lunedì, gennaio 30, 2006

Bravi ragazzi?

Noi abitiamo ancora vicini a chi ha visto Auschwitz, e poi ce l’ha raccontato. Avremmo voglia di sbarazzarci dei ricordi, delle testimonianze gridate dai folli che hanno visto, ma ora tocca vedere a noi. Non possiamo più rimanere indifferenti.
Abbiamo cercato di volgere lo sguardo altrove, abbiamo pensato al progresso, alla modernità...ma sempre lì dobbiamo tornare; tornare alla memoria per ripartire, fare i conti con una umanità dimenticata. Così ci teniamo per il collo. Non possiamo più scappare.
Oggi siamo tenuti tutti per il collo a guardare i recessi di una memoria che tecnologicamente è diventata libro, si sfoglia come i giorni, è diventata fotografia, si sfoglia in un film; è diventata un hard disc, si sfoglia con un click. Questo potrebbe esserci d’aiuto, come il giorno dedicato alla memoria. Un giorno per parlare, vedere, ascoltare chi ha da dire…purtroppo ricapitoliamo storie e non esperienza.
Così ci tocca vedere i simboli di quel male, che ha generato Auschwitz, in mano a giovani imbecilli. Non serve educare, far crescere consapevolezza; ogni volta bisogna immergerci nel dolore per capire. Ogni volta il male si ripresenta nella sua banalità: nello sventolare una bandiera nazista allo stadio ridendo come ebeti. Bravi ragazzi di buona famiglia, poi si dirà, solo tifosi un po’ scalmanati. Cosa sarà mai? Io ho paura: saranno proprio quelli a cui potrebbe venire consegnato un fucile e ordinato di uccidere un nemico qualunque…quelli avranno lo stesso sorriso da bravi ragazzi.

domenica, gennaio 29, 2006

Culto della personalità

Berlusconi è molto vicino a Stalin sul tema del culto della personalità. Ricordiamo che il tema del culto della personalità, venne affrontato dal XX congresso del PCUS il 24-25 febbraio giusto 50 anni fa; Nikita Krusciov con quella denuncia attestò i crimini di Stalin e tutte le deviazioni del potere dovute a quella pratica di culto.
Oggi dopo vari esempi emersi in molti paesi totalitari, vedi Mao tse tung, Kim II Sung, Fidel Castro, Saddam Hussein, ecc., assistiamo in Italia a questo fenomeno, che dopo Mussolini sembrava sepolto. Da allora gli italiani verso gli uomini di potere e pubblici avevano sempre riservato un buon grado di distaccata sopportazione o amabile condivisione. Niente di più. Ora con Berlusconi, grazie a vari seguaci e sostenitori, si respira nuovamente il culto della personalità.
Sarà bene allora che riuscissimo a darci una scossa. Chi segue il suo idolo, come un fan, non ha certo gli strumenti per analizzare la realtà: vede tutto come gli suggerisce il ‘capo’; non quello in testa, ma quello che ritiene il suo superiore.
Soprattutto bisognerà sgonfiare chi ha ingrossato il proprio io a dismisura: le sue proiezioni lo hanno messo in grave pericolo; il suo futuro sarà senz’altro drammatico, un gioco al massacro che mette tutto in secondo ordine. Un guaio per l’Italia. Cosa possiamo fare? Semplicemente non votarlo. Votate pure a destra, ma non votate Forza Italia. Votate Fini, Casini, se non volete il centro sinistra, ma non votate Berlusconi. Firmato: un amante della democrazia e dell’alternanza.

venerdì, gennaio 27, 2006

Neve in città

Oggi giornata di neve, sto chiuso in casa.
Tramite la webcam di mentelocale.it,
guardo una piazza bianca e una fontana muta.
A scatti si muovono figure nere: sono passanti cittadini,
sono attori silenziosi, spettatori stupiti,
inconsapevoli interpreti, dell’occhio di una città.
Quello che vedo è un centro e lo rammentano i cerchi,
formati dai catini piatti della fontana senz’acqua:
un tirasegno rivolto al cielo che oggi lancia fiocchi sparsi.
E chissà se qualcuno lo capirà.
Da come si comporta la neve, da come si cosparge lieve,
cancella confini e uniforma palazzi…
ecco che oggi pur restando a casa,
sono anche in un’altra città.

giovedì, gennaio 26, 2006

Il lamento di Portnoy

Questo mio scritto è una sintesi del libro: Il Lamento di Portnoy di Philip Roth.
Sono raccontate le seghe mentali e no, di un ebreo americano; un ebreo tout-court: che però interpreta bene le idiosincrasie sessuali, che si generano nelle famiglie al di là delle religioni ma, dove esiste una madre castrante.
In breve ho riassunto il monologo di Alex Portnoy, della sua seduta psicoanalitica.
‘Sono Alex Portnoy, mi lamento e racconto la mia vita privata. Onorare l’essere ebreo e onorare il padre e la madre: il personaggio più indimenticabile che ho conosciuto. Poi le seghe e la difficoltà di crescere con il pisello e le malinconie ebraiche al pari di un testicolo che non vuole scendere nello scroto. Quale passaggio fondamentale la figomania; ancora seghe orientate e fatte in ogni luogo con lo stupefacente pensiero che ogni ragazza porta addosso la figa. Tutte le donne hanno la figa! Così mi trovo a 35 anni responsabile delle Risorse Umane al comune di New York e ancora vivo con la mamma. Aiuto.
Non serve Freud, i sogni, ma per il sesso? Dove ho sparso il seme? Ho messo il cuscino sotto il culo come consiglia la guida matrimoniale dei miei genitori? Devo sapere. Ecco la Scimmia: sulla più comune degradazione della vita amorosa; ecco che si conquista un pompino. Ecco dopo l’esilio. Cristo santo, sono in Israele!’.

domenica, gennaio 22, 2006

Leggi di Murphy

Sull’agenda di Murphy 2006, leggo che il peggior nemico del male è il peggio. Ecco spiegato perché molte persone si ostinino a fare sempre peggio: sono nemiche del male. Questa ‘consolazione’ è molto diffusa negli uomini di potere, che combattono il male e si sentono paladini di crociate create dalla loro fantasia.
Poi ancora li soccorre un’altra estensione alla legge di Murphy, ovvero: niente va mai così male che non possa andare peggio. Ci siamo. Non si può chiudere il ragionamento senza pensare che ogni cosa, non c’è mai tempo per farla bene, ma c’è sempre tempo per rifarla.
Queste considerazioni nate per esperienze, conoscenze empiriche, trovano conferme lapalissiane osservando quello che chiamano il Cavaliere, ossia: l’omino di Arcore. Lui, ottimista per antonomasia, per le stesse leggi di prima, non potrà mai essere piacevolmente sorpreso: con lui va sempre tutto bene. Noi invece sostenitori del pensiero negativo, ogni tanto rimaniamo felicemente stupefatti. Questo ad esempio potrà accedere quando il fautore del peggio, cadrà per il suo bene. In quel caso ci soccorrerà un proverbio della nonna: sempre bene non può andare e sempre male non può durare.

sabato, gennaio 21, 2006

Sempre sulla pace: terra promessa

In verità la pace è una terra promessa. La pace che cerchiamo è percepita prima di tutto dentro di noi: è la calma serenità, un momento di abbandono delle fatiche quotidiane per guardare il cielo azzurro e respirare l’aria pura del mattino. La pace sappiamo tutti che c’è, esiste e si può avere. La pace però è una condizione difficile da mantenere, occorre l’impegno costante dell’attenzione per chi ci sta a fianco. Chi sta vicino a noi, sa di vivere e volere le tue stesse cose: ama i genitori e i figli, ama l’amore e lo cerca al pari di una perla dentro una conchiglia. Poi la paura di perdere, quello che si perde sempre, genera sgomento e insieme l’aggressività.
Il bambino gioca sempre alla guerra; i suoi giocattoli sono primitivi: sono una pietra, una spada, una freccia, una fionda. Il bambino si difende e spara; aggredisce per paura che qualcuno gli porti via gli affetti, gli rubi gli oggetti a cui si aggrappa. Per l’adulto quel gioco si trasferirà nel potere; quel potere che qualcuno gli darà nell’illusione di ricevere riconoscimento, ricevere amore, gratitudine. Ma quanto è veramente adulto quella persona che cerca il potere? In fondo quella persona, rimane un bambino che gioca alla guerra sovvertendo i sentimenti: per lui l’amore si conquista o meglio si acquista; essere in tensione, dimostrare forza genera ansia…l’opposto della serenità, della pace. La terra promessa.

sabato, gennaio 14, 2006

Teatrino politico tragico

Berlusconi non solo è un’anomalia della politica italiana, l’emblema della commistione di affari e partiti politici, è anche il segno del decadimento totale della dialettica democratica, che garantisce lo scambio di opinioni utili a risolvere i problemi reali dei cittadini. Il principale protagonista ci questo sfacelo, l’attore caposcena dell’atroce spettacolo, è l’omino di Arcore. Riusciremo a risalire la china? L’Italia e gli italiani non si meritano questo reality show politico, questo inutile teatrino. Non bisogna seguire i metodi di questo ‘piccolo fratellino’ viziato, megalomane, che come sosteneva Montanelli è un grande bugiardo, abile solo nel fare i suoi affari.
Cosa succederà dopo le premesse della comparsata, del capo del governo in Procura, per dire solo di avere sentito dire? Per gettare fango? Tutto è possibile. Ora i colpi bassi ci stanno tutti. Magari gli italiani si aspettavano che andasse dai giudici a rispondere alle domande dei pm Ilda Boccassini e Gherardo Colombo. Magari poteva dire di avere sentito qualcosa dall’amico degli amici Dell’Utri. Ma forse l’amico Tarak Ben Ammar è lo stesso.
L’importante è non parlare dei veri problemi degli italiani. Intanto, cosa volete? E’ stato fatto tutto. Quello non fatto è perché non si poteva e soprattutto colpa degli altri. Dei comunisti. Dei piccoli partiti; del fatto che lui, il taumaturgo, non possedesse il 51% dei consensi. Dio ce ne scampi e liberi.

giovedì, gennaio 12, 2006

Lady Henderson presenta

Ho visto ‘Lady Henderson presenta’ un film divertente, bello, spumeggiante con venature tragiche, fatto all’antica eppure, o forse per questo, ricco di tutta la magia che può dare il cinema vero. Ad interpretarlo ci sono due ottimi attori, Judi Dench e Bob Hoskins, ma merito della riuscita prova è anche del regista Stephen Frears e dello sceneggiatore, Martin Sherman. Il risultato è questa pregevole commedia, che fa rivivere storia e storie; caratteri e destini, leggerezza e gravità in un amalgama fantastico.
Era da tempo che non riuscivo al cinema a ridere e commuovermi insieme, ‘Lady Henderson presenta’ ci è riuscito. I due personaggi principali si scambiano battute continue; appartengono a due mondi diversi eppure hanno in comune un senso del teatro che è…teatro nel teatro, commedia nella commedia in tutti i sensi. Il film è ispirato da una storia vera nell’Inghilterra fine anni ’30 e inizio anni ’40; quando la guerra arriva a colpire Londra dove il piccolo teatro, perno della storia, diventa la frontiera per un messaggio di pace, di vita e ancor meglio per continuare un diritto alla gioia.

martedì, gennaio 10, 2006

Servitori

I servitori sono più pericolosi dei padroni. Uno è Giuliano Ferrara che da servo di Berlusconi si è dimostrato un vero killer. Uso questo termine forte perché non dimentico che lo stesso fu usato per il quotidiano l’Unità.
Ma Ferrara io lo ricordo anche quando, come direttore di Panorama, allegò alla rivista la cassetta VHS dell’interrogatorio di Stefania Ariosto: un atto per denigrare il teste più importante al processo contro l’accoppiata Previti-Berlusconi. Ora dirige il Foglio di proprietà –si dice per convenienza - della moglie di Berlusconi. Da queste pagine-fogli attacca senza ritegno gli avversari del suo premier. Ultimamente si è scoperto anche clericale e dà lezioni di fede e cristianità a chi in chiesa c’è sempre andato. Ma si sa per soccorrere il capo padrone si fa questo e altro.
Questo Giuliano Ferrara che in molti continuano a vedere come molto intelligente, dobbiamo dirlo: ricorda tanto la verginità di Brooke Shields; tutti ne parlano come se fosse vera. Si dice che sta dalla parte di Berlusconi in modo critico…sarà vero per chi ci vuol credere, la verità è che gioca di sponda: fa finta di dare un colpo al cerchio per bersi tutta la botte. Insieme alla direzione del giornalino di famiglia, regge una trasmissione su Canale 7 (di proprietà di Telecom a sua volta proprietà di Tronchetti Provera) che fa il teatrino semiserio e finto moderato insieme ad una giornalista di ‘sinistra’. Tanto per far vedere com’è la democrazia. A parte il fatto che per controbilanciare Ferrara ce ne vorrebbero tre dall’altra parte: la trasmissione risulta infatti solo sua.
Ieri Ferrara davanti al suo capo ha detto che si è fatto bene a dare una bella pedata nel sedere a Biagi, Santoro e Luttazzi, poiché se la meritavano; un atto di servilismo che mette perfino in imbarazzo l’autore: a licenziarli- infatti dice -è stata la direzione Rai…vi ricordate di Saccà? Come definirlo? Un pericoloso anche lui? Una perifrasi.

domenica, gennaio 08, 2006

Scienza depressa

Sul numero di marzo del 2003 di “Le Scienze”, Carol Ezzell ci spiegava che il suicidio è causato da difetti del metabolismo della serotonina. Ricordo per questo anche la scoperta del gene della violenza nell’agosto del 2002: ‘Sei violento? Decide un gene’, così titolava la stampa quotidiana. Poi abbiamo, sempre in quello stesso periodo, trovato il gene del linguaggio: un gene potrebbe far parlare gli scimpanzè…per ora parlano anche gli idioti- aggiungo io.
Oggi 6 gennaio 2006, sempre dalla stessa rivista ‘Le Scienze’, viene data la notizia che alla Rockefeller University di New York, Paul Greengard ha trovato la molecola responsabile della depressione.
Quest’ultima si chiama P11 ed è forse l'anello mancante a lungo cercato per capire le basi molecolari della depressione, e la base d'azione di alcuni dei farmaci più usati contro questa malattia, quali gli «inibitori della serotonina».
Così, con quest’ultima scoperta, il Corriere della sera si lancia nel titolo: ‘Depressione, scoperto il segreto. Tutta colpa di una molecola’. Non è serio e nemmeno vero.
Ad intervalli regolari vengono annunciate le scoperte biologiche che determinano le più varie malattie e stati psicologici umani. Scoperto anche il gene della morte precoce: Cloto; quello che provoca l’ernia, quello della paura, della eterna giovinezza…
A dire il vero la scoperta annunciata oggi, è stata data anche nel 2003:’ Dopo aver studiato centinaia di famiglie Mormoni nello Utah, un gruppo di ricercatori dell'azienda biotech Myriad Genetics, ritiene di aver individuato il gene che causa la depressione. Chiamato DEP1, questo gene potrebbe portare alla creazione di nuovi farmaci antidepressivi, uno sforzo che è già in corso con una joint venture tra la Myriad e il gigante farmaceutico Abbott’. Questo era il lancio testuale dell’agenzia ZadiG di Roma del 5 febbraio 2003.
Come reagire a queste informazioni? Noi profani divoratori di farmaci e notizie cosa dobbiamo pensare? dovremo solo sorridere o sperare? Gratta, gratta forse scopriremo che ancora una volta non ci sono ragioni di salute- o se ci sono, sono solo secondarie- ma ragioni di business: riportare situazioni psicologiche, sindromi psichiatriche, stati esistenziali ad un eccesso o ad un difetto molecolare per i quali è già pronto il farmaco, è solo un metodo per accrescere il fatturato di certe case farmaceutiche. Non è un caso che quei ricercatori poi lavorino per quelle stesse aziende. C’è da pensare: lo fanno anche i quotidiani?

mercoledì, gennaio 04, 2006

Scrivete anche voi

Con il nuovo anno ho dovuto fare un po’ di pulizia sul pc e nelle varie cartelle dove erano contenuti i miei scritti ho fatto alcuni aggiornamenti: quella su Berlusca è diventata ‘comiche 2005’; penso che non farò una nuova cartella ‘Berlusca’, per le elezioni di quest’anno, ne farò una chiamata, ‘cazzate’. A dire il vero questa cartella esiste da sempre, ma si tratta di cancellare il vecchio contenuto; in maggioranza foto con ‘corna’, con il dito medio in alto, e notizie su ‘Stalin è morto’…insomma, le solite cose di come intende la politica un certo potere. Poi ho alcune ‘utility’ da riavviare, sono una specie di spyware, per scovare i bachi che intaccano la questione morale: Berlusconi, Previti, Dell’Utri, Fiorani, Fazio, Consorte, Riccucci, Tanzi…è un lavoro continuo e snervante. Mi salva l’indignazione, un po’ di ironia e qualche preghiera (laica). Ma il lavoro più grosso è cancellare, buttare nel cestino, tutti gli scritti fatti con passione e sentimento; d’altronde lo spazio della memoria lo impone: fare spazio al nuovo.
Così con il nuovo spazio mi sento di ripartire. Sono pronto con la tastiera ad affrontare fatti nuovi: elezioni, emergenze, tragedie, spaventi, emozioni…amori, sentimenti, gioie, paure e malattie. Insomma, in sostanza le solite cose.
Coraggio, scrivere, come sostiene la poetessa Deena Metzger, è crescere. Niente paura di non avere niente da dire: guardatevi in giro e raccontate pure voi. Create voi il 2006.

lunedì, gennaio 02, 2006

Duemila...sei

Mia figlia mi ha regalato l’agenda di Murphi e riporta come prima frase: se qualcosa può andar male lo farà. Ma più avanti si dice che, un buon posto per cominciare è dove sei…che altro del nostro? Del duemila…sei?
Duemila…sei...un inizio.
Duemila…sei…quello che arriva.
Duemila…sei…la mia speranza.
Duemila…non sei…altro, ma sei ciò che cambia.
Duemila…sei…un libro senza pagine, sei fatto di giorni da scrivere con i fatti; con le azioni e molti pensieri.
Duemila…sei…pensieri belli.
Duemila…sei…ed io sono; sono qua che ti aspetto.
Aspetto l’amore che ho già conosciuto.
Aspetto forse te, che sei al mio fianco.
Aspetto la primavera, gustando il sapore della neve.
Aspetterò poi l’estate, ricordando quelle di ieri.
Duemila…sei…ancora qui.
Ed io resisto ancora. E quelli che ci sono, sono resistenti, sono conviventi, contemporanei, eppure impersistenti come le vite considerate eterne.
Rallegriamoci per un duemila, che ci…sei: se tutto può servire auguri duemilasei.

domenica, gennaio 01, 2006

Personalità e destino

Quello che governa il destino e la personalità non sono le stelle e i pianeti ma le potenze archetipe dei miti. La capacità di leggere simbolicamente la nostra vita è la chiave per comprendere la nostra natura e insieme il futuro. Spesso riviviamo con uno strano disegno la nostra vita passata; ripetiamo una successione di accadimenti che ci portano a ritornare dove si era partiti. Per un certo senso ripercorriamo un cammino speculare a quello dei miti e delle fiabe. Esempio: lo stesso amore è un gioco eterno; un prendersi e lasciarsi continuo, un andirivieni che ci riporta alla ferita inferta dagli dei.
Mentre le fiabe insegnano la felicità e il suo perseguimento, i miti invece sono tragici, sono la storia della storia. Nei miti scorgiamo la verità e nelle fiabe la consolazione; tutte e due però ci aiutano ad elaborare l’inconscio: sono utili a tradurre in immagini visive stati interiori e a trovare i significati della nostra realtà.
Allora lasciamo perdere astrologhi, lettori di carte, di fondi di cafè, maghi, oroscopi ecc. Impariamo a leggere le nostre azioni e scopriremo molto di quello che ci potrà accadere. Lo spirito, il divino in noi, è quell’intelligenza ‘sacra’ che dà il nome a tutte le cose: sa nominare ogni cosa distinguendosi dal caos. Con questo abbiamo un prima e un dopo; con questo possediamo le parole per narrare la storia: la nostra.
Poi, senza scomodare filosofie buddiste e pensieri orientali, dobbiamo sapere che ognuno persegue la sua relativa verità. Ognuno sa di sapere di sé e tuttavia vive senza interrogarsi; non usa la riflessività: quello che ci fa uscire dall’io senza abbandonarsi. Impariamo a contattarci profondamente, ad uscire da noi per osservarci; quello che è posto fuori di noi è fatto per essere riconosciuto interiormente. Allargando la mente ci accorgiamo di abbracciare tutto in tutti. Ecco allora che anche una parte di futuro, come il presente, diventa coscienza.
Ecco che il 2006 può diventare ciò che è nei nostri desideri.