sabato, settembre 29, 2012

Ruberie continue

20 anni dopo tangentopoli, il malaffare continua. I partiti si sono tutti riformati, hanno tutti cambiato nome e ne sono nati dei nuovi, ma l'antico vizio di sperperare e rubare il denaro pubblico non è cambiato. In aggiunta c'è stato un forte degrado della classe politica e dirigente. Nel 1994 con la discesa in campo di Berlusconi e la nascita di Forza Italia, molti italiani pensavano ad un cambio radicale del sistema di fare politica. C'è stato: in peggio. Mai si era visto un livello culturale e morale così basso di donne e uomini entrati in politica: si rafforzava la casta eliminando per legge i reati che potevano fare solo loro -tipo il falso in bilancio. Leggo sul corriere.it che tra Deputati e Senatori a oggi si conta un numero rilevante di indagati e condannati per reati contro la Pubblica Amministrazione, corruzione, concussione, appropriazione indebita, bancarotta fraudolenta, finanziamento illecito, associazione per delinquere e favoreggiamento alla mafia. Per molti, si è toccato il punto più basso della storia della Repubblica. Dal 1994 ad oggi solo la Giunta delle Autorizzazioni della Camera ha analizzato 500 casi di procedimenti giudiziari. Mai un caso di malaffare di quel mondo politico è stato denunciato dagli stessi. E' sempre stata l'opera della magistratura a scovare i delinquenti politici. Quella stessa magistratura che è sempre stata messa sotto assedio dalla destra al potere. Ma come sarebbe andata a finire si poteva sapere già dall'inizio. Alla prima elezione, dopo tangentopoli, venivano portati in Parlamento personaggi come Dell'Utri e Previti. Iniziava la saga dei 'perfetti impuniti'. D'accordo, prima Dell'Utri e poi Previti, anche solo per poco in galera c'erano finiti; per il resto anche qualcun altro come Di Girolamo, Papa e Lusi, ma poi tutti gli altri? Bravi! Bravi De Gregorio, Tedeschi, Cosentino...ecc. Gli stessi moralizzatori della Lega Nord, quelli di Roma Ladrona, sono stati pescati con le mani nel sacco. Gli scandali recenti degli eletti nelle Regioni che sperperano i nostri soldi alla faccia della miseria degli italiani, è solo un altro capitolo della situazione in cui ci troviamo. Il saccheggio continua. Quando succederà che tra gli eletti in Parlamento e nelle Istituzioni non ci siano più inquisiti e condannati?

sabato, settembre 01, 2012

La morte del Cardinale Carlo Maria Martini

E' in corso nuovamente una discussione nata sulla scelta del Cardinale Carlo Maria Martini di rifiutare l'accanimento terapeutico al suo stato di malato di Parkinson. Carlo Maria Martini è morto, il 31 agosto 2012, senza dunque l'uso del sondino e alimentazione forzata, visto che da quindici giorni non poteva più deglutire per l'evoluzione terminale del morbo di Parkinson. In merito dopo che i politici nostrani hanno in mente di promulgare una legge sul testamento biologico (fortunatamente mai fatta) che darebbe al medico tutte le decisioni di continuare le cure, io ricordo la posizione del teologo Hans Küng su questo argomento. Il teologo Hans Küng nel 1998 affermò nel libro, Sulla dignità del morire e l’eutanasia, che pur restando ferma l’illiceità morale di ogni eutanasia imposta per costrizione; nello stesso tempo 'è fuori discussione la liceità etica dell’eutanasia nel senso di tentativo di rendere “buona” la morte senza per questo accorciare la vita: quella cioè in cui il medico si limita a somministrare sedativi per ridurre il dolore. Ed è in armonia con l’ideale di un morire degno dell’uomo il tentativo di ridurre il più possibile i dolori fisici e, nelle ultime fasi della vita, di sostenere la mente mediante psicofarmaci. Un’eutanasia di questo tipo non pone problemi giuridici, è eticamente responsabile e doverosa dal punto di vista medico. Il mantenimento in vita del paziente deve andare di pari passo con la riduzione dei suoi dolori e il sostegno della sua libertà. Non è lecito che la conservazione della vita divenga un semplice differimento della morte'. Per quanto riguarda l’eutanasia attiva, Küng inoltre precisa che 'è falso che ogni forma di eutanasia attiva sia di per sé un 'omicidio', come se essa non fosse un atto volontario, un atto di pietà, liberamente chiesto dal paziente, bensì un atto di violenza impostagli contro la sua volontà'. Che altro aggiungere? Bene ha fatto Carlo Maria Martini che con la sua morte ci ha dato una ulteriore lezione di teologia.