giovedì, aprile 27, 2006

Ancora su l'Iraq

Avevo appena pubblicato ‘Lettera dall’Iraq’ che è arrivata la notizia di altri morti italiani. La morte in Iraq è una cosa ordinaria: tutti i giorni scoppiano bombe per attentati, la guerra è anche questo. Ogni giorno muoiono civili inermi, muoiono donne e bambini straziati da autobombe, kamikaze, razzi, pallottole vaganti, mine, la guerra continua. La guerra non è mai cessata e anche se le nostre truppe si chiamano ‘forza di pace’, sono in un paese che è in guerra, perché è stato invaso da stranieri…come lo siamo noi.
Cosa ci fanno allora i nostri soldati là? A cosa servono le nostre truppe armate e asserragliate in un bunker? Sempre sottoposte a continui pericoli d’attacco? Cosa fanno, gli eroi? Penso che non abbiamo bisogno né noi, né gli iracheni di eroi morti. Durante la campagna elettorale, nel faccia a faccia tra Prodi e Berlusconi, l’allora capo del governo disse che solo il 7%, del finanziamento di milioni e milioni di euro, serviva alla popolazione irachena; tutto il resto serviva per pagare profumatamente i soldati in missione. E’ giusto allora continuare a stare là per pagare questi soldati, carabinieri volontari in armi, chiusi in un bunker?
Guardiamo in faccia la realtà: quella guerra il popolo italiano non l’ha voluta e non la vuole. Lasciamo solo gli americani e gli inglesi a continuare la distruzione e l’insensatezza di una guerra, che pensa di portare la democrazia con la forza. Una contraddizione di termini. Un ossimoro: democrazia e violenza, politica e guerra, giustizia e bombe non sono mai andate d’accordo. Gli americani e inglesi, si portino a casa il loro emulo Saddam, e lascino l’Iraq agli iracheni. Se mai l’Iraq esisterà ancora, dopo tutti i danni compiuti.

domenica, aprile 23, 2006

Lettera dall’Iraq

Non sono marziani questi soldati che camminano armati per le nostre strade; hanno una divisa ed un armamentario che li possono far sembrare di un altro mondo e forse lo sono…ma non sono marziani: no, questi sono degli umani fifoni, coraggiosi e anche cattivi, quanto lo possono essere tutti gli uomini in guerra. Sono soprattutto i nostri ‘liberatori’: così ci vogliono far credere. Insieme a loro sono arrivate molte cose: è arrivato l’occidente in massa, ma io non ho mai patito tanto; sto chiuso in casa tutto il giorno e aspetto. Sono giù di morale. La mia moschea è stata chiusa per paura di attentati; posso pregare in casa e la mia famiglia vive nel terrore.
Loro, gli americani, avevano come nemico numero uno Saddam Hussein e lo hanno sconfitto. Grazie; ma noi, dovrebbero saperlo, siamo solo della povera gente. L’iracheno è un uomo gentile; è religioso di diverse religioni, non è solo islamico è anche cristiano ed ebreo, ma è soprattutto arabo. Sì, l’iracheno si sente arabo. Poi l’occidente qui lo conoscevamo bene: Saddam Hussein piaceva agli americani e lo hanno sempre aiutato, contro gli iraniani, contro i comunisti, contro i curdi; lo rifornivano delle armi migliori in cambio di petrolio e controllo strategico di questa ampia zona del Medio oriente.
I prodotti americani prima dell’embargo giravano tranquillamente: coca cola, auto, benzina e computer erano cose americane. Ora le abbiamo di nuovo e di più. Non abbiamo però più lo Stato. Ho degli amici funzionari nell’amministrazione della mia città che sono stati mandati via perché appartenenti al partito Baath di Saddam, ma senza di loro non funziona niente. Gli americani con gli inglesi hanno portato con le loro aziende anche i loro tecnici, ma sempre più spesso si rivolgono a noi. Spesso non capiscono e i nostri tecnici si rivelano più bravi.
La politica imperialista americana e inglese non può funzionare: non possono fare i padroni in una casa che non è loro. Con la guerra abbiamo bisogno di tutto e tutti, ma non si può pensare di sfruttare il popolo iracheno come se fosse sottosviluppato; nei rapporti che si instaurano c’è bisogno di solidarietà, di vicinanza, di condivisione degli obiettivi, che garantiranno in futuro rapporti duraturi. Invece si comportano spesso in maniera da farsi odiare. Attualmente lavorano molto, a parte gli americani, le aziende cinesi, inglesi e russe. Gli italiani sono pochissimi. Almeno io non ne vedo.
Ora gli americani vorrebbero farci avere un sistema democratico e per questo occorrono diversi partiti, ed io mi auguro che si voti presto con tutti i partiti candidati e non solo quelli che piacciono a Bush.
Contro Saddam c’è stata la resistenza dei comunisti, degli sciiti, dei nazionalisti curdi, oggi si potrebbe dire, come si disse per Stalin con i comunisti: nessuno ha ucciso tanti islamici quanto Saddam. Però il terrorismo dei kamikaze non lo avevamo mai conosciuto: è triste vedere saltare in aria degli uomini per ucciderne altri. La guerra non finirà finché gireranno tra le nostre case i soldati americani e i loro carriarmati. Chissà però se si riuscirà ad avere ancora il nostro Iraq unito. Salam aleikum…preghiamo insieme.

giovedì, aprile 20, 2006

Per Tina Anselmi- Presidente della Repubblica

Fra pochi giorni inizierà il balletto di nomi per l’elezione del Capo dello Stato italiano, il Presidente della nostra Repubblica; alcuni nomi sono già stati fatti nell’arengo politico, come Giuliano Amato o Giorgio Napoletano…senz’altro nomi importanti poiché abbiamo bisogno di un nome di alto profilo morale e politico: un nome che richiami ancora i valori fondanti la nostra Repubblica. Io proporrei, anche nel sostenere che è giunto il momento di avere una donna, a ricoprire quel ruolo, Tina Anselmi.
Tina Anselmi, la partigiana “Gabriella”, rispondendo alle domande di un’immaginaria nipotina, racconta nel libro, “Zia cos’è la Resistenza?” , non solo la sua Resistenza tra Castelfranco Veneto, Bassano e il Monte Grappa, ma quella delle donne e degli uomini della sua generazione travolti dalla tragedia della guerra, il senso profondo di una scelta (ribellarsi in armi all’occupante nazista e al risorto fascismo di Salò) che avrebbe cambiato non solo la sua, ma anche la nostra vita. Così motiva la sua scelta di quei momenti difficili:
“La scoperta più importante fatta in quei mesi di lotta durante la guerra, è stata l’importanza della partecipazione. Per cambiare il mondo bisognava esserci. Questo è il motivo che mi ha fatto abbracciare l’impegno politico: la convinzione che esserci è una parte costitutiva della democrazia, senza partecipazione non c’è democrazia e il paese potrebbe andare nuovamente allo sbando”.
Oggi la paura di nuovi sbandamenti è forte. Forte deve essere il richiamo alla democrazia. Potente deve essere l’esempio, di una esistenza dedicata alla libertà.

martedì, aprile 18, 2006

Lettera di Dio agli abitanti della Terra

Miei cari uomini e donne, se guardo tutto quello che ho fatto sulla Terra, da come si è sviluppato- darwinianamente- cellula dopo cellula e gene dopo gene, devo dire che ho aspettato milioni e milioni di anni ed io, Dio, mi considero un tipo molto paziente. Sono stato anche molto tollerante nel seguire le vostre mode, le vostre civilizzazioni, guerre, schemi politici ecc. ma ora devo dire che ci sono alcune cose che iniziano a fare tic-tac, ovvero stanno per esplodere; in primo luogo le rivalità religiose.
Come dite io ho scritto un solo libro, ma ognuno poi vuole la sua personale Bibbia e dichiara tutte le altre false…finitela con queste complicazioni e sappiate che io voglio bene a tutti, come i genitori fanno con i figli. Io che sono il vostro padre e madre come posso dividervi e giocare a farvi odiare? Dovete saper che tutti i libri, compresa la Bibbia, sono stati scritti da uomini e donne che hanno fatto molti errori; d’accordo che sono stati ispirati da personaggi notevoli, ma non fidatevi di quelle parole scritte più di quanto vi suggerisce il vostro cuore.
Ognuno di voi vale più di ogni libro santo del mondo: la vostra vita è il mio spirito che vive, qui ed ora, come nel vostro alito. I libri, i santi profeti, i riti, sono sacri e potenti, ma hanno il significato di mettervi in contatto con me e non per creare discussioni o sminuire alcuni per rafforzare altri. Che assurdità attaccare le religioni per fare vincere un mio ‘interesse’; per favorire chi mi favorisce, credendo di tenermi in piedi: io non ho bisogno del vostro soccorso, sto bene in piedi da solo. L’unico mio desiderio è che siate buoni gli uni con gli altri. Le religioni non sono mezzi per acquistare dei ‘buoni’ verso di me, ma sono strumenti affinché prendiate coscienza di me. Io non ho bisogno di sapere come professate questa o quell’altra religione: io conosco già i vostri cuori e vi amo sapendo quello che è la cosa migliore per voi. Amore e rispetto sono le cose che, anche quando la vita è spaventosa o confusa, non devono lasciarvi poiché io sono sempre con voi.
Perché continuate a complicare il vostro mondo? Pensate pure a me nominandomi: Yahweh, Jehovah, Allah, Wakantonka, Brahma, Padre Supremo, Madre Natura, o persino il Grande Vuoto o il Nirvana; pensate pure a me come mi sono stati vicini Gesù, Maria, Buddha, Krishna, Mohammed…o altri, ma come potete trascurare, al di là dei nomi da scegliere, che io vi amo tutti ugualmente?
Non sto dicendovi di abbandonare le vostre religioni. Continuate la vostra religione insegnata dai vostri genitori. Come i genitori, la vostra religione deve avere un posto speciale nei vostri cuori. Io non mi occupo di unire le religioni. Ogni religione è unica per un motivo: ognuno vi può trovare il percorso migliore per sé.
Il pianeta Terra sta diventando sempre più piccolo; ogni cosa è collegata: con le informazioni e gli scambi di cose, anche le malattie e bisogni sono diventati reciproci. Provate a cambiare programmi.
Per concludere vi dico che in verità quel tic-tac non è vero, ma ho desiderato richiamare la vostra attenzione perché odio vedervi soffrire. Vi ho dato la libertà e la volontà, per cui ora io non posso usare che qualche trucchetto antiquato per persuadervi ad amarvi come amo voi. Poi, con il mio desiderio di vedervi felici, mi siederò nuovamente nel mistero. Io sono sempre con voi. Voi abbiate sempre fiducia in me. Il soltanto vostro Dio.

sabato, aprile 15, 2006

Cambio di stagione

Metabolizzare 5 anni di governo Berlusconi con tante arrabbiature, molti mal di pancia e sofferenze, richiederà tempo. Il lungo film dell’avventura berlusconiana al governo scorrerà ancora per un po’ nelle nostre menti. Per molti è stato un lungo incubo, che ha raggiunto l’apice nella campagna elettorale, dove non si poteva guardare da nessuna parte senza incocciare in quella faccia gaudente per ascoltarne gli insulti, rivolti agli avversari: a quelli come me, che non ne potevano più di vederlo.
Ci vorrà tempo, ma senz’altro si riuscirà a limitare le apparizioni o le sparate mediatiche del guitto politico…a tal proposito, una cosa a me piacerebbe: che i politici parlassero di meno. Bisognerebbe dire basta a tutte le dichiarazioni dei molti capi banda politici. Insomma, in questo gioco al ribasso della politica ha contribuito molto la stampa, nel riportare in prima pagina ogni scoreggia verbale dei vari protagonisti. Uno che sembra riprendere fiato, per mettersi in mostra, con supponenza è D’Alema…ma non potrebbe stare anche lui per un po’ zitto? Lui che è responsabile di tanti insuccessi nello scontro con Berlusconi? Abbiamo davvero bisogno in questo momento di conoscere il suo pensiero profondo? Poi si ascolteranno, ancora di certo, tutti i ‘saggi’ di una stagione politica che non finirà presto: Giovanardi, Gasparri, Calderoli, Castelli, La Russa…si aggiungeranno penso dopo Mastella, Di Pietro, Bonino, Capezzone…Aiuto! Risparmiateci i vostri ragli: quelli si sa non vanno in paradiso, semplicemente cadono sulle nostre teste a deprimerci e a non distoglierci, malamente con il tifo, dagli affanni quotidiani.
Questa cosa mi auguro cambi, ma i presupposti dovrebbero essere quelli di avere una informazione più puntuale, più seria, e meno legata ai personalismi, ai teatranti del gossip politico.
Ci piacerebbe per questo una politica meno soggetta alle bande, rappresentate dai partiti, ma più mirata a risolvere i problemi seri e veri del paese. Un cambiamento di stagione dove mettere via i tanti panni consunti e sporcati dal fango di parole, cadute come piogge acide.

giovedì, aprile 13, 2006

Mi do conforto

Certo che il patimento è stato forte e solo ora mi sto riprendendo. Poco alla volta sto uscendo dal clima estenuante della lunga campagna elettorale ma, soprattutto da uno spoglio elettorale da brivido, che ha portato al cambiamento del governo dell’Italia. Mi dicevo, negli anni scorsi, che il nostro Paese non meritava il governo che ha avuto negli ultimi 5 anni…ma mi sono dovuto ricredere: quel governo, con tutte le storture, le leggi ad personam e sopraffazioni, era l’immagine dell’Italia reale, di un’Italia che continua e vediamo ovunque. L’Italia che posteggia l’auto in doppia e terza fila incurante del prossimo, l’Italia che non legge e guarda solo la TV; l’Italia che pensa solo alle tasse e le evade, l’Italia delle raccomandazioni, dei furbi, dell’impunibilità, l’Italia spaccata in due, l’Italia dell’intolleranza e del razzismo, degli interessi corporativi e dei privilegi, l’Italia divisa tra il nord e il sud è vera e sempre presente. Questa Italia ha rischiato di nuovo di vincere.
Ora non si può sapere dove parerà una nuova stagione politica che auspico capace di unire gli interessi collettivi, di farci sentire una comunità per uscire da una guerra ideologica senza senso; di rilanciare il sentimento di essere italiani campioni di cultura e di civiltà. Sicuramente ci conforta non avere più alla guida del governo il massimo rappresentante dell’italietta: lo sfasciacarrozze dilapidatore dell’altrui ricchezze. Per questo, senza enfasi, si può affermare che forse sta iniziando la primavera. Una flora tarda sta sbocciando: ulivi, querce, margherite e rose, insieme a un sole che ride, stanno per far germogliare nuove gemme.

martedì, aprile 11, 2006

notte agitata

E’ stata una notte molto agitata. Mi sono rifugiato nella lettura di un libro perché non ce la facevo a reggere quel balletto di risultati che a distanza di molte ore, dalla chiusura dei seggi, non riuscivano ad essere chiari.
Il titolo del libro che sto leggendo poteva essere di buon auspicio: ‘La fine è il mio inizio’- intendevo la fine del politico che guida il centrodestra e l’inizio di qualcosa di diverso. Ma il libro di Terzani è profondo e insieme concreto. Le guerre si ripetono inesorabili e l’insegnamento sembra non esistere se non solo attraverso l’esperienza personale, privata, intima: la vera evoluzione si compie all’interno di se stessi –afferma Terzani- e diventa necessario anche imparare il distacco da molte cose. Ecco quello che mi manca, non riuscire a staccare, non farmi prendere da certi coinvolgimenti. Infatti, mi sono svegliato alle tre per andare in bagno e non ho resistito di accendere la radio: senato alla cdl e camera all’unione…la notte diventava ancora più lunga.
Ma cosa succede all’Italia? E’ mai possibile assistere ad una involuzione così? E’ proprio maggioranza il popolo dei teledipendenti e degli intolleranti? D’accordo che storicamente certi personaggi non si tolgono facilmente dalla scena: il dramma, la tragedia si ripete sempre; ma dobbiamo sempre toccare il fondo per renderci conto dei pericoli che corriamo? Non voglio essere supponente o ritenermi portatore di verità o ragioni; semplicemente si è visto chiaro come il leader del centrodestra sia insofferente alle regole e irrispettoso verso ogni istituzione, nonché degli avversari politici. Ancora una volta mettere paura e fare demagogia sulle tasse è stata la strada del consenso.
Ora si va incontro ad un periodo che immagino difficile. Ci vorrà tutta l’abilità di Prodi per farsi carico degli interessi nazionali ed economici dell’Italia. Il centro sinistra è chiamato ad una prova durissima. Forse mai niente succede per caso e anche questo è un modo per vedere quanta capacità e volontà c’è, di fare il bene dell’Italia e non delle singole bande. Nel frattempo meno male che siamo in Europa. Non saprei al momento se questo di oggi è davvero un ‘altro giorno’ certo è che non avremo più al governo l’ometto di Arcore e questo è il primo importante risultato…e dato che le belle notizie –come le cattive non vengono mai sole oggi abbiamo quella della cattura del capomafia Provengano, latitante da oltre 40 anni. Bel colpo!

lunedì, aprile 10, 2006

Attesa in compagnia

In attesa dei risultati elettorali ho fatto un giretto sui blog. Questi sono alcuni post trovati:

I coglioni sono tanti.. Milioni di milioni.. La stella di B..oni NN vuol dire libertà.
Insomma X-ate mi raccomando!

Un coglione ha messo le sue due X

Il mio voto vale doppio: sono riuscito a convincere mia madre a venire dalla parte dei coglioni: votava Fini, l'ho spinta verso la Rosa nel Pugno ed ha finito per votare Bertinotti!! Incrediiiibbbile!!
Dai che è quasi fatta!!!

Buon voto (già dato a quanto pare) ed in bocca al lupo ... domani è un altro giorno

Su la testa coglioni!
Ma ci pensate che abbiamo l’occasione di togliercelo dalle palle?

NON FACCIAMOCI ABOLIRE
L’ICI, I Coglioni Italiani, vi da appuntamento Lunedì 10 Aprile Ore 19 Largo di Torre Argentina, Roma
Seguirà pellegrinaggio Palazzo Grazioli/Piazza Santi Apostoli

Poi domani da brava cogliona pure io andrò a votare per Rifondazione.
Incrociamo le dita.
p.s pure le suore comboniane votano Rif.!

ho votato x i radicali. mi sento un po un coglioncello.
Dopo la disgrazia di aver avuto una testa di cazzo di Arcore, per cinque anni a ricoprire la carica di presidente del consiglio. Resistiamo, manca poco per la circoncisione ormai!

mercoledì, aprile 05, 2006

Ode al coglione

A chi ha citato il ‘coglione’ a Sinistra, mi permetto di ricordare che per funzionare la democrazia, e la copula, ha bisogno del testicolo anche di destra. Allora diamo il benvenuto al coglione di Destra. Ci mancherebbe, poi si possono aggiungere altre cose, altre parti, sempre di quelle zone; poiché quello che soprassiede, o meglio dire si erge, su quei coglioni è una testa di c…o.
Letta così la faccenda assume la sua congeniale conseguenza: il fine dicitore di tal ‘coglione’ ne ha visto solo uno, che pare sia quello naturalmente più grosso, dimenticando di toccarselo per scaramanzia…ma non l’ha trovato nè sotto, né davanti: lo aveva dietro in dolce compagnia all’altro, che sballonzolava su e giù in un ritmico ‘andante mosso con allegria’. Quel ‘coglione’ giocava divertito alla messa, in quel posto ambito, che di solito ama fare il potente e il ricco nei confronti di chi è prono.
Non si arrabbi allora il caro decantatore al terziario avanzato, potrebbe succedere che gli piaccia e una illuminazione gli sveli l’amore provato finora, solo da una parte.