domenica, novembre 30, 2008

Social card? Per chi?

Niente da dire sulle misure anticrisi del Governo, solo rimarcare che sono insufficienti per affrontare una crisi che sarà lunga e di proporzioni grandissime: durerà qualche anno e cambierà il nostro modo di vivere odierno. Cambieremo il modo di consumare, anche se si farà di tutto per mantenere quello attuale.
Una cosa però non si comprende: perché si è scelto di istituire una ‘social card’ invece che far pervenire i soldi direttamente sulle pensioni di chi ne avrebbe diritto? La ‘social card’ ha tutto il sapore di essere un’altra trovata italiana per fregare soldi allo Stato: in realtà servirà ad arricchire chi la stamperà e chi incasserà la commissione sull’uso. Alla faccia dei poveri.
Inoltre non tutti i negozi, dove andranno a fare acquisti i poveri che beneficiano di questo aiuto, saranno muniti dell’apparecchio per utilizzare questa ‘card’. Chi va dal fornaio sotto casa – l’importo che si ha a disposizione con questa ‘social card’ equivale ad 1 euro e 33 centesimi al giorno- non troverà certo il modo di usarla.
Allora torna la domanda: perché la ‘social card’? Forse per farne un cimelio di regime o un articolo da collezionisti? Chissà. Speriamo solo che la crisi oltre che trasformare i consumi ci faccia diventare anche più saggi.

lunedì, novembre 24, 2008

Crisi

Un amico mi ha raccontato di essere andato alcune sere fa alla presentazione di una nuova auto da 45 mila euro. ‘C’era aria di festa, c’era la musica, tante belle ragazze sorridenti, luci colorate e tante persone. Sembrava di partecipare ad un ballo su Titanic’. Così mi ha sintetizzato la serata. Sì, con la crisi economica che avanza inesorabile e si protrarrà per diversi anni, assistendo a certe manifestazioni rendono il senso del Titanic…
Il paragone è forte, però capita spesso di avvertire una discrasia tra la realtà della popolazione con chi è al governo del Paese. Questi ultimi fanno gli ottimisti e invitano a consumare. Per il premier italiano l’uscita della crisi dipenderà dai consumi dei cittadini. Consumare di più? Con quali soldi? Per un premier che considera il pool di ‘Mani Pulite’, come il responsabile dell’interruzione della crescita del benessere italiano, c’è poco da stare allegri: quest’uomo non ha certo la cultura per affrontare una crisi internazionale come quella che attraversiamo. Chi si è dimenticato che per salvare la lira ci fu una manovra finanziaria che tassò anche i conti correnti? Le tangenti, la corruzione politica, le vessazioni affaristiche portarono l’Italia sull’orlo della bancarotta e si deve dire grazie a Ciampi, Amato e Prodi se siamo riusciti ad entrare nell’Euro. Ricordo anche che nel 1993 la Fininvest rischiò il naufragio e i conti furono messi in ordine da Franco Tatò. Giulio Tremonti come mai sta zitto, lasciando parlare a vanvera Berlusconi, come sempre?
*Pubblicato su Italians

lunedì, novembre 17, 2008

Il computer sostenibile di Giovanna Sissa


Un incontro a Palazzo Ducale, nel Salone del Minor Consiglio, è stata l’occasione per ascoltare diverse opinioni, di esperti del campo informatico e no, sul ‘computer sostenibile’. Coordinati dal giornalista Mario Bottaro sono intervenuti: Andrea Ranieri, Joy Marino, Paola Girdinio, Maurizio Martelli e Serge Latouche.
L’occasione dell’incontro è stata la presentazione del libro di Giovanna Sissa: Il computer sostenibile –riduzione dei rifiuti elettronici, riuso dei pc e open sourse.
Per Mario Bottaro ‘sostenibile’ è diventato da aggettivo un suffisso: tutto si accompagna alla parola sostenibile e con questo libro di Giovanna Sissa ora sappiamo che anche il pc è diventato sostenibile; sappiamo che il nostro pc crea danni all’ambiente al pari di molti altri prodotti di consumo: anche i pc diventano rifiuti che sarà difficile riciclare e smaltire.
Il primo ad intervenire è stato Andrea Ranieri, assessore alla Cultura del Comune di Genova: ‘con questo libro ho scoperto che il pc, da strumento che aiuta il mondo, è invece con la sua materialità di plastica è difficile da smaltire; è un prodotto che inquina al pari di altri. Nel libro ci sono molte parole che iniziano con la lettera R; oltre alle azioni Ridurre, Riusare, Riciclare, ci sarebbe da aggiungere Riconcettualizzare il Pc. Ripensarne l’utilizzo, la funzione, la missione’.
Per l’autrice del libro, Giovanna Sissa, prolungando la vita del nostro pc, del prodotto hardware, si contribuisce alla compatibilità ambientale. Non è il pc che diventa obsoleto, ma spesso è il software, il programma che lo fa funzionare, a diventare per ragioni di mercato a non essere più adeguato, allora con l’open source noi possiamo allungare la vita al pc. Non è un caso che sulla copertina del libro ci sia un pinguino: è il logo di Linux, un sistema operativo open source, ovvero aperto, libero e gratuito che può adattarsi alle esigenze di chi lo usa e quindi questa potrebbe essere la risposta per il pc sostenibile. I rifiuti dei pc, che sono quelli dei prodotti elettronici sono di dimensioni enormi. Ognuno di noi ha a disposizione una dimensione di terra verde pari a due campi di calcio; il 4% è quello che si mangia il pc…questa terra l’abbiamo in prestito e poi dovremo lasciarla a chi viene dopo. La R di Responsabilità è quella che investe tutto: è La R principale. Un’altra R è il Ripensare, il comprendere la bulimia del possesso, controllare i consumi.
Per Joy Marino il pc è un test nato per conoscere la materialità di un mondo che è per definizione immateriale. Nel Pc c’è molta ferraglia e può essere utilizzato a lungo se preleviamo ciò che ci serve da internet. Il web può essere condivisione, elemento sociale; infatti internet mette in comunicazione milioni di persone: è un valore che si moltiplica per se stesso, accresce la conoscenza. Sostenibile è considerare componenti che abbiano una vita lunga: fibre ottiche, modem.
Maurizio Martelli: ‘L’open source non è una risposta ma è un modello. I Sistemi Operativi vengono prodotti per il mercato e introdotti per induzione dovuta al deprezzamento di quelli esistenti. Il problema della durata può essere una scelta aziendale o personale da fare pianificando gli acquisti. Inoltre del pc va insegnato l’uso e la fruizione con la collaborazione delle scuole’.
Paola Girdinio: ‘la soluzione è difficile. Il concetto di sostenibile è rivolta all’ambiente e l’emissione di CO2 nell’aria aumenta sempre. C’è un approccio pragmatico femminile che consiglia di consumare meno e aumentare il ciclo di vita dei prodotti: questo è solo uno dei modi. Bisogna impegnarci tutti per incidere nelle scelte a produrre meno emissioni nocive nell’aria; meno ossido di carbonio.
Per Serge Latouche è già stato detto tutto. Più che riconcettualizzare, bisognerebbe rigovernare le scarse risorse. Qui si tratta del valore della conoscenza, del sapere. L’informazione è ancora più attuale: il sapere non si consuma, è un prodotto che aumenta. Le R sono tante e portano al Rifiuto. La crisi economica, l’economia della scarsità, ci spingerà verso tecnologie diverse dove non si butta via niente. Non sono un esperto di computer e in un mio ultimo libro, La felicità della decrescita, l’ho citato solo due volte. I miei colleghi si riempiono la bocca di immateriale, ed io ho scoperto che un microchip ha un impatto terrificante con la natura: molte navi scaricano in Nigeria migliaia di computer rifiuto. In verità il pc è insostenibile; questo sarebbe il titolo giusto. Circa le R, bisognerebbe Riconcepire più che Riconcetualizzare; bisognerebbe andare a monte e non a valle. Bisognerebbe fare come con le fotocopie dove l’apparecchio viene dato in comodato d’uso. Il riutilizzo del pc l’ho visto fare in Africa dove si sono specializzati a riciclare gli scarti, tutti gli scarti del pianeta.
Una soluzione sarebbe il tecno-digiuno, non perché i pc siano cattivi in sé…solo il cellulare con il coltan è cattivo; con il tecno-digiuno dovremo dimostrare la nostra capacità a farne a meno: una forma di liberazione. Non è solo il pc da rendere sostenibile, ma tutto il mondo.

venerdì, novembre 14, 2008

pietà per Eluana

Finalmente un atto di pietà cristiana. Un atto che mette fine ad una situazione innaturale, perfida e crudele come quella dello stato vegetativo durato 17 anni di Eluana Englaro. La Chiesa Cattolica non aveva nessun diritto di interferire nell’applicazione di una legge dello Stato italiano. Finalmente, con la sentenza definitiva, la Cassazione ha chiuso una agonia che allontanava la pietà e l’amore per una vita pienamente vissuta. Cosa aveva di naturale quel metodo di alimentazione naso-gastrica? Niente. Con le cellule dalla corteccia cerebrale necrotizzate, Eluana Englaro non aveva nessuna possibilità di uscire dallo stato vegetativo. Lo Stato laico deve rispondere per tutti: credenti e no.
La Chiesa Cattolica, sostenitrice a suo dire del rispetto naturale, nell’assumere la posizione intransigente di non staccare quel tipo di alimentazione artificiale era come se paradossalmente autorizzasse l’utilizzo del profilattico per il controllo delle nascite.

lunedì, novembre 10, 2008

Su Pio XII

Una domanda pertinente: perché Pio XII ha scomunicato i comunisti e non i nazisti? Eppure Hitler come Goebbels erano cattolici. Così chi era ed è iscritto al Partito Comunista è stato posto fuori dalla Chiesa Cattolica da un Papa che ora viene beatificato. In Italia fu usata l’arma della scomunica per aiutare la Democrazia Cristiana a combattere il P.C.I. era una forte ingerenza nella politica che si combatteva più per carattere ideologico che per programmi di governo.
Non va neppure dimenticato l’apporto che diede la Chiesa Cattolica sotto Pio XII nell’aiutare i gerarchi nazisti a fuggire all’estero: Erich Priebke, Josef Mengele, Adolf Eichmann, furono garantiti dal Vaticano. Oggi non si scomunica più nessuno e si chiude gli occhi di fronte ai sacrileghi: chi fa la comunione ed è divorziato, chi appartiene alle cosche camorristiche e mafiose, i pedofili…e per quanto riguarda le guerre moderne? Mai nessuna scomunica per i perpetuatori di stragi e genocidi. Ancora: da Hiroshima, al Vietnam e dal Ruanda ai Balcani, nessuna condanna contro i bravi assassini cristiani. Allora? Quella scomunica, come altri comportamenti non fanno certo Papa Pio XII un santo. E poi ce n’è proprio bisogno?

giovedì, novembre 06, 2008

Abbronzati diversi

Oggi tutti i giornali parlano della battuta di Berlusconi su Barak Obama definito giovane bello e ‘abbronzato’. Non so quanto sia giusto dare importanza ad un barzellettiere, però qualcosa ho scritto anch’io.
Barak Obama non è abbronzato, è un meticcio, nato dall’incrocio tra una donna del Kansas e un keniota. Berlusconi è abbronzato, è un padano che usa spessi strati di fondo tinta ed è figlio di due italici. Barak Obama non è abbronzato, ha un colore della pelle naturale e ha sposato una donna nera. Berlusconi è abbronzato, e il suo colore della pelle, come quello dei capelli, non è naturale e ha sposato una donna bianca.
Barak Obama non è abbronzato, dovete dirlo a Berlusconi, fateglielo sapere. Berlusconi è bianco, dovete dirlo a Obama, ma forse lui lo sa già, anche se lo vede abbronzato; dovete dirgli che i capelli di Berlusconi sono finti, ma ad Obama forse non interessa: questo interessa agli elettori del PdL, come la sua capacità di fare il premier e la sua simpatia.
Fra poco Obama e Berlusconi si incontreranno e sarà una gara ad apparire più abbronzato…scusate la gara in verità la farà solo uno dei due: quello che si abbronza per apparire, quello per intenderci tanto ricco ma con poca classe, senza savoir faire come si dice; quello che racconta le barzellette sui malati di Aids, sui miracoli e fa il gesto di sparare ai giornalisti davanti a Putin…
Peccato che tutti i soldi del mondo non siano sufficienti ad acquistare cultura, rispetto, intelligenza e spiritualità.

martedì, novembre 04, 2008

Barak Obama speranza del mondo

Tutto quello che sta succedendo in Italia per la scuola pubblica è salutare: la generazione dei ventenni, e degli studenti, dopo il salto delle generazioni dei trentenni e quarantenni odierni, ritorna nelle piazze a protestare; ritorna per prendere in mano il suo futuro. Una ventata di ‘io non ho paura’ e di ‘giù le mani dal nostro futuro’, serve; serve a sconfiggere le manovre costruite per intimorire il movimento dei giovani delle scuole e delle università.
Nella società del ‘villaggio globale’, del mondo assimilato ad un unico paese, Barak Obama rappresenta una grande novità, a parte l’etnia nera, lui è uomo di 47 anni contrapposto ad un uomo di 72 anni. Barak Obama è anche la metafora non solo generazionale ma fisica di ciò che sta avvenendo nel mondo: quel meticcio è il nostro futuro; lui è il frutto dell’incontro e della nostra bastardità.
Barak Obama è una svolta necessaria e utile per affrontare una fase storica difficile, dovuta alla tempesta finanziaria che accelera la fine della nostra civiltà occidentale quale paese della sera.
Insieme a Obama auguriamoci che milioni di giovani escano, scendano in piazza e si organizzino per governare un futuro ricco di grandi trasformazioni che cambierà in modo radicale il nostro modo di vivere odierno. Spesso l’umanità ha saputo nei periodi bui trovare le risorse giuste per uscirne indicando idee e uomini adatti a sostenerle. Barak Obama è uno di questi.
Questo post è stato pubblicato oggi 5 novembre sulla rubrica Italians del c0rsera online