venerdì, marzo 31, 2017

Born to run – la biografia di Bruce Springsteen

Ho appena terminato di leggere il libro autobiografico di Bruce Springsteen Born to run.
Nel libro Born to run (titolo anche di uno dei suoi successi musicali ed emblematico per descrivere la sua storia) c'è raccolta la biografia di un grande del rock; un creatore di ballate uniche e suggestive: Bruce Springsteen.
Un libro di 536 pagine che già dall'inizio ti prende e, al di là di sapere della vita di un cantante di successo, c'è un mondo da conoscere insieme. Qui segnalo due interessanti passaggi che raccontano le prime due folgorazioni musicali che hanno formato quello che poi sarebbe diventato il più rappresentativo musicista e cantante rock. Naturalmente poi Springsteen fu influenzato anche da altri grandi musicisti...uno è un maestro che a sua volta avrebbe influenzato sia i The Beatles che i Rolling Stones, ovvero: Chuck Berry- morto solo pochi giorni fa a 91 anni.

“Quella sera, tutto durò pochi minuti, ma quando l’uomo con la chitarra scomparve fra le urla del pubblico io rimasi paralizzato davanti alla tv, con la mente in fiamme. Avevo le stesse due braccia, due gambe e due occhi ed ero un mostriciattolo – ma questo era un problema che avrei risolto –, cosa mancava? LA CHITARRA! Elvis la colpiva, ci si appoggiava, ballava con lei, ci gridava dentro, se la scopava, la accarezzava, la faceva oscillare sul bacino, e qualche volta la suonava persino! Il passe-partout, la spada nella roccia, il sacro talismano, il bastone della virtù, il più potente strumento di seduzione che l’universo adolescenziale abbia mai conosciuto... la... la... la RISPOSTA alla mia dolorosa alienazione, una ragione di vita, un motivo per entrare in contatto con gli altri sfigati come me. E poi... le vendevano al Western Auto in centro!”

La prima volta che sentii i Beatles ero in macchina con mia madre in South Street. L’autoradio sembrava impazzita, incapace di contenere il sound e le armonie di I Want to Hold Your Hand. Cosa la rendeva così diversa e straordinaria? Perché ero così entusiasta? Quando arrivammo a casa, senza nemmeno entrare corsi dritto al bowling in Main Street dove trascorrevo sempre qualche ora dopo la scuola chino sui tavoli da biliardo, sorseggiando una Coca-Cola e mangiando una merendina Reese’s Peanut Butter Cup. Mi infilai nella cabina del telefono e chiamai la mia ragazza Jan Seamen: «Li hai sentiti i Beatles?». 'Sì, sono fichissimi...'.

All'inizio Bruce racconta l'infanzia, l'adolescenza e la sua giovinezza trascorsi nel quartiere di Freehold nel New Jersey- sobborgo di New York. I personaggi che incontra e che hanno contribuito alla sua formazione musicale sono tantissimi...e lui, il boss, non ne dimentica nessuno. E' bello leggere il ritratto di questi personaggi che insieme segnano o ancora meglio disegnano una epoca storica che fa evolvere il genere rock.
Sono poi soprattutto le molte band che si incontrano nei vari locali alla moda e in questo cocktail di stili di passioni e di creatività si forma lo spessore artistico di Bruce. La band che accompagna Bruce all'inizio si chiama i Castiles e con questa gira per tutti i locali. Nascono numerose amicizie e queste sono il supporto per alimentare e condividere una passione, una maniacale ricerca, su tutto quanto fosse rock, rock e ancora rock.

Tutti i compagni di strada, gli amici di viaggio, hanno qualcosa da insegnare a Bruce. Uno su tutti è Tinker. Un ingegnoso lavoratore e maestro di vita che sarà un vero promoter, un arguto indirizzatore del talento della prima band di Springsteen ad essere famosa: Steel Mill.
Il percorso di un successo passo dopo passo, fatica dopo fatica, per arrivare all'essenza del suo talento. Bruce rivela quanti tentativi, strade, vicoli, palchi, ha attraversato e pestato per trovare la via del riconoscimento; la sua dimensione artistica.
Eccolo quindi arrivare a incontrare Bob Dylan e la sua arte di scrivere testi e canzoni con un nuovo spirito legato all'esistenza vissuta nel suo tempo.
Ecco poi arrivare chi gli apre le porte del professionismo in campo musicale: Steve Van Zandt, Mike Appel, Jon Landau, Hammond e Patti Scialfa. Poi ancora il dottor Wayne Myers uno psicoanalista che lo seguirà per 25 anni con cui troverà la forza e libertà per amare ed essere amato. Bruce non manca di dire anche dell'apporto del farmaco klonopin utile per superare i momenti giù della sua depressione.
Infine non manca di ringraziare il motore geniale del rock statunitense e mondiale: Chuck Berry.
Poi naturalmente ecco il passaggio che porta alla E Street Band; ai musicisti che saranno i suoi compagni per un tempo idefinito:'Max Weinberg, Garry Tallent, Steve Van Zandt, Danny Federici, Roy Bittan, Clarence Clemons. Ecco il nucleo della leggendaria E Street Band, una formazione di rocker che per quarant’anni avrebbe fatto la storia, fatto tremare la terra e le chiappe e fatto l’amore, a lungo andare, ebbene sì, anche con l’aiuto del Viagra.'.

Tanta strada era stata fatta e la riflessione per quella che farà è riportata a pag. 472:
'Il Bruce che abitava nei quartieri operai della sua città era divenuto una parte essenziale e permanente di me. Chiunque tu sia stato e ovunque tu abbia vissuto, non puoi liberartene: il passato sale in macchina con te e ci rimane. La meta e il successo del viaggio dipendono da chi guida. Quanti musicisti, perdendo il contatto con le proprie radici, avevano smarrito la bussola e visto la loro arte diventare anemica e ondivaga? La mia sarebbe stata una musica identitaria, la ricerca di un senso e di un futuro.'...
'La canzone The River segnò un punto di svolta nella mia scrittura. Tutta la passione per il country venne a galla una sera in albergo quando mi misi a canticchiare My Bucket’s Got a Hole in It di Hank Williams, e da «Well, I went upon the mountain, I looked down in the sea» a «I’m going down to the river» il passo fu breve. '-pag.496

Poi arriverà Nebraska e The Ghost of Tom Joad che cambierà tutto e con cui troverà dopo anni la sua strada. (questi sono i passaggi in cui riconosce al genere country tutto lo spessore che conserva quasi a essere la base del rock). Io come scrittore di un breve romanzo sul genere country sono contento di avere una conferma di quanto ho scritto in proposito, prima di avere letto questo libro.

Il libro rimane un interessante documento per conoscere cosa si celi dietro un artista di successo: c'è descritto il travaglio della ricerca di sé, che è sì frutto delle tante esperienze passate ma anche di una capacità di elaborazione culturale. Alla fine come dice il poeta, puoi viaggiare e andare ovunque, ma hai bisogno di una casa. Bruce soffre ed ha paura del successo poiché continua a discernere tra quello che succede sul palco e il reale.
La principale paura di Springsteeen è la paura di aprirsi, di rivelarsi fragile. La paura dell'intimità; la stessa che gli aveva trasmesso suo padre e accorgersene faceva star male. Così si allontanava da chi le voleva bene. Si cerca di far pagare la paura di essere amato. Il rapporto con il padre: tutto da rivedere. Finalmente un lungo percorso, dopo un divorzio, una dolce resa per conoscere l'amore con Patti Scialfa e...:'La amavo, ed era una fortuna che lei amasse me. Il resto erano solo scartoffie.'.
Con Patti Scialfa, Bruce farà tre figli e nel libro ci dice quanto orgoglio ripone nela loro affermarsi nella vita.

Bruce Springsteen è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, nella Songwriters Hall of Fame e nella New Jersey Hall of Fame. Ha ricevuto 20 Grammy Awards, un Academy Award e il Kennedy Center Honors. Vive nel New Jersey con la sua famiglia.

Un consiglio di lettura anche per conoscere i molti successi delle canzoni di Bruce-The Boss.

giovedì, marzo 02, 2017

'Breve storia dell'infinito' di Paolo Zellini

Il titolo mi aveva subito incuriosito le parole breve e storia legate all'infinito potevano sembrare un ossimoro; qualcosa di contraddittorio e allora mi sono avventurato il questa lettura che è risultata subito molto interessante. Paolo Zellini ci porta subito nella vertigine della metamorfosi del termine infinito; questo lo fa partendo dal pensiero greco: dall'àpeiron, il senza limite di Anassimandro alle attuali suggestioni dell'infinito aperto. Il tutto con speciali speculazioni mitiche, teologiche, letterarie e filosofiche che da sempre hanno accompagnato la nozione di infinito.

Ho scoperto poi che anche Italo Calvino in 'Lezioni americane' scriveva: 'Tra i libri italiani degli ultimi anni quello che ho più letto, riletto e meditato è la 'Breve storia dell’infinito' di Paolo Zellini (Milano, Adelphi 1980) che s’apre con la famosa invettiva di Borges contro l’infinito: 'concetto che corrompe e altera tutti gli altri', e prosegue passando in rassegna tutte le argomentazioni sul tema, col risultato di dissolvere e rovesciare l’estensione dell’infinito nella densità dell’infinitesimo.
Le parole ricordate prima di J.L. Borges aprono questo libro, e Paolo Zellini ha provato a ripercorrere, con eleganza, penetrazione e perspicuità, le vicende di questa categoria temibile, dalle origini greche sino alla ormai cronica crisi dei fondamenti del pensiero scientifico.

Il libro nasce dopo che Elémire Zolla diede a Paolo Zellini alcuni articoli da leggere sull'interpretazione di infinito nella filosofia di Tommaso D'Aquino. Da questo nasce una idea propulsiva che porterà Paolo Zellini a fare un viaggio verso le fondamenta della matematica.

Allora cos'è questo infinito? All'inizio Aristotele attribuisce all'infinito il valore di principio, di inizio di tutte le cose; cose che hanno un limite ovvero un inizio e una fine, ma l'infinito no: l'infinito non può avere principio come non può avere fine. Per l'esistenza dell'infinito Aristotele elenca alcune prove: una è il tempo; questo è manifestatamente infinito poiché l'uomo con la matematica ha iniziato a misurarne una parte, lo ha diviso in grandezze ma queste come la stessa numerazione non hanno fine. Ai numeri si possono sempre aggiungere altri numeri...l'infinito non è qualcosa a cui rapportarsi.

Dalla Matematica alla Geometria e da qui all'Astronomia, facciamo grazie a Zellini, con i molti personaggi della Storia della Scienza e della Filosofia un bellissimo viaggio nello Spazio. Insomma, un continuum dell'infinità finita di una idea.
A chi piace la speculazione filosofica e la ricerca matematica troverà in questo libro molteplici punti di riflessione. Tanti voli pindarici per poi trovare l'umiltà buddista di rinuncia alle domande e la complessità dell'esistenza spiegata dalla sorprendente flessibilità della scienza matematica.

Paolo Zellini (1946) è un matematico autore di numerosi lavori scientifici sull'analisi numerica (suo ambito di ricerca), oltre che di opere di riflessione sulla matematica e sulla natura, tra cui, oltre a questa Breve storia dell'infinito, La ribellione del numero.