martedì, maggio 30, 2006

Notte di voto amministrativo

Il centrosinistra si è preso Arezzo, Grosseto, Crotone e Benevento non perdendo nessun comune da lui amministrato. Dei 26 comuni capoluogo, dove si è votato, i 13 precedentemente governati dal centrosinistra sono diventati 14 e per il centrodestra ne sono stati assegnati al momento solo 3; gli altri sono in ballottaggio o con il voto rinviato. Le Provincie erano 4 a 4, ora sono 5 a 3 per il centrosinistra: la provincia di Reggio Calabria ha fatto il ribaltone. In Sicilia Forza Italia è passata dal 29% dei consensi a meno del 20%; per la formazione politica di Berlusconi il calo di voti è stato fortissimo in quasi tutte i luoghi dove si è votato: Provincia di Lucca -8%; Provincia di Pavia -9%; Comune di Roma -9% e al Comune di Torino ha addirittura dimezzato i voti passando dal 32% al 14,5. Cosa aggiungere? Nella roccaforte berlusconiana che è Milano, Forza Italia ha perso il 5% dei voti rispetto al 2001. Però se si sente parlare La Russa, Schifani e altri esponenti del Polo di destra, ecco che hanno vinto. Meno male, se no richiedevano di ricontare le schede anche questa volta e denunciavano nuovi brogli inesistenti. Diciamogli di sì: hanno vinto loro. Grazie.
Al centrosinistra poi toccherà amministrare con saggezza e lungimiranza i comuni più importanti d’Italia: Roma, Napoli, Torino, Genova, Firenze, Bologna…
Diciamogli di sì: ha vinto lui; il bambino viziato di nome Silvio. Domani dovrebbe scendere in piazza…a giocare al pampano.

lunedì, maggio 29, 2006

Domande su Auschwitz

Il Papa Ratzinger si domanda: ‘Perché, Signore, hai taciuto? Perché hai potuto tollerare tutto questo?’…domande forti che riportano alla memoria un’altra domanda: Dov’era Dio ad Auschwitz? Questo si domandò Eli Wiesel - premio Nobel per la Pace nel 1986- nel libro La nuit , in cui scrisse:
Mai dimenticherò quella notte, la prima notte al campo, che trasformò la mia vita in una unica lunga notte. (…)Mai dimenticherò quel fumo.
Mai dimenticherò i teneri volti dei bambini, i cui corpi ho visto trasformati in spirali di fumo sotto un'indifferente cielo azzurro. Mai dimenticherò quelle cose, dovessi vivere quanto Dio stesso. Mai.
Per quella tragica esperienza Eli Wiesel perse la fede in Dio. Ma come poteva Dio non salvare il suo popolo eletto? Come poteva ancora essere il Signore Benedetto, colui che permetteva che migliaia di bambini bruciassero nelle fosse? Dov'era Dio?
In seguito paradossalmente, Wiesel, sembrava quasi essersi convinto che la colpa non é stata di Dio, ma soltanto dell'uomo; una posizione simile a quella di Primo Levi, che continuava a non credere in Dio. Ma ancora Wiesel afferma che non ci si deve aspettare una risposta definitiva: “Ma chi dice che la domanda fondamentale possa trovare la sua risposta? L’essenza dell’uomo è di essere domanda, e l’essenza della domanda è di essere senza risposta”.
Ora noi siamo alla terza generazione dopo Auschwitz e l’elaborazione del lutto è più difficile; resta il fatto di continuare una memoria che da sola può salvarci. Solo ricordando quanto l’uomo ha fatto all’uomo ci aiuta affinché non accada più quello che è successo. Inutile negarlo, responsabile di tutto è stato il popolo tedesco; un popolo che ha espresso nel nazismo e con esso quanto di più crudele si potesse fare a chi non era considerato come lui. Tutto il popolo tedesco era complice del regime: nessuna dittatura riuscirebbe a fare quello che ha fatto il nazismo senza l’acquiescenza della gente di Germania.
Hannah Arendt l’ha magistralmente descritto: ecco come la mancanza di un pensiero proprio, con la normalità più normale del conformismo comportamentale di schemi mentali ideologici ‘perbene’, si è commesso un male tanto banale quanto orribile e assoluto. Quel male è bene rammentarlo è sempre possibile. Basta poco per noi uomini mettere a tacere Dio. Basta volgere lo sguardo fuori di noi. Solo con l’introspezione, con l’interrogazione profonda di noi stessi scopriamo le debolezze che ci accomunano più delle tante virtù che vantiamo, rendendoci assassini inconsapevoli. Impariamo prima la pietà per noi, per porgerla ai nostri simili. Di quello che è successo ancora Wiesel dice:’Tacere è proibito. Parlarne è impossibile’.

giovedì, maggio 25, 2006

Ho visto…di Nando Dalla Chiesa

"Ho visto approvare in Parlamento la legge sul falso in bilancio il giorno dopo l'11 settembre. Di corsa, per onorare con il nostro lavoro - così ci venne detto - i morti di New York. Ho visto la commissione giustizia del Senato prolungare i suoi lavori dopo la mezzanotte per tre leggi in cinque anni: per il falso in bilancio, per la Cirami, per l'immunità delle più alte cariche dello Stato.
Ho visto aprire l'ultima legislatura con una legge ad personam, quella che abolisce l'imposta di successione sui patrimoni più grandi. E l'ho vista chiudere con una legge ad personam, quella che abolisce l'appellabilità delle sentenze di assoluzione.
Ho visto il Parlamento decidere quali magistrati possono o non possono restare in servizio, alzando e abbassando l'età pensionabile secondo le convenienze: fuori Borrelli, dentro Carnevale.
Ho visto il Parlamento decidere quali magistrati possono dirigere gli uffici giudiziari più delicati. Insomma, ho visto il Parlamento scegliere i giudici.
Ho visto più di mezzo Senato applaudire in piedi l'appoggio alla guerra preventiva in Iraq. Ho visto la standing ovation della maggioranza e i sorrisi di festa, in attesa dei bombardamenti dei giorni dopo. Ho visto sbeffeggiare le senatrici che si battevano per le quote rosa. Le ho viste sommerse dagli sberleffi della maggioranza. Le ho sentite chiamare "vacca" e "gallina".
Ho visto togliere ai giudici di pace la competenza sugli incidenti stradali più gravi. Lavoravano troppo velocemente creando problemi alle assicurazioni. Anche alla Mediolanum.
Ho visto portare nel Parlamento repubblicano una legge per equiparare le brigate nere di Salò ai combattenti delle forze armate e ai partigiani.
Ho visto violare il regolamento del Senato anche sei volte in due giorni. Ho visto violare la Costituzione in presenza della seconda autorità dello Stato. A volte invocando precedenti inesistenti. Altre volte senza precedenti.
Ho visto un parlamentare svenire a un passo dall'infarto per l'indignazione, di fronte al numero legale ottenuto più volte senza pudore. L'ho visto steso a terra, insultato e fischiato dagli avversari che lo accusavano di perdere tempo.
Ho visto censurare o bloccare negli uffici interrogazioni critiche verso il governo o verso esponenti della maggioranza; ho visto funzionari solerti mutilare i diritti costituzionali dei parlamentari.
Ho visto rifare mezza Costituzione come niente, da personaggi senza storia. Per liberare da ogni controllo di garanzia e da ogni contrappeso il potere di chi vince le elezioni. Per mettere lo Stato ai piedi dell'uomo più ricco e potente del paese.
Ho visto barattare pubblicamente in aula l'unità del Paese con gli interessi televisivi del Capo del Governo.
Ho visto un senatore votare per cinque, per dare alla sua maggioranza il numero legale. Ho visto tollerare anche quindici voti di assenti per volta.
Ho visto stabilire il tempo massimo di un giorno per discutere in seconda votazione la riforma di mezza Costituzione.
Ho visto fischiare in un'aula parlamentare il Capo dello Stato mentre il presidente del Senato leggeva il testo del rinvio alle Camere della legge di riforma dell'ordinamento giudiziario.

Ho visto scritto nella relazione ufficiale della commissione antimafia che la mafia non porta voti, che il controllo del voto da parte di Cosa Nostra è "uno dei miti più a lungo e pervicacemente sostenuti".
Ho visto Giovanni Falcone commemorato sull'autostrada per Punta Raisi, località Cinisi, da un ministro che aveva sostenuto che dobbiamo convivere con la mafia.
Ho visto un ministro definire il carcere di Cagliari un albergo a cinque stelle pochi giorni prima che vi si uccidessero due detenuti.
Ho visto leggi importanti e sulle quali era stata annunciata una dura opposizione votate in Senato alla presenza di poche decine di esponenti della minoranza.
Ho visto decine di senatori dell'opposizione lavorare seriamente ed essere trattati come incapaci o complici del governo. Ho visto sospetti ingiusti. Ho visto fiducie ingiuste.
Ho visto uomini dello Stato oggetto di insolenze e di accuse sanguinose, grazie a un uso prepotente della immunità parlamentare.
Ho visto chiamare tutti i manifestanti di Genova violenti e terroristi e assicurare ufficialmente che nel carcere di Bolzaneto non ci furono violenze. Ho visto negare una commissione d'inchiesta su Genova per non interferire con il lavoro della magistratura. Ho visto dimenticare questo principio per istituire la commissione Telekom Serbia.
Ho visto ridere in faccia alla richiesta di maternità o paternità assistite di persone non felici.
Ho visto esibire i fazzoletti padani a un metro dal tricolore sulle bare nei funerali di Stato.
Ho visto prolungare la durata del Parlamento per uso personale. Per ottenere l'impunità in un processo, per monopolizzare le televisioni. Così ho visto sfregiare, nel mio Paese, il più grande simbolo della democrazia."

martedì, maggio 16, 2006

Poteri forti

Poteri forti…e chi li ha? L’ho già sentita questa frase…’contro i poteri forti’; ora la pronuncia Luky Luciano, ovvero Luciano Moggi. Contro questi poteri va bene l’inciucio; va bene la truffa e l’inganno? Un po’ erano le istituzioni, un po’ le lobby e poi tutto quello che ti frega. Sempre. I ‘poteri forti’ li abbiamo sentiti evocare dalla destra all’epoca del governo preelettorale riferendosi alla Fiat-Ferrari e Confindustria guidata, non più dal ‘masaniello’ D’Amato ma, da Montezemolo. Se poi ‘grattiamo’ ancora un poco scopriamo che ‘i furbetti del quartierino’, Stefano Ricucci, Giuseppe Statuto e Danilo Coppola avevano altri ‘poteri forti’…insomma da Bankitalia al Vaticano, passando dalla P2 all’alta finanza, tutto conduce ogni volta ai poteri forti.
Sentite cosa diceva Baget Bozzo, nel 2004, a proposito del governo Berlusconi ‘Il governo Berlusconi appare come la democrazia governante dopo la lunga decadenza democristiana della politica in un clericalismo senza spiritualità(…)Oggi il governo ha compiuto quello che aveva promesso: la rifondazione della democrazia italiana. Oggi in cui i poteri forti sono divenuti poteri illegittimi, la democrazia italiana è stata rifondata non sull'antifascismo e la Resistenza ma solo su il suo unico sostegno possibile: la libertà unica legittimità degna di un grande popolo come il nostro’. Evviva. Allora a chi si riferirà Moggi? Sarebbe bello saperlo.
Io semplice cittadino credo che l’unico potere forte riconosciuto, sia il rispetto della nostra Costituzione repubblicana. Tutto il resto è il potere dei furbetti, dei mezzi uomini, degli interessi particolari e non della comunità degli onesti. Moggi e tutta la compagnia del calcio sicuramente sono ed erano da un’altra parte: quella disonesta.

sabato, maggio 13, 2006

Mondo Calcio

Quando la catastrofe diventa una opportunità. Il calcio come paradigma della crisi del mondo: qui lo tsunami non è fisico ma morale; una deriva di malcostume, corruzione, interessi sordidi e ambizioni di potere per uomini piccoli, molto piccoli. Tutto insegna che operare nel male non può durare a lungo e la giustizia prima o poi riprende il suo cammino. Con la scoperta del marciume si può fare pulizia e ricominciare.
Era da molto tempo che il mondo del calcio dava segnali di malessere; se ne aveva sentore anche guardando gli uomini che lo gestivano: presidenti, dirigenti di squadre e vertici delle istituzioni sportive, tutti personaggi mossi da ambizioni sfrenate e alla ricerca di un potere pieno di intrallazzi per affarismi finanziari. La levatura intellettuale e morale di quegli uomini lasciava perplessi…altro che processi del lunedì, alla moviola e televisivi; bisognerebbe fare un maxiprocesso vero, tipo quello contro la cupola mafiosa di Provenzano e Riina.
Come ricominciare? Semplicemente riportando quel mondo a quello che è, sport. Sport pulito e onesto agonismo. Tutte le squadre andrebbero retrocesse, come hanno fatto con il Genoa, in serie C. Poi con nuove regole rifare i campionati ex novo. Via tutti quelli che sono coinvolti negli scandali; via tutti gli interessi finanziari e politici. Aggiungerei un tetto per gli stipendi ai giocatori, trasparenza dei bilanci societari e niente sanatorie per tasse e contratti in nero.
Se il calcio è piacere, spettacolo, divertimento sicuramente non ce lo devono dare Moggi e company. Divertitevi per ora con quei ragazzi che giocano per passione nei campi di periferia, e se qualche volta sbagliano un palleggio, un passaggio, un tiro in porta (come i superpagati divi di serie A) sappiate che questi hanno sogni ancora puri. Da lì si può ricominciare.

giovedì, maggio 11, 2006

Brutte e buone notizie

Sui giornali e nella politica continuano sempre le brutte notizie. Insomma, siamo sempre sotto la minaccia di delinquenti che ci vogliono distruggere, rubando la nostra ricchezza; vogliono sovvertire il nostro vivere civile. Tutto va male. Così le cattive notizie continuano imperturbabili ad avvolgerci. Ma riusciremo a vincere questi timori? Troveremo qualche buona notizia per continuare a vivere? Possibile che tutti siano nemici? Riusciremo a trovare un tempo migliore?
Eppure proprio nel momento della cattive notizie, possiamo trovare nelle nostre menti e nel nostro cuore, la risposta per superare le difficoltà; possiamo trasformarci in saggi e alla luce della pietà e dell’umiltà, potremo scacciare le paure insieme al tempo cattivo.
Abbiamo tutti sotto gli occhi la miseria e le difficoltà di vivere di molta parte del mondo; noi possiamo aiutare questa parte, cambiando il nostro modo di vivere: consumando meno, evitando gli sprechi, destinando ciò che spendiamo per le armi in agricoltura. Non ci sarà mai nessuna sicurezza del nostro vivere, senza la giustizia e la pace.
In fondo se sapessimo ascoltare quello che ci viene da dentro, il mondo migliorerebbe. Non abbiamo bisogno di eroi, di medicine; la nostra civiltà non si difende con la violenza o la forza militare. Dedicando semplicemente ogni giorno un pensiero a favore degli altri, con il proposito di fare una piccola buona azione durante la giornata, ecco che il mondo si trasforma. Quella piccola volontà da sola basterà a dissolvere le nostre paure e portarci la pace. Per fare questo dobbiamo costruire le condizioni spegnendo la radio, la Tv e sintonizzandoci con il nostro cuore. Se imparassimo ad ascoltarci vedremo che le risposte ai nostri problemi ci arriveranno senza che ci sia qualcuno dall’esterno a imporcele. Non abbiamo bisogno di chi predica miracoli o soluzioni armate; la fiducia in noi, esseri prodotti da Dio e capaci di trascendere dalle cose materiali, fa spostare le montagne e generare mondi nuovi.
Le buone notizie allora arriveranno a riempirci il cuore; arriveranno a ridestare il mondo.

lunedì, maggio 08, 2006

Il militante Alfredo Helman

E’ davvero interessante leggere la storia, la biografia di un ‘militante’ comunista argentino, Alfredo Helman, che dopo avere attraversato la storia delle rivoluzioni del secolo scorso, si ritrova in Toscana a Camaiore. Una lunga storia che va da Peron ed Evita a Mao; da Che Guevara a Berlinguer, per approdare oggi a Fassino…una involuzione? Lui dice di no, alla mia domanda fatta con ironia. Helamn dice di no: ‘Ho continuato a vivere fino in fondo i cambiamenti e gli ideali di giustizia e pace che si rinnovano. Ideali che sono rimasti gli stessi anche se il mondo si trasforma; scendono e salgono le situazioni ma poi sempre si riprende il cammino verso la giustizia…non si può pensare che gli uomini non aspirino a migliorare la loro vita’. E’ racchiuso in questa breve frase lo slancio ideale del militante Helman. Tutto questo è raccontato nel libro: ‘Il militante’, delle Edizioni Clandestine.
Alfredo Helman -autore di un altro libro,‘Il peronista’-, con questa autobiografia ci offre l’opportunità di conoscere un rivoluzionario vero. Abbiamo bisogno, nel mondo odierno, di avvicinare questi uomini cui si sembra essersi perso lo stampo. Gli uomini come Helman, nel testimoniarci le gesta avventurose di lotta per un mondo migliore diventano maestri di vita.

mercoledì, maggio 03, 2006

Ieri brindisi

Finalmente ieri mi sono concesso una bevuta con l’amico Salvatore, con sua moglie e la mia. Semplice, ieri finalmente Berlusconi si è dimesso e per noi è finita una lunga stagione. Questo meritava un brindisi: ieri abbiamo assistito ad una specie di rinascita, ad un capodanno politico. L’ormai ex presidente ha detto che lo rimpiangeremo. Lasciamo perdere i pianti: io sono uno dei tanti coglioni che cambiava canale tv ad ogni sua apparizione; ero uno dei tanti italiani stufo delle sue gag, discorsi fraintesi, detti e disdetti, vaniloqui, barzellette, promesse e affari suoi.
Ieri ho fatto un brindisi con un buon spumante italiano; ho brindato assaporando il momento presente. Poi so che arriverà ancora l’incazzatura per i nuovi arrivati: la banda dei buoni propositi e dei sinistri, nel senso di accidentati, percorsi. Bisognerà incalzarli e vigilare, poiché se sbagliano ancora, questi politici ci rimetteranno ancora in braccio a qualche nuovo guitto della politica…sarà uno che non solo si è trapiantato capelli e lisciato le rughe, ma con la mascella volitiva e un elmetto militare ci metterà tutti in riga a cantare un inno che abbiamo dimenticato: Giovinezza, Giovinezza, primavera di bellezza/ della vita nell'asprezza, il tuo canto squilla e va…