domenica, dicembre 28, 2008

Anno nuovo?

L’anno nuovo 2009, inizia con il vecchio più vecchio: le guerre. Molte sono le guerre che si trascinano da tempo e che fanno vittime innocenti, uccidendo donne e bambini. E’ giusto che l’anno scada una settimana dopo il Natale…che natale sarebbe se non nascesse il nuovo anno? Ma che senso ha andare a Betlemme e gridare ‘Pace a tutti gli uomini di buona volontà’?
In questi giorni di fine 2008, sulle pagine dei quotidiani balza la guerra tra israeliani e palestinesi nella striscia di Gaza: un conflitto che sembra non avere fine. 60 anni fa, finita la diaspora ebraica, nasceva quella palestinese. Il 2008 è stato anche il 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
L’odio fomentato da interessi di diversa natura continua a seminare morti.
E’ di questi giorni l’affermazione di Bush che la guerra in Iraq non è ancora finita; a pensare che lo stesso aveva festeggiato la fine di quella su una portaerei.
E in Afghanistan? Nel Congo? In Darfur, in Pakistan, in Cecenia, in Libano, in Sri-Lanka…in Georgia?...per citarne qualcuna a memoria?
La risoluzione dei conflitti violenta e per via militare, non sana mai le ferite inferte e alimenta continui odi e vendette. Come faide ancestrali le guerre perpetuano l’orrore che siamo capaci di produrre e subiamo. Caino continua ad uccidere Abele e noi figli dell’assassino e dell’assassinio continuiamo come una condanna divina a morire in quel modo: uccisi da fratelli che non conosciamo; non vogliamo riconoscere.
Pubblicato da ITALIANS

sabato, dicembre 27, 2008

L'ospite inatteso

Ieri ho visto il film ‘L’ospite inatteso’. Un bel film che racconta in modo semplice e pacato la storia di un professore, Walter Vale, che vive monotonamente e solo in una università del Connecticut. La vita di questo grigio personaggio, interpretato da Richard Jenkins, che potrebbe rappresentare gli States di oggi, viene animata dall’insediamento abusivo nella sua casa di New York da una coppia di clandestini: lui, Tarek, siriano e lei Zainab, senegalese.
L’amore per la musica lo farà affezionare a Tarek e lo porterà a suonare il djembe un tamburo africano. Lui, Walter Vale, si ostinava a suonare il pianoforte, anche per ricordare la moglie pianista morta. L’arresto di Tarek come immigrato irregolare, dopo un contatto incidentale con la polizia in metropolitana, lo fa finire in un centro di detenzione nel Queens. Il suo fermo è una vera e propria prigionia. L’arrivo della madre del ragazzo, Mouna, rinnova l’amicizia e l’impegno di Walter per Tarek, per farlo uscire…non ci riuscirà e alla fine i due siriani lasceranno gli USA. Un film che denuncia la fine del valore dell’accoglienza e della libertà che ha fatto grande e forte l’America del nord; anzi con lo spirito di libertà e accoglienza è nata la nazione stessa. Un messaggio forte e triste a testimoniare il cambiamento che è avvenuto negli USA dopo l’11 settembre 2001. E’ anche la metafora della fine di un sogno, la parabola della caduta di una civiltà. Un bel film di Tom McCarthy, per 4 attori perfetti: Richard Jenkins, Haaz Sleiman(Tarek), Danai Jekesai Gurira (Zainab), Hiam Abbass (Mouna).

venerdì, dicembre 19, 2008

Auguri diversi

‘Quando la fame si fonderà con la noia e la disperazione con la rabbia, quando i rabbiosi del mondo intero saranno tutti uniti, allora non potrai neppure sparare perché sparerai su di te. La divina collera dei poveri è profezia sempre in agguato!’. Così terminava di parlare il quinto gufo, nella Grande Notte, nell’opera teatrale di Davide Maria Turoldo: Gufi come angeli.
Quella Grande Notte non è quella di Natale, è quella del mondo prigioniero di un potere oppressore dell’umanità. Un mondo che si è perso e non riconosce più niente. Per noi si spera ci sia un’altra Grande Notte in cui guizzino milioni di stelle che facciano respirare l’infinito e sentire il pianto di un bambino fragile, indifeso, con il volto di ogni povero: è la notte del riscatto, la notte del Natale.
Ho citato Padre Davide Maria Turoldo perché quest’anno ho letto un suo piccolo libro, Profezia della povertà, che ho trovato davvero profetico. Questo prete, filosofo e poeta sosteneva che lo spirito di povertà è quello che salva il mondo. I rapporto tra gli uomini dovrebbero essere improntati sullo spirito di povertà, così come la stesa economia. Una povertà da intendere soprattutto come libertà dalle cose; povertà non come miseria, ma come rifiuto della brama di possesso. L’uomo perciò sia apprezzato non per quello che possiede, ma per quello che è.
Con l’attraversamento della attuale crisi forse saremo obbligati a riscoprire lo spirito di povertà: uno spirito che guardi all’essenziale, ai valori veri. Sperando che non si avveri la profezia della divina collera dei poveri, ma solo quella di assumerne lo spirito; chissà allora se usciremo dalla crisi come persone migliori. Tanti auguri a tutti e benvenuta crisi.

mercoledì, dicembre 17, 2008

Questione etica

La questione etica è sempre al primo posto per trasformare la politica. Gli scandali continui di tangenti e collusioni mafiose lo testimoniano. E’ inutile cambiare sigle e fondare nuovi partiti quando gli uomini scelti da queste organizzazioni ad esercitare le funzioni pubbliche si trovano sempre con le dita sporche di marmellata, rubata dal nostro armadio.
Questo problema di collusione tra politica, affari e criminalità se leggete il libro, di Saverio Lodato e Roberto Scarpinato, ‘Il ritorno del Principe’ capirete quanto è radicato nella politica italiana. Il libro risulta una lunga riflessione sul declino della nostra civiltà. Alle innumerevoli domande, poste come artificio per chiarire la regressione della nostra classe dirigente, gli autori forniscono risposte precise: il dilagare dell’illegalità, che produce un senso di solitudine nei cittadini con la conseguente disgregazione della società, come la predazione delle risorse destinate allo stato sociale e allo sviluppo, riducono lo Stato sempre più esposto alle involuzioni illiberali e autoritarie.
Ancora oggi la ‘casta’ quando parla di riformare la Giustizia lo fa non per accelerare i processi e garantire l’esecuzione della pena ai condannati, due fattori di malfunzionamento causa prima di ingiustizia, ma per depotenziare i controlli e garantire l’impunità degli appartenenti al potere.
Cosa auspicare? Bisognerebbe scendere in piazza e far sentire ai nostri eletti quanta rabbia abbiamo verso questi comportamenti. A dire il vero questo moto di indignazione popolare era quello che ha aiutato il pool di ‘Mani Pulite’ a fare un po’ di pulizia nei primi anni ‘90; ricordo i militanti leghisti davanti a Palazzo di Giustizia di Milano incitare Antonio Di Pietro a continuare la sua opera. Tutta la popolazione, come i giornali, erano a fianco di quei magistrati per sostenerli nelle indagini utili a smascherare il giro d’affari illegale e di ruberie svolto dagli amministratori pubblici.
Purtroppo in Italia un fascismo mascherato da democrazia continua con un potere esercitato con la corruzione e il ricatto. In Italia, a differenza di altri paesi europei, i furbi e i violenti continuano a trovare consensi.

mercoledì, dicembre 10, 2008

Parliamo d'amore

Ti ho scritto tempo fa di non rifarti il seno e di non gonfiarti le labbra…di lasciar stare le rughe. Ti ho scritto nel frattempo altre lettere d’amore. Ti ho detto che ti amavo così come sei; che non ti perdevo e tu non mi avresti lasciato.
Quello era tutto, ed era solo poco o niente per quel che sentivo. Sì, perché dell’amore non si può parlare. Dell’amore siamo analfabeti. Dell’amore ci piace sapere tanto e vorremmo conoscere tutto, ma quando lo troviamo l’unica cosa che veniamo a conoscere è la nostra fragilità, la nostra inadeguatezza. E non siamo più competenti di niente; non siamo né professori, né scienziati, ma quali studiosi, esperti o peggio santi…siamo semplicemente degli idioti, idioti naturali.
Di fronte al mistero dell'amore e della natura ogni volta ci sorprendiamo. Così l'altro è giustamente un mistero e quello che amiamo non ci appartiene. Tu non sei mia ed io non sono tuo, noi siamo insieme due piccole luci che s'illuminano a vicenda: due luci che non si possono afferrare. Se poi la mia luce riesce ad illuminare il tuo volto tu di rimando illumini il mio.
No, non esiste l'amore esclusivo. Per questo siamo sempre pronti a ripartire; sempre pronti ad amare. E' per l'amore che continuiamo la storia. E' così che tutto continua.
Scusa la mia pretesa di parlare d'amore, ma di quell'amore che c'è nella nostra vita, vive sempre se qualcuno ne parla.

domenica, dicembre 07, 2008

Clausole costituzionali nordamericane

A causa di clausola costituzionale, se vorrà diventare segretario di Stato Hillary Clinton dovrà accettare una riduzione dello stipendio rispetto a quello di Condoleezza Rice, la beniamina del presidente Bush, che attualmente ricopre quella carica. Questo perché a gennaio la ex first lady approvò un aumento di stipendio, insieme con il resto del Congresso, per la Condoleezza Rice.
Queste sono le norme che regolano i conflitti di interessi anche per il futuro negli Stati Uniti. E in Italia? In Italia il nostro Presidente del Consiglio può permettersi tutto e di più. Può aumentare o diminuire i canoni televisivi sebbene lui possegga le televisioni; può intervenire per aiutare le banche anche se lui possiede una banca, può decidere di sindacare su televisioni e su direttori di giornali, anche se possiede giornali e televisioni che lo sostengono.
In Italia il conflitto di interessi è un argomento che non interessa poiché da sempre il potere politico è stato colluso con quello finanziario e con apparati criminali. La nostra ‘Casta’ ha sempre goduto di impunità e ha dimostrato la capacità di legiferare in tempi record su ogni argomento che mettono in discussione il suo operato. Tutto l’opposto degli USA. Tutto l’opposto del Paese preso sempre dal nostro capo del Governo ad esempio di libertà.

giovedì, dicembre 04, 2008

I Diritti della Rete

Leggo che stimolato dalla visita al Polo tecnologico di Poste italiane all'Eur di Roma, Berlusconi ha preso un importante impegno per una iniziativa italiana durante il prossimo G8, che si terrà in Italia. Berlusconi si impegna ad avanzare una ‘proposta di regolamentazione di internet in tutto il mondo, essendo internet un forum aperto a tutto il mondo una proposta fatta con una prospettiva internazionale, in cui l'Italia possa essere avanguardia. Queste tecnologie sono il futuro per tutto il mondo’. Berlusconi però ricordo che ammise di non sapere niente di internet, e per quel motivo di sentirsi vecchio. Certo che la classe politica italiana su quel piano è da considerarsi quasi tutta vecchia; esiste molto analfabetismo informatico per cui avere un presidente come Barak Obama per noi italiani resta un sogno. Penso che quella proposta gli sia stata suggerita da qualcuno che ne capisce; magari l’ex ministro Lucio Stanca.
Allora per non pensare male, io intendo la regolamentazione proposta come un atto per estendere a tutti i cittadini del mondo il diritto all’accesso e alla condivisione delle risorse di internet. Il giorno 10 dicembre del 1948, giusto 60 anni fa, si votava all’ONU la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, ora si tratta di considerare la questione dei diritti umani in Rete come parte integrante per sviluppare i temi dell'accesso, della sicurezza, della condivisione e della multiculturalità. Internet è uno strumento di condivisione e partecipazione mai posseduto dall’uomo: questo ci ha fornito lo spazio pubblico più grande che l’umanità abbia mai conosciuto; quindi da considerare un bene comune, come l'acqua, l'aria, il clima e i diritti universali.

mercoledì, dicembre 03, 2008

Decreto Pisanu

Il 31 dicembre decade l’art. 7 del ‘Decreto Pisanu’ che metteva l’obbligo di identificare gli utenti che accedevano ad internet presso postazioni pubbliche. Quella misura urgente era dettata per contrastare il terrorismo internazionale; tale norma fu introdotta per decreto pochi giorni dopo gli attentati terroristici di Londra del luglio 2005. Senza alcuna analisi d'impatto economico-sociale e senza discussione pubblica quella limitazione fu approvata con voto congiunto di maggioranza e opposizione quando al governo sedeva il centro-destra. Quella legge e i suoi effetti sono stati poi prolungati dall'esecutivo Prodi: altri 12 mesi di vita, fino alla fine del 2008. L'emergenza faceva così un altro passo sulla via della normalità. Nemmeno il severo Patriot Act USA, approvato dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, prevede l'identificazione forte di chi si connette a Internet da una postazione pubblica.
Ora il Centro Nexa su Internet & Società del Politecnico di Torino sollecita che venga definitivamente meno l’obbligo di identificazione degli utenti che accedono a postazioni pubbliche di accesso ad Internet (come quelle in aeroporti, stazioni, centri commerciali, bar, circoli privati): si renderebbero così realizzabili progetti di utilità sociale ed economica, come coperture wi-fi municipali a basso costo, progetti contro il digital divide in aree rurali o montane, accesso Internet per turisti, studenti e scienziati che partecipano a conferenze nel nostro paese.
Il decreto Pisanu ancora prima che determinare una sostanziale limitazione al libero utilizzo dei mezzi di comunicazione, rappresenta una barriera per un libero mercato concorrenziale, trasparente e soprattutto tecnologicamente neutrale che non discrimini tra particolari tecnologie imponendo l’uso di sistemi economicamente gravosi. Per questo anche il gruppo dei WiFighters si associa al Centro Nexa per chiedere che quel decreto non venga prorogato e si lasci decadere.
E’ notizia di questi giorni che l’Italia è terzultima in Europa per quanto riguarda l’utilizzo di connessioni interne di qualunque tipo. Anzi, viene riferito che c’è una diminuzione degli utenti.
Nel 2008 le famiglie che accedono alla rete sono il 42% rispetto al 43% del 2007. Secondo i dati diffusi da Eurostat, si tratta di un caso unico nelle Ue, tutti gli altri 27 paesi mostrano un aumento della diffusione tra le famiglie.
Le limitazioni del decreto Pisanu non aiutano certo a promuovere l’utilizzo di internet.