venerdì, gennaio 30, 2009

Giustizia e giustizie

La Giustizia è diventata sempre più uno strumento di classe: a pagare sono sempre i più deboli. La stessa lungaggine dei processi e i costi che si devono sostenere, per avere giustizia, sono un grave danno ai cittadini; sono il primo atto di ingiustizia. La legge si dice è uguale per tutti, ma tutti sanno che in galera ci vanno solo i poveri, gli immigrati, gli invisibili. La cosiddetta 'gogna mediatica', evocata dal ministro della Giustizia Alfano, è pensata solo per i politici e i personaggi famosi; come si deve considerare quella nei riguardi degli stupratori romeni? Non è stata anch'essa una gogna mediatica? Come le foto: sono sbattuti in prima pagina solo i semplici cittadini indagati; per questi vale solo un grado di giudizio...per tutti gli altri bisogna aspettare tutti i tre gradi di giudizio.
Ricordo quando l'avvocato Alfredo Biondi, di Forza Italia, querelò un giornalista perché definì assassino un suo cliente che aveva ucciso, sparando ad un ragazzo in faccia, perché non era ancora stato processato in Cassazione.
A proposito di intercettazioni, se non fossero effettuate moltissimi crimini, non ultimo quello dello stupro a Guidonia, rimarrebbero impuniti. In attesa del più 'grande scandalo della Repubblica', denunciato da Berlusconi per cancellarle, e che lo farà andare via dall'Italia, sarà bene mantenerle. Bisogna ricordare che quelle finite sui giornali sono state rese pubbliche dagli stessi avvocati delle parti avverse. Allora? Ci sono molte strade per non rendere giustamente pubbliche le intercettazioni telefoniche, ma nessuna che consigli di non effettuarle per perseguire i crimini. Qualunque essi siano.

giovedì, gennaio 29, 2009

venerdì 30 gennaio 2009- Riprende il CafèPhilo


Venerdì 30 gennaio riprende, dopo la pausa di dicembre, il Cafè Philo l'iniziativa promossa da Giorgio Boratto, con l'associazione degli Psicofilosofi italiani.
'Una filosofia che non si traduce in un modo di vivere diventa un astratto edificio concettuale privo di qualsiasi rapporto con la vita e con l'esperienza umana': queste parole del filosofo Pierre Hadot, trovano nel Cafè Philo una giusta dimensione quotidiana. Prendere la vita con filosofia, come prendere un caffè è forse la maniera più semplice per non dimenticarci di vivere e diventare saggi.
Il tema del prossimo Cafè Philo sarà la felicità. Cos'è la felicità? E' una utopia? Come conquistarla? Poi ancora, esiste una ricetta della felicità?
A volte si pensa a formule già precostituite. Tipo: 100 grammi di comprensione, 250 grammi di pazienza, 350 grammi di dolcezza. Mescolare a lungo: aggiungere un pizzico di allegria. Cucinare a fuoco moderato per tutta la vita…troppo facile.
In altri casi troviamo consigli come: accettazione di sé, per riuscire a dare e a ricevere amore; adattamento ai cambiamenti della vita, per metabolizzare le tossine del vivere quotidiano con la realizzazione personale attraverso un’attività lavorativa gratificante, insieme ad un ridimensionamento dell’attaccamento ai beni materiali…troppo elaborato. Allora? Parliamone tra noi e chissà che la felicità non riesca a comparire come la costruzione comune da trovare dentro di noi.
Per questo siete tutti invitati al Cafè Philo di venerdì 30 gennaio 2009, presso Oltreconfine cafè, in piazza San Lorenzo 10 a Genova - dalle ore 19 alle ore 20. Questo prossimo incontro avrà come filosofa facilitatrice, Vesna Bijelic: Vicepresidente dell’Associazione Italiana Psicofilosofi e direttrice dei corsi di Consulenza Filosofica e di Counseling ad Indirizzo Psicofilosofico del Centro di Formazione Psicofilosofica di Genova.

lunedì, gennaio 26, 2009

Ancora polemiche: inutili. Per l'ennesima volta, questa volta per gli stupri alle donne, si costruiscono polemiche e dibattiti sulle parole di Berlusconi; sembra impossibile che a distanza di oltre 15 anni non si è ancora compreso il linguaggio di quest'uomo. Berlusconi è un uomo di oltre 72 anni, che ha di quell'età soprattutto il cervello: è lo stereotipo di pensieri automatici accumulati nel corso di esperienze culturali molto comuni. Cosa c'è da meravigliarci? Non si parla forse come lui nei bar sport, nei caffè, negli autogrill o nei cappanelli davanti alle edicole nelle piazze di paese?
Per Berlusconi dovrebbe valere in larga parte il testo scritto da Umberto Eco: Fenomenologia di Mike Bongiorno. Infatti lui, Berlusconi, è il Mike Bongiorno della politica italiana. Frutto anch'esso della televisione, la stessa che ha creato, vive e trova successo nel conformismo più becero. La società italiana degli ultimi anni è stata costruita culturalmente con la televisione berlusconiana: non c'è da stupirci allora che l'italiano, trasformato in consumatore passivo di prodotti audiovisivi, diventi un fans di questo personaggio che ne incarna, come un novello Alberto Sordi, vizi e virtù.
Ecco un campionario di video che testimonia la sua personalità.





martedì, gennaio 20, 2009

Il discorso di Barak Obama

Gli Stati Uniti d’America sono una nazione che con George W. Bush ha avuto una pessima reputazione nel mondo. Ora l’era Bush è veramente finita. Con Barak Obama si apre veramente una nuova era. Il discorso appena ascoltato per l'insediamento presidenziale di Obama conferma quello che molta parte del mondo si aspetta. Per me sentirlo è stato come rivivere alcuni discorsi di Robert Kennedi: quello sul PIL, che non misura la vera ricchezza, quello sul ritorno ai principi fondanti la nazione statunitense; quello sull'uguaglianza, sulla libertà e il diritto alla felicità, da costruire con l'impegno costante del lavoro e la dedizione al bene comune.
In breve strumenti nuovi per valori antichi, veri reali; quelli che son stati il motore della storia degli USA. La vera forza è quella morale, quella del messaggio di libertà e dello spirito del bene. La sfida che ha lanciato Barak Obama è la giusta risposta per rispondere alla crisi attuale: cambiare lo sviluppo; cambiare vuol dire dare un giusto ruolo alla scienza, alla salute, all'ambiente. Inoltre Barak Obama ha ricordato che la ricchezza è anche quella compassionevole. Lo sguardo verso gli ultimi i meno fortunati è l'elemento che crea quell'unione di sentimenti che fa vincere le sfide più difficili. Dio benedica davvero la nazione nordamericana.

lunedì, gennaio 19, 2009

Il consigliori di Obama

Da quando Silvio Berlusconi è sceso in campo, l’Italia e il mondo non hanno avuto più pace. Viviamo questo periodo, a cavallo tra il secondo e il terzo millennio, come uno tra i più tragici della storia italiana. Subentrato ai referenti politici, cui aveva delegato i suoi interessi economici- Craxi e Forlani- spazzati via dagli scandali delle tangenti e ruberie varie, ora Berlusconi si trova alla guida del Paese per la terza volta per fronteggiare una delle peggiori crisi economiche mondiali.
Lui intanto, che si era proposto a Barak Obama come più esperto e pronto a dargli dei consigli, nel giorno dell'insediamento non ci sarà. Sono certo che Obama, non avrebbe ascoltato minimamente il suo ‘pari’ più ‘esperto’; magari gli avrebbe raccontato qualche barzelletta per divertirlo e gli avrebbe fatto qualche ricco regalo per blandirlo, ma di consigli per superare la crisi, quelli è meglio che li tenga per sé e li propini agli italiani che lo hanno votato. Questa crisi spazzerà via molte illusioni e modi di fare politica: prima di tutto il vecchiume dalle teorie di un liberismo di mercato rappresentato da Berlusconi; poi purtroppo attraverso grandi patimenti, e speriamo niente lutti, troveremo come gli statunitensi qualche uomo nuovo che catalizzi le energie giovani per altre prospettive di società più giusta.

venerdì, gennaio 16, 2009

Sull'esistenza di Dio

Tanto rumore per nulla, così si potrebbe definire la diatriba sulla pubblicità che annuncia l'inesistenza di Dio, messa in giro dall'associazione degli Atei italiani. Questo non perché Dio è anche il nulla, ma per il fattore rumore che ha dato al caso più rilevanza di due bus circolanti...insomma alla fine quello che si rimarca è che in Italia è impossibile essere laici.
Per questo, più che annunciare l'inesistenza di Dio per il quale occorrerebbero la stessa quantità di argomentazioni per sostenerne l'esistenza, si può confermare tranquillamente che Dio è morto. Come sostiene il filosofo Umberto Galimberti, riprendendo Nietzsche, 'è morto il Dio trino e vive il Dio quattrino.
Poi si sa, gli uomini sono sempre disposti a credere a tutto; credono alle cose più improbabili e in Italia credono perfino a Berlusconi. Per assurdo, citando Ludwig Wittgenstein, possiamo dire che non si può negare una cosa che non esiste: il solo fatto di pensarla per assioma esiste; ma poi ancora, si sa che nelle forme di ragionamento logiche deduttive una cosa non può essere e contemporaneamente non essere. Albert Einstein per formulare la teoria generale della relatività uscì giustamente da questo schema.
Dio, per la nostra limitatezza, non può essere racchiuso in formule per quanto complesse sempre modeste; perciò mettiamoci tuti il cuore in pace: se Dio esiste non sarà certo come quello disegnato da chi ci crede, e se Dio non esiste, non esisterà sicuramente per la asserzione di chi non ci crede.

giovedì, gennaio 15, 2009

Il Coltan cattivo

Coltan, nome strano e sconosciuto, l’ho sentito nominare da Serge Latouche, l’economista della decrescita felice, mentre interveniva alla presentazione qualche tempo fa del libro di Giovanna Sissa: ‘Il computer sostenibile –riduzione dei rifiuti elettronici, riuso dei pc e open source’.
Serge Latouche sosteneva che il pc non è cattivo e che circa il riutilizzo del pc Serge Latouche lo ha visto fare in Africa dove si sono specializzati a riciclare gli scarti, tutti gli scarti del pianeta. ‘I miei colleghi si riempiono la bocca di immateriale, ed io ho scoperto che un microchip ha un impatto terrificante con la natura: molte navi scaricano in Nigeria migliaia di computer rifiuto. Una soluzione sarebbe il tecno-digiuno, non perché i pc siano cattivi in sé…solo il cellulare con il Coltan è cattivo; con il tecno-digiuno dovremo dimostrare la nostra capacità a fare a meno di certe tecnologie: una forma di liberazione. Non è solo il pc da rendere sostenibile, ma tutto il mondo.
Ecco il Coltan che rende cattivo il cellulare mi ha subito interessato.
La ricerca su Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Columbite-tantalite spiega che ‘Il termine coltan ha ottenuto un particolare riscontro da parte dei mass media per le implicazioni sociali, etiche e politiche che assume, nell’Africa congolese e in Rwanda, l’estrazione e la vendita para-legale e non controllata di columbo-tantalite (coltan è la contrazione dei due termini, utilizzata comunque regolarmente per indicare il materiale stesso). Il minerale estratto in questi paesi viene utilizzato come una redditizia fonte economica da parte di diversi movimenti di guerriglia e concorre, quindi, indirettamente ad alimentare la guerra civile nella regione del Congo. Il coltan è elemento indispensabile per il funzionamento dei nostri telefonini, tomtom vari, dvd player, ma anche jet e attrezzature militari, intervenendo sul funzionamento dei microchip ottimizzandone il consumo elettrico. Ora capisco perché il cellulare che contiene il Coltan è cattivo.

lunedì, gennaio 12, 2009

In memoria di Fabrizio De Andrè

Segnalo qui nel decennale della morte di Fabrizio De Andrè, un video di ragazzi che cantano le sue canzoni, fuori dalla mostra in suo ricordo, davanti a Palazzo Ducale. Altri video sono su Youtube al mio account: giobobo

sabato, gennaio 10, 2009

Marco Cambri poeta genovese canta in dialetto


Ancora sulla Palestina a Gaza

I palestinesi non sono tutti di Hamas, anche se quest’ultimo gruppo ha vinto le elezioni a Gaza. Ci sono palestinesi musulmani, ma anche cristiani; i palestinesi non si possono definire tutti terroristi e ostili a Israele: lì poi ci vivono e lavorano più di un milione di palestinesi. Per questo la guerra è sempre più insensata e invadere Gaza per disarmare Hamas è solo un pretesto. I missili Qassam, che gli israeliani considerano di ‘latta’, dimostrano che Hamas non vuole la pace, ma neppure gli israeliani fanno niente per pacificare la vita di chi vive a Gaza che è ridotta in un immenso campo profughi. In effetti la maggior parte della popolazione di Gaza è composta da rifugiati fuggiti o espulsi dalle loro terre nel 1948 e vive in 8 campi profughi gestiti dall’ONU. Ai palestinesi della striscia di Gaza viene resa la vita impossibile con il divieto di movimento, con l’embargo dei viveri, con continue umiliazioni; a questo si assommano le vessazioni di Hamas che li vorrebbe reclutare tutti per fare la guerra terroristica ad Israele. Una situazione davvero difficile.
Non ci sarà mai la pace se ognuno non farà un passo indietro: gli israeliani a restituire le terre occupate ingiustamente, che una risoluzione dell’ONU chiede da moltissimi anni di abbandonare, con i continui arbitrii che esercitano sulla popolazione palestinese; i palestinesi a dissociarsi da Hamas, che sempre di più dimostra di volere la guerra non solo per cacciare lo Stato di Israele, ma anche per altri interessi: prima di tutti quello di mantenere nello stato attuale i palestinesi, per cui ricevono insieme alle armi anche molti soldi dagli altri stati arabi.

giovedì, gennaio 08, 2009

Sulla Palestina

Ieri sul corriere della sera c'è una mia lettera con la risposta di Sergio Romano; insieme ho ricevuto delle precisazioni dai lettori che mi spiegavano che la palestina in quanto Stato non è mai esistito e allora la mia considerazione espressa era senza fondamento. Io volevo forse solo ribadire l'inutilità delle guerre. Ecco il testo pibblicato:

Ci sono dati sulle natalità che fanno pensare. Leggo in un articolo di Benny Morris sul Corriere della Sera che la guerra in Israele si consumerà non sul campo di battaglia, ma in campo demografico, dove gli arabi si sono già assicurati la vittoria: il tasso di natalità tra gli arabi israeliani è tra i più elevati al mondo, con 4-5 figli per famiglia (contro i 2-3 figli per famiglia tra gli ebrei). Gli esperti sono convinti che a questo ritmo verso il 2040 o il 2050 gli arabi rappresenteranno la maggioranza della popolazione israeliana. E nel giro di cinque-dieci anni gli arabi (gli arabi israeliani sommati a quelli che risiedono in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza) formeranno la maggioranza della popolazione in Palestina -il territorio che si estende tra il fiume Giordano e il Mediterraneo.
In Italia invece la popolazione cresce grazie agli immigrati. Siamo arrivati a quota sessantamilioni. Nel 2008 ogni sette bambini ne è nato uno straniero, e tra pochi anni è previsto che il rapporto diventi di uno a cinque. Entro il 2020, il numero totale degli stranieri sul nostro territorio potrebbe raddoppiare. Intanto i cittadini italiani invecchiano; muoiono di meno, ma vivono peggio. Per questo abbiamo tanto bisogno dell'assistenza da parte di stranieri e straniere: oggi in Italia lavorano 650 mila medici e infermieri italiani a fronte di 700 mila badanti quasi tutti stranieri.
Cosa succederà? In Italia avremo senza dubbio degli italiani un po’ più ‘abbronzati’, che sapranno parlare almeno due lingue: quella dei loro nonni e la nostra se non anche un dialetto; mangeranno sicuramente i nostri spaghetti e pietanze con tutte le conseguenze…per altro diventeranno anche europei. Per Israele sarà diverso: gli arabi non diventeranno ebrei, e rimanendo forse israeliani con la loro democrazia, quel territorio diventerà quello che è sempre stato: lo stato arabo della Palestina.

martedì, gennaio 06, 2009

Ancora sull'Alitalia

Perché nessuno parla più dei costi che tutti noi pagheremo per il caso Alitalia?
Il silenzio sulla differenza dei costi con l’operazione Air France, prima sbandierati come eccessivi da il Giornale e Libero, è singolare. Ora tutti tacciono. La differenza tra le due offerte sarà pagata dagli stessi lavoratori (esuberi in più), dai creditori e dallo Stato: il quale si accolla anche l'onere aggiuntivo dei 300 miliardi del prestito-ponte di aprile, reso necessario dalla volontà di tenere in vita per qualche mese in più Alitalia nell'attesa che la mitica cordata italiana si materializzasse; e l'aumento degli oneri per gli ammortizzatori sociali, visto che la cassa integrazione per gli esuberi Alitalia è stata in via eccezionale e riservata ai soli dipendenti dell'ex compagnia di bandiera portata a sette anni (contro i 2 del resto del mondo del lavoro dipendente delle grandi aziende in crisi): costo totale, sui 220 milioni all'anno per sette anni.
Ecco che cosa rappresenta il capitalismo liberista alla Berlusconi: non un intervento pubblico nell'economia di mercato, ma un intervento privato con soldi pubblici nell'economia di un mercato senza regole. Bella trovata! E’ come una battuta del comico savonese: ‘son tutti capaci a fare i finocchi con il culo degli altri’. Gli altri siamo noi.
La scelta a trattativa privata degli imprenditori amici, le clausole nascoste, l'assenza di procedure trasparenti, gli annunci clamorosi a scena e mercati aperti, i conflitti di interessi…questi sono gli esempi del liberismo berlusconiano. Ora c’è la grana sull’aeroporto che si sceglierà per la sede principale di Alitalia…ancora balletti per convenienze politiche alla faccia del mercato. Ma quale capitalismo e libero mercato difende la destra italiana? Pensate che questa gente ci trascini fuori della crisi? Il 2009 renderà tutti più poveri, ma spero più saggi levando la fiducia a questa manica di politici.

venerdì, gennaio 02, 2009

2009...fine del berlusconismo

Il ventennio berlusconiano- perché quando finirà il suo attuale ciclo di governo si conteranno purtroppo 20 anni del suo protagonismo- è iniziato con promesse di miracoli e sogni di ricchezza, ma si conclude con una crisi economica senza precedenti, che porterà molta miseria. Berlusconi, l’uomo che ha portato in Italia la televisione delle tette, dei culi e delle pajette, l’uomo della televisione tutta a colori, si trova a gestire il grigio più grigio: quel mondo colorato e illusorio rimane solo sulla televisione. Non pensate che quest’uomo, che incarna quello che era già stato seminato nella società ai tempi di Craxi, sia stato una iattura per l’Italia? Il ventennio fascista italiano è finito con una in tragedia…speriamo però che una ‘liberazione’ anticipata, un nuovo 25 aprile, ci salvi da questo nuovo ventennio.
Qualcosa però cambierà naturalmente. Con la crisi il berlusconismo, al di là del principale referente, finirà insieme ai suoi simboli: il potere dell’apparire ad ogni costo, il potere mediatico della televisione, i ricchi rampanti e ignoranti, le veline star, i politici affaristi e ‘manager’, l’impunità della ‘casta’ e le ‘toghe rosse’…con il tutto quanto fa spettacolo.
L’anno 2009, appena iniziato, potrebbe risultare decisivo nel far saltare con tutte le ‘balle’, raccontate da Berlusconi, anche il berlusconismo. La notizia che il fabbisogno del settore statale chiude il 2008 a quota 52,9 miliardi di euro, in deciso rialzo rispetto ai 26,5 miliardi del 2007 è una notizia che dice da sola tutto. I ‘tagliatori’ di spese e tasse sono riusciti a raddoppiare in un anno i debiti d’Italia ed è solo l’inizio.