sabato, agosto 30, 2008

Essere cristiani oggi

Essere cristiani in questa società è una stravaganza. Essere cristiani nella società berlusconiana e leghista è un paradosso. Ma come si può sostenere di essere cristiani invocando misure contro gli immigrati, i rom e gli stranieri ecc.? Se poi si parla di chiesa cattolica, di istituzione religiosa, il cristianesimo diventa ancora di più un artificio.
La chiesa che sostiene sia una eutanasia non alimentare più artificialmente dopo 16 anni un corpo che non ha più relazioni con niente, è cristiana? Magari insegna che il sacrificio di Cristo è stato giusto per la nostra salvezza, per cui la pietà la prova dopo, ma per noi la pietà possiamo invocarla prima? Una chiesa che non cerca più la dignità di una vita, e che di questa ne fa un mero principio quantitativo, che cosa indica?
Essere cristiani in questa società è davvero difficile e insieme quasi inutile: come dare perle ai porci; come regalare saggezza a chi non vuol sentire.
Dogmi e preti, catechesi e teologia lavorano tutti per disegnare un Dio ridicolo. Quel Dio non è il nostro, quello che si può sempre incontrare nei nostri cuori facendo silenzio e dove con umiltà si può ascoltarlo. Provate e sentirete che dice cose molto diverse dai Papi, dai potenti e da quelli che si ostinano a chiamarsi credenti.

sabato, agosto 23, 2008

Il piccolo fascista

Famiglia Cristiana il settimanale cattolico più venduto in Italia, denunciava nel numero passato un pericolo fascista nella società italiana e insieme il governo che era su quella stessa strada…niente di anormale; si potrebbe dire che il pericolo avvertito da quel giornale è sempre ben presente: per cui è facile cadere in un regime fascista senza grandi scossoni.
Voglio ricordare che il fascismo, come il nazismo, non sono solo fenomeni politici ma anche il disperato tentativo di fermare la capacità dell'uomo di andare oltre il presente e prefigurare un mondo migliore. In tutti noi c’è un ‘piccolo fascista’ ed è rappresentato dalla parte più arcaica: è la forza della conservazione, quello che ci tiene legati al sangue, alla tribù; a quella fame che doveva essere ingordigia, a quella violenza che è anche crudeltà. E' il piccolo fascista che ci impedisce di crescere e ci spinge a cercare un papà duce.
Il fascismo è un partito che trasversalmente è sempre presente in politica; lo si riscontra spesso nel perbenismo, in certe mentalità, tipo di educazione e assunzione di ruoli dove si recitano copioni che non ci vogliono ne soli, ne adulti, ne responsabili.
Piero Gobetti, giovane antifascista liberale, assassinato nel 1926 a Parigi a 25 anni, sosteneva con ragione che il fascismo è la biografia dell’Italia. Per questo non dobbiamo ritenerci immuni mai. Oggi che con lo spauracchio degli immigrati e l’agitarsi del bisogno di ‘sicurezza’, questo piccolo fascista può esplodere come una psicologia di massa.
La comparsa di chi assume su di sè tutte le proiezioni collettive l’abbiamo, e con facilità potrebbe presentarsi come un nuovo duce. Certo che il fascismo non si presenterà con vecchi gagliardetti, camice ritinte o proclami…magari si farà vedere con una scopa in mano, campione della pulizia, come una volta qualcun altro con un fascio di grano davanti alla trebbiatrice a dare il via alla mietitura...magari non ci sarà una divisa d’orbace e quella potrà essere anche un semplice vestito blu con cravatta regimental…ma il fondo illiberale e totalitario tornerà ad opprimerci.
Voi chiamatelo come volete. Io continuo a chiamarlo fascismo.

mercoledì, agosto 20, 2008

‘Perché non posso non dirmi comunista’ di Mario Alighiero Manacorda


‘Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)’ è un libro dello scorso anno di Piergiorgio Odifreddi, il matematico impenitente e scrittore divulgativo di logica scientifica, che richiama nel titolo un libro dell’anno 2000 di Mario Alighiero Manacorda: ‘Perché non posso non dirmi comunista. Una grande utopia che non può morire’. Mentre il libro di Piergiorgio Odifreddi è un aiuto a superare il fondamentalismo religioso, quello di Mario Manacorda risulta utile invece a ritrovare l’adesione ideale ad un progetto di società che è entrato profondamente in crisi.
Il piccolo libro di Mario Alighiero Manacorda, giovane vegliardo novantaquattrenne, ex docente di pedagogia e storia della pedagogia nelle università di Cagliari, Viterbo, Firenze e Roma, illustra le ragioni della sua adesione all’idea comunista: una utopia che conserva tutta la sua capacità di riscatto economico, morale e spirituale del mondo.
Mario Alighiero Manacorda resta insieme a Pietro Ingrao uno dei due grandi vecchi del comunismo italiano. Le passioni non invecchiano e i due continuano a testimoniare gli ideali comunisti per cui si sono battuti tutta la vita mantenendo giovane con il cuore anche la mente.
In un momento di grave crisi del pensiero comunista, dove i partiti che si richiamano a quella società stanno sparendo, o cambiando radicalmente le loro finalità come la Cina, Manacorda continua a dichiararsi comunista e a testimoniare il significato di questa scelta guardando al passato, quando il comunismo ha rappresentato le speranze secolari di milioni e milioni di uomini in tutto il mondo, con l’obiettivo di emanciparsi e uscire dalla schiavitù ed ignoranza.
Il fallimento dei socialismi reali, e la loro scelta rivelatasi perdente, non ha fatto venire meno l’obiettivo di riprovare a costruire una società comunista che rimetta in campo i suoi valori. Potrebbe nascere sotto altri nomi o altre bandiere ma quei motivi saranno sempre gli stessi.
Carlo Marx e Antonio Gramsci sono i pensatori che hanno guidato il ragionamento di Mario Alighiero Manacorda:
Il pensiero filosofico e storico di Carlo Marx è sempre attuale e secondo Manacorda rivivrà nelle aspirazioni dell’uomo per creare quel mondo più libero e giusto che dia una misura di umanità al proprio destino: ‘E se considero il l’assetto che abbiamo ricevuto dalla natura, che è, come per tutti i viventi, il destino di una continua lotta per la sopravvivenza; continuo a sperare che l'uomo possa passare a una gioiosa gara per la convivenza. E anche per questo non posso non dirmi comunista’. (pag. 71)
Per quanto riguarda Antonio Gramsci, invece commenta: ‘Ogni acquisizione logica e morale, di vita civile, non è innata, ma da apprendere attraverso un adeguamento o conformizzazione agli aspetti più elevati della civiltà storicamente raggiunta: solo così ciò che si acquisisce attraverso l'esperienza diventa una ‘seconda natura’ e la necessità diviene libertà. Anzi, questo della «seconda natura», da conquistare attraverso l'educazione, è anch'esso tema ricorrente in lui. Significa che il cucciolo ‘naturale’ dell'uomo deve faticosamente entrare in quella seconda natura che è la storia’. (pag. 84)
Carlo Marx, il comunista per antonomasia, in questa analisi lucida e profonda, ma mai retorica, diventa liberale, diventa il ‘Macchiavelli del proletariato’, umanista, spiritualista, antistalinista. Per questo non è possibile, secondo Manacorda, non riconoscersi comunisti. Ognuno a modo proprio, nonostante le etichette che ciascuno di noi si dà o riceve dagli altri, accidentali e approssimative. Nella riscoperta del valore etico-politico troviamo le ragioni del suo impegno; ragioni ancora valide e forti per tutti quelli che ancora si vogliono professare comunisti. Tutto questo rigorosamente e originalmente ancora valido oggi come ieri.
Ecco il link dove potrete ordinarlo se non lo trovate in libreria:

lunedì, agosto 18, 2008

Guerra in Georgia

Tutti hanno visto come Vladimir Putin racconti bugie sullo stato della guerra in Georgia: la parola d’ordine sembra quella di annunciare il ritiro, mentre le truppe russe avanzano per occupare militarmente tutta la Georgia. La questione è drammatica e il governo italiano, con a capo l’amico barzellettiere ufficiale di Putin, e bugiardo anch’esso per antonomasia, sta a guardare e comunica che c’è stato uno scambio di telefonate con Putin. Ma per raccontarsi cosa? L’ultima su Pierino? Certo che la considerazione di Putin per Belusconi si è notata tutta: una bella risata in attesa anche di una manata sulle spalle. ‘Mi fai sempre ridere, amico Silvietto. Tu si che mi capisci, altro che Bush che fra poco non sarà più presidente. Tu sei un amico sempre in piedi…’: questo è quello che verosimilmente può avere risposto Putin all’amico di ribotte Silvietto.
In fondo poi gli italiani se ne fregano della Georgia e di Putin. Loro hanno votato alla grande Berlusconi per cui va bene tutto. Lui li rappresenta bene: una barzelletta, una pacca sulle spalle, qualche commento sulle donne e via a far ribotta e insieme qualche affare. Oggi va così. Per fermare Putin occorrerà un intervento deciso dell’Europa seria.

venerdì, agosto 15, 2008

Estate dei divieti

La prima estate del quarto governo Berlusconi si è caratterizzata per la sfilza di divieti attuata dai sindaci in base al decreto governativo sulla sicurezza che gli conferisce i poteri di ‘sceriffi’.
Così le proibizioni non si sono fatte attendere e ognuno ha trovato un suo modo di intendere la sicurezza.
Volete qualche esempio?
A Lucca è proibito far fa mangiare ai piccioni: può costare fino a 500 euro di multa. A Eboli c’è la stessa cifra di multa per le effusioni amorose in auto. A Genova non si può passeggiare con una bottiglia di bevanda alcolica in mano, tra i carruggi del centro storico. A Lavagna multa di 250 euro a chi si avvicina alle prostitute. A Forte dei Marmi, cuore della Versilia chic, è vietato tagliare l'erba nel weekend o nelle ore pomeridiane. A Positano e Capri è vietato camminare con gli zoccoli. Troppo rumorosi. In alcune spiagge non si può abbandonare il telo mare per prenotare il posto. A Viareggio è proibito appoggiare i piedi sulle panchine sulla passeggiata del lungomare a qualsiasi ora del giorno. A Voghera invece non ci si può sedere dopo le 23. A Novara, vietato sostare in più di due persone nei parchi pubblici dopo le 23.30. Multa da 25 euro a 500. Niente massaggi da personale ambulante sui litorali toscani e romagnoli. Multa da 2 mila euro a 10 mila. Ad Eraclea, Venezia, è vietato anche costruire castelli di sabbia, perché ostruiscono il passaggio ai bagnanti e non si possono scavare buche.
A Mintumo, Latina, non si possono usare i risciò a pedali sul lungomare nei fine settimana di luglio e in tutto il mese di agosto. Multa 500 euro
Proibiti i massaggi in spiaggia, richiedere l’elemosina in centro città, fare volantinaggio in spiaggia…
Mi fermo qui poiché chissà ancora quanti divieti si aggiungeranno a questi elencati. La cosiddetta ‘tolleranza zero’ è certo che soprattutto abbassa l’intelligenza.
Buon ferragosto

domenica, agosto 10, 2008

La comunicazione rispettosa

Una peculiarità degli esseri umani è di essere dotati di un sistema di comunicazione meraviglioso con cui possono dare espressione ai pensieri della mente e descrivere in dettaglio la loro percezione del mondo. Il linguaggio e la sua ricchezza è senz’altro quello che ci contraddistingue dagli altri animali. Noi umani abbiamo sviluppato, attraverso millenni di storia ed evoluzione biologica del cervello, un linguaggio così vario e complesso che è capace anche di costruire la realtà. Il linguaggio umano nelle diverse interazioni è in grado di suggestionare la nostra mente creando scenari nuovi e permettendoci di vivere vite diverse.
Questo nostro linguaggio è un potente mezzo che ci rivela e rende possibile il nostro benessere come il malessere. Grazie al linguaggio siamo perfino arrivati a curarci e grazie alla comunicazione assertiva possiamo migliorare la qualità della nostra vita. Sembrerebbe una cosa da poco e invece è molto. Ad esempio ringraziare, fare agli altri quello che ci aspettiamo, usare le parole giuste, sono comunicazioni che innestano catene di positività e fanno vivere bene. Spesso invece per conformismo tendiamo a giudicare e classificare gli altri ponendoli in categorie precise: stupido, cattivo, bravo, incapace, ecc. Con queste gabbie ci imprigioniamo da soli; sappiamo invece che ognuno non può identificarsi con quel giudizio e categoria.
I personaggi politici sono in buona parte un esempio di comunicazione negativa: quelli che scaricano frustrazioni, ambizioni, inimicizie, odi e vendette danneggiano loro stessi e non convincono nessuno.
Un altro aspetto che denota il livello di società è la qualità del linguaggio: l’appiattimento dei discorsi, dei contenuti e della forma accompagnata spesso da parole volgari, denigranti e improprie rivela il punto basso in cui ci troviamo.
Esempio: potremo trovare forme di sfogo senza danneggiare qualcuno? Senza mandare ogni volta a fanc… il prossimo?
Altro esempio è l’uso dell’avverbio: assolutamente. Avete sentito come e quanto viene usato? Ultimamente si sente spesso dire ‘assolutamente si’, ‘assolutamente no’ o ancora ‘assolutamente’ e basta. Così, da solo, che non vuol dire nulla. Questo avverbio diventa l’elemento di camuffamento delle nostre debolezze…abbiamo sempre meno certezze e posizioni assolute, eppure vogliamo far sapere che assolutamente noi siamo quelli che dichiarano –magari dopo un ‘voglio dire’ -quello che diciamo. Ahimé, senza alcuna consapevolezza.
Con tutta la ricchezza del nostro linguaggio purtroppo in questo momento storico ci troviamo nel piuttosto che e nel quant’altro, che vorrebbe sopperire tutto quello che noi facciamo intendere di sapere, ma che in realtà è davvero altro.

sabato, agosto 09, 2008

Guerra in Ossezia

Oggi leggiamo su tutti i quotidiani del conflitto in Ossezia…una regione della Georgia ai confini della Russia che chiede l’indipendenza. Sono molte le zone dell’ex impero russo, a noi spesso sconosciute, chiedono l’ autodeterminazione del loro territorio. Sono le numerose ferite che la caduta del regime sovietico ha messo allo scoperto. Conosciamo in molti la Cecenia per i gravissimi atti terroristici e per la lunga guerra che vede impegnata la Russia. Chi non ricorda la tragedia inumana di Beslan? Con il suo altissimo numero di vittime dell'odio, fra cui moltissimi bambini e ragazzini, è avvenuta in una delle tante Repubbliche che costellano le parti periferiche della Federazione Russa. Accanto alla Cecenia ci sono molte piccole repubbliche: Dagestan, Tartari, Cerkessia, Karelia (accanto alla Finlandia), Adigezia, Altaj, Buriati e anche l’Ossezia…regioni di cui sappiamo ben poco. Sì, l’Ossezia è divisa in Ossezia del nord –dove si trova Beslan- e Ossezia del sud che fa parte dal 1991 della Georgia. La superficie della regione è di 3900 Km², con appena 70.000 abitanti. L'Ossezia Meridionale si è dichiarata repubblica indipendente dalla Georgia nel 1992, senza però nessun riconoscimento ufficiale da parte di altre Nazioni; il capoluogo è Tskhinvali (40.000 ab.). Queste unità territoriali, assieme al Dagestan, formano l'estrema propaggine meridionale dell'Europa. Infatti i geografi situano il confine del nostro continente proprio lungo la catena del Caucaso; la Georgia, dunque, si trova già in Asia. E, particolare piuttosto curioso, l'Ossezia del Nord è in Europa, mentre l'Ossezia del Sud è in Asia. L'Ossezia del Sud si trova nella parte meridionale del Caucaso e presenta caratteristiche geografiche similari a quelle del nord con prevalenza montuosa. Le principali risorse economiche sono l'allevamento di ovini, l'agricoltura (mais, tabacco e legumi), lo sfruttamento forestale e l'estrazione mineraria (piombo, zinco). La maggioranza della popolazione fa parte dell'etnia degli Osseti, di ceppo europeo e di religione cristiana ortodossa, vi è inoltre una minoranza di musulmani.
Io ho conosciuto molti luoghi, molte nazioni, sconosciute che formavano l’ex Unione Sovietica leggendo Imperium di Ryszard Kapuscinki. Imperium, libro edito da Feltrinelli, raccontava lo sgretolamento dell’impero comunista che si è dissolto come neve al sole lasciando Stati, paesi, etnie, culture dimenticate a fare i conti con il loro futuro, ricominciando da un passato violentato e mai sopito.
Kapuscinski è stato molto abile a descrivere quella realtà sommersa dalla violenza, che riaffiorava come in una Babele di lingue, di culture e di rivendicazioni. Quello che si è consumato tra il 1986, anno dell’incidente di Cernobil, il 1989 anno della caduta del Muro di Berlino ed il Natale del 1992, quando con le dimissioni di Gorbacev, è la lenta e inesorabile agonia di un impero in profonda crisi, un regime che non trova più le energie per sollevarsi. Nel 1992 l’Urss cessa di esistere e nasce la CSI, la confederazione russa ovvero la Russia che raggruppa gli Stati dell’ex Unione sovietica eccetto 4 Stati: la Lettonia, la Lituania, l’Estoni e la Georgia.
Con questa guerra improvvisa, scoppiata in questi primi giorni d’agosto 2008, risulta sempre più chiaro che le ferite continuano a sanguinare. Ancora problemi di identità? Di semplice voglia di autodeterminazione? Certo è che viviamo un mondo che, in un quadro di cicli storici ondivaghi, tocca nuovamente un punto basso. Una brutta storia di regressione.

lunedì, agosto 04, 2008

The last lecture

La morte come una occasione per riflettere sul mistero della vita e insieme per apprezzare quello che ci viene dato. Un esempio chiaro c’è dato dalla testimonianza di Randy Pausch, un professore università di scienze informatiche alla Carnegie Mellon University in Pennsylvania, che aveva 47 anni, la tendenza al sorriso, la passione per i pelouches che si vincono al luna park, tre splendidi figli e un passato da progettista di realtà virtuale per la Disney.
L’occasione è stata data in una lezione universitaria denominata the last lecture che è tradizione presso la stessa prestigiosa università dove insegna Randy Pausch, che non l'ha fatto solo per caso; infatti egli ha dovuto prendere questo invito alla lettera: il discorso, a fine settembre dello scorso anno, per lui è stato davvero l'ultima. Randy Pausch è morto alcuni giorni fa.
La lezione è stata un atto di consapevolezza sulla sua ‘fine’, ma non per parlare della morte, ma per raccontare la vita. Così, in un aula davanti a 400 studenti, si è raccontato, senza commiserazione, armato di coraggio e ironia, deciso a ‘rinchiudere tutto me stesso in una bottiglia che poi i miei figli un giorno apriranno’. Per settantacinque minuti si è raccontato, ha fatto ridere il pubblico, lo ha commosso, ha parlato dei suoi sogni infantili, di come è cresciuto, di ciò che considerava giusto e di ciò che considerava sbagliato.
La sua vita era fatta di sogni coltivati nell’infanzia, una infanzia felice e dove crescendo scopre che gli impedimenti a sviluppare i sogni sono la prova per misurare quanto a quei sogni credeva. Dopo aver sbattuto davanti a dei rifiuti, lui è riuscito a lavorare per la Disney, come aveva sognato visitando un parco disneyland da bambino. ‘Non è vivendo più a lungo che si batte la morte, ma vivendo bene e realizzandosi pienamente’: questo è il messaggio che ha voluto lasciare soprattutto a tre persone: i suoi figli.
A questo link troverete, sottotitolato in italiano, la sua ultima lezione.

domenica, agosto 03, 2008

Frasi e aforismi per divertirsi un po'


Era tanto aggressivo e arrogante che sulla tomba fece scrivere: ma che cazzo guardi?
Tra le tombe ne ho vista una con su scritto: ‘Ve l’avevo detto che stavo poco bene’.
Tutti gli anni mia madre faceva il tacchino al forno: un’imitazione di merda.
Mia sorella nella vita ha conosciuto alti e bassi...e se li e' sempre fatti tutti.
Sono stato in banca per dare un'occhiata ai miei risparmi. Ho scoperto di avere tutto il denaro che mi serve. Se muoio domani.
Le conversazioni dal parrucchiere sono la prova inconfutabile che le teste sono fatte per i capelli.
La Natura è fantastica. Un miliardo d'anni fa non avrebbe mai sospettato che noi avremmo portato gli occhiali, eppure ci ha fatto le orecchie!
Vorrei morire ucciso dagli agi. Vorrei che di me si dicesse: "Com'è morto? Gli è scoppiato il portafogli".
E' sbagliato giudicare un uomo dalle persone che frequenta. Giuda, per esempio, aveva degli amici irreprensibili.
Non prendere la vita troppo sul serio, comunque vadano le cose, non ne uscirai mai vivo...
Ho mandato a fare in culo Fanfani, Andreotti, Craxi, tutti schiattati o quasi, schiatterà pure tu Silvio…il guaio che ritornano sempre tutti sotto mentite spoglie.
A.A.A. Cercasi ragazzo di razza, perché BASTARDO l'ho già avuto!