mercoledì, ottobre 18, 2023

A proposito del disastro del Vajont

A proposito del disastro del Vajont di cui si commemorano quest'anno i 60 anni dal tristissimo evento successo il 9 ottobre 1963, bisogna ricordare di quel periodo il fratello di Italo Calvino, Floriano geologo e grande esperto nello studio delle dighe, e il grande contributo alle cronache e alla verità che diede la giornalista dell'Unità, Tina Merlin.
Floriano Calvino in occasione delle inchieste della magistratura sul disastro del Vajont del 9 ottobre 1963, fu l’unico geologo italiano ad accettare l’invito del giudice istruttore di Belluno che cercava tecnici disposti a far parte del collegio dei periti d’ufficio. Questa sua decisione non fu estranea alla decisione di Floriano Calvino di lasciare dopo pochi anni l’Università di Padova per trasferirsi presso l’ateneo di Genova quale direttore dell’Istituto di Geologia. Floriano fu anche consulente di importanti progetti e militante attivo del Tribunale Russell e della Lega Internazionale per il diritto dei popoli, oltre che perito per la difesa dei familiari di numerose tragedie italiane. Sul quotidiano genovese Il Secolo XIX, al quale collaborò per vent’anni, uscirono numerosissimi articoli. Nel 1974 venne proclamato Cittadino benemerito dall’Amministrazione comunale su proposta della Famija Sanremasca. Floriano Calvino morì a Genova il 19 gennaio 1988.

Tina Merlin per la sua ricerca di verità e per aver dato voce agli abitanti di Erto e Casso fu denunciata per la diffusione di notizie false e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico e poi assolta. Tina Merlin subì l'ostracismo delle istituzioni anche come giornalista de l'Unità e le fu interdetto l'accesso al tribunale dove avvenne il processo. Il suo libro sulla strage: 'Sulla Pelle viva. Come si costruisce una catastrofe. Il caso del Vajont', riuscì a pubblicarlo solo 20 anni dopo, nel 1983. Tina Merlin è stata come suo marito Aldo Sirena partigiana e scrittrice. Da leggere la sua autobiografia: La casa sulla Marteniga. E' morta a 65 anni di tumore nel 1991.
Nel 1992, poco dopo la sua scomparsa, è stata fondata l’associazione culturale che porta il suo nome ' Tina Merlin' sui temi dei diritti civili, della giustizia sociale e della condizione femminile. Nel 2004 è stata pubblicata una raccolta di articoli giornalistici dal titolo La rabbia e la speranza.

domenica, ottobre 15, 2023

Quale tregua per la guerra fondamentalista tra Palestina e Israele?

Certo che è difficile trovare una soluzione. Qualunque essa sia. La più importante, dettata dall'ONU, è quella del riconoscimento di due Stati: quello della Palestina e quello di Israele...però nessuno dei due vuole riconoscere quello dell'altro. L'ONU ha poi più volte intimato a lasciare gli insediamenti abusivi fatti dagli israeliani in territorio palestinese. Intimazioni dell'ONU a cui non si è dato seguito. Solo gli insediamenti nella Striscia di Gaza sono stati evacuati nel 2005 con un piano unilaterale israeliano. L'operazione terminò lo sgombero ad agosto e il Il 12 settembre 2005 tutto il territorio della Striscia di Gaza passò in mano palestinese e gli abitanti ebbero accesso alle aree che erano state loro precedentemente vietate. Restò per la Striscia di Gaza il controllo delle frontiere terrestri (eccetto di quella con l'Egitto), marine e aeree. In sostanza Israele controlla ancora ogni persona, ogni bene e ogni goccia d'acqua che entra o esce dalla Striscia di Gaza. All'ONU presso il Coordinamento degli Affari Umanitari fino ad ora esiste un ufficio su "Territorio palestinese occupato", che comprende la stessa Striscia di Gaza e rimarca di anno in anno un aumento di insediamenti illegali di israeliani in Cisgiordania. La Striscia di Gaza per molti si è trasformata in un 'campo di concentramento'. L'odio così aumenta e non ci sarà fine finché perdura questa situazione. Israele giustifica questa durezza con la 'sicurezza' e i palestinesi invece rivendicano il territorio come il loro. Oggi il nuovo attacco a Gaza, scaturito dopo quello di Hamas a Israele, ricorda quello del 2008 con l'operazione Piombo fuso; anche allora fu la risposta ad attacchi missilistici delle Brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas. Una storia senza fine. Anche allora le vittime civili furono moltissime; anche allora si dovette piangere su famiglie con minori distrutte. Si piange sui bambini da ambo le parti...questa è la guerra. La guerra non risolve mai i conflitti e fa aumentare i morti innocenti. Poi dovremo aggiungere anche l'aspetto religioso e qui tra Jahvè e Allah si rivendica l'appartenenza a un Dio solo apparentemente uguale. La situazione è molto complessa e giungere ad una soluzione risulta ad oggi impossibile. L'odio da ambo le parti fa commettere crimini contro l'umanità. Nel mentre i cittadini si schierano con l'una o l'altra parte...bisognerebbe che l'ONU abbandoni i veti dei diversi Stati e intervenga. L'ONU potrebbe intanto obbligare Israele ad abbandonare gli insediamenti abusivi e poi mandare un contingente che ponga fine alle strette sulla Striscia di Gaza. Le Forze ONU erano già intervenute in quei luoghi nel lontano 1967 durante la guerra Egitto Israele. Poi Israele rifiutò l'intervento di quelle forze su Gaza. Bisognerebbe che oggi intervenisse.