sabato, luglio 28, 2007

Vacanza a Viganella



La prossima settimana un breve soggiorno di relax. Sarò in questo agriturismo con l'amico David Racah e la sua famiglia. Insieme cercheremo anche di fare Crescita Personale...ovvero lavoro sullo spirito. La montagna aiuta. Ecco la foto del luogo: Viganella provincia di Verbania nella Val Antrone. Arrisentirci presto

mercoledì, luglio 25, 2007

Conti Correnti Bancari

Avevo la firma per due conti correnti di due associazioni di volontariato culturale, su due diverse banche; ebbene sono finiti in ‘rosso’ in poco tempo perché non avendo depositato nuove somme per rimpinguare il conto, i costi di mantenimento chiesti si sono mangiati tutto quello che c’era depositato e non solo alla fine abbiamo dovuto pagare anche salato per chiuderli: rientrare dal rosso, con interessi che dovrebbero fare arrossire ancora di più.
Quando si va in una banca per aprire un conto corrente ti accolgono sorridenti prospettando molti ‘benefit’, che poi si rivelano niente nei confronti delle spese di gestione, ho notato che minimo sono 14 euro al mese, più tutti gli addebiti che si pagano: ti mandano una lettera? Paghi il bollo; fai un pagamento? Paghi la commissione; fai un versamento? Paghi il servizio…paghi sempre e quello che pensi ti sia dato gratuitamente sono illusioni.
L’Antitrust ci ha da tempo informato che le banche italiane sono le più care d’Europa. Non è una novità. Si sperava che l’ingresso in Italia delle banche straniere calmierasse un po’ la situazione invece? Oggi abbiamo anche la conferma dell’ Adusbef che per le famiglie i costi bancari superano in un anno i 500 euro. L’aumento in due anni e’ del 25%. L’Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari e Finaziari passando in rassegna gli avvisi commerciali delle banche sulla Gazzetta Ufficiale, ha calcolato che un conto con 11 operazioni mensili può arrivare anche a 503 euro di spese. L’Adusbef denuncia un aumento dei tassi attivi e una contemporanea diminuzione dei tassi passivi applicati sui depositi.
Cosa possiamo aspettare ancora?

venerdì, luglio 20, 2007

20 luglio 2007

Reduci? Direi tenaci resistenti nel nome della giustizia e della verità: questi sono i manifestanti che si incontrano alla manifestazione di Piazza Alimonda a Genova il 20 luglio 2007.
Lo scenario è sempre lo stesso da 6 anni e si ripete ancora come un rito fisso; 6 anni a chiedere giustizia e verità. Per questo bisogna dare atto alla tenacia di persone come i genitori di Carlo Giuliani, di Peppino Coscione ed altri del Comitato Piazza Carlo Giuliani.
Dopo il corteo, partito dallo stadio Carlini, i partecipanti si sono radunati in Piazza Alimonda e stesi gli striscioni, nel punto esatto della piazza, dove è stato assassinato Carletto, si è atteso le fatidiche 17,27: ora della sua morte. Due minuti di silenzio interrotti da Haidi Gaggio Giuliani, la madre ora senatrice per il Partito della Rifondazione Comunista, con un discorso breve ma intenso a testimoniare il senso di questa continua manifestazione, nata non solo come ricordo ma anche momento di ricerca di verità delle tante morti che restano senza colpevoli e mandanti. Le ultime morti di giovani rammentate sono quelle di Renato Biagetti e Federico Aldrovandi.
Haidi Giuliani grida: ‘Ya Basta! Fermiamo la spirale perversa della china del mondo. Meno mercato. Basta correre dietro alla ricchezza. Ricchi che vogliono essere ancora più ricchi’.
Subito dopo riprende a cantare Alessio Lega,
che è diventato il cantautore ufficiale della manifestazione. Il palco è un camion della Compagnia Unica portuale, sopra di esso diversi musicisti e cantanti - Casa del Vento, Orchestrina del Suonatore Jones, Cisco, Guido Foddis - hanno fornito la colonna sonora e scandito i tempi del programma. Tutto tranquillo.
Finita la manifestazione, dopo una ‘bella ciao’ cantata da tutta la piazza, un corteo spontaneo e non autorizzato si è diretto verso la Questura centrale di via Diaz. Slogan e richieste di verità e condanna dei comportamenti repressivi della polizia hanno chiuso la parte di questo pomeriggio. La sera di oggi 20 luglio 2007, vedrà altri appuntamenti. Non tutti. Il calendario dura fino a domenica 22 luglio e prevede video, cene, dibattiti, fiaccolata e torneo di calcio…tutto per stare insieme in modo costruttivo e tenace! Si, c’è una sana resistenza che continua.

mercoledì, luglio 18, 2007

Oggetti persi

E’ bastato lanciare, ai lettori di Repubblica online, il messaggio di segnalare gli oggetti introvabili, che in poco tempo sono arrivate più di mille risposte. La rubrica interattiva ‘Oggetti che non si fanno più
è così diventata un resoconto nostalgico di prodotti che mancano, ricordano l’infanzia ed un passato che sembra molto distante, invece per la maggior parte è solo di venti anni fa.
Per la maggior parte gli oggetti segnalati riguardano prodotti di consumo, tipo il ghiacciolo califfo color turchino, quello ‘topless’ alla menta, ripieno di panna e ricoperto di cioccolato. I ghiaccioli segnalati sono un bel numero: ci sono quelli al tamarindo, gli Split alla frutta banana e cocco; i gelati come la Coppa Smeralda o il Camillino dell’Algida. Altri oggetti ricordati sono il Commodore 64, il Sinclair ZX81 e l’Amiga: gli antesignani dei computer odierni. Non si dimenticano, e forse si desidererebbero ancora bere, le bibite del passato: la spuma nera, l’idrolitina, il Chianti Ruffino, ‘capsula blù’, in fiasco da 2 lt, il Rossoantico, il Cambusa One l’amaricante, il Nano ghiacciato (uno spumante in piccole bottiglie), la gassosa –che in verità fanno ancora- e anche tutte quelle bevande con il ‘vuoto’ a rendere. Per le auto, oltre a quelle di color beige, si preferisce ancora la vecchia Fiat ‘500’ alla nuova; altri rivorrebbero la Renault4 o semplicemente auto con i paraurti, per il predellino forse si chiederebbe troppo. In materia di moto si ricorda il Dingo della Guzzi, il Ciao, Il Califfone, che se si fermava sapevi dove mettere le mani…
Per i sentimentali manca il panino in mezzo alla strada di pomeriggio, mentre si giocava a pallone. La Olivetti Studio 44, bella e robusta per scriverci densi romanzi d'avventura: che a differenza della Lettera 22, buona giusto per un curriculum vitae o una letterina di presentazione, andava veloce come un treno, senza finire sul pavimento ad ogni ritorno a capo. L'Eskimo degli anni 70, quello verde che avevano tutti: e' sparito. I reggiseni con lo sgancio facile. Le tessere del partito comunista italiano. E poi la coccoina, quella colla profumatissima nel barattolo di latta col pennellino al centro...Tonino Carino da Ascoli, l'Ercolino sempre in piedi della Galbani e la rivista Cuore di Michele Serra.
C’è una sfilata per i musicanti -tutti scomparsi, come il mangiadischi-: Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, John Lennon, Brian Jones, Syd Barret, Otis Redding, Buddy Holly, Demetrio Stratos, Miles Davis, Kurt Cobain…
A quelli più romantici, in fondo manca solo la mattina di Natale, il congiuntivo, la lingua italiana e il mondo prima di Berlusconi. Ve lo ricordate?
Un capitolo a parte merita lo shampoo, si segnala il DOP all'uovo, che sembrava zabaglione; io rammento lo shampoo alle ortiche o al catrame per capelli grassi, che risolvevano il problema alla radice: non crescevano più. Né grassi né magri. I capelli rimanevano stecchiti. Lo shampoo Rilux della Palmolive, invece faceva luccicare i capelli, ma chissà cosa c'era dentro. Altre teste. Altri tempi…e allora? Niente rimpianti per favore! Ma il mondo è davvero cambiato.

martedì, luglio 17, 2007

Amori e amanti

L’argomento è amori e amanti. Risponde nella videochat del 5 giugno 2007, su Corsera online, Gianna Schelotto;
risponde a ‘farfallina’ e ad ‘io tra di voi’: due casi emblematici della figura di amanti e per ognuna la stessa risposta. Alla base c’è la mancanza di una interrogazione verso di sé, il rispetto di se stessi, l’autostima e l’amore. Masochismo e dipendenza psicologica, difficoltà di emancipazione ed espiazione…sono parole ‘chiave’; si comprende che molti amori si reggono su relazioni complementari, che coprono la difficoltà di dialogo con se stessi. L’autostima poi non si inventa, serve l’introspezione, imparare a porsi domande. Ascoltarsi.
Si prosegue con altre domande: Che differenza c’è tra moglie e amante? Cosa divide questi tipi di amore? Continuano le risposte: Amanti e mogli/mariti si assomigliano molto, così alla fine si ripetono gli stessi modelli. Le dinamiche continuano. Allora cos’è meglio? Sentirsi vivi come amanti o essere relegati in un angolo come mogli/mariti? Anche qui in fondo scopriamo che l’amante vorrebbe essere la moglie o il marito. Storie che si ripetono. Quello del menage a tre è un meccanismo che pare fermare il tempo. Storie simili, sempre uguali anche nelle diverse epoche. E’ possibile che da quelle formule, considerate amore, non si evolva?
Per la psicoterapeuta Gianna Schelotto, i meccanismi psicologici si chiamano: autoaccecamento, assunzione di ruoli di vittime o salvatori. Il bisogno d’amanti è spesso un scorciatoia per trovare una soluzione alla crisi del matrimonio: non si vuole affrontare la crisi. La trasmissione video, di circa mezz’ora, è istruttiva; si comprende che chi scrive sono soprattutto donne, e la parte di amante è sostenuta più da loro. Per i maschi è difficile abbandonare la famiglia, preferiscono trascinare una relazione in crisi e cercare amori esterni. Gli uomini in sostanza si barcamenano meglio, e si interrogano in sostanza sulle donne invece che su di sé.
La donna invece ricerca relazioni più chiare, anche se poi subisce ancora dipendenze umilianti. Chi chiede dei consigli solitamente cerca risposte assolutorie. Mi è piaciuta la risposta, di Gianna Schelotto, alla domanda di perché una donna cerchi sempre uomini sbagliati: ‘Gli uomini sbagliati non si cercano, si trovano’. Questo però è uguale anche per gli uomini in cerca di donne. Che dire: un forum su ‘corsera online’ istruttivo.

lunedì, luglio 16, 2007

Che fatica essere cattivi

E’ difficile e complicato per l’uomo fare il cattivo. Usare il male richiede uno sforzo davvero immane; continuare ad esercitare odio e malignità non lascia tempo per il sorriso. Usando invece la cortesia e la gentilezza, la vita potrebbe diventare semplice e gratificante.
In verità tutte le religioni insegnano il bene e la bontà; quindi a vedere i risultati, noi non ne abbiamo bisogno di nuove: si dovrebbe solo continuare ad insegnare il rispetto e la compassione per gli altri. Su questa base si possono stabilire relazioni con il prossimo che portano all’amicizia e all’aiuto reciproco.
Le relazioni basate sulla sincerità, sulla parità, sull’empatia e forme d’affetto, possono offrire un aiuto che neanche immaginiamo: servono a superare momenti difficili; momenti che anche noi abbiamo attraversato e che abbiamo forse dimenticato. Condividere una esperienza diventa importante.
Pensiamoci. Siamo tutti in un certo senso dei malati terminali, eppure non ci diciamo che potremo vivere bene. Non ci diciamo che ce la faremo a cambiare. Questo lo dobbiamo imparare. Per fare ciò non ci basta la saggezza del mondo: quella racchiusa nelle tradizioni, nelle religioni e negli uomini illuminati.
Noi abbiamo bisogno di trovare dentro di noi quello che abbiamo già. Dobbiamo inoltre ricordarci che non esistono domande stupide, ma solo le risposte sono stupide. Non esistono problemi ma soltanto indecisioni…sì, perché esistono le soluzioni. Insieme si potrebbe aggiungere che non esistono sbagli, ma solo esperienze.
Tutto semplice? Si, le grandi cose, come le grandi scoperte, contengono tutte l’essenza del problema che è sempre a portata di mano…di pensiero. Semplice.

giovedì, luglio 12, 2007

Il berlusconismo continua

Quando si afferma che il berlusconismo non è finito, si dice bene. Non è un caso che Berlusconi ha rischiato di vincere nuovamente. Nella società italiana, dove hanno successo i ‘tronisti’ e le ‘veline’, dove la cronaca giudiziaria si mischia al gossip, con Corona e Lele Mora, il berlusconismo continua. Continua anche senza Berlusconi. E’ chiaro che il ventennio, iniziato con il craxismo e proseguito con gli ‘yuppy’, l’edonismo e il rampatismo affaristico, non è finito.
Giusto 20 anni fa Craxi guidava un governo pentapartito, e per un accordo doveva lasciare la carica di Presidente del Consiglio a favore di De Mita. Ma Craxi non voleva mollare, allora la Democrazia Cristiana gli toglierà la fiducia per cui dopo le pantomime di molti incarichi a formare un nuovo governo, si va alle elezioni a giugno. I risultati indicheranno ancora una situazione paludosa, ma si stanno affacciando sulla scena due partiti di ‘protesta’: la Lega Veneta e quella Lombarda che riesce ad eleggere un senatore, Umberto Bossi. Ci sarà dopo il governo presieduto da uno sconosciuto Giovanni Goria, che sembrava uscito da un cappello a cilindro di prestigiatore.
Il governo in 227 giorni darà tre volte le dimissioni…mentre nelle piazze i pensionati protestavano contro la riforma delle pensioni che prevedeva tagli. (Sic!).
I socialisti continuavano a battibeccare con i democristiani e la politica dei partiti dimostrava tutta l’insipienza possibile. Si diceva che si aveva bisogno di ‘decisionismo’, nel frattempo iniziavano ad esplodere gli scandali delle tangenti: le Carceri d’oro e le Lenzuola d’oro. Intanto si faceva una legge sulle TV, chiamata Mammì, che istituzionalizzava le tre reti televisive di Berlusconi. Dopo poco cadrà il Muro di Berlino, simbolo della guerra fredda e della divisione in due blocchi del mondo. Tutto cambierà. La politica sembrava impazzita e un degrado vistoso la attraversava. Lo scandalo di Tangentopoli ne evidenzierà tutti i mali.
Ed eccoci qua con nuovi partiti e nuovi scandali; per l’Italia continua il degrado della politica, anche con la ‘discesa in campo’, di cosiddetti nuovi protagonisti, che sembrava prendessero in mano direttamente quello che delegavano ai rappresentanti dei vecchi partiti. Cosa ci aspettiamo ora? Semplicemente una riforma della politica con una legge elettorale che aiuti a formare maggioranze chiare, eliminando tutti i partitini che con i loro veti condizionano l’azione di governo. Soprattutto bisognerebbe dare alla politica e ai politici il senso di una funzione di servizio, che garantisca, come in tutti i paesi democratici, un ricambio continuo degli uomini che la svolgono. Può darsi allora che senza vecchi berlusconi, cambino anche i coglioni…

venerdì, luglio 06, 2007

La nuova Fiat '500'

La mia prima macchina fu una Fiat ‘500’. Dopo passai in un crescendo di cilindrata, che segnalava anche l'elevazione di capacità a far fronte maggiori debiti, alla 850 e alla 128 - che era una 1100. Cresceva con la cilindrata anche la società, le autostrade, l'inquinamento, lo smog e la ricchezza. Crescevo anch'io. Quasi una vita, si potrebbe raccontare con le auto; d'altronde la mia generazione, quella del dopoguerra, è la generazione che ha dato concretezza al sogno di Henri Ford di dotare tutta l'umanità di un motore a scoppio, e con questo dargli una nuova dimensione di libertà e autonomia.
La ‘500’ ha rappresentato un vero simbolo generazionale: chi non ha guidato la ‘500’? Chi non ha imparato a fare la doppietta? Chi non ha fatto l'amore in ‘500’? Già l'amore in ‘500’...La verità è che tutto il Kamasutra fu sperimentato nella ‘500’.
Ora riappare a distanza di tantissimi anni una nuova Fiat ‘500’; avrebbe potuto essere un’auto davvero innovativa, ecologica, con una tecnologia che superasse il motore a scoppio: le auto odierne avranno tutte poca vita. Il petrolio, con l’ingresso nella scena mondiale di India e Cina, che inseguono i canoni di vita occidentali, si esaurirà presto o comunque non sarà più a prezzi sostenibili per l’economia.
A proposito se la Cina entrerà sul nostro mercato, con modelli simili a questa nuova ‘500’ Fiat, ecco che la modesta scommessa della ‘nostra’ sarà già persa: un nuovo motore ecologico sarebbe stata la vera sfida.
Una nuova ‘500’, che ci aiutasse a muoverci ad aria compressa, ad idrogeno o ad esempio con l’elettricità e altre fonti energetiche alternative, rappresenterebbe davvero una svolta; sarebbe stata ancora, quello che rappresentò per me 40 anni fa, il numero di una nuova era. Peccato che non sia così.

giovedì, luglio 05, 2007

Commedia italiana

La storia segnerà i 2 anni trascorsi come i più incredibili per le istituzioni italiane. Nel 2005 e 2006 è successo di tutto: Il governatore di Bankitalia, Fazio indagato; lo scandalo del calcio con la combriccola di Moggi; Vittorio Emanuele in carcere per prostituzione e affari, al margine di ricatti e vallette ‘incoronate’ –si fa per dire- da Fabrizio Corona con vari personaggi di contorno; l’ex ministro della Sanità, Storace, accusato di aver fatto spiare illegalmente suoi avversari politici; i furbetti della finanza: Giampiero Fiorani, Giovanni Consorte, Stefano Riccucci, Francesco Gaetano Caltagirone e Danilo Coppola indagati per reati vari…ma soprattutto, e non dulcis in fundo: il duo Pollari-Pompa. Sì, Nicolò Pollari e Pio Pompa: il capo degli agenti segreti e la sua ombra. Da aggiungere poi anche il giornalista Renato Farina, vicedirettore di “Libero”, agente Betulla per il Sismi, che spiava colleghi, magistrati, poliziotti e finanzieri, per ambizione e danaro.
Nicolò Pollari lo troviamo comunque vicino o perfino dentro tutte le vicende che hanno sconquassato l’Italia; anche al centro delle più controverse storie di terrorismo internazionale di matrice fondamentalista: dal sequestro abusivo dell’Imam Abu Omar, della moschea milanese di via Quaranta, alla discussa conduzione delle trattative per liberare gli italiani sequestrati dai terroristi in Iraq e in Afganistan.
Ma cos’è tutto questo? Un’escalation parossistica che non può essere casuale. Di fatto l’Italia è stata delegittimata su più fronti agli occhi degli osservatori internazionali. A pensarci bene tutto risponde ad un canovaccio della commedia dell'arte. Come si poteva chiamare l’ombra del capo dei servizi segreti se non Pio Pompa? E gli altri agenti segreti inquisiti? Mario Scaramella, Maurizio Broccoletti e Michele Finocchi? E per la serie nomen omen, chi potevano fare capo della polizia se non uno che si chiama Manganelli? Gli italiani sono decisamente dei burloni.
Certo che la cosa però è seria. La classe politica tutta, con Berlusconi in testa, rappresenta bene questa commedia italiana: sono gli attori e registi di un teatrino i cui spettatori stanno fuggendo. Le ‘stronzate’ a questo punto non sono termini giovanili usati da settantenni compulsivi; ma fatti di costume che perpetuano dei Pulcinella.

lunedì, luglio 02, 2007

Lhasa de Sela

Era da un po’ che mi frullava in testa una canzone. L’avevo ascoltata tempo fa perché incuriosito dalla sua citazione nel libro di Claudia Priano, ‘Cose che capitano’. Come la canzone anche l’autrice Lhasa de Sela mi era sconosciuta e così ora ho avuto l’occasione di ascoltare tutto un disco: La llorona.
Il filo narrativo del disco deriva da una leggenda azteca, secondo la quale la Llorona, figura fra mito e tradizione popolare, vaga sconsolata per il Messico, destinata a perpetuare il suo dolore in eterno, cantando le sue drammatiche gesta di madre assassina ed iraconda.
Questo cd, del 1998, è un misto di generi etnici e blues; ma quello che spicca è l’interpretazione: a tratti ricorda l’icona messicana Chavela Vargas, di questa forse non ne ha la voce potente e pastosa, però passa l’emozione forte, corposa e sensuale. La llorona è uno dei rari casi di dischi ispirati che vanno oltre il tempo della loro pubblicazione. Se vi capita di ascoltarlo capirete.
Lhasa de Sela è una cantante canadese che vive a Montreal, ma la sua specificità l’ha trovata nelle origini del padre messicano: le sue canzoni in spagnolo esprimono meglio la sua dolcezza e forza comunicativa. Ascoltate ad esempio El desierto Alcuni link per ascoltarla li segnalo subito: De cara a la pared:
Con toda palabra:
Floricanto;
La frontera.
Nel 2003 ha pubblicato in suo nuovo lavoro “The Living Road”, ricco di influenze musicali, arrangiato con rara raffinatezza e interpretato in maniera magistrale in lingua spagnola, francese e inglese.
Ascoltate ad esempio in francese, La Confession ed in inglese, Anywhere on this road…e se non vi piace subito perseverate. Vedrete.