provvedimenti che dovrebbero seguire all’eventuale esito negativo dell’accertamento".
"Si consideri inoltre che il paragrafo 11, penultimo capoverso, delle considerazioni in diritto della sentenza numero 466, recita: ’d’altro canto, la data del 31 dicembre 2003 offre margini temporali all’intervento del legislatore per determinare le modalità della definitiva cessazione del regime transitorio di cui al comma 7 dell’articolo 3 della legge 249 del 1997’. Ne consegue che il primo gennaio 2004 può essere considerato come il dies a quo non di un nuovo regime transitorio, ma dell’attuazione delle predette modalità di cessazione del regime medesimo, che devono essere determinate dal Parlamento entro il 31 dicembre 2003. Si rende inoltre necessario indicare il dies ad quam, e cioè il termine di tale fase di attuazione".

Capito? Demandano il potere ad una Autorità senza permettergli di funzionare nei tempi e delle regole sanzionatrici per chi trasgredisce… Andiamo bene.

Questo poi è solo un primo sommario esame. Spero che dopo una attenta valutazione della lettera di Ciampi, da parte degli addetti ai lavori, si trovino altre utili indicazioni per riscrivere questa legge vergogna.

domenica, dicembre 14, 2003

Finalmente preso!

Saddam Hussein il sanguinario dittatore dell'Iraq è stato preso. Qualcuno tempo fa sostenne che l'unica condanna a morte che si poteva giustificare fosse il tirannicidio.
Ora Saddam Hussein appare come un barbone, un clochard - con rispetto per quelli che lo sono davvero- e sento pena; potremmo ucciderlo subito?
Ora guardando questo terribile dittatore, appena catturato, rivedo le immagini di altri tiranni caduti e constato che con l'eccezione di pochi la fine per tutti è stata ingloriosa: rivedo le immagini di Mussolini a piazza Loreto; Hitler bruciato nel bunker; il corpo di Causescu rivolto sul corpo della moglie in un cortile di Bucarest; Milosevic con il volto mesto nel tribunale internazionale dell'Aja…
Tutto questo dovrebbe farci meditare: le parabole di questi personaggi dovrebbero insegnare qualcosa, invece c'è sempre qualcuno pronto a prenderne il loro posto.
La girandola del potere sembra proporre gli stessi copioni.
Una cosa bisognerebbe ricordare sempre: i dittatori non potrebbero esercitare nessun potere se non avessero il consenso di buona parte del popolo; quello stesso popolo che poi esulta alla sua caduta e cui i primi a festeggiare di solito sono i servi più fedeli.
Una cosa bisognerebbe allora non fare mai per imparare: il tirannicidio; uccidere il despota per lavarci la coscienza e scaricare il Male.

PAROLE GERGALI

Ci sono parole gergali, in specie per i sostantivi genitali, che si sono perse e altre, forse per la potenza d'uso di particolari media, sono divenute voci enciclopediche per significato e puntualità.
Ne ricordo due: la prima coniugata (per accidente) al maschile dà "fico" ed indica nel linguaggio corrente il "bello" o meglio ambito (bono per l'occasione), come per il femminile vale per "bella" o meglio buona (bona per la precisione).
L'altra parola in sintesi vale come "cosa" e nel linguaggio discorsivo si sente dire: "Ma che c…vuoi?"; ma se vogliamo, l'oggetto in questione per la sua qualità erettile, nel suo tendere all'alto, per simbologia si eleva a logos, potenza, e si può intendere come "pensiero". Tralascio per quest'ultimo un termine d'origine sicula, distantissimo però, il cui accrescitivo riporta allo stesso senso di stupido o sciocco.
Ora come si può essere arrivati a pensare, nell'incontro tra la "bella" e la "cosa" che è anche pensiero, ad una operazione di pulizia da fare con una scopa? Per carità astenetevi da usare quel termine per indicare la copula. "Fare l'amore" rimane forse il modo più pregnante per indicare il rendez-vouz vitale, dove ognuno rende qualcosa di sé e non spazza via nulla se non l'istinto.
Detto questo dove voglio arrivare? Semplicemente a quello che con splendida sintesi ha detto Zavattini: "Se ghè la figa, Dio al ghè"; se c'è la bellezza c'è Dio. Scusate se qui in fondo la parola che ho cercato di evitare è emersa, ma alla fine con il pensiero più vero, come Cirano: "Io tocco!".




giovedì, dicembre 11, 2003

La cultura è obsoleta


"I giornali sono obsoleti, rappresentano un periodo storico della comunicazione ormai destinato a scomparire…". Il presidente del consiglio è stato chiaro; se è per lui anche i libri sono superflui: basta un film, uno sceneggiato tv o una fiction, perché perdere tempo a leggere? I risultati infatti si vedono; abbiamo la classe politica più ignorante e cafona da sempre: magari sono avvocati, medici o professionisti ma per quanto riguarda la cultura in generale ahimè fanno fondare Roma da Romolo e Remolo; non conoscono i fratelli Cervi e chiamano Max Marx riducendo tutto in barzellette da caserma; il povero Biagi assassinato dalle BR diventa un rompic…e un deputato tedesco un kapò. Non bisogna però pensare che questi politici non sappiano fare i soldi; per quello sono bravissimi: si fanno le leggi ad hoc. In fondo è questa la vera cultura. A che serve leggere?

martedì, dicembre 09, 2003

In ricordo della meglio gioventu'

Mio scritto in una rubrica de la Repubblica online:

I miei vent'anni erano il '68 ed una canzone: Hey Jude dei Beatles.
"Hey Jude, don't make it bad: take a sad song and make it better. Remember to let her into her heart, then you can start to make it better".
Sì, non dovevo peggiorare le cose: quella canzone triste dovevo renderla migliore; quella canzone triste era la mia vita nell'affanno dei vent'anni.
Dovevo farla entrare nel mio cuore e poi farla uscire, dovevo farla mia. Il mondo doveva essere migliore ed io potevo senza prenderlo sulle spalle migliorarlo semplicemente non dispiacendomi e abbattermi per le difficoltà. Era la mia meglio gioventù da vivere sino in fondo. Da lì a poco tutto sarebbe cambiato: musica, amori, politica, bombe, auto e televisione ci raccontavano un'altra storia.
"The minute you let her under your skin, then you begin to make it better".
Così ho provato dolore; ma non mi sono fermato, mi sono scontrato con l'orgoglio e la stupidità e oggi posso dirlo: non ho rinunciato a sognare…Questa volta per Chiara, mia figlia, che ancora canta per migliorarla questa vita. Oggi è lei la meglio gioventù.

lunedì, dicembre 08, 2003

Quando i ricchi erano ricchi...


Quando i ricchi erano ricchi, i ricchi erano bianchi di carnagione e i poveri abbronzati; si sa, i poveri lavoravano nei campi e allora si abbronzavano. Poi i poveri hanno cambiato lavoro e sono diventati bianchi e allora i ricchi si sono abbronzati e questo per tutto l'anno: d'inverno vanno ai Caraibi o a fare trekking nel deserto. Allora anche i poveri si sono di nuovo abbronzati: fanno le lampade con gli ultravioletti ma si vede che nel week end erano in giro per l'Ikea…
Quando i ricchi erano ricchi, i ricchi erano grassi e i poveri magri; si sa, i poveri non avevano molto da mangiare. Poi i poveri con il tempo hanno avuto a disposizione molto cibo e sono diventati grassi e allora i ricchi sono diventati magri: mangiano poco e biologico, comprano cibi dietetici e fanno massaggi e palestra. Allora anche i poveri ora cercano di dimagrire: comprano elettrostimolatori in TV, tisane, pillole e scioglipancia da novelle Wanna Marchi in Tv ma non ci riescono…
Questo è un breve ritratto delle distinzioni di classe che esistono sempre; però si tenta sempre di imitare i ricchi - come se fossero un bell'esempio, anzi ci uniformiamo a modelli che annullano queste differenze. Ma si sa che qualcuno vuole sempre distinguersi…E così un ricco (a dire il vero il più ricco) è diventato padrone dell'Italia promettendo che con lui saremmo stati tutti bene: infatti, guardando lui, non serve più essere magri, per abbronzarci basta un fondotinta, non bisogna essere neanche tanto alti, lui è soprannominato "nano pelato" e quindi non servono neanche i capelli, non parliamo poi di vacanze a uno che lavora 14 ore al giorno e di pensione? Figurarsi è quasi settantenne e non ci pensa. Ecco abbiamo la mediocrità al potere; con lui possiamo aspirare al "basso" in tutti i sensi, non serve neppure tanta cultura e le fregnacce si possono sempre smentire: hanno frainteso, scritto male, capovolto il pensiero…
Maledetto pensiero, volete vedere che questo ricco ce l'hanno mandato apposta per depistarci? Per toglierci i riferimenti? Per dirci che i ricchi non esistono? Abbronzati o no, ridenti o tristi, nani o pelati siamo tutti poveri e se lo vogliamo imitare poveri lo siamo due volte: anche di spirito.



domenica, dicembre 07, 2003

Manifestazione a Roma






Il treno è puntuale, anzi arriva con 30 minuti d'anticipo sull'orario previsto 6 e 45, ma è un treno da pendolari locali "alto basso", non adatto alle lunghe percorrenze: senza spazio per i bagagli, sedili scomodi e passaggi angusti. Questo ha il sapore di un sabotaggio da parte di Trenitalia; possiamo pensare non avessero altri treni a disposizione? Scopro poi che i treni partiti dopo, provenienti da Savona e da Imperia, erano formati da vecchissime carrozze, forse tirate fuori per l'occorrenza ma certo più comode. Noi partiti da Genova arriviamo così distrutti a Roma. A bordo del mio treno non c'è l'entusiasmo di altre volte; questa manifestazione arriva scontata e seppure è un grande ritorno in piazza unitario, c'è la consapevolezza di non contare più come una volta. Ma non è sfiducia nelle proprie capacità: "la lotta paga sempre" era stato insegnato, questo ora va trasmesso ai giovani che sono tanti presenti alla manifestazione. E' per loro soprattutto che si lotta, è per garantire un futuro divenuto economicamente incerto che ci si trova in piazza S. Giovanni a Roma.
Quanti saremo? Circolano i numeri dei sindacati: un milione e mezzo…per la questura 250 mila. Cosa si fa per compiacere il potere: bugie, ridimensionamenti, non sarà certo la disputa su questi numeri a inficiare la protesta contro la finanziaria e la riforma pensionistica; il giorno prima un ministro di questa repubblica ha chiamato "bingo bongo" gli immigrati stranieri, questo è anche il rappresentante politico del ministro del cosiddetto "welfare". Devolution e welfare ci stanno portando tutti ad essere "bingo bongo": lo scherno, l'irrisione per chi è solo proprietario delle proprie braccia e intelligenza è tipico di questo governo; non dobbiamo permettere che continuino a farci del male. Il ritorno ci trova ancora più siamo stanchi, più preoccupati ma contenti di avere fatto una cosa giusta e democratica: l'opposizione ad una finanziaria e una riforma che impoveriscono i lavoratori.
Intanto quello del welfare oggi dice "basta muscoli" e l'altro, quello della devolution, dice "rubano i soldi ai pensionati del Nord"…Mentre il loro capo in giro per il mondo racconta barzellette, poi fa le solite smentisce per le interviste e ha già detto che aggiusterà tutto scrivendoci una lettera…A Roma i lavoratori hanno già dato una risposta.

giovedì, dicembre 04, 2003

Antifascismo

L'antifascismo, questo sentimento politico che ha realizzato in Italia la democrazia compiuta facendo scrivere la Costituzione, ci mette sempre sotto esame: quanto accettiamo delle idee degli altri e quanto rinunciamo delle nostre? Perché aspettiamo sempre un gran capo? Dove finisce la nostra libertà? Domande per sapere quanto fascismo abbiamo in corpo. Dobbiamo vivere per liberarci e questa liberazione ci darà poi la nostra vita vera; ma tutto parte da una interrogazione profonda sul pensiero che è figlio nostro: sappiamo essere padri di noi stessi?
Considerazioni sul fascismo che non è solo antidemocratico, ma è anche popolare come il pensiero unico, come un concetto condiviso di patria, potenza e sicurezza per mascherare famiglia in crisi, paura e debolezza.
Il fascismo è popolare come lo era l'analfabetismo o come lo è ancora il coraggio e la vigliaccheria.
L'antifascismo invece è elitario, fa discutere ogni volta, ci mette in crisi facendoci sì questo più forti e perché no? Più saggi.
L'antifascismo può essere un toccasana a tante malattie sociali, ma per carità non scrivetelo sui muri o nei manifesti; scrivetelo dentro le anime vive: quelle che credono che tutto possa ogni volta cambiare, che possa diventare bello o brutto dipende da noi.

mercoledì, dicembre 03, 2003

Riforma Gasparri


Approvata la legge sull'emittenza televisiva denominata Gasparri. Ora secondo questa legge avremo uno spazio di libertà maggiore legato alla tecnologia; infatti questa legge punta tutto sul sistema digitale lasciando il resto, ossia l'attuale situazione di duopolio, inalterato. Per la legge di riforma il digitale, con la relativa moltiplicazione di canali televisivi, garantirà il pluralismo tanto evocato dalle opposizioni e chiesto dall'Authority. Ma sarà così? Chi detta la legge vera dell'informazione è sempre il mercato e questo è rappresentato dalla torta della pubblicità televisiva. La legge stabilisce che ogni editore, proprietario di reti televisive, non potrà trasmettere più del 20% della pubblicità totale…Qui sta l'inghippo: il totale non viene prefissato e chi detiene il mercato pubblicitario può aumentare il fatturato senza paura a discapito di chi vuole entrare nel business delle tv. Sapendo che ogni investitore in canali televisivi (in futuro digitali ed in sostanza tematici) deve sperare in un tornaconto pubblicitario, chi darà la pubblicità da trasmettere? Riguardo invece alla tv pubblica il problema si risolve codificando la lottizzazione; grosso modo si avrà un calderone di canali, uno per partito con un consiglio di amministrazione deciso dalle segreterie anche se si dice che la tv pubblica sarà aperta ai privati con la vendita azionaria: però nessuno potrà detenere- per mantenerla pubblica- più dell'1%. Chi sarà quel cretino che dà i soldi a questi politici pensando di fare un investimento non contando nulla?

martedì, dicembre 02, 2003

Anticomunismo


Come mai l'anticomunismo sopravvive al comunismo? Premesso che esistono diversi tipi di anticomunismo, cos'è questo anticomunismo?
Innanzi tutto c'è un anticomunismo libertario, culturale, liberaldemocratico, socialdemocratico e anche clericale che combatteva il comunismo con argomenti razionali e ideali; che andava contro l'idea di partito-stato, contro la mitizzazione del lavoro collettivo, del materialismo storico e coercitivo delle libertà e qualità individuali, contro la responsabilità dei singoli…Ma poi c'è l'anticomunismo viscerale, come il fascismo e il nazismo, che continua a comparire e si diffonde trascendendo gli aspetti politici per diventare patologia.
Questo anticomunismo ha aspetti psicologici di chiusura mentale con reazioni, verso chi dissente le sue proprie convinzioni, davvero grotteschi: fa diventare comunista anche chi non lo è mai stato e al di là dell'esistenza vera di un pericolo del comunismo per difendersi paradossalmente nega la libertà richiamandola, sconfessa i diritti negandoli e crea ingiustizie invocando ragioni di Stato e di casta.
Questo anticomunismo è anche qualcosa d'altro: è un egoismo mascherato, una fame insoddisfatta, un desiderio di potere incontrollato che non ha niente a che fare con la democrazia e la libertà; quest'ultima si capisce intesa solo per sé e non per gli altri.