lunedì, maggio 30, 2005

Come è finita la faccenda Telecom Serbia?


di Raffaele Mangano

Quante volte diciamo che la realtà supera la fantasia? Talvolta poi la vicenda diventa talmente surreale che stentiamo a crederci! Sentite questa. Ricordate la faccenda Telkom Serbia? La commissione di indagine, i falsi dossier, i calunniatori che parlavano di tangenti a Prodi- Dini- Fassino ( mortadella, ranocchio e cicogna nel fantasioso racconto del perecottaro Marini) ? Bene. Sapete che è finito tutto in vacca. I giudici di Torino hanno chiuso il fascicolo e incriminato i faccendieri. Resta da scoprire i mandanti dell' operazione calunniosa. Ma ecco che nelle carte giudiziarie salta fuori il grottesco.

Seguitemi. Un certo conte Gianni Vitali affida in gestione 13 miliardi alla società Finbroker di San Marino. Forse per evitare il fisco, fatti suoi. Ma i titolari ( tali Bassini e la sua convivente Silvana Spina) gli fanno sparire i soldi e si accusano a vicenda di truffa. A uno dei calunniatori gli scappa di dire in Commissione che fu proprio dalla Finbro ker che uscì la tangente ai politici e i giudici allora sequestrano la contabilità. E cosa trovano? Che dalle casse sociali uscirono soldi, certo, ma andarono al deputato di AN Italo Bocchino ( 2,4 miliardi) e alla Good Time, una società di produzione Tv ( 1,8 miliardi).

Il deputato ha dichiarato che gli servirono per il quotidiano Roma. niente da dire, affari loro. Ma Bocchino era uno dei commissari !!!!! Ah ah ah ah!!!!! Uno che indagava e accusava. E nella Good Time i soci erano la suddetta Spina e Gabriella Buontempo, moglie di Bocchino. ah ah ah ah!!!!!
Quindi uno dei commissari della Telekom Serbia aveva intascato soldi, e la moglie anche, dalla Finbroker ma stava lì ad accusare altri politici !!!!! Non è straordinario?

E per restare in atmosfera surreale, mercoledì sera il rinnovo della Commissione è stato respinto. Perché molti commissari della maggioranza erano a Istambul a vedere la partita! Un bravo invece al nostro presidente del consiglio. Per vedere la finale di Champion si è inventato un vertice italo-turco. Un vero tifoso. Dico sul serio!

sabato, maggio 28, 2005

Referendum su legge 40

L’atteggiamento verso la fecondazione medicalmente assistita- abrogando le norme liberticide della legge 40- dovrebbe essere lo stesso che si ha verso il divorzio, l’aborto e tutte le norme che implicano una scelta di coscienza personale. E’ una questione di civiltà e libertà. Basterebbe questo a zittire tutti i sostenitori del no all’abrogazione della parte di legge che vieta: nuove cure per malattie come l'Alzheimer, il Parkinson, le sclerosi, il diabete, le cardiopatie, i tumori; la tutela della salute per la donna e la fecondazione eterologa.
Guardateli bene in faccia quei politici quelli che si astengono, non si pronunciano o votano no: sono divorziati, ricchi a sufficienza per andare all’estero o pagare le multe che prevede la legge; sono in maggioranza ‘sepolcri imbiancati’, gente che va in chiesa solo per farsi vedere e non dovrebbe neppure accostarsi ai sacramenti, tanto è grande la distanza dal Dio che pregano e dagli insegnamenti d’amore di Gesù.
Ora fanno a gara per ritenersi, loro, i veri cristiani, i portatori e unici osservanti della dottrina cattolica. Dicono di non uccidere…ma sanno quanti morti –veri- si provocano con i nostri stili di vita? E poi che legge è quella che prevede l’aborto terapeutico per tutelare un embrione? Non è meglio tutelare una vita già avviata alla nascita? Poi si sa che gli embrioni prima o poi finiscono tutti nel cesso?

venerdì, maggio 27, 2005

Da Italians: Padania o Ladronia?


Cari Italians, ditemi se:
1) La Fiat è a Reggio Calabria?
2) Il caso Tangentopoli scoppiò nel Regno delle Due Sicilie?
3) Il Pio Albergo Trivulzio dove si andava e si usciva con valigie piene di soldi era nella Roma dei Papi?
4) Piazza Duomo numero 19 è a Benevento?
5) Il sistema degli appalti pubblici della «Milano da bere» era un gioco del Monopoli?
6) Le Molinette sono a Messina?
7) La Parmalat è un'azienda di Parma...lermo?
8) L’80% dei ministri dell’attuale governo sono meridionali?
9) Il Comune di Limbiate, dove le forze dell’ordine filmano l’assessore all’Edilizia il 2 marzo 2001 mentre riceve una mazzetta di 360 milioni, è in Lucania?
10) Questa famosa classe industriale che si considera magnificamente collocata dal punto di vista geografico (in realtà stra-assistita dallo Stato con i soldi dei contribuenti italiani, la più assistita d’Europa sempre: con Giolitti, con il fascismo e con la Repubblica), è davvero una classe industriale capace?
Se avete risposto dieci volte no e vi secca che, con delle tristi cravatte verdi, stiano distruggendo l’Italia iniziamo il gioco di Ladronia, altro che Padania. Dimenticavo: il commercialista di Dario Fo è di Foggia?
Paolo Giunta La Spada

martedì, maggio 24, 2005

Invito ai baci

Non lesinate baci. Lasciate baciarvi e baciate. Quel lieve contatto delle labbra è un’emozione: sono morsi simbolici, affondi nella fisicità per confermarci che ci siamo per noi e per gli altri.
Non deve passare giorno senza un bacio, senza uno scambio tattile, senza toccarci con le labbra. Non ad ingoiar cibo ma affetto. Non a bere acqua ma a far circolare amore. In fondo siamo vasi comunicanti e dove c’è del vuoto si riversa un troppo pieno.
Un bacio trasmette sempre qualcosa e senza ricercare parole, frasi già dette e fatte, usate la bocca per un silenzioso contatto. Quel bacio parlerà per voi e vi tornerà in doppio: i baci sono sempre tra due. I baci sono pari.
E se i baci sbagliati hanno fatto la storia, quelli regalati, diffusi e amati continuano a farci vivere; continuano un presente.

lunedì, maggio 23, 2005

per fare una signora

Ci vogliono tre generazioni per fare una signora: così si diceva; era normale per affinare gusti e maniere. Non era certo frutto di un Pigmalione- di un docente di bon ton- trasformare una buzzicona, una Sabbri o una Deborah di borgata, in una mannequin che sappia parlare. Poi tutto succede perché alla base c’era una volontà, un desiderio, un obiettivo…ma dopo che si è cantato ‘Non sono una signora’, dopo che si tradito il buon gusto e il nuovo ricco, il cafone illetterato, è diventato un modello, eccoci travolti dai ‘nuovi barbari’. Ecco le vere invasioni barbariche. E non c’è shampoo o sapone idratante che serva a ripulirci dalle brutture, anzi con questi ritrovati ci scopriremo ad odorarci per riconoscerci dagli androidi alla Blade Runner.
Poi tutto è conquista, e non c’è Lapo o Motezemolo che tengano perché anch’essi alla fine risultano caricature di loro stessi, e se per un momento, i cui valori sociologici sfuggono, si è creduto ad un venditore, ad un bugiardo bauscia brianzolo, tutto torna.
Si riuscirà ora a riaffermare il buon gusto italiano? Mi riferisco non alle altre caricature della moda, Dolce e Gabbana, Meschino o Versace, divenute anch’esse, a mio parere, griffe del cattivo gusto- specchio dei tempi scaduti nel senso di decadimento- ma a quello della bellezza rinascimentale.

lunedì, maggio 09, 2005

Immersioni

Immersioni in Internet. Con la testa giù a bere parole, immagini. Sorseggiando un blog e saltando tra homepage varie, eccomi in apnea a trangugiare testi.
E’ chiaro che comunque tu ti specchi…trovi quel che cerchi o almeno così ti pare, perchè quel che trovi non è mai intero ma è solo un frammento di un discorso più generale. Trovi frasi da ricordare e in fondo allora cerchi quello che trovi.
Oggi ad esempio cercavo poesia e mi si è presentato l’amico –si fa per dire- Ferlinghetti:
«Allora, oggi e sempre, esistono solo tre tipi di poesia: quella supina, quella seduta e quella in piedi. La prima è sdraiata, arresa allo status quo, e perciò quasi irrilevante. La seconda è quella che scrivono i cantori dell'establishment, e quindi è noiosa come tutte le cose già note e prevedibili. La terza è l'unica capace di cogliere un'emozione, tradurla in parole, e trasformarla di nuovo in emozione quando qualcuno le legge. E' attiva e spaventosa. E' la luce alla fine del tunnel e l'oscurità all'interno di esso. Puoi farla o chiamarla come ti pare, ma è la sola che abbia sempre senso. La poesia militante resta l'unico antidoto contro il fascismo cresciuto in casa, e non lasciatevi intimidire da chi vuole dipingere il dissenso come un atto non americano».
Perfetto Ferli. Condivido. Ancora Ferli. Leggo.
…Come un vaso di rose
una poesia non dovrebbe essere spiegata
La poesia è una voce di dissenso
contro lo spreco di parole
e la folle pletora della stampa
e ciò che esiste
tra le righe
è fatta
con le sillabe dei sogni
è grida lontane lontane
su una spiaggia quando si fa sera
È un faro
che nuove il suo megafono
sul mare
è una foto della mamma col suo reggipetto
che guarda fuori dalla finestra
in un giardino segreto
è un arabo
che porta tappeti colorati e gabbie per uccelli
lungo le strade di una grande metropoli…

sabato, maggio 07, 2005

Siamo polvere di stelle

Programma ricco di incontri, nei giorni scorsi, dell’astrofisica Margherita Hack a Genova. Io, sull’onda dell’emozione che si prova ad ascoltare una ricercatrice dalla mente brillante, che con i suoi 83 anni fa sentire vecchi gli altri, sono accorso a sentirla alla libreria Portoanticolibri. Presenti Adriana Albini, Pier Paolo Puliafito e Giorgio Bertone, si è parlato di scienza, scuola e ricerca.
Adriana Albini ha subito domandato: per la scienza quali nuove prospettive, anche alla luce dell’astronomia? Per Margherita Hack la scienza dovrebbe essere materia da insegnare alle elementari. La scienza non come formule ma, come scoperta, come divertimento. E l’astrofisica? Come si può divulgare? Per Margherita Hack è un esempio di come la scuola sia lontana dalla scienza: ‘è rimasta ferma quasi a Galileo Galilei, si pensa che chi si occupa di astrofisica guardi solo le stelle, invece si indaga sulla luce, sui gas, cose molto distanti ma che poi aiutano a capire la materia vicina a noi. Oggi, con le grandi potenzialità tecnologiche, saliamo sempre più in alto, osserviamo cose inimmaginabili un tempo, e oggi scoprire l’acqua su Marte ci aiuta a sapere se c’è la vita su quel pianeta’. Poi rispondendo ad una domanda di Puliafito su scienza pura e scienza applicata, Margherita continua: ‘Oggi si investe –mai abbastanza- sulla scienza applicata; ma scienza pura e applicata vanno fatte insieme; la scienza pura poi diventa applicata. La ricerca è fondamentale per il nostro futuro…’.
Giorgio Bertone, quale docente di Letteratura italiana all’Università di Genova, non poteva esimersi dal volgere una domanda letteraria che scaturisce da un carteggio tra la Maria Luisa Ortese e Italo Cavino: ‘Perché guardare il cielo? Perché volgere lo sguardo altrove mentre qui tra noi dobbiamo risolvere impervi conflitti?’ Per Margherita Hack questo universo vuoto ci riguarda molto: la sua evoluzione ha portato a noi. Se ci domandiamo chi siamo, noi possiamo dire di essere polvere di stelle. Tutta la materia che ci circonda e conosciamo è stata scaturita da una esplosione primaria che chiamiamo Big Bang. Un’esplosione originaria e misteriosa…ma se il mistero rimane, qualcuno si domanda, come continuare a sostenersi con assolutismo atea? ‘Io sono atea per fede. La mia è una fede che mi dà piacere sostenere che Dio non c’è. Io non ci credo, ma la mia fede non la voglio certo imporre agli altri…abbiamo un cervello che sicuramente è più misterioso dell’universo’. A Margherita Hack, bastano pochi spunti per trasportarla in vitalissimi ragionamenti, riflessioni e analisi. Così ancora si è parlato di scienza ed embrioni. Per Margherita Hack, la legge sulla fecondazione assistita è oscurantista e antiscientifica –quasi come la posizione espressa dalla scuola su Darwin. ‘Con questa legge si impediscono straordinari progressi per la sconfitta di malattie; poi c’è l’aberrazione di impedire l’utilizzo di embrioni che poi si dovranno buttare nel cesso’. Margherita Hack è schietta come sempre, così da coniugare con straordinaria forza: scienza e impegno; scienza e umanità, scienza e poesia.

martedì, maggio 03, 2005

E’ inutile, come pettinarsi

‘E’ inutile, come pettinarsi’ di Maurizio Mapelli, è un piccolo libro che racconta 8 situazioni, 8 stagioni, 8 momenti che hanno il nome di donna: Marisa, Inge, Sonia…per arrivare ad una gatta. Sì, alla fine l’autore confessa che dormirà insieme solo ad una gatta, di cui domanda chi gli sappia dire di che razza è.
Le donne dei brevi racconti, che compongono il libro di Maurisio Mapelli, sono tutte occasioni mancate: sono come le occasioni perse della nostra vita, come i ricordi belli e brutti di stagioni passate irrimediabilmente ed inutilmente…come pettinarsi.
Riflessioni dolci-amare di un solitario ‘lumpenproletario’ di periferia anni ’70, come si definisce il protagonista. Chissà se quel senso di inadeguatezza, che tutti abbiamo sentito in tanti momenti del nostro crescere, sia ancora presente, sia ancora la condizione di un innamoramento sempre pronto a trasformarci e sempre disposto a essere abbandonato, ma non per pudore…forse solo per codardia: quella che traspare nel racconto di Laura; con la paura di sentirsi dire, no. Quelle del piccolo libro sono storie di 30 anni fa che ci fanno rivedere un mondo che, sotto certi aspetti, non esiste più; senz’altro, per i pochi capelli rimasti in testa a noi, continua l’inutilità del pettinarsi.
Questo piccolo libro, che si legge in pochissimo tempo, l’ho apprezzato molto; il guaio è che è riservato a pochi poiché autoprodotto: è disponibile solo in poche copie presso la libreria Portoanticolibri di Genova.