venerdì, maggio 30, 2003

Il Posto dell'Anima


Stasera ho visto: "Il posto dell'anima" di Riccardo Milani. E' un film di rara intensità emotiva che racconta una realtà operaia. Il film è la storia tragica della lotta di alcuni operai per impedire la chiusura di una fabbrica di pneumatici. Si potrebbe definire una storia alla Ken Loach se non fosse in salsa italica, di provincia questa sì raccontata spesso; infatti, lo sfondo è il parco nazionale dell'Abruzzo. Il cinema italiano è dai tempi di Elio Petri che non affronta tematiche operaie e della sua condizione e questa anche all'inizio del terzo millennio è ancora piena di sacrificio e rinunce. Una storia quindi dura, triste, amara ma che con la visione dell'orso e il sorriso finale di Paola Cortellesi tiene aperta la porta alla speranza. Bravissimo Silvio Orlando e tutti gli altri.

mercoledì, maggio 28, 2003

Oserevatorio destre

QUEL COMUNISTA DI DARWIN! QUEL GUASTAFESTE DI NOLTE!
di Giovanni Damele
articolo su WEMA da leggere

martedì, maggio 27, 2003

Viva le nuove Fate


Voglio raccontare la storia di Maria Teresa Borsò, una cardiologa che andata in pensione è stata colpita da una malattia agli occhi che l'ha resa ipovedente. Tra le molte cose cui la cecità ha tolto a Maria Teresa c'era la lettura ma a questa non voleva proprio rinunciare: i libri, la passione che permette di viaggiare senza auto, di arricchire senza investire in borsa, di far vivere emozioni e storie senza muoversi, non potevano essere abbandonati. Fu così che Maria Teresa scoprì con gli audio libri, una valida possibilità per non privarsi del piacere.
La delusione avvenne con la constatazione della mancanza di audio libri in italiano, c'erano in inglese, in francese ma in italiano niente. Per questo ecco che Maria Teresa ha fondato un'apposita associazione F.A.T.E. (acronimo di Fons Artis Tegmen Existentiae); con questa si prefigge di produrre e distribuire audiolibri.
Conoscendo varie categorie di persone che non solo per la mancanza della vista ma per altri handicap non ha la possibilità di leggere, ora con gli audiolibri prodotti, l'associazione si rivolge ad automobilisti, casalinghe, camionisti e tutte quelle persone che per i più vari motivi hanno impedimenti alla lettura. A tutti i lettori di Italians si segnala il sito internet: www.audiolibrifate.com dove poter acquistare i libri audio prodotti; ma ricordate che per il momento sono disponibili solo autori scomparsi oltre settanta anni fa per evitare il pagamento dei diritti agli autori. Tutto è prodotto artigianalmente con autofinanziamento e gli audio sono registrati dagli associati stessi; meglio dire associate poiché sono tutte donne: 10, tutte appassionate, tutte intelligenti, tutte da ringraziare con in testa M.T. Borsò.
Per contattare l'associazione: info@audiolibri-fate.com

lunedì, maggio 26, 2003

La guerra vista da Dali'


Ricordando la guerra

Il volto della guerra di S. Dalì

domenica, maggio 25, 2003

libertà dalla responsabilità


E' inutile negarlo il berlusconismo incalza e avanza indipendentemente da Berlusconi. Un segnale importante è dato dalla crescita dei capelli sulla testa di Bruno Vespa e dalla sparizione dei nei dal suo viso. E' dato dall'aumento delle labbra a canotto, dalle tette rifatte e soprattutto dallo stravolgimento delle parole. Un altro dato è il continuo stillicidio della lingua italiana con il valzer di affermazioni poi smentite, dell'uso di epiteti e aggettivi in maniera parossistica da far diventare tutta la lingua specchio dell'insipienza. Le parole sono usate a sproposito e iI loro significato è invertito. Nomi come libertà, giustizia, politica, etica, democrazia, divengono strumento per polemiche senza costrutto…
Infatti si parla di "uso politico della giustizia", come se la giustizia non fosse una cosa politica; si sentivano le stesse cose tanti anni fa da parte delle BR che dopo avere ucciso e rapinato si dichiaravano prigionieri politici. Forse anche allora come adesso in carcere ci finiscono con gli assassini solo i poveracci: ma tant'è, ora che c'è il rischio che ci vadano altri per corruzione, malversazione e per tangenti mai finite, ritorna per qualcun altro l'uso politico della giustizia. Ma non è la classe politica che fa le leggi? Perché il loro rispetto non deve essere considerato politico? Ma questo è niente in confronto della volgarità che si diffonde; il linguaggio triviale per offendere chi non la pensa come noi è ormai un luogo comune. Il rompic…dato da un ministro ad un professore assassinato per il suo impegno civile non è un caso; ieri un altro ministro ha tacciato una giornalista come testa di c…Tutto in nome della libertà; libertà dall'intelligenza dal buon gusto e dalla responsabilità, oltre che dalla lingua italiana.

venerdì, maggio 23, 2003

Coppie Miste

Quando uno ama, non sa più di che razza è, di che religione è, di che cultura, paese o partito è; sa solo di suo una cosa: sa di desiderare lo stesso bene anche per l'altro.
Vedo per questo sempre più coppie miste che con l'immigrazione stanno aumentando in modo considerevole; però la coppia mista rimescola non soltanto i colori della pelle, la cultura e la società ma anche la paura: è la paura della perdita di identità, delle radici, della tradizione; ma l'amore, che insegna vince anche la paura. Anche la lingua stentata, mal imparata e incerta non frena le dichiarazioni più ardenti: "Te quiero mucho", "Iove you too", "Com'è bella la vita che mi ha fatto conoscere te"…
Croma, biscroma, chiave di sol; tromba, trombone, violino piano: così nasce un concerto con tante cose diverse che danno un'armonia, un piacere all'ascolto e allo stare insieme. E' come un gioco, è come la musica, l'amore che unisce le diversità.
In questo particolare momento di crisi della coppia e di sovvertimenti sociali, dove la famiglia tradizionale è messa in discussione dal formarsi delle così dette famiglie allargate e dal nuovo ruolo della donna per l'acquisizione di una sua indipendenza culturale ed economica, la coppia mista ci manda un messaggio: insegna a comunicare, a decidere insieme, ad accettare, comprendere e vivere la diversità. Che belle che sono queste coppie, è un piacere per me vederle: danno speranza e affermano che l'amore è sempre la nostra ricetta ad ogni male.

PUFFONI di Claudio Sabelli Fioretti

SILVIO BERLUSCONI, tessera P2 n.1816, l'uomo che ci sta salvando dai comunisti, ha dichiarato che sul Lodo Maccanico (da non confondere col Lodo Mondadori, tutt'altra cosa) non ha ancora deciso quale posizione prendere. Nel frattempo Forza Italia, movimento che lui dovrebbe in qualche maniera conoscere, la posizione l'ha presa. La bozza che circola dice: "Si sospendono i processi per il presidente della Repubblica, del Consiglio, della Camera, del Senato, della Consulta e di quanti concorrono nello stesso reato". La prossima rapina in banca la vado a fare con Marcello Pera.

GIULIO TREMONTI, il ministro bossiano in prestito a Forza Italia, a una giornalista di Sondrio che gli aveva fatto una domanda provocatoria, ha risposto, attingendo al suo mitico aplomb: " Solo una testa di cazzo come lei può ipotizzare una cosa del genere. Solo una mente bacata come la sua può fare un accostamento simile". Vai con Bossi e impari a bossare.

IL GIORNALISTA IGNOTO. Tempi duri per questo mestiere. Massimo D'Alema li disprezzava e augurava loro la disoccupazione invitando gli italiani a non comprare più i giornali. Il nuovo regime va oltre: o la galera, in caso di diffamazione, o l'ispezione, in caso di servizi sgraditi, o il vaffanculo, in caso di domande impertinenti.



martedì, maggio 20, 2003

GIOCHI di RELAZIONE


Con lo studio dell'Analisi Transazionale, si scopre come il gioco s'insinui anche nelle dinamiche relazionali caratterizzandole. Si sa che niente è più serio del gioco e, come sosteneva Freud, l'uomo cambia giochi ma non smette mai di giocare. Così con il metodo, studiato da E. Berne, dell'analisi transazionale sappiamo che ogni giocatore assume inconsciamente di volta in volta il ruolo di Persecutore, Salvatore e Vittima; poi può saltare da un ruolo all'altro secondo l'andamento del gioco. Di solito però s'interpreta un ruolo preferito e si passa la maggior parte del tempo ad esercitarlo. Voi siete Vittime, Persecutori o Salvatori? Un aiuto: il Persecutore di solito è una persona seriosissima con un alto senso del dovere che vede tutto negativo; lui si ritiene sempre nel giusto e gli altri sono spesso inadatti, non bravi, non giusti. Il Salvatore è molto premuroso, in pò chioccia; ama molto come un dovere e trova negli altri sempre delle mancanze cui sopperire. La Vittima è sempre complementare agli altri due ruoli: è un bambino sempre in difficoltà e trova sempre un Persecutore o un Salvatore secondo il momento esistenziale. Per la Vittima gli altri sono sempre più bravi di lui e cerca quindi chi può aiutarlo. Questi giochi relazionali si svolgono sia a livello sociale, sia psicologico. Chi gioca in genere instaura relazioni simbiotiche ovvero relazioni figlio - mamma o bambino- genitore. Il dramma è che questo meccanismo di relazione si ripropone sempre inconsciamente: un figlio cercherà sempre una mamma ed un bambino un genitore.
Uno dei giochi preferiti è: Povero Me! Trovata una Vittima, il Salvatore risponderà: "Sono felice di aiutarti, come saranno felici di avermi conosciuto"; Il Persecutore: "Guarda in che situazione mi hai messo, ti ho beccato, brutto pasticcione".
Ma perché si gioca? Tutti i giochi hanno un tornaconto, una finalità importante ed esistenziale: ricevere carezze, meglio positive; ma non importa a certuni più di tanto, vanno bene anche quelle negative, poiché si sà la cosa peggiore è l'indifferenza: è non essere visti, guardati, percepiti, ascoltati, sentiti... Insomma ci siamo? Per vivere abbiamo bisogno che gli altri celo confermino continuamente. Pensateci un po’; quanti di noi stanno giocando in questo momento?


lunedì, maggio 19, 2003

La politica malata

La politica è malata, sta male. La politica con la guerra si è aggravata ma la diagnosi va ricercata nella sofferenza della collettività, nella patologia sociale visibile, nello scadimento della comunicazione e dell'esistenza generale. La cultura umanistica è stata lasciata per il marketing. Nuovi barbari propongono riforme a loro dire liberali. Intanto una spaccatura percettibile attraversa i cittadini, gli utenti della democrazia: possiamo allora riconoscerci per gusti e scelte estetiche? Possiamo decretare la maggioranza su favorevoli ai nanetti da giardino, alla bandiera USA al balcone e teledipendenti mariadefilippi, contro bevitori di Pastis, lettori di Saramago, espositori di bandiere della pace e vacanzieri cubani? A guardare le strade cittadine non si notano diversità, almeno quelle che caratterizzano la fauna urbana: mezzi punk, barboni, pensionati, manager, impiegati, casalinghe…Tutti ritornano a posto, nel continuo spot del cervello bombardato dai mass media, ogni cosa diventa normale. Normalità racchiusa nella banalità del quotidiano, del luogo comune e dell'ovvietà del consueto; ma qualcosa rode, qualcosa ci trasforma e riforma, una mutazione antropologica s'avverte: è come tra chi gioca in borsa e va allo stadio tifando e chi ha pronto un biglietto e una poesia senza ritorno. Non ci sono allora comunisti diversi da liberali istituzionalizzati; non ci sono libertari del benessere come liberi dai bisogni, ci sono poeti stanchi e viaggiatori pronti. Il cammino non si ferma, la moralità e l'eleganza ci saranno ancora: nonostante i politici dell'attuale.

domenica, maggio 11, 2003

Avviso ai naviganti

Per questa settimana io sono qui

COMUNISTA

Non mi piace Bertinotti, non ho simpatie per Cossutta, non tifo D'Alema e non plaudo a Fassino, eppure mi sono scoperto comunista; mi sento di una razza speciale. Dico razza perché mi ritrovo razzista, odiante, intollerante e cattivo…Quasi stalinista. Dico questo perché chi è contro Berlusconi automaticamente diventa comunista. Non ha importanza per questa destra affrontare temi come la legge uguale per tutti, l'estensione dei diritti, il conflitto di interessi, la libertà dell'informazione, il rispetto della legalità, l'etica e l'onestà; no, qualunque cosa dici sei comunista. Dico questo poiché per i leghisti sono diventato un nazista rosso, per i forzaitalioti una canaglia marxista e per i nipotini fascisti di Almirante un bolscevico, mangiatore di bambini; sarei divenuto in sostanza, di una sottorazza giudaico negra. Non parliamo poi del "cristiano" don Baget Bozzo, per lui sono già condannato all'inferno come i musulmani. Insomma incarno tutti i difetti dell'umana specie che vuole riscattarsi e non tollera chi ruba, chi si sente intoccabile, chi commercia nei templi, chi confonde Dio con Mammona e padroni con mamme.
Ma con questa specie in verità io mi ci trovo benissimo, ci trovo tante persone per bene, delle persone serie. Il capo del governo ha detto che ci sono anche tanti giudici come me: sono giudici militanti che perseguono certi reati e ce l'hanno con lui. Sono ovviamente dei comunisti da combattere; da mettere sotto controllo politico per fare in maniera che non facciano del male a chi è al potere legittimo: è stato eletto dal popolo. Così se aspiro alla democrazia, al controllo severo di chi si è preso la briga di governarci, ecco che divento comunista. Devo tacere, sparire, devo solo osannare il potente di turno e poi? Io sono pericolosissimo, sono pronto a sopprimere la libertà...Io? La mia?

venerdì, maggio 09, 2003

Fede cristiana

I continui richiami del Papa ai valori cristiani e a quelli etici, iscritti nella natura stessa dell'essere umano e che dovrebbero sempre accompagnare le scelte degli uomini, fa sorgere una domanda: potrebbe il cristianesimo da solo governare il mondo? Lo potrebbe al pari dell'Islam? Nessuno nega la bellezza morale di Gesù, l'affidabilità dei suoi consigli e l'avventura della sua morte, ma poi perché non si mette in pratica il suo insegnamento? Proprio da quelli che si definiscono cristiani sorgono i distinguo: "come cristiano condivido, come ministro no"…(Castelli a proposito dell'indulto). C'è differenza? Poi non comprendiamo come un musulmano sia più conseguente al suo credo: ci sono forse due morali? La bellezza di Maometto è diversa da quella di Gesù?
Va bèh si dice, è difficile mettere in pratica il cristianesimo, conserviamo lo spirito, ma poi come si fa a porgere l'altra guancia? Va bene la povertà ma non siamo mica scemi, nel lusso si vive meglio. E poi amare il prossimo come te stesso...Come si fa?

Ma poi amiamo noi stessi veramente? Così i bravi cristiani continuano ad andare a Messa e ricordare il sublime sacrificio per l'umanità, senza essere in grado di provare a farne uno, che poi sacrificio non dovrebbe essere: amare e perdonare il prossimo.

Ma poi è stata la nostra cultura cristiana, diventata anche protestante, a farci laici e ricchi fuor modo; è stata la liberazione che ci ha indicato Gesù a farci crescere come individui responsabili; allora possiamo continuare così a barcamenarci come ora tra vizi, peccati e assoluzioni?

Io non sono un integralista, faccio semplicemente una riflessione sulla cultura religiosa cristiana che plasma la nostra società e che è disattesa non per ragioni laiche o di rispetto per regole di convivenza civile.

Così penso che viene o potrebbe venire in soccorso la Fede, visto che la Carità e la Speranza si stanno esaurendo, ma non è roba di questi tempi. Oggi si può verosimilmente avere fede in Bush, in Putin o Berlusconi, è più facile; per questo c'è la ricompensa "pronta cassa" o diversamente si perderebbe poco o nulla.

Diversamente perdere l'altra fede è perdere noi stessi: è perdere la guerra prossima anche se sicuramente si vince. Ancora una volta è il nostro atteggiamento morale, la nostra incongruenza, il nostro fariseismo, a fregarci. Altro che guerre in nome della democrazia; noi scontiamo la paura e l'incapacità di essere cristiani sino in fondo.

Diversamente, su queste premesse, si può pensare che cosa ci salverà?


giovedì, maggio 08, 2003

Opinione su Ciampi

Questo Ciampi è proprio un fenomeno, un fenomeno di banalità. Non c'è occasione che i suoi interventi didascalici, didattici, paternalisti, buonisti, non risultino banali, tanto che vanno bene per tutto e per niente: "il pluralismo è la base della democrazia"- "in democrazia bisogna rispettare le opinioni dell'altro"- "Bisogna litigare di meno"- Avanti così; come se parlasse a dei bambini capricciosi e un po' ritardati. Ma non sa quanta responsabilità si è presa il presidente della Repubblica italiana, dando l'incarico a Berlusconi per guidare il governo? Nessuno lo obbligava: tantomeno la Costituzione, fino a questo momento in carica. Berlusconi avrebbe dovuto risolvere prima il conflitto d'interessi e finire i suoi processi, poi eventualmente dall'esito di questi ultimi, ricoprire la carica di primo ministro. Così non è stato fatto, perciò considero Ciampi il maggior responsabile del brutto clima che si è instaurato nel paese. Cosa sostiene? Che bisogna tacere di fronte all'attacco della Costituzione, della magistratura, della sinistra, dei giornalisti? Ma mi faccia il piacere…

martedì, maggio 06, 2003

Viva la Sme

Il processo SME ha chiarito molte cose. Ecco perché Berlusconi è sceso in campo; perché farsi dire cosa comprare e vendere dai politici? Perché continuare a pagare per gli altri? Negli affari chi fa da sé fa per tre. Così si è messo da solo e ai politici (Bossi, Fini, Buttiglione) dà ora lui gli ordini. La SME l'ha comprata per fare un favore all'Italia; infatti l'ha pagata di più di quello che valeva (così dice l'imprenditore furbo). Ora chi gli dice che per il conflitto di interessi deve vendere, lui rilancia comprandosi tutto il resto, sempre per il bene dell'Italia. Infatti io che sarei italiano secondo lui mi sono arricchito: invece sto pagando tutto nuovamente, come ai tempi di Craxi, i tempi grassi del magna tu che magno io. Ma può durare questa manfrina? Può continuare il collante politico tra garantisti a senso unico forzaitalioti, forcaioli leghisti per il potere locale ed ex di tutto (comunisti, socialisti, liberali, democristiani, fascisti, repubblicani, monarchici) alleati per l'alleanza nazionale? Per me c'è qualcuno che paga...sempre per l'interesse generale. S'intende. Come ai bei tempi: viva la SME.

lunedì, maggio 05, 2003

Forza Pietro Ricca

Stamane prima dell'udienza di Berlusconi al processo SME, Pietro Ricca si è avvicinato al Presidente del Consiglio e gli ha gridato:"Buffone, fatti processare come tutti gli altri. Rispetta la legge, la magistratura, la Costituzione, la democrazia e la dignità degli italiani o farai la fine di Ceausescu o di Don Rodrigo". La presidenza del Consiglio deciderà di denunciarlo. Ma come? Si rivolge alla magistratura? A quella di Milano? Ma non aveva delegittimato i giudici? Forza Ricca.; condivido tutte le sue parole. Denunciate anche me.

domenica, maggio 04, 2003

Provincialismo


Il provincialismo che affligge gli italiani, paesani antichi d'antica fame, si avverte anche nei politici diventati autorità, ministri che lo paiono per grazia ricevuta o meglio per vincita alla lotteria. In questo perfino Napoleone era proprio italiano quando alla sua incoronazione disse, rivolto al fratello: "Se ci vedesse nostro padre!".
D'altronde non si tradiscono le origini e le nostre sono proprio di paese e seppur questo si chiamasse Milano o Torino; non importa: là c'è un rione, c'è una porta che ci conosce tutti, ci sono muri che ci hanno visti nudi. Allora si ha ben voglia di indossare un bel vestito alla moda, quest'ultima potrebbe prescrivere anche una parure di scimmia, ma anche se si mette per rimarcare indifferenza e un tempo che corre oltre, rimaniamo così. Possiamo rimanere come il ministro Umberto Bossi nato a Cassano Magnago, che incarna tutto il provincialismo bieco della pianura e del suo dio Po, il quale propone, forte del suo 3 e qualcosa per cento, di istituzionalizzare il provincialismo.
Così si è provinciali indossando una cultura senza ironia per sentirsi sempre poveri. Poveri e defraudati da un potere malgrado tutto che si incarna senza consapevolezza.
Cambia così l'essere provinciale, quella parvenza di saggezza, con il provincialismo che non tollera problemi di coscienza. Ci si sente moderni abbracciando lo zio d'America o il magnate della nuova Tv; si chiama devolution una riforma per dargli importanza internazionale, ma in fondo si aspira all'antico orticello sotto casa. D'altronde il ministro suddetto è anche membro del parlamento e assemblea padana che ha come presidente Enrico Speroni e giura a Pontida dopo averlo fatto a Roma. Ed io dovrei con questo sentirmi italiano? Certo è che non sono neanche padano.

Non trovo più la poesia



Non trovo più la poesia,

l'avevo scritta tempo fa.

Qualcosa ricordo di quello scritto,

ricordo una strofa, qualche riga.

Parlava di te.



Quella frase che ricordo

ora sembra ingenua…

Due occhi tra il mare e il cielo.

Un capo d'oro coperto da un velo…

Parlava di te.



Avevo vent'anni e tanti desideri.

Come batteva forte il cuore,

come mi emozionavo al tuo apparire.

Qualunque cosa guardavo

Parlava di te.



Sono passati tanti anni.

Sono passati dolori e virtù.

Ci siamo poi presi e lasciati quante volte?

Tante e di poesie ne ho trovate altre.

Parlano ancora di te.

sabato, maggio 03, 2003

Andreotti, ma quale assoluzione?

Ma di quale sentenza stanno parlando? Ma di quale vanno cianciando? Ma di quale straparlano?
Eppure il presidente Scaduti l’ha detto chiaro e tondo, e tutte le televisioni l’hanno trasmesso senza rendersi conto di quel che facevano: , mentre per l’associazione mafiosa successiva al 1982 si conferma la prima sentenza: assoluzione per insufficienza di prove. Ora, lorsignori lo conoscono il significato di , di e di ?...Leggete su Centomovimenti l'articolo di Marco Travaglio


venerdì, maggio 02, 2003

Sottoscrivete l'appello "In nome della legge"


Appello di Libertà e Giustizia: La reazione del presidente del Consiglio alla condanna di Cesare Previti costituisce la negazione della verità e un'offesa alla democrazia...Cliccate qui per sottoscrivere l'appello "In nome della Legge" libertaegiustizia

NAVIGAZIONI


Dopo diverso tempo che navigo in Internet, posso dire che come nella vita, si trova e si incontra quello che inconsciamente o consapevolmente si cerca. E poi ho constatato che le tante bottiglie gettate nel grande mare di Internet sono state raccolte da persone che ho trovato simili a me. Nel mio "navigare" le frontiere di uno spazio soggettivo e personale si sono certamente ampliate ma è stato sempre dentro un rimando pubblico: quello cui accedo e visiono è disponibile ad altri; è come la televisione ma con una prerogativa di scelta e lettura più personale con in più l'interattività: posso comunicare direttamente con l'altro.
Io penso che se dessimo a tutti uno stesso punto di partenza dal tronco di un albero, attraverso vari passaggi, si approderebbe a rami comuni per interessi, sensibilità, sentimento: come nella vita ci ritroveremmo a condividere le stesse cose con le stesse persone. Mi è capitato di conoscere delle persone attraverso Internet e poi scoprire casualmente che entravamo negli stessi siti web, leggevamo i medesimi messaggi e qualche volta scrivevamo alle stesse rubriche; anche in Internet si formano comunità affini.
Così su Internet, io posso passare per un vicolo di un sito personalissimo, o da una piazza di un portale conosciuto, per poi paradossalmente finire di restare imbrigliato nelle abitudini: dopo un pò noto che approdo e mi fermo alla visione delle solite pagine web. I siti bookmarcati (inseriti nei preferiti) pur ampliandosi finiscono nelle cartelle che passando il tempo aumentano, ma ahimè la navigazione alla fine pare andare sempre su rotte conosciute. L'abitudine della quotidianità si riversa anche in questi viaggi telematici: finisco con comunicare con le stesse persone e frequentare gli stessi link (indirizzi). Vorrei sapere se è un mio limite o capita anche ad altri questa esperienza? Senz'altro dopo anni di navigazione io non ho ancora imparato a veleggiare…