domenica, dicembre 28, 2003

La mia gatta compie 20 anni

La mia gatta compie 20 anni e rapportati con quelli umani ne compirebbe circa 80. Ieri le ho parlato come ad una persona, d'altronde dopo tanti anni vissuti accanto, lei è di famiglia e capisce tutto, specialmente i miei suoni, posture, movimenti e accenni. Così sedutogli davanti e guardando i suoi occhioni gli ho detto:
"Cara Rosy sei sempre bella, la tua pelliccetta è sempre in ordine ed i colori mi sembrano gli stessi; vedo però che ti muovi meno e fai fatica anche a salire sulla seggiola, sei diventata più piccola, sei rinsecchita, le tue zampe sono divenute instabili, perdi le unghie e mi è parso di vederti sbandare, tutto come noi poveri umani. Poi dormi sempre di più e questo a differenza di noi che invecchiando dormiamo meno, per un inconscio allontanamento della morte rappresentata dal sonno.
Cara vecchietta Rosy, ricordo che quando eri piccola saltavi dappertutto, su tavoli e finestre, poi arrivavi nei tuoi giri indagatori attraverso i giardini, fino alla strada ed io temevo per te: per le auto e moto che potevano investirti e uccidere. Spesso un tuo miagolio mi salutava al ritorno a casa già fuori il portone e entravi correndo con me aspettandoti che dalla spesa uscisse qualche nuova prelibatezza; per questo ora non hai perso l'appetito e senti sempre il bisogno di novità ma mangi meno e preferisci qualche carezza in più.
Ora al mio rientro ti trovo al solito posto, socchiudi un occhio e senza scomporti continui la tua "siesta"; chissà quanti balzi e catture continui a fare nei tuoi sogni. Poi, verso tarda sera, insieme al pelo che lasci in ogni dove mi vuoi regalare, venendomi in braccio con le tue fusa, il tuo affetto.
Cara Rosetta non sei più giocherellona, non fai più "agguati", anche se qualche corsetta improvvisa te l'ho vista ancora fare, ormai meditabonda scruti e arrivi lo stesso dove vuoi arrivare…da me".

martedì, dicembre 23, 2003

Letterina de Natale

Un monello de Favriano
se svejò quella mattina
prese carta e penna in mano
e spedì 'sta letterina

"Caro Babbo de Natale,
che me porti i regaletti,
'na richiesta 'n po' speciale
spero che me la permetti.

'St'anno non me portà gnente
non me posso lamentà
ma 'na cosa veramente
te la vojo domannà

Tu non è che c'hai un minuto,
a riuscicce entro l'inverno,
per levacce quel cornuto
che sta a capo del governo?

Questo qui sta a fa un macello
ogni giorno ne fa una
Me l'ha detto anche il bidello :
pare che porta sfortuna.

Teremoti, teroristi,
chiudon fabbriche qui e là,
magistrati comunisti,
forse er Milan vincerà!

Babbo mio è disoccupato
e ce soffre per davero.
Quello lì j'ha consijato
de trovà lavoro in nero

Pe' le Fiat la soluzione
l'ha trovata prontamente:
"Basta de cambiaje el nome
che se vende come gnente"

Se c'hai spazio 'nta la slitta,
se la renna je la fa,
porta via tutta la ditta
che c'ha messo a comannà

Mica tocca che l'ammazzi !
Basta che li porti via,
che se resta qui so' cazzi :
sta a accoppà l'economia !

Mo te s piego come fa:
'nta du' sacchi belli grossi
metti Fini e anche Saccà,
Fede, Bossi e Buttiglione

e Tremonti non te scordà.
....

Tu che voi bene ai monelli
(e che c'hai 'na certa età)
ficca su pure a Rutelli:
Cicciobello ce l'ho già.

Poi li manni tutti insieme
'nta la neve co' le pale.
E' na cosa che me preme.
Se pò fa già pe' Natale?"


Dopo che passò la festa
e finì la cerimonia
giunse al piccolo 'na busta
scritta da "FORZA LAPPONIA"

Er monello ansiosamente
ce se mise a legge fitto.
Co' quel tipo de mittente
chissà che ce stava scritto !

"Giovanotto mi consenta,
ricevetti la sua lista :
con la sua fan centotrenta
dal sentore comunista.

Come lei sa certamente
vesto rosso e son barbone,
ma il mio voto di recente
non lo do a Rifondazione.

Già nell'anno che è venturo
muterò molto d'aspetto.
Ben rasato di sicuro
cravattina e doppiopetto.

D'ora in poi per il Natale
scriva a "Daddy Christmas spa"
che la sede mia fiscale
l'ho spostata a Panamà.

Non mi faccia il disfattista
poichè Silvio , il cavaliere,
è da un po' nostro azionista:
ci finanzia che è un piacere.

La sua lettera è nemica ,
rema contro senza tregua.
La minaccia bolscevica
che giammai mi si dilegua.

Per le sue strane richieste
e i commenti esacerbati
nelle sue prossime feste
si rivolga a Cofferati

Se non vota Berlusconi
o Alleanza Nazionale
porterò solo carboni.
Non più suo, Babbo Natale"


Er monello, col magone
ci pensò "... la puttana,
s'è comprato anche er ciccione!
Famme scrive a la Befana..."

Mandatami da un amico della ML ds genova

domenica, dicembre 21, 2003

Buon Natale 2003

Dare il Buon Natale a tutti diventa una filastrocca, appare poi scontato e banale come il telegiornale che ci racconta delle feste con il solito rituale; ma si può parlare in modo diverso degli acquisti dei regali? Delle luminarie, del traffico e dello stress? Del pranzo di Natale e degli auguri cantati, degli spot del pandoro comparsi all'improvviso a ricordarci dell'orgia culinaria? Dei torroni, dei dolci, delle noci e fichi secchi mangiati dopo i tacchini, i conigli, gli agnelli e i maiali rosolati?
E' festa, è festa, è festa, ma non insistete; è festa ma non spingete: prego signore si accomodi lei. Grazie ma si figuri, oggi siamo tutti buoni.
C'è Babbo Natale, c'è l'albero illuminato, c'è il presepe e il panettone, c'è odore di cioccolato, ci sono gli aranci, i mandarini, l'uva passa e i canditi. C'è tutta la ricchezza che si può desiderare: sorrisi, baci e abbracci; ma dov'è Gesù bambino? Dov'è il neonato?
C'è una statuina da mettere nella culla; troppo poco per chiamarlo Santo Natale. C'è troppo di tutto per non farlo passare. Ad ogni modo non bisogna mancare di dire ogni anno Buon Natale; augurandoci, con la speranza di un tempo che finisce, la bontà di ciò che sta per arrivare.

venerdì, dicembre 19, 2003

Bella Serata

Questa sera ho partecipato al compleanno di Mentelocale.it un portale genovese cui collaboro anch'io e per il quale ho scritto un augurio ed è stato piacevole incontrare molte persone accomunate da una frequentazione virtuale per scambiare qualche impressione...tra queste ho incontrato inaspettatamente Eleonora Chiesa e suo marito: due persone splendide che non vedevo da molto tempo. Eleonora è un'artista contemporanea che ha molte cose da dire e...soprattutto fare: è un vulcano di idee e passione per l'espressione artistica contemporanea. Sarà da tenere d'occhio. Grazie Eleonora per il bellissimo scambio di parole ed impressioni...grazie per la parola: impersistenti...ecco siamo un'essenza che scappa, vola, imprendibile. Bella serata davvero.

mercoledì, dicembre 17, 2003

SIC

La legge Gasparri è stata rinviata alle Camere…gasp!
Le forze politiche si confrontano per salvare Rete 4…gulp!
La legge avrà sempre un protagonista, sempre lui…sob!
La legge continuerà a chiamarsi Gasparri…sic!
La legge non è un fumetto…sic! Di nuovo sic?!?
Sic: Sistema Integrato delle Comunicazioni…
E comprende tutto, anche il fumetto, le strizzate d'occhio, la busta delle patatine e perché no? La nostra vergogna.

lunedì, dicembre 15, 2003

ERA ORA

Evviva Ciampi: il silente ma non assente ha battuto un colpo. Era ora per chi dice "Ora basta". Sull'informazione si gioca una partita esiziale per la democrazia e questo deve essere compreso da tutti. Berlusconi e i suoi ministri ora dicono che è una cosa normale; che è già successo che una legge venga rimandata indietro, ma se sapeste quali e di che importanza allora sarebbe diverso.
Carlo Azeglio Ciampi, al Quirinale dal maggio 99, aveva finora rinviato tre leggi per motivi ordinamentali e una per mancata copertura delle maggiori spese. Il primo rinvio (2 dicembre 2000) riguardava una legge sul personale sanitario, ritenuta in contrasto con altre leggi sul comparto sanitario. Poi Ciampi ha rinviato una legge sull'emergenza «mucca pazza» perché prevedeva la proroga dei termini di una delega legislativa già scaduta. Il terzo rinvio di Ciampi ha riguardato gli incarichi dei consiglieri regionali, perchè non si teneva conto di alcune incompatibilità. Infine, il 10 aprile scorso, ha rinviato la legge di semplificazione per motivi di copertura finanziaria. Cose importanti anche queste, ma invito tutti a leggere le motivazioni per cui ha rinviato alle Camere questa legge.
Ecco alcuni passaggi della lettera di cinque cartelle lette da Casini stasera:

…"Per quanto riguarda la concentrazione dei mezzi finanziari, il sistema integrato delle comunicazioni (Sic) - assunto dalla legge in esame come base di riferimento per il calcolo dei ricavi dei singoli operatori di comunicazione - potrebbe consentire, a causa della sua dimensione, a chi ne detenga il 20% (articolo 15, secondo comma, della legge) di disporre di strumenti di comunicazione in misura tale da dar luogo alla formazione di posizioni dominanti"…
…"Quanto al problema della raccolta pubblicitaria, si richiama la sentenza della Corte Costituzionale n. 231 del 1985 che, riprendendo i principi affermati in precedenti decisioni, richiede che sia evitato il pericolo ’che la radiotelevisione, inaridendo una tradizionale fonte di finanziamento della libera stampa, rechi grave pregiudizio ad una libertà che la Costituzione fa oggetto di energica tutela’". "Si rende infine indispensabile espungere dal testo della legge il comma 14 dell’articolo 23, che rende applicabili alla realizzazione di reti digitali terrestri le disposizioni del decreto legislativo 4 settembre 2002, numero 198, del quale la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale con la sentenza 303 del 25 settembre/1 ottobre 2003…

Altro che stampa obsoleta. Per la libertà, per la legge costituzionale la stampa deve essere garantita e non soppressa perché non risponderebbe più alle leggi di mercato perché uno spot vale di più di una pagina stampata del quotidiano.

"Una seconda osservazione concerne i poteri riconosciuti all’Autorità: questa, entro i 30 giorni successivi al completamento dell’accertamento, invia una relazione al governo e alle competenti Commissioni parlamentari, ’nella quale verifica se sia intervenuto un effettivo ampliamento delle offerte disponibili e del pluralismo nel settore televisivo ed eventualmente formula proposte di interventi diretti a favorire l’ulteriore incremento dell’offerta di programmi televisivi digitali terrestri e dell’accesso ai medesimi’ (articolo 25, terzo comma).
Ne deriva che, se l’Autorità dovesse accertare, entro il termine assegnatole, che le suesposte condizioni (raggiungimento della prestabilita quota di popolazione da parte delle nuove reti digitali terrestri; presenza sul mercato di decoder a prezzi accessibili; effettiva offerta al pubblico su tali reti anche di programmi diversi da quelli diffusi dalle reti analogiche) non si sono verificate, non si avrebbe alcuna conseguenza certa. La legge, infatti, non fornisce indicazioni in ordine al tipo e agli effetti dei provvedimenti che dovrebbero seguire all’eventuale esito negativo dell’accertamento".
"Si consideri inoltre che il paragrafo 11, penultimo capoverso, delle considerazioni in diritto della sentenza numero 466, recita: ’d’altro canto, la data del 31 dicembre 2003 offre margini temporali all’intervento del legislatore per determinare le modalità della definitiva cessazione del regime transitorio di cui al comma 7 dell’articolo 3 della legge 249 del 1997’. Ne consegue che il primo gennaio 2004 può essere considerato come il dies a quo non di un nuovo regime transitorio, ma dell’attuazione delle predette modalità di cessazione del regime medesimo, che devono essere determinate dal Parlamento entro il 31 dicembre 2003. Si rende inoltre necessario indicare il dies ad quam, e cioè il termine di tale fase di attuazione".

Capito? Demandano il potere ad una Autorità senza permettergli di funzionare nei tempi e delle regole sanzionatrici per chi trasgredisce… Andiamo bene.

Questo poi è solo un primo sommario esame. Spero che dopo una attenta valutazione della lettera di Ciampi, da parte degli addetti ai lavori, si trovino altre utili indicazioni per riscrivere questa legge vergogna.

domenica, dicembre 14, 2003

Finalmente preso!

Saddam Hussein il sanguinario dittatore dell'Iraq è stato preso. Qualcuno tempo fa sostenne che l'unica condanna a morte che si poteva giustificare fosse il tirannicidio.
Ora Saddam Hussein appare come un barbone, un clochard - con rispetto per quelli che lo sono davvero- e sento pena; potremmo ucciderlo subito?
Ora guardando questo terribile dittatore, appena catturato, rivedo le immagini di altri tiranni caduti e constato che con l'eccezione di pochi la fine per tutti è stata ingloriosa: rivedo le immagini di Mussolini a piazza Loreto; Hitler bruciato nel bunker; il corpo di Causescu rivolto sul corpo della moglie in un cortile di Bucarest; Milosevic con il volto mesto nel tribunale internazionale dell'Aja…
Tutto questo dovrebbe farci meditare: le parabole di questi personaggi dovrebbero insegnare qualcosa, invece c'è sempre qualcuno pronto a prenderne il loro posto.
La girandola del potere sembra proporre gli stessi copioni.
Una cosa bisognerebbe ricordare sempre: i dittatori non potrebbero esercitare nessun potere se non avessero il consenso di buona parte del popolo; quello stesso popolo che poi esulta alla sua caduta e cui i primi a festeggiare di solito sono i servi più fedeli.
Una cosa bisognerebbe allora non fare mai per imparare: il tirannicidio; uccidere il despota per lavarci la coscienza e scaricare il Male.

PAROLE GERGALI

Ci sono parole gergali, in specie per i sostantivi genitali, che si sono perse e altre, forse per la potenza d'uso di particolari media, sono divenute voci enciclopediche per significato e puntualità.
Ne ricordo due: la prima coniugata (per accidente) al maschile dà "fico" ed indica nel linguaggio corrente il "bello" o meglio ambito (bono per l'occasione), come per il femminile vale per "bella" o meglio buona (bona per la precisione).
L'altra parola in sintesi vale come "cosa" e nel linguaggio discorsivo si sente dire: "Ma che c…vuoi?"; ma se vogliamo, l'oggetto in questione per la sua qualità erettile, nel suo tendere all'alto, per simbologia si eleva a logos, potenza, e si può intendere come "pensiero". Tralascio per quest'ultimo un termine d'origine sicula, distantissimo però, il cui accrescitivo riporta allo stesso senso di stupido o sciocco.
Ora come si può essere arrivati a pensare, nell'incontro tra la "bella" e la "cosa" che è anche pensiero, ad una operazione di pulizia da fare con una scopa? Per carità astenetevi da usare quel termine per indicare la copula. "Fare l'amore" rimane forse il modo più pregnante per indicare il rendez-vouz vitale, dove ognuno rende qualcosa di sé e non spazza via nulla se non l'istinto.
Detto questo dove voglio arrivare? Semplicemente a quello che con splendida sintesi ha detto Zavattini: "Se ghè la figa, Dio al ghè"; se c'è la bellezza c'è Dio. Scusate se qui in fondo la parola che ho cercato di evitare è emersa, ma alla fine con il pensiero più vero, come Cirano: "Io tocco!".




giovedì, dicembre 11, 2003

La cultura è obsoleta


"I giornali sono obsoleti, rappresentano un periodo storico della comunicazione ormai destinato a scomparire…". Il presidente del consiglio è stato chiaro; se è per lui anche i libri sono superflui: basta un film, uno sceneggiato tv o una fiction, perché perdere tempo a leggere? I risultati infatti si vedono; abbiamo la classe politica più ignorante e cafona da sempre: magari sono avvocati, medici o professionisti ma per quanto riguarda la cultura in generale ahimè fanno fondare Roma da Romolo e Remolo; non conoscono i fratelli Cervi e chiamano Max Marx riducendo tutto in barzellette da caserma; il povero Biagi assassinato dalle BR diventa un rompic…e un deputato tedesco un kapò. Non bisogna però pensare che questi politici non sappiano fare i soldi; per quello sono bravissimi: si fanno le leggi ad hoc. In fondo è questa la vera cultura. A che serve leggere?

martedì, dicembre 09, 2003

In ricordo della meglio gioventu'

Mio scritto in una rubrica de la Repubblica online:

I miei vent'anni erano il '68 ed una canzone: Hey Jude dei Beatles.
"Hey Jude, don't make it bad: take a sad song and make it better. Remember to let her into her heart, then you can start to make it better".
Sì, non dovevo peggiorare le cose: quella canzone triste dovevo renderla migliore; quella canzone triste era la mia vita nell'affanno dei vent'anni.
Dovevo farla entrare nel mio cuore e poi farla uscire, dovevo farla mia. Il mondo doveva essere migliore ed io potevo senza prenderlo sulle spalle migliorarlo semplicemente non dispiacendomi e abbattermi per le difficoltà. Era la mia meglio gioventù da vivere sino in fondo. Da lì a poco tutto sarebbe cambiato: musica, amori, politica, bombe, auto e televisione ci raccontavano un'altra storia.
"The minute you let her under your skin, then you begin to make it better".
Così ho provato dolore; ma non mi sono fermato, mi sono scontrato con l'orgoglio e la stupidità e oggi posso dirlo: non ho rinunciato a sognare…Questa volta per Chiara, mia figlia, che ancora canta per migliorarla questa vita. Oggi è lei la meglio gioventù.

lunedì, dicembre 08, 2003

Quando i ricchi erano ricchi...


Quando i ricchi erano ricchi, i ricchi erano bianchi di carnagione e i poveri abbronzati; si sa, i poveri lavoravano nei campi e allora si abbronzavano. Poi i poveri hanno cambiato lavoro e sono diventati bianchi e allora i ricchi si sono abbronzati e questo per tutto l'anno: d'inverno vanno ai Caraibi o a fare trekking nel deserto. Allora anche i poveri si sono di nuovo abbronzati: fanno le lampade con gli ultravioletti ma si vede che nel week end erano in giro per l'Ikea…
Quando i ricchi erano ricchi, i ricchi erano grassi e i poveri magri; si sa, i poveri non avevano molto da mangiare. Poi i poveri con il tempo hanno avuto a disposizione molto cibo e sono diventati grassi e allora i ricchi sono diventati magri: mangiano poco e biologico, comprano cibi dietetici e fanno massaggi e palestra. Allora anche i poveri ora cercano di dimagrire: comprano elettrostimolatori in TV, tisane, pillole e scioglipancia da novelle Wanna Marchi in Tv ma non ci riescono…
Questo è un breve ritratto delle distinzioni di classe che esistono sempre; però si tenta sempre di imitare i ricchi - come se fossero un bell'esempio, anzi ci uniformiamo a modelli che annullano queste differenze. Ma si sa che qualcuno vuole sempre distinguersi…E così un ricco (a dire il vero il più ricco) è diventato padrone dell'Italia promettendo che con lui saremmo stati tutti bene: infatti, guardando lui, non serve più essere magri, per abbronzarci basta un fondotinta, non bisogna essere neanche tanto alti, lui è soprannominato "nano pelato" e quindi non servono neanche i capelli, non parliamo poi di vacanze a uno che lavora 14 ore al giorno e di pensione? Figurarsi è quasi settantenne e non ci pensa. Ecco abbiamo la mediocrità al potere; con lui possiamo aspirare al "basso" in tutti i sensi, non serve neppure tanta cultura e le fregnacce si possono sempre smentire: hanno frainteso, scritto male, capovolto il pensiero…
Maledetto pensiero, volete vedere che questo ricco ce l'hanno mandato apposta per depistarci? Per toglierci i riferimenti? Per dirci che i ricchi non esistono? Abbronzati o no, ridenti o tristi, nani o pelati siamo tutti poveri e se lo vogliamo imitare poveri lo siamo due volte: anche di spirito.



domenica, dicembre 07, 2003

Manifestazione a Roma






Il treno è puntuale, anzi arriva con 30 minuti d'anticipo sull'orario previsto 6 e 45, ma è un treno da pendolari locali "alto basso", non adatto alle lunghe percorrenze: senza spazio per i bagagli, sedili scomodi e passaggi angusti. Questo ha il sapore di un sabotaggio da parte di Trenitalia; possiamo pensare non avessero altri treni a disposizione? Scopro poi che i treni partiti dopo, provenienti da Savona e da Imperia, erano formati da vecchissime carrozze, forse tirate fuori per l'occorrenza ma certo più comode. Noi partiti da Genova arriviamo così distrutti a Roma. A bordo del mio treno non c'è l'entusiasmo di altre volte; questa manifestazione arriva scontata e seppure è un grande ritorno in piazza unitario, c'è la consapevolezza di non contare più come una volta. Ma non è sfiducia nelle proprie capacità: "la lotta paga sempre" era stato insegnato, questo ora va trasmesso ai giovani che sono tanti presenti alla manifestazione. E' per loro soprattutto che si lotta, è per garantire un futuro divenuto economicamente incerto che ci si trova in piazza S. Giovanni a Roma.
Quanti saremo? Circolano i numeri dei sindacati: un milione e mezzo…per la questura 250 mila. Cosa si fa per compiacere il potere: bugie, ridimensionamenti, non sarà certo la disputa su questi numeri a inficiare la protesta contro la finanziaria e la riforma pensionistica; il giorno prima un ministro di questa repubblica ha chiamato "bingo bongo" gli immigrati stranieri, questo è anche il rappresentante politico del ministro del cosiddetto "welfare". Devolution e welfare ci stanno portando tutti ad essere "bingo bongo": lo scherno, l'irrisione per chi è solo proprietario delle proprie braccia e intelligenza è tipico di questo governo; non dobbiamo permettere che continuino a farci del male. Il ritorno ci trova ancora più siamo stanchi, più preoccupati ma contenti di avere fatto una cosa giusta e democratica: l'opposizione ad una finanziaria e una riforma che impoveriscono i lavoratori.
Intanto quello del welfare oggi dice "basta muscoli" e l'altro, quello della devolution, dice "rubano i soldi ai pensionati del Nord"…Mentre il loro capo in giro per il mondo racconta barzellette, poi fa le solite smentisce per le interviste e ha già detto che aggiusterà tutto scrivendoci una lettera…A Roma i lavoratori hanno già dato una risposta.

giovedì, dicembre 04, 2003

Antifascismo

L'antifascismo, questo sentimento politico che ha realizzato in Italia la democrazia compiuta facendo scrivere la Costituzione, ci mette sempre sotto esame: quanto accettiamo delle idee degli altri e quanto rinunciamo delle nostre? Perché aspettiamo sempre un gran capo? Dove finisce la nostra libertà? Domande per sapere quanto fascismo abbiamo in corpo. Dobbiamo vivere per liberarci e questa liberazione ci darà poi la nostra vita vera; ma tutto parte da una interrogazione profonda sul pensiero che è figlio nostro: sappiamo essere padri di noi stessi?
Considerazioni sul fascismo che non è solo antidemocratico, ma è anche popolare come il pensiero unico, come un concetto condiviso di patria, potenza e sicurezza per mascherare famiglia in crisi, paura e debolezza.
Il fascismo è popolare come lo era l'analfabetismo o come lo è ancora il coraggio e la vigliaccheria.
L'antifascismo invece è elitario, fa discutere ogni volta, ci mette in crisi facendoci sì questo più forti e perché no? Più saggi.
L'antifascismo può essere un toccasana a tante malattie sociali, ma per carità non scrivetelo sui muri o nei manifesti; scrivetelo dentro le anime vive: quelle che credono che tutto possa ogni volta cambiare, che possa diventare bello o brutto dipende da noi.

mercoledì, dicembre 03, 2003

Riforma Gasparri


Approvata la legge sull'emittenza televisiva denominata Gasparri. Ora secondo questa legge avremo uno spazio di libertà maggiore legato alla tecnologia; infatti questa legge punta tutto sul sistema digitale lasciando il resto, ossia l'attuale situazione di duopolio, inalterato. Per la legge di riforma il digitale, con la relativa moltiplicazione di canali televisivi, garantirà il pluralismo tanto evocato dalle opposizioni e chiesto dall'Authority. Ma sarà così? Chi detta la legge vera dell'informazione è sempre il mercato e questo è rappresentato dalla torta della pubblicità televisiva. La legge stabilisce che ogni editore, proprietario di reti televisive, non potrà trasmettere più del 20% della pubblicità totale…Qui sta l'inghippo: il totale non viene prefissato e chi detiene il mercato pubblicitario può aumentare il fatturato senza paura a discapito di chi vuole entrare nel business delle tv. Sapendo che ogni investitore in canali televisivi (in futuro digitali ed in sostanza tematici) deve sperare in un tornaconto pubblicitario, chi darà la pubblicità da trasmettere? Riguardo invece alla tv pubblica il problema si risolve codificando la lottizzazione; grosso modo si avrà un calderone di canali, uno per partito con un consiglio di amministrazione deciso dalle segreterie anche se si dice che la tv pubblica sarà aperta ai privati con la vendita azionaria: però nessuno potrà detenere- per mantenerla pubblica- più dell'1%. Chi sarà quel cretino che dà i soldi a questi politici pensando di fare un investimento non contando nulla?

martedì, dicembre 02, 2003

Anticomunismo


Come mai l'anticomunismo sopravvive al comunismo? Premesso che esistono diversi tipi di anticomunismo, cos'è questo anticomunismo?
Innanzi tutto c'è un anticomunismo libertario, culturale, liberaldemocratico, socialdemocratico e anche clericale che combatteva il comunismo con argomenti razionali e ideali; che andava contro l'idea di partito-stato, contro la mitizzazione del lavoro collettivo, del materialismo storico e coercitivo delle libertà e qualità individuali, contro la responsabilità dei singoli…Ma poi c'è l'anticomunismo viscerale, come il fascismo e il nazismo, che continua a comparire e si diffonde trascendendo gli aspetti politici per diventare patologia.
Questo anticomunismo ha aspetti psicologici di chiusura mentale con reazioni, verso chi dissente le sue proprie convinzioni, davvero grotteschi: fa diventare comunista anche chi non lo è mai stato e al di là dell'esistenza vera di un pericolo del comunismo per difendersi paradossalmente nega la libertà richiamandola, sconfessa i diritti negandoli e crea ingiustizie invocando ragioni di Stato e di casta.
Questo anticomunismo è anche qualcosa d'altro: è un egoismo mascherato, una fame insoddisfatta, un desiderio di potere incontrollato che non ha niente a che fare con la democrazia e la libertà; quest'ultima si capisce intesa solo per sé e non per gli altri.

sabato, novembre 29, 2003

Fascismo

A mio parere Gianfranco Fini ha fatto bene a trarre una considerazione filosofica sul fascismo ritenendolo giustamente un "male assoluto". Ricordo a tale proposito un'affermazione, credo dello storico tedesco E. Nolte: "Il fascismo non fu solo un fenomeno politico ma il più grande attacco alla trascendenza dell'uomo, alla sua capacità di evolvere". Per questo il fascismo si può ritenere un "male assoluto" e, seppur inserito storicamente come una reazione al comunismo, ha proprie radici originarie nella psicologia infantile dell'uomo. Il contrasto al comunismo, alla sua ideologia non può spiegare come il fascismo con il nazismo abbia potuto esercitare tutta la devastazione culminata con l'olocausto e la guerra. Il fascismo come nemico dell'umanità e alla sua fratellanza universale - l'opposto del cristianesimo - è sinteticamente descritto nella teoria della psicologa inglese Melanie Klein: "L'uomo nasce cattivo e passa la vita cercando di diventare buono. Non sempre ci riesce". Il fascismo è quindi frutto di un bambino viziato, egoista, bisognoso di una guida autoritaria e punitiva; ha bisogno di un duce che lo conservi tale, gli dica quali giocattoli comprare e soprattutto con quali nemici giocare alla guerra.
Mentre il comunismo passa, è passato e passerà, il fascismo c'è, rimane e rimarrà…con Fini e senza Fini.

venerdì, novembre 28, 2003

Canzoni

Sto facendo delle ricerche su Internet sulle canzoni della mia vita e oggi ho trovato questo testo di Stefano Rosso un cantautore romano che scrisse nel 1976...
Titolo: Letto 26
(Seconda parte)
Via della Scala stava là
ed io dal letto 26
sognavo la mia libertà
cercando fra i ricordi miei
se adesso vado per il mondo
mi guardi tanto strano tu
ma sono sempre un vagabondo
che ha in tasca cento lire in più
La vecchia fuori dal portone
non la cercare più, non c'è
e i fiori fuori al mio balcone
sono appassiti e sai perchè
la vita, sai, non è una foto
ma è l'attimo che se ne va
e insieme porta via i colori
e porta via la verità
E la cultura è un ideale
e il sogno è quasi già realtà
ma il pane è sempre senza sale
e non è poi felicità
se quando torni a casa stanco
ti butti a letto e chi c'è, lei
c'è lei che aspetta già da tanto
e non sa ancora tu chi sei
Si parla tanto di violenza
di compromessi e libertà
di consumismo e di coscienza
proletariato e parità
ma sul 28 ogni mattina
si assale dietro e poi si va
e ognuno cerca di far prima
e resta in piedi chi ci sta
Ho conosciuto tanti matti
cattivi onesti e senza età
cantanti, preti, lavapiatti
e quanti amici, chi lo sa
ma il piu' simpatico e il più bello
l'ho visto al cesso a un piano-bar
dentro a uno specchio, e io con quello
tutta la notte giù a parlar
Via della Scala è sempre la
e adesso al letto 26
qualcuno sta inventando un sogno
o sta crepando, chi lo sa

domenica, novembre 23, 2003

SATIRA

Ricordo la campagna di M. Costanzo "Vietato Vietare", si riferiva alle telepromozioni, ma nella sostanza il celebre conduttore la indirizzava contro la censura di qualsiasi tipo: "devono essere gli spettatori a decidere cosa guardare e cosa no". Ora con la soppressione della Guzzanti, il CDA della RAI attua una censura da autentico regime. D'altronde quello di far cessare certi spettacoli, chiudere alcune trasmissioni, mettere il veto a giornalisti e autori, è una prerogativa di questo centrodestra politico.
Cosa possiamo sperare? Non sarà certo "Striscia", "Le Jene" o "Mai dire Domenica" le sole trasmissioni di satira televisiva. Oltretutto quelle trasmissioni hanno un fondo d'ambiguità propria della TV commerciale: come vendere telefonini, auto, biscotti e poi prendere in giro quel potere che è padrone degli spot pubblicitari; tutto per vendere insomma.
Poi la satira è prevalentemente di sinistra e questo disturba la destra. La ragione della prevalenza di sinistra nella satira è che il potere nella sostanza è sempre stato di destra. Intendiamoci, c'è qualcuno che pensa che non comandino i soldi? Che Berlusconi non comandi? E che prima non comandava Agnelli, Pirelli o la Confindustria? D'accordo prima i politici si ritagliavano con quel potere le tangenti ma ora è forse cambiato qualcosa? Non sono sempre gli stessi al potere?
La satira così si trova a fare ridere sbeffeggiando il solito potere, e cosa fa più ridere di un potente che inciampa? Che maschera la sua fame con trucchetti, leggine e avvocati? Niente di nuovo: per i potenti senza ironia le risate in faccia sono il maggior pericolo, sono proiettili di intelligenza che a loro manca.

sabato, novembre 22, 2003

Sentenza SME


Grazie a Ilaria Boccassini e Gherardo Colombo essere arrivati alla sentenza è soprattutto merito del loro lavoro che definirei svolto in modo eroico: visto tutte le manovre che la difesa del reo Previti ha messo in piedi per contrastare il giudizio.
Oggi 22 Novembre 2003 si è arrivati finalmente alla sentenza del processo SME con la condanna a 5 anni a Previti, 8 anni a Squillante, 4 anni a Pacifico. Una sentenza che a detta dell'ANM e perfino dalla difesa di Berlusconi è considerata corretta.
Grazie a Ilaria e Gherardo per la forza morale, professionale dimostrata. E' un grazie per la difesa delle istituzioni, per l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e per ridare la speranza che la legalità trionfi.

mercoledì, novembre 19, 2003

Gli Aperitivi a Genova


Un "cuccù" del telefonino avvisa dell'sms: "raga ci ved. per l'ape". "O.K. da M. alle 19,30", rispondono. Sì anche a Genova come a Milano impazza l'aperitivo. Figuriamoci, se è poi a buffet, sostitutivo della cena, con 4,50 euro allora va meglio.
"M" sta per Mentelocale, per Mattoni Rossi o Moijto; diversamente va bene anche lo Scazzadiavoli, L'Insieme o Sopra i Tetti. Tutti secondo la zona del centro dove ci si trova. Centro naturalmente e "se grazie a Dio è venerdì" centro storico, of course; allora c'è il Caffè Latino, il Bar Berto o le Courbusier, non scordando il bar degli Specchi o il bar Retrò.
Così sta avvenendo una mutazione alimentare: quello che accompagna il beberone sono stuzzichini tra i più vari. E' dagli anni '70 che nel piattino dell'"ape" fece la comparsa la pasta: erano fusilli con panna prosciutto e piselli oppure raviolini in salsa rossa ed una novità apprezzata bricchetti nel minestrone; da allora passando dalle "pai", dalle panizze, friscieu, frittatine, tramezzini e grissini guarniti si arriva al cous cous, alla polentina fritta e riso alla carbonara?!?…Insomma scusate non sono sbronzo io l'ape l'ho preso "ana" ma mi è rimasto sullo stomaco una fettazza di salamilano con spinacio crudo…Ah la moda. Viva la pizza e birra e perché no la farinata dalla sciamadda, le nostre antiche friggitorie. Però capisco c'è il bisogno dello stare insieme in quelle determinate ore prima di essere risucchiati dalla TV e allora…viva l'ape…l'aperitivo con gli "happy hours".

martedì, novembre 18, 2003

Ci sono Morti e morti


Oggi giornata del lutto ho trovato su Italians del corsera online questa lettera; esprime bene quello che anch'io penso e cosa c'è dietro la retorica di oggi.
un C-130 militare parte da Pisa con a bordo professionisti, persone hanno scelto l'Esercito come loro lavoro. Hanno armi e mimetiche, il fisico e l'addestramento. Eroico. Partono per un Paese lontano, con lo scopo di portare la pace. Poetico. Un Ford Transit parte da un paesino del bresciano con a bordo professionisti, persone che hanno scelto l'edilizia come loro lavoro. Hanno martelli e cazzuole, il fisico e l'esperienza. Sfigato. Partono per un paesino del milanese, con lo scopo di «tirar su» villette a schiera. Banale. In Iraq qualche terrorista (eufemismo) fa saltare la palazzina in cui si sono piazzati i militari, cosicché qualcuno tornerà in Italia in una bara. Qualche asse da ponte scricchiola, a Peschiera Borromeo, proprio dove un muratore sta passando per rifinire una parete, quindi cede cosicché il muratore tornerà in Bresciana in una bara.
Fiumi di parole e di immagini per i militari, per le mogli e i figli lasciati soli, discussioni per stabilire di innalzare a 150 milioni di vecchie lire l'indennità di morte, studi pagati fino ai 18 anni per i figli, commozione da tutto il mondo (o almeno questo ci vendono i nostri Tg). C'è un trafiletto sul Giornale di Brescia che riporta la notizia del muratore morto. Per la moglie del muratore difficoltà burocratiche per ottenere almeno la reversibilità. I figli a 14 anni dovranno lasciare la scuola, perché a casa servono i soldi per tirare avanti. Cosa faranno? Il muratore.
Nessuna vittima è migliore o peggiore di altre, ma il muratore può essere sostituito con il carpentiere che lavora sulle piattaforme dell'Agip, con il rappresentante che si mette al volante ogni giorno. Funziona uguale. Sarebbe però bello vedere che ogni morte, ogni moglie e ogni orfano godano di pari dignità di fronte alla tragedia. Sarebbe anche doveroso che nessuno si «costanzizzi» per sfruttare eventi simili ai propri fini, che nulla hanno a che fare con l'aiuto alle famiglie o il prevenire il ripetersi di incidenti simili.

Ivan, imassari@iol.it

sabato, novembre 15, 2003

Preghiere


Oggi 15 novembre alla manifestazione per la consegna dei "permessi di soggiorno in nome di Dio" ho ascoltato il padre missionario comboniano di Castel Volturno, Giorgio Poletti, che con parole ferme ha ricordato il dovere, di chi si professa cristiano, ad accogliere i migranti con la loro sofferenza come figli di Dio, come fratelli, come uomini. "Ecco questo è il permesso di restare qui fra noi; un permesso dato non da uno stato, da un governo o in nome di chissà quale legge, ma dato in nome di Dio, affinché il diritto di ognuno sia rispettato…Ecco che gli immigrati poi saranno una risorsa, saranno il nostro futuro". Queste parole hanno risuonato stasera in Piazza Matteotti sferzata dal vento gelido; una piazza usata occasionalmente per parcheggiare le auto degli invitati alla funzione di una nomina cardinalizia nel vicino Duomo di S. Lorenzo. Così prelati, suore e convenuti passavano veloci a fianco del comboniano, accerchiato dagli amici che distribuivano il "permesso di soggiorno", quasi ignorandolo. Don Gallo che accompagnava padre Giorgio lo ha apostrofato: "Allora voi comboniani siete proprio dei sovversivi di Dio; guarda chi siamo. Io sono felice d'essere con te!".
Il permesso di soggiorno distribuito ai passanti era un fac-simile di un permesso originale con le diciture cambiate: Ministero del Regno di Dio - Amministrazione della Pubblica Giustizia - Dipartimento della Pubblica Accoglienza - Permesso di Soggiorno in nome di Dio…Cognome…Nome…
Domani intanto ci sarà la giornata dei Migranti e la chiesa tutta si dedicherà alla preghiera per ricordare le popolazioni straniere; pregherà colui per cui nessuno è straniero. Quella sarà l'ortodossia ma non dite che anche quella di questa sera non è stata una preghiera a Dio.

MYSTIC RIVER



"Mystic River" di Clint Eastwood racconta la perdita dell'innocenza o sarebbe meglio dire la mancanza di innocenza che c'è nella vita di ognuno; in questo caso anche dello spettatore di questa torbida storia descritta senza fronzoli dal film. Infatti, il dubbio, il ribaltamento di verità, il cambiamento delle situazioni lungo il racconto fanno provare, a chi guarda il film, la colpa delle certezze, che ci si costruisce durante la visione, insieme all'adesione dell'ingiustizia finale con cui si chiude la storia. All'inizio del film c'è il rapimento attuato da due pedofili che segneranno tragicamente la perdita d'innocenza di uno dei tre protagonisti principali. Un film cupo dai colori lividi e notturni descrive i sentimenti di odio, amore, vendetta, amicizia in modo essenziale.
Il film è stato tratto dal best seller americano di Dennis Lehane "La morte non dimentica" (edito in Italia da Piemme) e Clint Eastwood è riuscito a farne un piccolo capolavoro cinematografico mischiando i generi: thriller, poliziesco, noir e dramma.
Tre ragazzi divenuti uomini si ritrovano a confrontarsi dopo 25 anni dal tragico episodio che ha visto vittima di pedofilia uno di loro: l'occasione è il ritrovamento del cadavere della figlia di un altro di loro, quello apparentemente più cinico, criminale, ex galeotto, nel giorno della Prima Comunione di un'altra figlia…Nessuno a questo punto è più innocente.
Tre uomini cresciuti e divenuti diversissimi pur girando nello stesso quartiere di Boston, sul Mystic River appunto, il fiume che dà il titolo al film, accomunati da segreti, incubi e soprattutto colpe, si trovano a confrontare le pene personali. Mystic River è anche il fiume dove si dovrebbero lavare quelle colpe ma che invece richiama i delitti: quell'acqua gelida e scura richiama simbolicamente l'inconscio, lo sconosciuto. Quel fiume nel finale inghiotte anche noi; ci lascia con l'amaro in bocca: nel finale con un colpo a sorpresa il delitto viene risolto ma questo non dà né pace né giustizia.
A me rimane la coscienza di avere visto una bella prova d'autore, di un grande interprete del cinema contemporaneo: Clint Eastwood.
Con i titoli finali scopro che anche la suggestiva colonna sonora è di Clint, il cow boy, il pistolero facile che è diventato maturo ed un altro rimanendo sempre un grande artista.

giovedì, novembre 13, 2003

Guerra e terrore


Perché non dire chiaro, dopo la strage degli italiani in Iraq, che la guerra non è finita? Dietro la retorica della conquista militare della pace c'è solo la realtà della guerra che continua. Perché non considerare quello che chiamiamo terrorismo l'unica arma contro un esercito straniero invasore che vuole imporre la sua visione del mondo? Io chiamerei terrorismo quello delle brigate rosse, quello degli attentati contro le Torri Gemelle a New York o al Pentagono; quello della strage in Arabia Saudita ecc.; quelli sono attacchi vigliacchi contro persone inermi, ma quello fatto a militari considerati invasori portatori di guerra nel nome di una liberazione da nessuno chiesta, non è ancora solo guerra?
In fondo allora si capirà che anche la guerra è terrore, miseria, odio e queste sono le conseguenze: non è terrorismo solo perché si decreta la violenza con i governi? Anche alla faccia della democrazia? Tutto il resto è retorica.
La fine della guerra e la vittoria su Saddam è stata a proclamata da Bush su una portaerei, ma lui non ha vinto niente e se come dice ha liberato l'Iraq dal tirranno Saddam, la guerra i suoi abitanti continuano a viverla.
Ecco allora che i nostri vessilli di pace alle finestre acquistano in questi giorni con la strage degli italiani in Iraq, ancora più valore. Bush non ha vinto niente, men che meno la pace: se vuole la pace se ne vada dall'Iraq con i suoi fedeli alleati e lasci l'Iraq agli iracheni.

domenica, novembre 09, 2003

Consapevolezza



La via per raggiungere la consapevolezza è una strada ardua che presuppone la conoscenza oltre delle nostre capacità anche dei nostri limiti. La raggiunta consapevolezza ci dovrebbe portare a prendere in mano la cloche della nostra vita per volare. Purtroppo spesso si rifugge la responsabilità di pilotare il nostro destino, di guidare le nostre scelte e ci raccontiamo delle bugie.
Dovremo intanto avere una maggiore considerazione di noi: siamo noi i responsabili di quello che ci accade il quale più delle volte diventa fonte per nuova consapevolezza e conoscenza. Se aspettassimo di essere all'altezza per fare qualcosa che ci piace, non faremmo mai niente; continueremmo a delegare gli altri. Poi, sinceramente guardate i politici: credete che quelli siano all'altezza? Osservateli bene; pensate che valgano più di voi? Abbiano più capacità? Forse la differenza è che loro ci credono e pensano che lo crediate anche voi; d'accordo che c'è anche il caso per qualcuno di avere incontrato una "gallina dalle uova d'oro" (tipo Berlusconi), ma resta il fatto della loro credenza nel "fare".
Dobbiamo allora imparare il nostro "fare"; un fare consapevole con la conoscenza del limite che comporti sempre il rispetto per l'altro chiunque sia. Così si scoprono nuove possibilità: un "fare" che ci aiuta a fare a meno di surrogati di potere, di persone, di adesioni e attaccamenti nocivi per sperimentare in modo nuovo l'amore. L'amore del fare e del dare che vale più del ricevere.
Allora forse credendo un po' di più in noi avremo meno bisogno di politici di certe risme: i "ghe pensi mi"; i "sappiamo tutto noi"; gli "ecco di chi è la colpa"…Insomma potremo volare da soli e accorgerci che siamo in tanti a solcare il cielo con "le mani e la faccia dipinte di blu".

giovedì, novembre 06, 2003

Stupid White Men


Sto leggendo il libro di Michael Moore "Stupid White Men", una spietata condanna politica e morale degli Stati Uniti in generale e della sua amministrazione, chiamato regime di Bush, in particolare. Per prima cosa la denuncia, scritta da Moore, sostiene che l'America si trova con un presidente che non ha eletto; aggiungendo poi che chi si è insediato alla Casa Bianca è il capo di una banda a delinquere di affaristi amici del padre. Leggere l'elenco dei membri del Governo ora in carica, con i curriculum e gli interessi incrociati, fa allarmare: siamo veramente caduti così in basso? Dico siamo perché ormai è fuori dubbio che quello che succede negli Stati Uniti ci interessa sempre più da vicino; così da poter sostenere che gli americani eleggano un presidente anche per noi. Ora leggendo quanto accade in quella che tutti consideriamo la prima democrazia del mondo mi fa star male. Eppure quello che sostiene Moore non è stato contraddetto da nessuno: che Bush è semianalfabeta, un alcolizzato che nasconde l'uso di droghe e un disertore - essendo andato via dall'Air National Guard del Texas per un anno e mezzo non assolvendo l'obbligo militare solo per il nome che porta…
Ora sono arrivato ad una disamina delle colpe degli USA cui si vanta: numeri uno per morti di armi da fuoco - per emissioni di biossido di carbonio -per consumi di petrolio e gas naturale - per produzione di rifiuti tossici - per esecuzioni capitali di criminali minorenni - per miliardari - per spese per la Difesa - ecc.
Non sarà allora vero che gli europei pensino giustamente che una delle possibili cause di guerra siano insieme a Israele, gli Stati Uniti? Insomma gli "stupid white men" gli stupidi uomini bianchi che continuano a comportarsi in quei modi descritti dal libro sono i responsabili della propria fine senza nessuno scampo: ecco cosa mi pare mi stia insegnando quello che leggo.

martedì, novembre 04, 2003

CONCLUSO IL FESTIVAL DELLA SCIENZA


Il grandissimo successo del Festival della Scienza fa ricredere sulle voci di analfabetismo di ritorno che spesso accompagna i nostri giovani e la società in generale, per poi non dire di analfabetismo scientifico con le moltissime persone schiave di maghi, maghetti, astrologhi e fattucchiere; ebbene il Festival appena terminato a Genova è stata un'occasione di conoscenza e di divulgazione dell'attualità scientifica di grande utilità. In questo Festival della Scienza c'è stato, a mio parere, anche quello di mettere in guardia il nostro credulismo o almeno quello che comunemente riteniamo "vero" oggi all'inizio del terzo millennio; ma insieme giustamente con la scienza si è guardato da crearne nuovi, ad esempio quello della scienza stessa. Migliaia e migliaia di persone hanno partecipato con entusiasmo a tutti gli eventi in programma; domenica 2 novembre ad esempio, penultimo giorno in programma, c'è stato un vero assalto a Palazzo Ducale dove oltre le iniziative su "Le Meraviglie della Scienza" e "Semplice e Complesso" si tenevano due conferenze.
Una delle due conferenze al Ducale era quella del prof. Enrico Beltrametti, "Oltre il determinismo - un paradiso perduto?". La conferenza è stata, sotto certi, aspetti anche un modo per rispondere al ruolo della Scienza oggi: quello di accettare di vivere senza certezze con la scoperta di non esistenza di leggi che spieghino quello che succede e succederà in modo matematico come fa il determinismo. La lezione ha spiegato come il determinismo e la capacità di previsione che prefigurava il caso come un livello di ignoranza, accompagnandoci per tutto il XIX secolo, è stato smontato dall'indeterminismo che ha trovato nella meccanica quantistica il suo fondamento. Dopo ciò gli scienziati sono ancora alla ricerca di una legge universale capace di spiegare quello che ci succede intorno e all'affermazione di Einstein su "Dio non gioca a dadi" ci troviamo punto a capo a cercare quella regola aurea che organizza e spiega la materia. Così alla fine il mistero avvolge ancora i nostri orizzonti; dunque l'aspirazione di poter governare quello che ci circonda rimane un desiderio e quell'illuministico paradiso della ragione perduto, come ha concluso Beltrametti, si può ritenere anche un inferno mancato: sarebbe ben triste la vita se sapessimo quello che ci succede in anticipo, compreso la nostra morte. Bel finale per un breve excursus sulla scienza e i suoi obiettivi: un lungo cammino di contraddizioni e di scoperte che nel tempo svelano sempre qualcosa d'altro.
Sarà per questo che continuiamo ad interrogarci su omeopatia, agopuntura, New Age, astrologia, razzismo pur sapendo che le risposte scientifiche ci sono e quantunque si continui a credere in maghi, fattucchiere, guru e impostori. Ad esempio conoscendo che noi uomini abbiamo un DNA al 99,4% uguale alla scimmia ci permettiamo di continuare ad essere razzisti.
Sarà poi per questo che il nostro progresso trovandosi a convivere con postulati diversi - uno dettato dalla fisica newtoniana (la forza di gravità) e l'altro dalla morale (opinabile, che persegue il conseguimento della felicità) - con il sapere scientifico in mezzo a mediare e sperimentare l'infinito che lo scontiamo ripetendo errori. Allora arrivederci a Genova nel 2004 con la Scienza che si ripresenterà ad illustrarci nel Festival tutto il suo sapere fin qui raggiunto.

venerdì, ottobre 31, 2003

Considerazioni

Considerazioni odierne su un viaggio in Cina da parte di un "comunista" occidentale al potere.
Ricordo un articolo di U. Eco che sosteneva come in Berlusconi si nascondesse un comunista. In sintesi l'articolo affermava che gli spot usati da Berlusconi nella sua ultima campagna elettorale erano efficaci: non dovevano essere veritieri ma essere ricordati; per fare acquistare i suoi prodotti questi devono essere memorizzati. Quello degli spot però era un messaggio amichevole che contraddiceva invece l'aggressività sul come condurre le battaglie parlamentari e politiche che manifestava le tendenze autoritarie e, non come sosteneva Montanelli per il santo manganello, ma veterocomuniste, appunto. Quelle di una propaganda che usava termini dialettici come "popolari, pace, libertà, cambiamento e democrazia" costruendo nemici negli avversari era la grande arma dei comunisti quarantotteschi e togliattiani che Eco, con l'aggiunta della ritualità delle piazze e della simbologia (esempio dal rosso all'azzurro), ritrova nel movimento forzaitaliota.
La lotta feroce e senza compromissioni contro il nemico tale da annientarlo con la demonizzazione, non a caso, ha fatto dei transfughi dal veterocomunismo al Polo della CdL i consiglieri cui Berlusconi ha dato ascolto e continua ad ascoltare in modo determinante.
Così l'articolo dell'aprile 2001, di Eco, concludeva: "Pertanto una delle scoperte di questa campagna elettorale potrebbe essere che il politico più "comunista" di tutti è probabilmente Berlusconi. In realtà le tattiche veterocomuniste e sessantottesche saranno le stesse, ma vengono messe al servizio di un programma che può andare bene anche a molti strati della Confindustria, ai quali in altri tempi è andato bene il programma corporativista. In ogni caso, avanti o popolo".
Così oggi ci troviamo paradossalmente al potere un "comunista" sostenuto dai fascisti che oltre a fare i suoi interessi personali anche quelli della confindustria.
Così oggi viviamo in un regime semiautoritario con il sovvertimento del significato stesso delle parole: i nuovi veterocomunisti si riempiono la bocca di libertà, di democrazia, di progresso facendoci invece arretrare nei diritti, nella giustizia sociale ed economica, costruendo una società di ricchi sempre più garantiti contro quelle stesse masse (ora definito popolo) sempre più povere.

mercoledì, ottobre 29, 2003

Crocifissi nuovi

Oggi si sono aperti i telegiornali con l'intervento del Papa sul crocifisso: è una notizia? Non ci fosse l'antecedente dell'ordinanza di un magistrato per togliere il crocifisso da un'aula scolastica, forse no, ma per me non lo è lo stesso: come si può pensare che il Papa non difendesse il crocifisso? Ecco un esempio di non notizie usate per alimentare polemiche e revanscismi. Questo crocifisso usato come un'arma per rivendicare radici, appartenenza, cultura perde la sua funzione simbolica per diventare un oggetto da crociate. Questo ci riporta a tempi remoti, appunto quello delle crociate: quelle per liberare la Terra Santa, che nostra certo non era, ora forse per "liberare" solo la nostra.
Ma il crocifisso con l'Uomo (figlio di Dio) che ogni volta muore per l'intolleranza, l'ignoranza o il non vedere le proprie colpe continua a esistere nell'incoerenza degli atti di quelli che proprio ora lo difendono.

Oltre la Scienza

Mi ero promesso di seguire il programma del Festival della Scienza ma è molto ricco d'appuntamenti ed è impossibile seguirli tutti, perciò mi sono affidato all'interesse del momento e al richiamo dei titoli e dei partecipanti. Quello che mi ha attratto lunedì 27 ottobre tra i 27 eventi in programma è stato quello svolto nella sala polivalente della facoltà d'Architettura di Piazza Sarzano; il titolo era "Oltre la scienza - scienze alternative e pseudoscienze": l'incontro era a cura del C.I.C.A.P. (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) e aveva come relatori scienziati come Roberto Vacca, Tullio Regge, Sergio Della Sala e Adalberto Piazzoli. Il moderatore M. Paternostro ha aperto il dibattito chiedendo che cosa s'intendeva con "oltre la scienza"; la risposta è stata quella di fare della ricerca scientifica una conoscenza di qualità intesa come mai finita, mai raggiunta, utile per andare oltre, appunto. Gli interventi tutti interessanti hanno affrontato quello che è contrabbandato per scientifico e invece non lo è come astrologia, maghi preveggenti, agopuntura, omeopatia...
E' stato istruttivo capire come si muove la scienza e cosa vuol dire fare lo scienziato: studiare in comunità, sperimentare sempre cercando di riconoscere e correggere gli errori; confrontare le proprie scoperte e intuizioni, conoscenze con altri studiosi. Tutto quanto nella scienza è misurabile e va sottoposto a misurazioni, prove di meccanica quantistica, di relatività per arrivare ad una conoscenza, intesa come sostiene R. Vacca, di tipo "insight" ovvero di comprensione, consapevolezza del fenomeno studiato e provato. Tutte cose che la pseudoscienza, il paranormale e la medicina alternativa non fanno. Passata la parola agli spettatori è stato chiesto subito cosa pensavano gli scienziati della religione che crede ai miracoli e invita a pregare per far piovere: non è simile ai maghi e maghetti, astrologi e chiaroveggenti? Tullio Regge (premio Einstein per la fisica) ha risposto: "questa domanda è esplosiva. Io andrei cauto nel combattere la religione come truffa. C'è la libertà religiosa ed ognuno è libero di credere ai miracoli a madonne e preti; finché questi non ti obbligano a credere e se poi pregano per la pioggia o un mondo migliore, non li equiparerei a maghi astrologi. Lascerei stare. Non confondiamo il sentimento religioso".
Interessante conclusione nella giornata caratterizzata dalla polemica del Crocifisso da togliere in un'aula scolastica; essere laici è una bella sfida: è una sfida della ragione e della scienza. Per questo anche qui la comprensione dovrebbe essere "l'oltre", l'oltre della scienza e della convivenza civile.

domenica, ottobre 26, 2003

Manifestazione


Segnalo questa iniziativa voluta dai missionari Comboniani:
Il rilascio dei permessi di soggiorno “in Nome di Dio”.
Ecco il link:
http://italy.peacelink.org/
Missionari Comboniani di Castel Volturno
19 ottobre 2003
Cari amici
siamo i Missionari Comboniani di Castel Volturno(Caserta)
vi proponiamo una Azione Ecclesiale Nonviolenta:
il rilascio dei permessi di soggiorno “in Nome di Dio”
davanti alla Questura di ognuna delle vostre città il Sabato 15 Novembre, vigilia della Giornata Mondiale delle Migrazioni, alle ore 16.00.
Questa Azione Ecclesiale Nonviolenta iniziata in Giugno a Caserta con l’incatenamento di fronte alla Questura-Prefettura proseguita con altre iniziative (fax, email, cartoline e sit in il 27 giugno davanti a 22 Prefetture e infine il 5 Ottobre con la preghiera di fronte a Montecitorio nel giorno della canonizzazione del nostro fondatore Monsignor Daniele Comboni) continua con il rilascio dei permessi di soggiorno “in Nome di Dio”.
Il Governo Italiano ha reso sempre più difficile la regolarizzazione degli immigrati favorendo così il crescere di un mondo sommerso di immigrati facilmente vittima della criminalità organizzata e di datori di lavoro senza scrupoli.
Riteniamo che la legge Bossi-Fini sia lesiva dei diritti umani fondamentali degli immigrati e sia l’espressione di un governo e di una società incapace di accogliere e di vedere le ricchezze di cui gli immigrati sono portatori.
Questa è la legge del Governo Italiano, ma non è la legge di Dio.
Nel piano di Dio per l’umanità nessuno è straniero e quando i sistemi e i governi creano differenze tra cittadini e stranieri Lui, fa causa comune con gli stranieri e chiede il rispetto dei loro diritti. Per questo in “nome di Dio” vi invitiamo a rilasciare il permesso di soggiorno agli immigrati perché Dio da loro questo diritto.
Questa azione evidentemente non è esclusiva dei cristiani ma aperta a persone e gruppi di tutte le religioni e di ogni credo umano.

Brigatisti


C'è veramente da interrogarci su come uomini e donne a distanza di molti anni continuino a seguire quell'ideologia brigatista rossa che seminava odio, paura e morte per raggiungere un potere come i mafiosi. Con l'arresto dei responsabili della morte di D'Antona e Biagi si capisce come questi ultimi siano una banda di criminali isolata e senza speranza che inseguiva il mito di un potere che esiste solo nella loro nevrosi parossistica: vorrebbero liberare una categoria di oppressi dal capitale uccidendo inermi professori. Questi brigatisti, al pari di quello che erano un dì Curcio e Moretti, futuri ministri di giustizia di un loro ipotetico governo per sputare sentenze di morte in nome di un popolo (quest'ultimo è proprio di tutti) ora si dichiarano "prigionieri politici"; prigionieri lo sono e lo erano già della loro ideologia, della loro ossessione, della loro miseria di valori. Loro, i liberatori, forse non li perderemo più; ce li troveremo d'ora in poi sempre davanti: una nuova malattia sociale come un virus si è inserito tra noi, reclama giustizia, predica uguaglianza, cerca diritti e insegue il potere seminando morte e paura. Come curarli? La galera per molti vecchi brigatisti è stata terapeutica; sarà il caso di affiancargliene qualcuno di questi per un percorso di recupero?

giovedì, ottobre 23, 2003

La mia lettera a Berlusconi




Signor Primo Ministro Silvio Berlusconi la invito a rispondere, nella lettera che ha detto di inviarmi per spiegare la manovra sulle pensioni d'anzianità, ad alcune domande che ritengo essenziali per la trasparenza e la correttezza di chi si è voluto porre al governo del mio paese ed ora con delle riforme, anche se dice il contrario, sta mettendo pesantemente le mani nelle mie tasche rimettendo in discussione diritti conquistati in anni di battaglie civili e sindacali per una giustizia economica che lei con i suoi interessi sovverte.
Prima domanda: Dove ha preso i soldi per fare Milano 2 e successivamente la Fininvest? Cosa ha da dire sulla tangente, della società All Iberian, di 23 miliari di lire versate a Craxi? Altra domanda: Perchè si è sottratto al processo di Milano e non ha voluto rispondere ai pm Boccassini e Colombo, dopo che si era detto disponibile? Il lodo Schifani non era certo d'impaccio, oltretutto ha detto che non l'aveva voluto lei ma Ciampi. Poi in fondo risponda con un si o un no a questo: lei sa che la nostra democrazia, la sua e nostra libertà con cui ha potuto perseguire la sua ricchezza, sono frutto anche di combattenti e martiri comunisti italiani? Ha mai letto le "Lettere dei condannati a morte della Resistenza"?
Risponda a queste domande poiché la prima volta che mi scrisse, quella prima di farmi acquistare il suo euroconvertitore -non mi dica per favore che me lo ha regalato- raccontandomi la sua storia omise parecchie cose. Un italiano libero e votante: Giorgio Boratto.

mercoledì, ottobre 22, 2003

VIE CHIUSE


Certo che fa impressione vedere tutti quegli uomini vestiti di porpora in berretta rossa davanti al Papa: per me non è un bello spettacolo e mette in testa cattivi pensieri. D'accordo che la religione abbisogna di riti, simboli ed epifanie ma questa incoronazione di vassalli ad un potere che si rifà al nome di Cristo è una contraddizione di termini. Dov'è in questa manifestazione, in questa ostentazione di potere, di ricchezza e di maschilità (anche se penso che nei loro pensieri imperversi la femminilità) il messaggio evangelico? Dov'è a chiesa degli ultimi?
A pensare che è passato solo un giorno dalla beatificazione di una donna che, più di questi mille uomini, ha incarnato il Vangelo. E' passato un giorno e invece si è tornati indietro i mille anni: quella donna destinata alla santità non avrebbe mai avuto una porpora o una berretta rossa; così si continua a ripetere che "le vie del Signore sono infinite", quelle della chiesa sono chiuse.

sabato, ottobre 18, 2003

FIGHETTI

L'altro ieri ho assistito ad una discussione tra ragazzi sui "fighi"; sulle cose che caratterizzano questa categoria e sul perché molte persone in Italia spendano l'impossibile in macchine, vestiti e tutto ciò che riguarda l'apparire, pur guadagnando a mala pena mille euro al mese. Questo mi conferma che il berlusconismo, che è la sintesi culturale di questo fenomeno, esisteva prima di Berlusconi ed esisterà ancora dopo ma non per molto; d'altronde questo è un prodotto culturale del consumismo e di quello che s'intende da quelle parti per libertà: mancanza di regole, irresponsabilità sociale ed egoismo. Tutto il resto è conseguente, ma c'è speranza? C'è un'alternativa a questa "peggio gioventù"? Per me sì; innanzi tutto la riflessione dei ragazzi conosciuti mi dà speranza, dopo inizio a vedere dei cedimenti in molti giovani nella ricerca della "fighezza": che questa non sia semplicemente un surrogato, un eufemismo comunicativo che indica ben altro e più pregnante nelle relazioni umane è lampante. Poi conosco frequentando la comunità di S. Egidio dei ragazzi splendidi, della gioventù che senz'altro è migliore di quella che ci poteva essere nell'immediato dopoguerra. La miseria culturale e lo scadimento di valori non può durare a lungo; pare che si abbia bisogno di trascendenza e di volare con la bellezza (anche interna) per la stessa sopravvivenza della specie umana…Vedrete che il berlusconismo e anche l'altro fighetto per antonomasia Bush finirà, finirà presto.

Piavoli


Chi ama il cinema penso conoscerà quel piccolo capolavoro che è "il pianeta azzurro" di Franco Piavoli. Ebbene ieri ho conosciuto tramite un amico Franco Piavoli personalmente trascorrendo con lui tre ore piacevolissime. Naturalmente si è parlato soprattutto di cinema e dopo avergli raccontato le mie positive impressioni del suo primo lungometraggio, appunto "Il pianeta azzurro" visto nel 1982 alla sua uscita e dopo in un passaggio televisivo qualche anno fa, abbiamo parlato del suo ultimo film prossimo ad uscire nelle sale genovesi: "Al primo soffio del vento". Io mi sono ripromesso di andarlo a vedere appena entrerà in programmazione sperando che resista qualche settimana: si sa che con la programmazione odierna dettata dalle Major cinematografiche americane non c'è scampo per altri film. Conoscere Piavoli è stata un'emozione; che strani giri fa la vita, sono sicuro che tanto tempo fa avevo desiderato incontrarlo per parlargli di cinema e poesia, poiché il suo cinema è una cosa diversa, unica che si può benissimo equiparare alla poesia immaginativa, e oggi per incanto si è avverato il desiderio. L'amico Carlo Guglielminetti incontrandomi ad una riunione di un'associazione, mi ha chiesto all'improvviso se volevo andare a casa sua per incontrare Piavoli che era suo ospite. "Ma và…" gli dissi, "davvero?" Carlo sapeva che avrei voluto conoscerlo ma la cosa era inattesa. Così ho parlato con Franco Piavoli di cinema, di vita e poesia e ci siamo ritrovati, intesi e sentiti su la stessa frequenza: la poesia è un accidente in forza ad ognuno, ognuno è un poeta che non sa d'esserlo, ma basta dargli i mezzi o la consapevolezza di un'espressione vera e coglie la poesia più autentica in natura: la spontaneità del suo esistere unico e irripetibile. Verso le ore 15 mi è toccato di accompagnare Piavoli alla stazione ferroviaria e salutandoci con la promessa di rivederci abbiamo compreso che pur essendo esseri unici e irripetibili suonavamo una stessa musica interiore. Allora a risentirci presto Franco e grazie.
Qui un suo profilo personale:
http://www.bs.unicatt.it/dams/profilo.htm
http://www.filmup.com/alprimosoffiodelvento.htm

venerdì, ottobre 17, 2003

ESAME D'ITALIANO


Ho letto ora che secondo Calderoli, le regole attualmente in vigore rendono la concessione della cittadinanza "un mero procedimento burocratico" che non tiene conto della "capacità dello straniero di parlare la nostra lingua, della sua conoscenza dei nostri usi e costumi, della nostra storia, del nostro sistema istituzionale e delle regole basilari della nostra società". I leghisti vogliono insomma un esame vero e proprio, nel quale l'immigrato che aspira alla cittadinanza deve "dimostrare il reale livello di integrazione nella nostra società: una prova di lingua italiana e locale, domande di cultura generale, storia, cultura e tradizioni, sistemi istituzionali, sia nazionali che locali".
Bene, se applicassimo questa regola anche ai giovani italiani già naturalizzati per nascita, scopriremmo che di cittadini italiani ce ne sono sempre meno ad iniziare proprio dai leghisti. Intanto da recenti indagini si scopre che c'è un analfabetismo di ritorno, ovvero molti cittadini disimparano a leggere e scrivere commettendo dei gravi errori ortografici e di grammatica italiana; per non parlare dei dialetti che sono parlati sempre meno ed in modo sbagliato. Molti altri poi non conoscono nulla della storia più recente e delle istituzioni repubblicane; ricordo per questo, non molto tempo fa, come ad una semplice domanda, fatta a delle ragazze tutte maturande su quali fossero gli stati belligeranti dell'ultima guerra mondiale, incredibilmente tutte sbagliavano la risposta: mettevano la Russia alleata con il Giappone contro gli USA alleata con l'Italia. Questi sono una buona parte di cittadini che dovrebbero essere gli italiani di domani, a questo punto che differenza fa con un lombardo? Meglio allora un marocchino, un cinese o un brasiliano che sanno qualcosa d'altro.

martedì, ottobre 14, 2003

LETTERA ALLA MINISTRA MORATTI




Lettera alla Moratti

Gentile ministra Moratti, gli scrive uno studente modello di scuola superiora itagliana che a capito che per deventare come Berluscone non servono leggere tanti libri anzi nissuno. Limportante è l'inghlese, l'infornatica e l'inpresa, le tre iii. Per questo per inghlese chabbiamo e bastano i cantanti mericani e rokker, per l'infornatica i videogiochi con la playstescion e per l'inpresa i numeri delle azioni della borsa da conprare per fare i soldi delle aziende del mercato comune euro-peo e per battere i komunisti rimasti in giro e in cina... insomma questo è difficile di più come materia skolastica perché questultimo discorso è ancora troppo matemmatiko e non spiegato ancora bene, però con la rifforma della gentile ministra tutto si agiusterrà. Poi bisogna sapere riskiare sempre come prendere dei bei voti non studiando. Perché se vuoi avere sucesso devi osare sempre, non puoi respettare le leggi ingiuste e komuniste, besogna tentare la fortuna che se va lavvà. Forza ministra, forza anche l'inter perché è per caso il suo marito anche l'altro presidente? Ecco io con la nuova scuola mi aspetto tante cose cuindi avvanti cos'ì. Con le tre iii.
Contanti saluti da lal'unno Robberto Borghezio


domenica, ottobre 12, 2003

Lettera agli italiani


Mi sono ricordato che la lettera io l'ho già ricevuta:

Cari amici e amiche di tutte le città dei paesi, dei comuni provincie regioni, mari monti in barca o in automobile a piedi o in bicicletta al lavoro e no, veniamo a noi a dirvi, con questa mia a addirvi che, scusate se sono pochi, ma un milione di vecchie lire, non ci fanno specie che questanno c'è stato una grande moria di vecchi per la calura, come voi ben sapete: questa moneta servono che voi vi consolate (e che io ho già data, come da programma firmato nella televisione) dal dispiacere che avreta o meglio avreti, per la nuova rifforma delle pensioni perché non ne sono morti abbastanza. Anche per i denari che non prenderete in là, non dovreti preoccupare: dato che io studia e tengo la testa per voi al solito posto sul collo di me medesimo ho pensato con il coraggio che ho, di non aspettare a mandare in pensione i vecchi prima delle prossime estate calorose e con lafa mortuaria. Date il consenso prima a me che io stesso risolvo il problema alla radice: meno pensioni più lavoro, meno pensionati più vita.
Salutandovi indistintamente e "senza a nulla pretendere" il cavaliere vostro Berluscone. Apro parente "che poi sono io". Chiusa parente.

mercoledì, ottobre 01, 2003

Il Muro



Un muro lungo migliaia di chilometri si sta erigendo in Cisgiordania: lo costruiscono gli israeliani invadendo campi palestinesi e incuranti della natura, del paesaggio e dell'umanità, fanno scempio anche delle coscienze. Il muro israeliano è un ostacolo di cemento armato alto oltre 10 metri che scorre come un'autostrada a quattro corsie lungo i campi dei contadini sezionando il paesaggio: dove stanno i buoni? Dove i cattivi? Che strano i prigionieri di questo muro è difficile individuarli subito visto le sue dimensioni…ma in alto si nota il filo spinato elettrizzato, posti guardia per cecchini e telecamere rivolte a sud sudest; ecco dovrebbe rinchiudere i palestinesi, dovrebbe perché invece il muro separa e chiude lo Stato d'Israele e i suoi abitanti, li chiude in uno stato ebraico che è ancor più uno stato mentale che nazione: uno stato dove il Muro del Pianto è il simbolo.
La separazione che gli ebrei hanno subito con i ghetti costruiti nelle città di tutta Europa ora la ricostruiscono da soli, ma allora c'è da chiederci: erano forse loro che volevano vivere, anche qui tra noi, separati?
Si pensa che i "due stati" possano sorgere solo se c'è un muro? Così il muro avanza con la violenza dei bulldozer che scavano colline, abbattono alberi d'ulivo, di fichi e vitigni, demoliscono case palestinesi, contadine; così quello che si vede diventa il più grande campo di concentramento della storia: uno stato per averne due. Inoltre il muro, con la scusa della sicurezza, diventa anche uno scippo di terra dei proprietari palestinesi. Non dimentichiamoci che le macerie dei muri sono sempre crollate in testa a chi li ha costruiti. La "road map", la strada per la pace, i muri dovrebbe abbatterli e non costruirli.
Ora per questo è stata indetto per l'8 novembre un corteo a Roma, contro le deportazioni e contro il muro dell'apartheid, con l'appello: " Stop the wall, now ".
Per adesioni «stopthewall@tiscali.it».





lunedì, settembre 29, 2003

Black Out


Ah, la tecnologia. Ieri a causa del black out sono rimasto senza connessione ad Internet, senza telefono, senza Tv on demand e con il telefonino scarico ero praticamente isolato. Il fatto che poi dispongo di un contratto fastweb a fibre ottiche non solo è servito a niente ma ha aggravato i miei problemi, infatti la situazione si è ristabilita solo stamane alle ore 10 e 30: un record per la mancanza di servizi. Quanto poco basta alla nuova tecnologia per farci piombare nell'oscuro passato. Basta un albero che cade al confine tra Svizzera e Francia. Basta un fulmine al posto giusto e non una regione, un paese, una città, ma l'Italia intera rimane al buio. Ora ci dicono di risparmiare energia, di non aggravare la situazione con consumi eccessivi. Ma non ci avevano raccomandato di consumare di più, di comprare, spendere, produrre, investire, regalare, gioire…Siamo o non siamo il paese più americano di tutti? Sì, lo siamo e per questo abbiamo ripetuto il loro black out; noi ripetiamo sempre tutto, in meglio naturalmente. Ad ogni modo venite ad investire in Italia, troverete belle segretarie, pochi comunisti e tanti, tanti coglioni.

venerdì, settembre 26, 2003

il trash finirà


Immagino fra qualche anno quando qualcuno che fa parte dell'attuale governo rivelerà gli intrighi, i retroscena, le parole, le sceneggiate di questo periodo con al potere il centrodestra: viste le premesse ufficiali ne vedremo delle belle. Chissà che sbotti, che insulti, che mal di pancia si vivono nella casa delle cosiddette libertà. E' capitato e continua a succedere di sentire affermazioni "pesanti" da vari ministri e sottosegretari tipo Bossi, Scajola, Castelli, Taormina…e visto il senso delle parole, ne ascolteremo ancora. Ascolteremo ancora il capo del governo sparare banalità, nonsense, stupidaggini e insulti con il sorriso compiacente del "troppo furbo": i troppo buoni che acclamano poi si trovano sempre.
D'altronde chi sa leggere simbolicamente la realtà comprende il tipo di potere che è perseguito, gestito e attuato, quindi sarà tutto conseguente: un crollo drammatico; come se ne sono già visti e vissuti nella storia.
Intanto attrezziamoci per la difesa, alziamo gli scudi contro gli schizzi di fango che voleranno: la nuova classe dirigente di destra ha dimostrato che è pronta a tutto. A questo punto a noi basterà forse stare in silenzio e voltare lo sguardo per pudore; quando ritorneremo a guardare vedremo la desolazione e una televisione che "frigge": qualcuno avrà staccato definitivamente l'antenna. Il trash finirà.
D'altronde così non può durare.

giovedì, settembre 25, 2003

Chi siamo?

Chi siamo? Da un punto di vista fisico siamo frutti di una mitosi; che strano anche qui c'è un riferimento onomatopeico al mito: quello che ci accompagna alla nascita del pensiero si rifà anche a quello fisico.
Così attraverso questo processo di suddivisione cellulare, la mitosi appunto, cresciamo, aumentiamo, cambiamo nel corso della vita diventando frutto di 50 o 60 suddivisioni di quell'ovulo che eravamo. Nella mitosi avviene uno sdoppiamento dei cromosomi con un processo straordinario e molto complicato che genera cellule figlie identiche della madre. Poi abbiamo i "salti quantici" ossia variazioni misurabili solo con la meccanica quantistica. Poi entriamo in gioco noi: noi esseri specchianti; osservatori osservati. Per antonomasia noi siamo il riflesso di una intelligenza che si riflette nelle sue parole, idee, pensieri per cui la coscienza è scienza del sé. Lo stesso procedimento della mitosi è lo specchiarsi cellulare, un riprodursi identico che genera nuova identità.
La riflessione è un esercizio del pensare che ci permette di guardare dall'esterno ciò che avviene all'interno. Tutto in fondo si riflette, rimbalza, ripercorre, attraversa e quello specchio concavo del cielo stellato entra in noi rivelandoci di che materia siamo fatti: polvere di stelle.
Pensiamo ad esempio quante cose ci avvolgono, legano, ingarbugliano; quale incredibile matassa di fili invisibili ci circonda: le onde elettromagnetiche, i campi radio, le cellule di telefonia mobile, le immagini criptate di segni luminosi, i suoni ultra e infrarossi, flussi di segnali bip e bit…
Ecco noi siamo questo: polvere di stelle che si auto-osserva.

mercoledì, settembre 24, 2003

Tre parole


Non ho mai visto tanti attacchi alla Libertà da quando c'è al governo un raggruppamento che si definisce "casa delle libertà". Loro.
Non ho mai assistito a tanti attacchi alla Giustizia da quando hanno coniato il termine "giusto processo". Loro.
Non ho mai considerato tanti attacchi all'Uguaglianza tra i cittadini da quando, sempre in nome di giustizia e libertà, ho visto fare per governare condoni di ogni genere. Loro.
Ma queste tre parole forti: Libertà, Giustizia, Uguaglianza, sono sempre state nostre. Ora fa una certa impressione sentirle in bocca ad altri, in mezzo alla miseria culturale dei modelli che ci circondano.
Ora altri ribaltano le parole, ne coniano di nuove, poi aggiungono parole a parole, a volte più per confondere che per chiarire. Ora altri usano la parola Libertà per fuggire alle responsabilità, reclamano Giustizia per non avere processi e l'Uguaglianza diventa per certi una catena per negare i diritti per tutti…
Ecco il linguaggio della politica che ha bisogno di argomentare, di spiegare, di analizzare per poi arrivare a sintesi, viene stravolto, viene rettificato e svuotato di significato.
Ma ecco allora ancora: Libertà, Giustizia e Uguaglianza; ecco ancora queste tre parole a dare senso e peso alla nostra vita.
Non abbiamo bisogno di altro per costruire un programma, una legge e il futuro; bastano queste tre parole: Libertà, Giustizia, Uguaglianza. Bastano se sappiamo renderle vere. Nostre.

Forza Laura


Domenica scorsa sono andato a trovare l'amica Laura a Bologna. E' un anno che si è trasferita in quella città come ospite della casa di riposo degli attori "Lyda Borrelli".
Così ho visitato anche la villetta dove ora vive che si trova al numero 236 di via Saragozza.
Come in tutte le case di riposo si respira un'aria retrò, un passato che è presente negli odori, nei visi, nelle parole e in questa particolare casa anche negli arredi: statue e foto d'epoca che ritraggono attori scomparsi; ci sono anche lapidi e marmi incisi che ricordano la visita della regina Elena, gli attori caduti in guerra o lasciti importanti di personaggi famosi, in ultimo quelli di A. Sordi e G. Andreotti.
Laura è una persona eccezionale, dopo diverse vicissitudini lavorative, lei attrice di teatro - lavorava ultimamente a fare animazione per gli anziani nelle case di riposo genovesi - si è trovata in gravi difficoltà economiche e da sola ha trovato la soluzione di entrare in questa casa di riposo per artisti fondata agli inizi del secolo scorso. E' di Laura l'idea e la realizzazione del premio nazionale "Super Nonno" con cui sono stati premiati al Don Orione di Genova, Alberto Sordi, Lino Banfi, Nino Manfredi. Laura ha lavorato sempre come attrice teatrale in numerose commedie e ha conservato uno spirito libero, dolce e disponibile ad aiutare gli altri. Anche con le batoste della vita che ha ricevuto, in ultimo una malattia improvvisa arginata con un intervento chirurgico d'urgenza, Laura è rimasta una amica fantastica. Oggi nel mio blog la voglio ricordare: Forza Laura.

venerdì, settembre 19, 2003

Salti evolutivi


L'Uomo è veramente l'obiettivo finale dell'evoluzione? Questo si chiede Richard Dawkins nel libro: "L'orologio cieco", dove egli sostiene come all'origine ci sia l'informazione, segni, parole, istruzioni che nel genoma risultano essere digitali. Così il disegno della vita non ha bisogno di disegnatori, architetti, ingegneri o altro. Eppure siamo sempre in bilico, non siamo mai definiti, ordinati; siamo a testimoniare una unicità frutto del caso e della necessità (come sosterebbe ancora Democrito). Oggi svelando le "parole" del genoma con la codifica del DNA, il miracolo c'è spiegato: l'evoluzione procede nel suo insieme; va avanti, anche se non è lineare, e il regredire è sempre una continuità, ricchezza, recupero della sostanza materiale insieme al suo spirito.
Continuiamo a farci guerre, ci dividiamo per etnie, religioni, cultura e pensate che il 98,4% del nostro patrimonio genetico coincide con lo scimpanzè…Poi, a conferma, leggo pure sul Corriere.it che è stato scoperto che anche il nostro senso di giustizia deriva dalle scimmie: "La distinzione tra giusto o sbagliato sarebbe quindi figlia del Dna": così il titolo per un articolo che illustra un'informazione ripresa dal periodico "Nature" il quale sostiene che le azioni giuste o sbagliate sono riconoscibili anche dalle scimmie. Benissimo, la socialità è iscritta nel DNA e le regole di cooperazione sociale ce le tramandiamo da quando eravamo scimmie. Tutto torna, ma resta che sappiamo andare anche oltre: a quando eravamo lupi. Lupus in fabula.

giovedì, settembre 18, 2003

Perchè di sinistra?


A distanza di un po' di tempo ho ritrovato questa mia lettera e la trovo ancora attuale:

Perché sono di Sinistra? Perché voglio cose diverse da quelli di Destra? Certo che raccontarlo ad un giovane d'oggi, può apparire difficile, ma è opportuno. Perchè sono di Sinistra? Perché ho memoria di una antica miseria? Perché aspiro ad un mondo migliore? Potrei dire le stesse cose che dice un'altro di Destra; ma poi, forse, tutto passa per la storia personale, per la propria cultura, intelligenza ed esperienza.
A dirlo oggi ad un giovane è dura, ma è importante: perché sono di Sinistra? Potrei dirgli molte cose, raccontargli la storia dell'ultima metà secolo: la mia. Sono nato poco tempo dopo il più spaventoso scoppio della seconda guerra mondiale: la Bomba Atomica; un enorme fungo di fumo che ha scosso per decenni il mondo. Poi la Guerra Fredda. Le battaglie per la democrazia, i licenziati perchè di Sinistra o assunti con il placet della parrocchia. Le battaglie per applicare la Costituzione che ha garantito, pur con tanti difetti la libertà in Italia e che reca in calce - è bene ricordarlo sempre- la firma di un grande comunista italiano: Umberto Terracini. Poi gli ideali di un partito socialista operaio e contro i padroni che poi prese i soldi da tutti. Ancora a Sinistra a vedere la politica che scompiglia gli uomini, li divide per interessi di bottega o magari anche per le idee. Ma poi... Perchè di Sinistra? Per l'uguaglianza, la giustizia, la libertà e la solidarietà. Perchè di Sinistra? Per essere diversi? Poteva esserlo un dì, ora non più: il conformismo attraversa tutti; vestiti uguali, con gli stessi desideri di un benessere borghese a volte ottuso: un conto in banca, una strada pulita, un lavoro sicuro e poi? Poi sono di Sinistra e continuo ad esserlo nonostante sia risalito dalla palude ideologica; nonostante che la Destra, per un gioco speculare, rivoglia quella Sinistra.

Io sono di Sinistra oggi proprio per una interrogazione profonda sull'essere; per la riscoperta di criticare con il presente, il passato senza rinnegarlo. Io sono di Sinistra perchè sono riuscito a uccidere il padre (metaforicamente) e anche se si è spinti a cercarne un altro mi sono accorto che nessuno può dare lo stesso affidamento; questo costringe ad affrontare la realtà senza benedizioni e chi si presenta come tale e vuole abbracciarmi è meglio rinnegarlo.

Per questo sò di essere cambiato profondamente e se la mia fede rousseauniana nell'Uomo, invecchiando diventa pessimistica, rimpiangendo una gioventù seppur settaria, ottimistica, sento però subito le sicurezze di allora, come un grosso limite per proseguire. Ma mi fanno paura le certezze degli altri, degli avversari, di certi politici, financo quelle del Papa.

Ecco perché sono di Sinistra oggi, perché non ho verità rivelate né certezze da trasmettere, ho solo amore per una umanità sporca, assassina e a volte corrotta ma che per questo sento fatta di uguali: nessuno può arrogarsi diritti di casta, di razza, di cultura né- per la terra, l'aria e il mare- di proprietà.

Ecco perchè sono di Sinistra; perché, come dovrebbe al cristiano, mi indigna al pari della grande miseria, il lusso sfrenato. Ancora tante cose avrei da dire, perchè molte sono sempre le cose da fare, per questo i miei sogni continuano come la speranza di vivere l'Utopia.

domenica, settembre 14, 2003

Incontro con Sandra Petrignani




Ieri sera penultima giornata della festa provinciale genovese dell'Unità, ho conosciuto la scrittrice Sandra Petrignani; era venuta per la presentazione del libro: "La scrittrice abita qui". In verità la scrittrice e giornalista, la conoscevo attraverso i suoi libri e articoli su Panorama di molto tempo fa, ai tempi di Biagi e Serra poiché dopo smisi di acquistarlo: l'intervento di Berlusconi in Mondadori ed il cambio politico della rivista mi fecero cambiare letture. Però Sandra Petrignani ho continuato a leggerla e avuta l'occasione di incontrarla personalmente, stringergli la mano e scambiare due chiacchiere con lei è stato per me molto bello.
Il libro: "La scrittrice abita qui" è un libro molto interessante e al link:
http://www.pol-it.org/ital/latodebole17.htm
si può trovare la sua recensione scritta da Rossella Valfrè.

La sua bibliografia completa è: Navigazioni di Circe, Theoria, 1987 (Baldini & Castoldi, 1997); Il catalogo dei giocattoli, Theoria, 1988 (Baldini & Castoldi, 2000); Poche storie, Theoria, 1988 Vecchi, Theoria, 1993 (Baldini & Castoldi, 1999); Ultima India, Baldini & Castoldi, 1996
Giulietta e Romeo, Einaudi Ragazzi, 2002 Le signore della scrittura, La Tartaruga, 1996 Come fratello e sorella, Baldini & Castoldi, 1997 Speriamo che tenga (con Moni Ovadia), Mondadori, 1998 Dopo cena, RAI, 1999.

venerdì, settembre 12, 2003

Lui dice quello che pensa


di Furio Colombo
dall'Unità di oggi


Una volta stabilito che in tutte le televisioni italiane lui parla da solo, Berlusconi si sente libero di lasciarsi andare. Confida i suoi
pensieri che fanno orrore (i giudici sono esseri diversi dalla razza umana) e sa che tutti i nostri Tg (con l'unica diversità del Tg3) arrangeranno le cose che dice in un pastone impenetrabile
(per questo sono febbrilmente al lavoro volenterosi giornalisti di regime) mentre alle spalle si vedono volti e si ascoltano frasi spezzate per dare l'impressione che tanto loro (i comunisti)
si oppongono sempre.
Particolarmente indecente il Tg1 che è diventato ormai la scorta di fiducia del premier. Questa volta i pensieri di Berlusconi (seconda ma non ultima puntata della sua intervista al giornale inglese «The Spectator» e alla «Voce di Rimini») sono pensieri sordidi. Sono una offesa cruda e volgare alle vittime del fascismo, ai cadaveri di cui l'altro regime, quello di Mussolini, aveva seminato l'Italia. Sono la difesa di un assassino, con la
pretesa «di avere difeso un italiano». Con singolare ottusità di sentimenti e sensibilità verso i sopravvissuti e i figli della Shoah, baratro di orrore aperto dalle leggi razziali imposte al Paese dall'italiano di cui questo primo ministro appare così orgoglioso.
Quando Berlusconi parla per «chiarire» è ancora più volgare e squallido.
Vorrebbe dire alla sinistra: «zitti voi, che avete fatto i gulag!», fingendo di dimenticare che parlava da italiano nel Paese che governa, da europeo di una Unione che (per fortuna temporaneamente) presiede, nati, entrambi, dalla lotta per la libertà e contro il fascismo, il nazismo e le «passeggiate al confino» di tanti perseguitati, di milioni di morti. Ha lasciato a bocca aperta i post-fascisti, ha indignato Pannella, ha costretto i «buoni» della sua coalizione a complicate frasi tipo «l'antifascismo dovrebbe unirci, non dividerci». Ha spinto Bondi, con la calza sul viso, a dire a tutti noi che avremmo fatto meglio a tacere perché ieri sera era l'11 settembre.
Evidentemente Bondi non poteva sapere o capire che, insieme alle vittime dell'11 settembre, noi eravamo impegnati a ricordare i 100.000 soldati americani caduti, insieme ai partigiani e agli antifascisti di tutta Europa, per la libertà.
Evidentemente decidono lui e il suo capo se e quando si possono
impunemente insultare le vittime della persecuzione fascista e quelle delle leggi razziali, delle deportazioni, dell'umiliazione, dello sterminio.
Che Berlusconi sia pazzo? si domanda Marco Pannella. Pannella è un politico di lunghissima esperienza. Si meraviglia, certo, ma sa che non è vero. C'è una trama e ormai quella trama, in tutto il suo squallore, si vede bene.
Primo. E' genuinamente incapace di governare. Travolto com'è da un iperattivismo narcisistico che lo costringe a correre da se stesso a se stesso, in cerca di altra attenzione, altro spazio. O forse ha capito che in ogni caso con gli alleati che ha messo insieme, e soprattutto con la Lega, Governare è possibile. E allora si è dato il compito di tenere la scena perché lo spettacolo annunciato non ci sarà.
Secondo. Adesso sa, sondaggi alla mano, che l'Italia per bene non voterà mai più per lui. Ha perduto tutte le persone decenti che aveva potuto attrarre. Ha perduto gli imprenditori, i borghesi seri che hanno rispetto per se stessi, una vasta Italia produttiva che un giorno è imbarazzata da ciò che Berlusconi dice, e un giorno dalla rissa continua, costante, un po' ridicola e un po' selvaggia, dei suoi alleati, diciamo così, di governo.
Terzo. Forse molti degli intellettuali e commentatori che - finora - lo hanno sostenuto di slancio aspettandosi da lui un premio, cominciano a rendersi conto che potrà esserci un «dopo» in cui tutto ciò sarà squallido e desolante folklore. E cominceranno a scorrere sullo schermo i nomi dei partecipanti e co-autori del più brutto e umiliante spettacolo nella storia italiana del dopoguerra. Potrà esserci un «dopo» in cui si sentiranno chiedere, nel mondo, dov'erano e che cosa hanno fatto per difendere almeno un poco la dignità del Paese. O per spiegare che cosa vedevano, credevano, capivano, ascoltavano mentre il Paese era spinto in basso da figuri che - dopo il 25 aprile - non si erano mai più visti in Italia.
Quarto. Berlusconi ha scelto intorno a sè i peggiori - in base alla moralità, ai trascorsi, alla inclinazione, al servizio senza fare domande - perché intende percorrere la strada peggiore: lo scontro violento e distruttivo in fondo al quale, se vince, finisce ciò che resta delle libertà personali e dei diritti civili degli italiani.
Oscar Luigi Scalfaro - indicando i sintomi - aveva visto giusto, aveva indicato il pericolo. L'opposizione, tutta, dice in queste ore ciò che gli italiani per bene si aspettavano di sentir dire. Accetta la responsabilità di fare da argine democratico, di rendere impossibile denigrazione e devastazione istituzionale, tenendo in vista, per il resto del mondo, la immagine decente dell'Italia democratica. Finché il voto ci porterà la liberazione.

giovedì, settembre 11, 2003

GENTE BEVENTE


No, Berlusconi non è più un caso politico, è un caso psichiatrico o meglio umano. Come si fa a stare dietro alle sue dichiarazioni fatte come dice in sintonia della gente? La gente è un ente astratto, un agglomerato in cui a turno entriamo tutti.
Cos'è la gente? E' un'informe categoria virtuale, ad uso marketing, in cui in particolari momenti anche noi, esseri unici ed individuali, diveniamo gente. Siamo gente quando ad esempio esprimiamo pregiudizi, banalità, lo siamo nella mediocrità, nelle scelte conformiste; lo siamo quando avvertiamo un Io forte, quadrato, tetragono forse anche cinico. Ecco siamo la gente che si potrebbe scrivere: "ggientee" a rimarcare la pronuncia, un'inflessione popolare, una massa informe che compra e consuma cui si potrebbe aggiungere qualunque aggettivo. Gente ignorante, gente furba, sciocca, intelligente; gente indifferente, arrabbiata, gaudente. Insomma gente per tutti e per tutto anche per Berlusconi, che sulla gente vanta diritti di proprietari, infatti omette di dire la "sua" gente: gente plaudente, incosciente e soprattutto bevente.

martedì, settembre 09, 2003

Strana coppia


Ieri sera ho assistito al dibattito "Il carcere irrisolto", tra i relatori c'era una strana coppia: Sergio Segio e Sergio Cusani, un ex terrorista ed un ex corruttore; tutti e due con pene detentive scontate ed ora liberi. Il dibattito, cui presenziava anche don Gallo e Franco Corleone, verteva sulla situazione carceraria e sulla sua utilità istituzionale sempre più in crisi e lontana dalle risoluzioni.
La strana coppia, che sempre più spesso scrive articoli e firma congiuntamente, è ammirevole per l'impegno che profonde, attraverso le loro associazioni, sulla condizione dei carcerati. E' partito da loro due il "Piano Marshall" per le carceri italiane: si sottopose al ministro del precedente governo un piano per recuperare i detenuti attraverso il coinvolgimento di tutte le associazioni, organizzazioni di volontariato, comunità, affinché si potesse operare con risorse della nuova finanziaria coordinando in un "cartello" tutti gli interessati al problema per interloquire con amministrazioni e istituzioni…Chiusa la legislatura e cambiato il governo di questo piano non c'è più traccia.
Ad ascoltarli sull'inutilità del carcere come pena educativa e riabilitativa, pare sconfessino la stessa teoria: a loro è servito, è stato utile; quello che però ripetono chiarisce la contraddizione. In carcere attualmente, fatto salvo una piccolissima minoranza, ci sono solo ladri di polli, disgraziati e poveracci; loro, Segio e Cusani con un retroterra culturale sorretto da una capacità intellettiva utile ad interagire con quella realtà, sono riusciti a maturare un impegno ed una umanità nuova da mettere al servizio ai veri esclusi e bisognosi di questa società malata. Malata poiché, don Gallo lo ha ricordato, la criminalità, il reato, sono sempre il sintomo di una società patologica, il cancro che si nutre delle sue stesse cellule.
Un particolare riferimento d'attualità è stato fatto parlando del provvedimento cosiddetto "indultino": una vergognosa legge, una beffa, che non servirà a niente e nessuno. Con quella legge si è preso in giro i detenuti e anche l'appello del Papa.
Mentre Segio ha parlato elencando cifre, leggi, misure cautelari, vessazioni che continuano a perseguitare i carcerati ed ex detenuti; Cusani sinteticamente ha ricordato come la politica, l'esercizio alto per risolvere i problemi di convivenza e civiltà deve tornare a svolgere la sua funzione: oggi abbiamo non la Politica, ma lo scontro di bande e di interessi precisi a scapito di tutta la società. La politica è dimenticata ha perso il suo fine; oggi assistiamo al degrado in tutti i campi del vivere. Il suo appello mi è piaciuto oltretutto ricordo che lui sosteneva molti anni fa una politica che era soprattutto "partitica", era il mezzo che sostituiva il fine e la tangente il vero sostegno ad un regime di malcostume. Chissà i "mariuoli" di quei tempi che percorso hanno fatto.

Caso Psichiatrico


Dopo le ultime dichiarazioni sui giudici matti e l'invidia di Montanelli e Biagi, Berlusconi non è più un caso politico ma psicoanalitico; insomma si dovrebbe interessare di lui la psichiatria. E' da interpretare come una dissociazione anche la richiesta di 15 milioni di euro a Fassino attraverso un giudice (matto?); e poi le querele sporte a quelli che gli gridano "buffone" hanno valore? Da chi si aspetta le sentenze? Comunque segnalo l'articolo di Francesco Merlo sul Corriere della sera di venerdì 3 settembre: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2003/09_Settembre/05/merlo.shtml

domenica, settembre 07, 2003

VIAGGI

"Il clandestino, il viaggiatore, forse anche l'emigrante ancorché spinto dal bisogno è mosso dall'anelare, dall'andare alla ricerca della madre perduta." Questo diceva Jung nel 1912 che sosteneva come la libido, bloccata dal tabù dell'incesto, non trova mai la sua meta e così vaga eternamente. Si può sostenere che la parte oscura del desiderio è legata all'archetipo della madre.
La libertà dell'uomo più grande è quella di muoversi di girovagare e nessuno dovrebbe impedirla. Oltretutto nel nostro muoversi, nel nostro anelare c'è la nostra definizione: noi siamo quello cui tendiamo; c'è un'immagine idealizzata che muove il nostro girovagare.
I nostri comportamenti sono la mimesi dei miti. Quale mito più grande c'è allora d'Ulisse? Dell'odisseo? Non è forse il viaggio la metafora della vita? E così noi viaggiatori attraversiamo soprattutto la vita. Allora la nostra clandestinità è di continuare ad essere uomini in mezzo a confini assurdi, di regole e leggi innaturali dettate per salvaguardare i privilegi a loro volta illusori.
Basta un'idea a muovere noi e muovere il mondo. Basta poco per non costringerci a rimanere solo l'anello di congiunzione tra l'uomo e la scimmia. Riusciremo allora ad essere veramente liberi? A diventare uomini?

venerdì, settembre 05, 2003

ALLA FINE


Alla fine "kapò" è un complimento; per i giudici, il "nostro" che diventa sempre più "loro", ha avuto altri epiteti: pazzi, antropologicamente diversi, mentalmente disturbati…Poverini quei giudici e magistrati morti ammazzati dalle BR e dalla mafia per difendere le istituzioni.
Ora abbiamo a capo del governo degli italiani un personaggio che non si sa se prendere sul serio, se prestare attenzione ai suoi proclami, barzellette, bugie, farneticazioni; ma ha senso del ruolo che ricopre? Comprende cosa vuol dire democrazia? Pensa davvero che l'avere fatto tanti soldi equivalga ad essere il più intelligente e furbo da ritenersi intoccabile? Esiste in lui un senso della misura?
Alla fine così, non resta che vedere sbraitare, sputare sentenze, rettificare, ironizzare sugli altri, chi si è preso la briga di governarci in libertà - si dice. Una libertà che rimane ora solo sua, che con i suoi comportamenti non estenderà a noi, ma affosserà per tutti.

giovedì, settembre 04, 2003

IMPORTANZA


"Volevano essere più importanti di me", questo dice Berlusconi parlando di Biagi e Montanelli, due tra i maggiori giornalisti italiani. Spesso certe affermazioni dicono di noi di più di quanto si voglia dire degli altri; in questo caso quello che ha detto Berlusconi (se ce n'era bisogno) dice di sé quanto vuoto e ambizione lo riguardano: alla faccia delle proprietà, della pienezza di sé che dimostra in pubblico e ai traguardi raggiunti fino ad ora. Egli è ancora "povero" e circondato da persone che si credono più importanti di lui…Dio ci salvi da questi uomini. Tant'è che ora pur essendo presidente del consiglio, non sa consigliarci che il suo mancante amore, il suo sacrificio e dolore: vogliamogli bene e consideriamolo allora per quello che è: il più importante, il più bravo, il più amato ma soprattutto il più bisognoso…di compassione.