lunedì, novembre 21, 2011

ideologie

Non saprei dire se il governo di Mario Monti ce la faccia a raddrizzare la barca Italia, che con Berlusconi non smetteva di imbarcare acqua; oltre all'utilizzo di buone pompe di sentina, servirà poi un buon equipaggio ai remi che di buona lena porti la barca in buone acque...qui sta il difficile.
I rematori dovrebbero essere quei parlamentari che fino a ieri erano divisi in due fazioni a darsi schiaffi. Una delle due fazioni poi era pronta ad ogni prova infingarda: ha votato perfino che la marocchina 'Ruby rubacuori' era la nipote dell'egiziano Mubarak. E ora? Ecco che avanza una componente ideologica, che in barba a quelli che sostengono siano finite le ideologie, dimostra agli stessi quanto questa affermazione sia falsa: il non volere la tassa patrimoniale è quanto di più ideologico ci possa essere.
La destra ideologica berlusconiana è una strana destra, che ha fatto vergognare chi si sente veramente di destra, paurosa di togliere qualcosa ai ricchi nel nome di una fraintesa libertà. Fare una tassa patrimoniale, richiesta anche da molti ricchi, è importante per far tornare i conti e insieme fare un po' di giustizia distributiva aggravata dalla crisi economica finanziaria che ha permesso ai già ricchi di diventare più ricchi.

mercoledì, novembre 16, 2011

12 novembre 2011

data storica. Dopo 19 anni si assiste alla fine politica dell'uomo che ha diviso l'Italia e ha segnato in modo profondo la politica trasformandola in un 'teatrino tragico-comico'; lui che per primo l'aveva definita così.

Spero che con il berlusconismo finisca anche il partito della Lega Nord: un partito xenofobo ed espressione di una sola parte d'Italia. Questo partito dopo avere sostenuto con il voto alcune delle leggi peggiori per l'Italia e le leggi ad personam, ora si defila dal votare provvedimenti severi e necessari per mettere in salvo l'economia italiana.

Trincerandosi dietro il mancato consenso politico suffragato da un voto per negare la fiducia alla creazione di un governo istituzionale d'emergenza, la Lega Nord compie un suicidio politico.

Berlusconi e Bossi erano legati da doppi interessi personali e politici. Molti hanno subodorato che li legasse anche un atto notarile per cui c'erano in gioco molti soldi...ora quell'infausto patto viene a cadere con l'uscita di scena di Berlusconi. Credo che anche Bossi lo dovrebbe seguire. Nel grande degrado della politica Bossi e il suo dito medio sono l'immagine rappresentativa di una casta straffottente e demagogica.
Chi può continuare a pensare che quei due individui avessero a cuore la sorte dell'Italia?

Poi prima di votare si faccia subito una legge elettorale che almeno reintroduca le preferenze. A proposito si tenga bene a memoria le facce che hanno fatto parte della maggioranza di questo Parlamento: spero che nessuno li rivoti; un passo verso il cambiamento passa anche da questa scelta.

giovedì, novembre 10, 2011

La fine...

L'agonia di Berlusconi è durata un anno: dopo il 14 dicembre dello scorso anno, quando fu votata la fiducia al suo governo e la ottenne per soli 2 voti. Erano stati dei 'giuda' -la stessa affermazione che ora viene rivolta a quelli che l'hanno abbandonato- come Scilipoti, Razzi ecc. a salvare una maggioranza che di per sé non esisteva più. Da quella data il governo, dentro una emergenza economica da far tremare i polsi, non ha prodotto nulla. Solo la volontà di rivincita personale di Berlusconi faceva proseguire un governo tra i peggiori della storia repubblicana: rimpasti ministeriali, nuove nomine per accontentare i famelici deputati accorsi in aiuto, gelosie, votazioni per salvare la casta, ecc. In verità qualcosa il governo aveva fatto: delle manovre economiche che parevano volute dal solo ministro Tremonti con l'intento di salvaguardare i conti, fatte di tagli e e riduzioni alle spese. Sembravano misure dettate da una lotta di classe alla rovescio: non sacrifici per i ricchi ma per i poveri. Null'altro. Non una riforma, una liberalizzazione, un rilancio di investimenti...nulla se non la difesa dello status quo. In più la solita campagna di Berlusconi nell'attacco alla magistratura e il continuo susseguirsi di scandali dettati dall'affarismo politico. Un anno perso.
Dovremmo gioire per la fine di 'un uomo solo al comando'; di un 'ghe pensi mi' della peggior specie: l'imbonitore televisivo che metteva tutto su un piano del consenso personale. O con lui o contro di lui. La televisione, la stampa e naturalmente i comunisti erano i responsabili di tutto quello che non andava come diceva lui.
Dovremmo essere felici per la fine di un personaggio squallido che è stato l'interprete di un periodo storico (il berlusconismo) che ha degradato l'intera società italiana. Eppure, pur avendo atteso da molto tempo questo momento non sono contento. Sono in tensione. Attendo colpi di coda dai servi e osannatori di quell'uomo; quelli in varie fasi del 'regime' si erano dimostrati i peggiori. Sto a guardare. Poi sicuramente un moto di libertà e di orgoglio mi farà gridare: E' finita! Era ora! Sursum corda. Giovani, tocca a voi.
L'agonia di Berlusconi è durata un anno: dopo il 14 dicembre dello scorso anno, quando fu votata la fiducia al suo governo e la ottenne per soli 2 voti. Erano stati dei 'giuda' -la stessa affermazione che ora viene rivolta a quelli che l'hanno abbandonato- come Scilipoti, Razzi ecc. a salvare una maggioranza che di per sé non esisteva più. Da quella data il governo, dentro una emergenza economica da far tremare i polsi, non ha prodotto nulla. Solo la volontà di rivincita personale di Berlusconi faceva proseguire un governo tra i peggiori della storia repubblicana: rimpasti ministeriali, nuove nomine per accontentare i famelici deputati accorsi in aiuto, gelosie, votazioni per salvare la casta, ecc. In verità qualcosa il governo aveva fatto: delle manovre economiche che parevano volute dal solo ministro Tremonti con l'intento di salvaguardare i conti, fatte di tagli e e riduzioni alle spese. Sembravano misure dettate da una lotta di classe alla rovescio: non sacrifici per i ricchi ma per i poveri. Null'altro. Non una riforma, una liberalizzazione, un rilancio di investimenti...nulla se non la difesa dello status quo. In più la solita campagna di Berlusconi nell'attacco alla magistratura e il continuo susseguirsi di scandali dettati dall'affarismo politico. Un anno perso.
Dovremmo gioire per la fine di 'un uomo solo al comando'; di un 'ghe pensi mi' della peggior specie: l'imbonitore televisivo che metteva tutto su un piano del consenso personale. O con lui o contro di lui. La televisione, la stampa e naturalmente i comunisti erano i responsabili di tutto quello che non andava come diceva lui.
Dovremmo essere felici per la fine di un personaggio squallido che è stato l'interprete di un periodo storico (il berlusconismo) che ha degradato l'intera società italiana. Eppure, pur avendo atteso da molto tempo questo momento non sono contento. Sono in tensione. Attendo colpi di coda dai servi e osannatori di quell'uomo; quelli in varie fasi del 'regime' si erano dimostrati i peggiori. Sto a guardare. Poi sicuramente un moto di libertà e di orgoglio mi farà gridare: E' finita! Era ora! Sursum corda. Giovani, tocca a voi.