sabato, novembre 30, 2013

Il tempo per cambiare di Richard Bandler


Il libro nella versione originale con il titolo: Using your brain for a change

Ho terminato di leggere il libro di Richard Bandler: Il tempo per cambiare- la PNL per capire e usare gli stati di coscienza, le convinzioni e l'esperienza del tempo.
R. Bandler è insieme a John Grinder, creatore della PNL.
Richard Bandler è uno dei terapeuti più originali ed efficaci comparsi negli ultimi anni negli Stati Uniti. Ha scritto svariati volumi veramente fondamentali. Studente di Matematica, analizzò il lavoro di Fritz Perls (Fondatore della Gestalt Therapy) per il quale riordinò appunti e trascrizioni per la pubblicazione del libro Eyewitness To Therapy nel 1973.
Nel medesimo periodo incominciò a lavorare anche a fianco di Virginia Satir famosissima terapeuta della famiglia. Durante il suo lavoro di analisi dei Geni, Bandler incontrò John Grinder all'Università di Santa Cruz con il quale in seguito decise di lavorare insieme pubblicando le ricerche comuni nei libri La Struttura della Magia, dal quale scaturì la Programmazione NeuroLinguistica (PNL). In seguito pubblicò I Modelli della Tecnica Ipnotica di Milton H. Erickson e nello straordinario Ipnosi e Trasformazione. Dopo questi lavori sviluppati in collaborazione con John Grinder, Richard Bandler decise di proseguire il suo lavoro di "modellamento" dei Geni e di condivisione attraverso i libri e i corsi di formazione, con la collaborazione di altri ricercatori.
Da oltre 30 anni viaggia per il mondo tenendo corsi di formazione in PNL e lavorando alla ricerca di risorse per il miglioramento personale e professionale. Richard Bandler è inoltre il fondatore del nuovo e potente modello di tecniche chiamato 'Design Human Engineering' e del 'Neuro Hypnotic Repatterning' una metodica che utilizza particolari modelli linguistici per creare cambiamento.
Oltre che per la sua straordinaria genialità, Richard Bandler è famoso per il suo senso dell'umorismo, la sue incredibili abilità linguistiche e il suo straordinario e coinvolgente stile di insegnamento.
Questo libro, Il tempo per cambiare, è la raccolta di alcune conferenze del 1982 in cui l'autore spiega e usa le submodalità, ovvero la creazione di convinzioni a livello inconscio, attraverso l'ipnosi, per sviluppare una maggiore stato di coscienza e curare delle fobie.
Ancora Bandler conferma come il modo in cui si fa esperienza del mondo è soggettivo e per questo con alcune tecniche si riesce a svolgere una riprogrammazione del cervello che porta al cambiamento immediato…nel tempo di una risata.
Di R. Bandler avevo già scritto la recensione del libro Il potere dell'inconscio e della PNL, dove l'autore insegnava come la stessa forza e meccanismo che provoca una fobia si possa invertire. Si possa sfruttare il potere della trance, dell'inconscio per abbandonare schemi negativi e generarne altri nuovi e positivi. Esiste il potere di scegliere e per questo sentirsi liberi.
A questo proposito ricordo sempre una frase di Eric Berne, l'inventore dell'Analisi Transazionale, che diceva: 'Non esistono problemi ma solo indecisioni'.
Ecco l'importanza di fare scelte. Ecco l'importanza di certi metodi che, pur sembrando semplicistici, chi in realtà li ha sperimentati ha trovato riscontri positivi.
Ecco dove potrete scaricare il libro in PDF: QUI!

mercoledì, novembre 27, 2013

Fine della Libertà...di un uomo potente, arrogante e menzognero. Speranza per la Democrazia...per tutti.

Oggi 27 novembre alle ore 17,43 è stato votato dal Senato della Repubblica italiana la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. Finalmente la lunga telenovela che da mesi e mesi dominava la discussione politica si è conclusa.
Ma davvero c'era bisogno di parlarne tanto? Il fatto è che l'incriminato è stato il dominus di 20 anni di politica italiana e sebbene una condanna definitiva per frode fiscale gli togliesse i requisiti di stare in Parlamento, lui si riteneva intoccabile perchè si considerava innocente. Oltretutto è capo e boss di un cosiddetto partito che è da considerare una sua corte. Questi ultimi poi si rivelano peggio del boss.
Il suo giornale di famiglia titola a tutto campo: Fine della Libertà. Naturalmente la Libertà a cui si riferiscono è quella del loro padrone; quella che avrebbe continuato a permettere di fare quello che voleva: ostacolare i processi a suo carico, infangare le istituzioni, far perdere prestigio all'Italia, insultare gli avversari politici, corrompere senatori ecc.
Il titolo de Il Fatto Quotidiano è invece più appropriato: Espulso il pregiudicato
I motivi affinchè si voglia la fine di quest'uomo politico sono così tanti che è anche inutile elencarli: buona parte del degrado in cui si trova l'Italia è sua responsabilità; sua e delle televisioni che possiede.
Berlusconi però non è finito: continuerà a guidare il suo gruppo di mercenari e sicuramente dovremo vedere e subire ancora molte sue ingiurie. Io intanto plaudo al fatto che sia stata applicata una norma fondamentale di democrazia e civiltà: la legge è uguale per tutti e chi viene giudicato colpevole, di un qualunque reato, deve rimanere fuori dalle istituzioni.

giovedì, novembre 21, 2013

Il metodo antistronzi un libro salutare per tutti

C'è un libro, uscito da qualche anno, (febbraio 2007) che risulta sempre attuale; si tratta di Il metodo antistronzi (The No Asshole Rule) scritto da Robert I. Sutton edito dalla piccola casa editrice Elliot Edizioni.
Sottotitolo di questo libro, divenuto un bestseller, è: Come creare un ambiente di lavoro più civile e produttivo o sopravvivere se il tuo non lo è. Gli stronzi analizzati nel libro da cui proteggerci, sono scovati nel luogo privilegiato dove esercitano le loro cattiverie: le aziende, i posti di lavoro, dove nelle gerarchie e nelle relazioni di potere vengono allo scoperto.
Robert I. Sutton laureatosi in psicologia applicata al posto di lavoro, ha creato lo Stanford Technology Venture Program (STVP), mirato al pensiero lineare e multidisciplinare all’interno del marketing e attualmente è titolare a Stanford della cattedra di tecnica aziendale innovativa.
Il titolo del libro non deve ingannare poiché è un serio trattato sulla psicologia dei prepotenti, maleducati, cafoni, bastardi, aguzzini, tiranni, maniaci oppressivi, despoti, egomaniaci…insomma di tutti quelli che la parola stronzi sintetizza bene. Tutti abbiamo conosciuto degli stronzi, persone insopportabili, capaci di avvelenarci la vita lavorativa; spesso le consideravamo un accessorio imprescindibile del potere e la loro tracotanza la subivamo rassegnati…ora il libro insegna a smontarli, a depotenziarli.
Sostenitore della relazione assertiva, ovvero costruttiva e rivolta all’aiuto reciproco, l’autore del metodo antistronzi illustra come le personalità distruttive feriscano il prossimo e danneggino la produttività aziendale.
Questo libro è indicato in particolar modo ai dirigenti di aziende e a chi ha la responsabilità di gestire gruppi di lavoro, per questo è un trattato di asshole management ossia di gestione degli stronzi.
Può sorprendere invece che fra gli stronzi famosi sia citato Steve Jobs, il capo della Apple, che a quanto pare era noto per l'aggressività, le richieste impossibili ai propri collaboratori e le sfuriate in caso di errori. Sutton ammette che anche gli stronzi possono avere successo, che a volte le loro fissazioni maniacali possono aiutarli, quella di Jobs per l'estetica ad esempio è stata fondamentale, ma in linea di massima la stronzaggine è ben lontana dall'avere risvolti positivi.
Secondo Sutton, per quanto lo stronzo possa essere bravo, non vale la pena assumerne uno: il metodo antistronzi consiste proprio nell'evitare di introdurre nel proprio gruppo di lavoro gli stronzi e nello stabilire regole di reciproco rispetto all'interno dell'azienda.
Evitare gli stronzi si rivela un grandissimo vantaggio in termini di risparmio di denaro, per non parlare de l'immensamente migliore qualità della vita.
Fra le grandi aziende che hanno applicato questo metodo Sutton cita ad esempio Google, dove vige la regola No evil, cioè non essere malvagio, e il grande successo raggiunto da questo gruppo, a partire praticamente dal nulla, dimostra che è stata una buona tattica. Un libro consigliato quindi a chi fa assunzioni e per chi vuole la vita e l’azienda sana.
Per saperne di più, visita pagina dell'editore: QUI

lunedì, novembre 18, 2013

Seguaci e destini

Passano gli anni, infausti anni, e sempre di più mi chiedo come sia possibile la perversione di un grande numero di individui che fa seguire, acriticamente con sentimenti di dedizione totale, un vecchio uomo di mediocre intelligenza e discutibili valori morali? Il carattere delittuoso di Berlusconi non si può disconoscere, eppure si ritrovano in lui molti seguaci: che abbiano tutti una natura predestinata? Di fatto a sentirli parlare sono tutti mossi nell'agire a fin di bene. Una duplicità mentale è connaturata in essi che li rende inconsapevoli e i fa propagandisti di loro stessi: si danno sempre ragione, sopprimendo ogni senso di colpa.
C'è nel loro capo un vittimismo (anche tralasciando le allusioni agli ebrei) che paradossalmente lo rende un torturatore di milioni di italiani che non ne possono più di lui.
Una risposta a quanto succede si può trovare nel Mito e nella tragedia, che ad esso si accompagna. Diceva la filosofa Maria Zambrano che ogni agire umano trova riscontro nel Mito; dunque anche questa lunga storia sembra trovi un epilogo nella tragedia. A questo punto la questione si può solo chiudere: o con la scomparsa naturale del protagonista, o con una guerra civile dove la morte di molti supporti una palingenesi. Una rinascita.
Eppure c'è in tutto questo accadere qualcosa di déjà vu: e se vivessimo realmente sempre dentro un Eterno Ritorno? Comunque un consiglio: attenti ai seguaci, ai servi e ai guru. Se incontri il Buddha per la strada, uccidilo*. *Titolo di un libro di Sheldon B. Kopp

venerdì, novembre 15, 2013

Confessioni di un sicario dell'economia (Confessions of an Economic Hit Man)

Confessioni di un sicario dell'economia (Confessions of an Economic Hit Man) è il titolo di un libro autobiografico di John Perkins, che racconta alcuni anni della sua vita lavorativa all'interno della Chas T. Main Inc. con il ruolo di economista capo. Il libro parte con una breve introduzione sui motivi che hanno spinto l'autore a scrivere il libro, con tutte le vicissitudini che lo hanno accompagnato durante le varie stesure: iniziato nel 1982, interrotto varie volte per pressioni esterne, e poi finito nel 2004.
La storia raccontata dal libro è una storia crudele, agghiacciante come può esserlo un racconto che mette gli interessi economici, il profitto e il potere davanti all'umanità. Questi sicari, che sottraggono migliaia di miliardi di dollari a diversi paesi in tutto il mondo, hanno metodi che comprendono il falso in bilancio, elezioni truccate, tangenti, estorsioni, sesso e omicidi.
La realtà del potere di ricche famiglie e potenti multinazionali che detengono la ricchezza ed il controllo delle risorse naturali del pianeta.
L'autore John Perkins, che era uno di essi, racconta il suo cammino interiore da servitore dell’impero a sostenitore dei diritti degli oppressi.

Presentazione libro su YOUTUBE:

su current tv

L'autore nel corso del libro si pone diverse domande:
Vogliamo un mondo governato da pochi miliardari, occupati a controllare le risorse del pianeta con l’unico fine di servire i loro appetiti sempre più voraci? Vogliamo più debito, privatizzazioni e mercato in cui i signori del furto si innalzano al di sopra delle leggi che valgono solo per il resto della popolazione? Vogliamo comprare da aziende che finanziano il rovesciamento di governi eletti democraticamente? Che indeboliscono i nostri presidenti e le altre cariche elettive? Vogliamo continuare a crescere i nostri figli in un pianeta dove meno del 5 per cento della popolazione consuma più del 25 per cento delle risorse, e meno del 10 per cento di quel 5 per cento controlla i patrimoni, e dove circa metà del mondo vive in povertà?

Alla fine del libro, dove vengono rivelati molti omicidi economici, l'autore delle confessioni dice cosa possiamo fare affinché si impari a leggere tra le righe di ogni articolo di giornale; la maggior parte di periodici, case editrici e giornali sono detenuti dalle gigantesche corporation internazionali. Dobbiamo per questo informarci bene.
Pare che per uscire dalla attuale crisi bisogni incrementare i consumi; si ritorni in fondo a fare ciò che si faceva prima che sopraggiungesse la crisi. Sbagliato. Impariamo invece dalla crisi a spendere meno, a consumare di meno, ad avere meno oggetti e appena si è tentati di fare shopping aprite e leggete un libro.
Quello che fa girare l'infernale meccanismo che ci stritola sta nella nostra percezione del mondo. Ecco allora che porsi delle domande, pensare di più ed esere insieme insegnanti e studenti, con il coraggio di agire conseguentemente, può cambiare il mondo. Noi insieme possiamo cambiare il paradigma: possiamo trasformare noi stessi; è in nostro potere farlo.
Oggi abbiano la possibilità anche tramite la Rete internet di conoscere di più e crescere di consapevolezza. Il mondo è come lo sogniamo e quindi iniziamo a immaginarlo diverso.
Le stesse istituzioni, banche, aziende, corporation ecc. non hanno niente di intrinsecamente sbagliato; non c'è il maligno al loro interno: c'è invece una concezione sbagliata dello sviluppo economico; quello di pensare che non ci sia altra strada che arricchirsi a discapito di qualcun altro.
Ribaltare questo concetto impiegando le stesse risorse per attuare obiettivi diversi e positivi ispirati a valori di solidarietà, trasformerebbe il mondo. Avremmo da subito acqua, cibo e medicine per tutti. Si debellerebbe subito le epidemie che mietono ogni anno milioni di morti.
Confessioni di un sicario dell'economia. La costruzione dell'impero americano nel racconto di un insider
Autore: John Perkins
Traduttore: Lupi G.
Editore: Minimun Fax - Data di Pubblicazione: Febbraio 2010
ISBN: 8865590696 ISBN-13: 9788865590690
Pagine:315 Euro 17,50 in E-book Euro 4,99

lunedì, novembre 11, 2013

L'Estate Nera di Remo Guerrini

Un'immersione totale negli anni'60; questa è la premessa della storia raccontata nel romanzo di Remo Guerrini, L'estate nera. Tutto inizia con lo scenario reale di un paese del Monferrato, Altavilla, che come un microcosmo racchiude la vita di una comunità nell'epoca che precede il boom economico degli anni sessanta. In questa comunità c'è un gruppo di adolescenti che si appresta a consumare un delitto. La crudeltà di pensare di uccidere Benni (Beniamino) 'lo scemo del villaggio' da parte di questi poco più che bambini ha contorni da banalità del male, dove l'incoscienza diventa scusante...male incolpevole.
I ragazzini descritti con grande dovizia sono Santino, Massimino, Attila, Eva, Cavanesio, Federico, Saturnina e Giusi; sono ragazzini che scoprono il mondo con la televisione, i primi dischi, le feste con i balli lenti e le prime pulsioni sessuali.
Remo Guerrini sicuramente racconta in questo libro molto di sè. A me è parso di cogliere in Attila il suo alter ego. Forse mi sbaglio: penso che in ognuno dei vari protagonisti ci sia in parte l'autore. Ma in questa accurata descrizione affiora un vissuto coinvolgente che è misura e abilità dello scrittore, quanto sua biografia. C'è nel romanzo noir, L'estate nera, una provincia che è storia italiana e storia di formazione. L'Italia era in quegli anni tutta una provincia e si intravedeva in quella dimensione anche la nascita di una qualità di cittadini uniformati dall'affacciarsi della cultura di massa attraverso la televisione.
La lettura di questo libro ha mosso in me molti ricordi della mia infanzia. Sono affiorati i ricordi di mie estati di vacanza passate in un paese del basso Piemonte uguali a quello descritto. Non sarà per il fatto che mi leghi all'autore Remo Guerrini, oltre che luoghi, anche una stessa data di anno di nascita? Comunque Remo Guerrini non ha tralasciato niente e per chi ha vissuto quegli anni con la stessa età non può che rimanere soggiogato. Il delitto raccontato da Remo Guerrini, è insieme un delitto metaforico di qualcosa di sè: è la rimozione di qualcosa di oscuro che ognuno porta dentro, specie di quel tempo e di quell'età. L'autore sa farci immergere nella sua storia in modo coinvolgente.
Con un salto temporale di molti anni i protagonisti si ritroveranno nel paese di Altavilla. Benni (Beniamino) era stato trovato morto dentro un pozzo. La riesumazione dello scheletro rivelerà che è stato ucciso: chi sarà stato? Chi fu il colpevole? L'incontro tra i componenti del gruppo di allora, sarà l'occasione di un tuffo in quegli anni difficili da dimenticare; sarà l'occasione di fare i conti con quel passato e con la propria vita.
Soprattutto gli antichi amici del gruppo dovranno fare i conti con una giornata dell'estate di trent'anni prima: il 17 giugno del 1962.

L'autore Remo Guerrini è stato redattore, inviato e vice capo redattore presso "Panorama" e "L'Espresso". Dopo aver fatto il capo redattore presso il "Secolo XIX", ha assunto la vicedirezione di "Vera"; è stato direttore di "Focus" per tre anni, di "Epoca" per tre mesi, del settimanale Mondadori "Primo Piano", e alla fine direttore de "Il Giorno" e direttore editoriale delle testate della Poligrafici Editoriale, ovvero "Il Giorno", "Il Resto del Carlino" e "La Nazione".
La sua passione più grande è scrivere racconti e romanzi di fantascienza e genere noir.
Intanto si ha notizia che dal libro uscirà un film, Eppideis, diretto da Matteo Andreolli con Gianmarco Tognazzi come protagonista.
In attesa di vedere il film entrate subito nelle atmosfere degli anni '60 leggendo questo libro.
Remo Guerrini – L'estate nera
Newton Compton 2013
430 pagg., 9,90€ - ISBN 9788854153493

venerdì, novembre 08, 2013

Qualcosa da cambiare: il denaro

Avevo parlato qualche post fa del libro di Richard Feynman: Il senso delle cose. Nella conferenza Un'epoca scientifica la nostra?, raccolta in quel libro, l'autore chiede ad ognuno uno sforzo di creatività, di nuove idee: non bisogna pensare che tutto vada bene così come è oggi; la lingua, la matematica, la medicina...
Ecco che io ho pensato: perché non cambiare la cosa che più di ogni altra condiziona la vita delle persone? Perché non cambiare il denaro in qualcosa d'altro? Già, proprio il denaro, il responsabile di molta infelicità umana; lo stesso denaro capace di creare libertà che rende prigionieri e crea dipendenze. Può esserci qualcosa che sostituisca il denaro, il soldo come è inteso oggi? Il denaro è una creazione dell'uomo e in quanto tale è destinata a finire. Ma perché nessuno ha finora pensato di cambiare questa forma di scambio che misura valori che spesso, per non dire mai, sono fittizi? Valori che vengono tradotti in unità di misure riferite ad altre monete e ad altro ancora, tipo metalli (oro), liquidi (petrolio), ecc. ...
Possiamo ridurre tutto ad una fittizia unità di scambio che varia in qualche altra parte del mondo riducendo la nostra vita a valori di carta e all'arbitrio di qualche uomo seduto in una stanza?
Se analizzassimo il grande potere del denaro dal punto di vista di un marziano ci accorgeremmo di quanta stupidità è insita in questo sistema di scambio di valori. Il denaro è stato sempre accomunato all'oro e alla sua preziosità: natura speciale tanto da diventare simbolo di energia e omaggio da riservare al divino. Allora? Ecco il denaro può essere qualcosa d'altro. Al posto del denaro ci possono stare molte cose.
Oggi ad esempio il nostro tempo, che ha senz'altro più valore del denaro, viene monetizzato: il lavoro è diventato solo uno scambio tempo-denaro e naturalmente il tempo della nostra vita è scaduto.
Quel nostro tempo dovrebbe invero garantirci diritti: acqua, casa, pane, salute, educazione, informazione, cultura, sicurezza...tutti diritti cosiddetti inalienabili per la dignità dell'uomo. La paga per il lavoro potrebbe essere allora un attestato di valore che trovi riscontro in accesso e garanzia a quei diritti enunciati. Quindi niente denaro per pagare il lavoro, ma vita. Tolto al denaro il potere di misurare i diritti-valori sopra indicati, avremo un mezzo diverso per pagare il superfluo. Avremo altri valori e mezzi. L'economia e la finanza sarebbero un'altra cosa e i talenti di evangelica memoria assumerebbero una dimensione diversa: non unità di misura e bene da accumulare, ma capacità di espressione personale nella ricerca del bene comune.
Voi che leggete ci avete mai pensato?
Lasciatemi sognare e immaginare il diverso: qualcosa succederà.

mercoledì, novembre 06, 2013

Il comandante di Auschwitz di Thomas Harding

Ho terminato in questi giorni di leggere il libro di Thomas Harding, Il comandante di Auschwitz. Il libro racconta in parallelo la storia di Alexander Hanns, un ebreo naturalizzato inglese e di Rudolf Höss, il nazista che fu a capo del campo di concentramento di Auschwitz; dove si perpetuò l'assassinio di massa più grande della Shoah (termine recente che indica l'Olocausto ebraico).
La storia delle due vite del romanzo sono raccontate, intrecciando i vari momenti storici che vanno dall'inizio della prima guerra mondiale fino alla loro morte.
Alexander Hanns era l'ufficiale della squadra di investigatori inglesi costituita per acciuffare i criminali nazisti che riuscirà a scovare e catturare Rudolf Höss.
L'autore del libro, Thomas Harding, è un pronipote di Alexander Hanns, che venne a sapere della partecipazione e direzione nella cattura di Rudolf Höss da parte dello prozio durante l'elogio funebre alle sue esequie nel 2006. Thomas Harding iniziò allora a fare le sue ricerche e, insieme alla consultazione di una vasta bibliografia, ottenne anche inedite testimonianze sui due protagonisti grazie a interviste a figli e nipoti a cui aggiungere la lettura di lettere e corrispondenze private delle due famiglie.
la testimonianza al processo di Norimberga di Rudolf Höss, definito uno dei più grandi criminali dell'ultima guerra mondiale, fu il momento più chiaro e veritiero di denuncia del massacro creato con la sistematica gasazione e crematura delle vittime. Nella confessione di Rudolf Höss si legge:
'Sono stato il comandante di Auschwitz fino al 1 dicembre del 1943, e stimo che siano state giustiziate e sterminate almenno due milioni e mezzo di di vittime gasandole e bruciandole, e un altro mezzo milione di individui sia morto per fame e malattia, per un ammontare di circa tre milioni di decessi. Ho personalmente visionato le esecuzioni ad Auschwitz fino al 1 dicembre 1943- Nell'estate del 1944, solo ad Auschwitz abbiamo giustiziato 400.000 ebrei ungheresi.
Il libro di Thomas Harding ha nel titolo l'aggiunta di: Una storia vera- Le vite parallele del più spietato criminale nazista e dell'ebreo che riuscì a catturarlo.
Questa aggiunta al titolo penso sia stata fatta per non confonderlo con l'autobiografia che porta lo stesso titolo, scritta nella prigione polacca in attesa del processo e condanna da Rudolf Höss stesso.

Mi piace ricordare cosa scrisse di Rudolf Höss, nella prefazione di quel libro, Primo Levi:
'Höss è stato uno dei massimi criminali mai esistiti, ma non era fatto di una sostanza diversa da quella di qualsiasi altro borghese di qualsiasi altro paese; la sua colpa, non scritta nel suo patrimonio genetico né nel suo esser nato tedesco, sta tutta nel non aver saputo resistere alla pressione che un ambiente violento aveva esercitato su di lui, già prima della salita di Hitler al potere...
Si spandono oggi molte lacrime sulla fine delle ideologie; mi pare che questo libro dimostri in modo esemplare a che cosa possa portare un'ideologia che viene accettata con la radicalità dei tedeschi di Hitler, e degli estremisti in generale. Le ideologie possono essere buone o cattive; è bene conoscerle, confrontarle e cercare di valutarle; è sempre male sposarne una, anche se si ammanta di parole rispettabili quali Patria e Dovere'
.
Già, per quella nuova edizione, avvenuta nel 1984 a 40 anni dalla fine della guerra ed a 38 dall'esecuzione dell'autore, Primo Levi si chiedeva se valesse la pena ripubblicarlo. La risposta che si dette allora vale oggi per questo nuovo libro di Thomas Harding: il rigurgito negazionista e revisionista di pagine di storia di cui conservare la memoria per sempre.
Per Primo Levi: 'A mio parere, i motivi sono almeno due. Pochi anni fa ha preso inizio un'operazione insidiosa: il numero delle vittime dei campi di sterminio sarebbe stato enormemente minore di quanto afferma «la storia ufficiale»; nei campi non si sarebbe mai usato gas tossico per uccidere esseri umani. Su entrambi questi punti la testimonianza di Höss è completa ed esplicita, né si vedrebbe perché avrebbe dovuto formularla in modo così preciso ed articolato, e con tanti dettagli conformi a quelli dei sopravvissuti ed ai reperti materiali, se si fosse trovato in stato di costrizione come pretendono i «revisionisti».
Proprio in questi giorni sono nuovamente uscit dichiarazioni di negazionisti dell'Olocausto e di revisionisti che cercano di sminuire la tragedia nella sua portata di numeri e, in un certo senso, di gravità. Questi non sanno che proprio gli autori di quel genocidio dissero che la loro atrocità era così grande che chi l'avrebbe raccontata non sarebbe stato creduto. Nessuno riuscirebbe a pensare e a descrivere quello che era accaduto. Una prova è che molti testimoni sopravvissuti a quell'esperienza trovarono difficoltà a raccontarla e non ne vollero parlare per molto tempo.
Questo libro aiuta a continuare la memoria aggiungendo nuove rivelazioni e argomenti di riflessione su quel male ben descritto da Hanna Arendt con la definizione banale.

sabato, novembre 02, 2013

Ora che i ricchi sono sempre più ricchi...

Giusto 10 anni fa scrissi un post (ripreso anche da Italians -la rubrica del Corriere della Sera online) che diceva: Quando i ricchi erano ricchi, i ricchi erano bianchi di carnagione e i poveri abbronzati; si sa, i poveri lavoravano nei campi e allora si abbronzavano. Poi i poveri hanno cambiato lavoro e sono diventati bianchi e allora i ricchi si sono abbronzati e questo per tutto l'anno: d'inverno vanno ai Caraibi o a fare trekking nel deserto. Allora anche i poveri si sono di nuovo abbronzati: fanno le lampade con gli ultravioletti ma si vede che nel week end erano in giro per l'Ikea…
Qui potrete leggerlo tutto. Facendo il verso a quella prosa oggi ho scritto:
Ora che i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono più poveri, i ricchi continuano a fare frodi fiscali e se condannati ricorrono a Strasburgo o al ministro di loro conoscenza, mentre i poveri che hanno perso il lavoro legale ora lavorando in nero evadono anche loro il fisco, ma non li cercano neppure: le carceri sono già piene di poveracci.
Ora che i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono più poveri; i ricchi continuano ad avere tutte le donne che vogliono e possono sposare non chi ha l'età della figlia ma quella della nipotina, mentre i poveri hanno solo le donne che gli capitano, ma se vogliono ora pagano prostitute giovani più povere di loro.
Ora che i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono più poveri, i ricchi si fanno eleggere in Parlamento facendosi votare dai poveri, mentre quest'ultimi continuano a lamentarsi dei politici corrotti che rubano i soldi di tutti...quelli che poi usano per mantenersi ricchi a discapito dei poveri che sono sempre pronti a rivotarli al grido di Forza Italia.
Così ora va il mondo e la lotta di classe è solo un ricordo del '900. D'altronde la classe dei ricchi ha sempre avuto un ascendente verso le classi inferiori promuovendone i comportamenti, le furberie e i difetti.
Passano gli anni e nulla cambia. Cosa c'è da sperare? Forse in una grande invasione di africani, di affamati e disgraziati del mondo che forse saranno capaci di ribaltare l'attuale andazzo. Forza Africa.

venerdì, novembre 01, 2013

Il paradigma Destra - Sinistra

Schemino pubblicato sul blog del corsera online: sentimeter, Questa immagine chiarisce la posizione dei vari partiti in relazione alla scelta Libertà-Stato- Mercato - Conservazione. Scelte sempre presenti in ogni scontro democratico e che delinea la divisione tra Destra e Sinistra.

L'amico su Fb Alessandro Chelo mi ha invitato a cliccare su 'Mi piace' della pagina 'Oltre la destra e la sinistra': La pagina degli Innovatori della politica per andare oltre il paradigma destra-sinistra.
Ecco la mia risposta.

Caro Alessandro lasciami dire che non credo al superamento del paradigma Destra e Sinistra. Da tempo si ribadisce che siano finite le ideologie e che non esista più la Destra e la Sinistra. Sbagliato. Esistono eccome; esistono pur perdendo la loro ragione d'essere in quanto con l'affermazione dell'unica ideologia rappresentata dal neoliberismo, nessuno sembra in grado di riportare la politica al suo primato. Oggi vince e conta solo il mercato: il mercato dettato dagli interessi delle attuali 200 multinazionali che governano il mondo al di sopra delle scelte degli Stati. E' chiaro come a questa egemonia finanziaria capitalista, ha fatto eco il messaggio mistificatorio della fine delle ideologie. Le ideologie esistono sempre. Sono il sale della politica e del confronto di idee diverse.
Oggi con la vittoria incontrastata dell'ideologia neoliberista si ha la sensazione che non ci sia e debba esistere altro. A questo punto mi basterebbe citare Norberto Bobbio, che oltre a ribadire che 'non vi è nulla di più ideologico che l’affermazione della crisi delle ideologie', è uno stereotipo che non esista più alcuna distinzione tra Destra e Sinistra.
Per chi come me pensa che la civiltà sia un generale progresso da ingiustizia a giustizia, da diseguaglianza a uguaglianza. Proprio affermando la disuguaglianza naturale degli uomini bisogna operare contro di essa: l’uguaglianza degli uomini non è una loro natura, è un dovere della politica e della Sinistra.
Per questo pur guardando al nuovo e al rinnovamento che cambiano continuamente gli scenari del mondo bisogna tenere fermo i principio che non sia il mercato e le sue leggi a governare la nostra vita. Le comunità con la Politica dovranno continuare a confrontarsi con idee anche opposte (chiamate finora Destra e Sinistra) per progredire in pace. Il normale conflitto è in questo caso motore di crescita...come avviene in democrazia.
Quello che oggi manca è dovuto all'arresa sia della Destra che della Sinistra all'esistente: la supremazia di un mercato finanziario che detta lui le regole di tutto. Non è un caso che le diseguaglianze e le ingiustizie avanzino fuor modo.