lunedì, ottobre 19, 2015

Ancora sulla morte di Hitler...ma ancora un libro interessante che racconta tutto: Memorie di una interprete di guerra

Sul settimanale 'L'Espresso' di questa settimana compare la notizia, a cura di Gianluca Di Feo, su 'Hitler: davvero morì nel bunker?'. Nel sottotitolo viene scritto: Mancano prove della morte del dittatore. E gli ultimi dossier Fbi desecretati descrivono la sua fuga da Berlino. History Channel li ha fatti esaminare da un ex agente Cia e da uno dei cacciatori di Bin Laden. Scoprendo che la sua presenza fu segnalata in Argentina negli anni Cinquanta...

A distanza di oltre 70 anni si ritira fuori la leggenda del dittatore Adolf Hitler scomparso. E' chiaro che in fondo c'è solo una questione editoriale di vendite e di speculazione morbosa su un fatto che è stato chiarito con testimonianze inconfutabili. Una su tutte è contenuta ne libro di Elena Rževskaja 'La fine di Hitler: fuori dal mito e dal romanzo giallo' In seguito l'autrice di quel libro scrisse anche 'Berlino, maggio 1945', in cui parla dell’attacco a Berlino, delle ricerche e del ritrovamento di Hitler.
In ultimo di Elena Rževskaja, che è lo pseudonimo letterario di Elena Moiseeva Kagan, è uscito per i tipi di Voland nel luglio di quest'anno 'Memorie di una interprete di guerra'.
In questo libro l'autrice racconta le sue esperienze di traduttrice dal tedesco al russo di interrogatori di prigionieri tedeschi; di traduzione di comunicati, di documenti, dossier e ordini militari. Insieme come un taccuino di cronaca, non disdegnando di usare qualche infioritura letteraria al testo, viene descritta la incessante e sanguinosa corsa, al seguito dell'Armata Rossa attraverso cittadine e villaggi sconvolti dal conflitto fino a Berlino.
Appunto arrivata a Berlino, Elena Rževskaja rievoca ciò che poi ha descritto in altri libri e che anche in quest'ultimo diventa la parte centrale e ultriore documento chiarificatore della morte di Hitler.
Nella parte finale del libro, dove viene raccontata ancora tutta la sequenza che portò al riconoscimento del cadavere di Adolf Hitler, di sua moglie Eva Braun e della famiglia intera di Goebbels, c'è lo scambio di battute avuto nell'incontro con il maresciallo Žukov con la sua riflessione che chiude il libro e insieme il caso della morte di Hitler lasciandoci il vero mistero: perché Stalin non volle rivelare la verità sulla morte di Hitler?

Ecco qui trascritta l'ultima parte del libro:
'Žukov, Hitler, Stalin. Berlino, maggio 1945... in questo punto confluiscono le strade di tutti e tre, e il futuro studioso interessato alla personalità di Stalin ne dovrà tener conto, e cercherà lui di risolvere gli enigmi a noi proposti da Stalin. Perché Stalin ha tenuto nascosto il ritrovamento del cadavere di Hitler e lo ha trasformato nel mistero del secolo? Perché lo ha celato anche a Žukov?
E perché Žukov non si è mostrato interessato come avrebbe dovuto alla ricerca di Hitler?
Parlo di quello che so, di quello che ricordo per aver partecipato come testimone a quegli storici avvenimenti, e mentre cerco le risposte tento di scoprire in che modo ha avuto inizio e si è compiuto quell’occultamento della verità.
Per volere del destino mi sono trovata ad avere un ruolo nell’impedire a Hitler di realizzare il suo ultimo progetto: sparire, trasformarsi in un mito e spronare gli animi dei suoi epigoni in quei giorni e negli anni a venire.
Soltanto col tempo sono riuscita a superare ostacoli che sembravano insormontabili persino dopo la morte di Stalin, rendendo pubblico il mistero del secolo. Sono riuscita a fare in modo che non prendesse piede il vago, oscuro progetto di Stalin, che aveva desiderato nascondere al mondo il nostro rinvenimento del cadavere di Hitler. Ma si è trattato di un lungo cammino.'.

domenica, ottobre 04, 2015

L’internet business è davvero un affare.

Tra i 10 più ricchi degli USA, -che equivale in un certo senso essere gli uomini più ricchi della Terra- nella speciale classifica annuale stilata dalla rivista Forbes, risultano 6 personaggi tra i primi 10 che hanno a che fare con internet e la sua applicazione tecnologica.
La Rete di internet risulta senz'altro il nuovo spazio dove nascono i profitti. Dovremmo farci tutti un pensiero.
Ecco chi sono i ricchi che hanno approfittato di internet:
Bill Gates, al primo posto tra i Paperoni, è quello che ha intuito per primo le potenzialità del pc come oggetto personale e casalingo con la sua azienda Microsoft; poi con l'avvento della Rete ha espresso nello sviluppo dei software i suoi massimi interessi.
Larry Ellison, che occupa la terza posizione, dopo Warren Buffett, (CEO-Chief Executive Officer-, ovvero Amministratore Delegato della Berkshire Hathaway) è il personaggio che con Oracle ha fondato la società per cui la tecnologia dei database (la raccolta dei dati informatici, DBMS, Data Base Management System) passano per l'80% su internet, da lì: da Oracle. Appunto. In pratica non ha rivali (lontano secondo in classifica c'è Microsoft SQL Server). Oracle è anche lo sviluppatore del linguaggio Javascript. Al quarto posto c'è Jeff Bezos che tramite Amazon.com ha costruito il più grande negozio elettronico del pianeta. Un rivenditore senza eguali.
Ed ecco dopo i fratelli David e Charles Koch, della omonima società industriale Koch Industries, troviamo Mark Zuckerberg il fondatore di Facebook, il social network più diffuso e che ha aperto un utilizzo originale e amichevole alle comunicazioni e relazioni tra le persone che dialogano in Rete.
Per finire, dopo Michel Bloomberg, Ceo della sua società Bloomberg, e Jim Walton Presidente e Ceo della Bank Group Arvest, ecco a chiudere i primi 10 posti: Larry Page e Sergey Brin: Cofondatori della Google; uno Ceo e l'altro Direttore Special Projects Google. La Google uno dei motori di ricerca più usati e potenti della Rete.
Questa speciale classifica fa quindi pensare come l’utilizzo di uno strumento nuovo come internet, che unisce informazione e persone, abbia un valore aggiunto che potrebbe trasformare l’economia globale.
Intanto tramite sempre la rete di internet esiste un sito kickstarter.com che tramite il crowdfunding (dall'inglese crowd, folla e funding, finanziamento) un finanziamento collettivo in italiano, sono stati finanziati diversi tipi di imprese, tra cui film indipendenti, musica, spettacoli teatrali, fumetti, giornalismo, videogame e imprese legate all'alimentazione, ecc...
Vedremo cosa nascerà.