venerdì, ottobre 31, 2003

Considerazioni

Considerazioni odierne su un viaggio in Cina da parte di un "comunista" occidentale al potere.
Ricordo un articolo di U. Eco che sosteneva come in Berlusconi si nascondesse un comunista. In sintesi l'articolo affermava che gli spot usati da Berlusconi nella sua ultima campagna elettorale erano efficaci: non dovevano essere veritieri ma essere ricordati; per fare acquistare i suoi prodotti questi devono essere memorizzati. Quello degli spot però era un messaggio amichevole che contraddiceva invece l'aggressività sul come condurre le battaglie parlamentari e politiche che manifestava le tendenze autoritarie e, non come sosteneva Montanelli per il santo manganello, ma veterocomuniste, appunto. Quelle di una propaganda che usava termini dialettici come "popolari, pace, libertà, cambiamento e democrazia" costruendo nemici negli avversari era la grande arma dei comunisti quarantotteschi e togliattiani che Eco, con l'aggiunta della ritualità delle piazze e della simbologia (esempio dal rosso all'azzurro), ritrova nel movimento forzaitaliota.
La lotta feroce e senza compromissioni contro il nemico tale da annientarlo con la demonizzazione, non a caso, ha fatto dei transfughi dal veterocomunismo al Polo della CdL i consiglieri cui Berlusconi ha dato ascolto e continua ad ascoltare in modo determinante.
Così l'articolo dell'aprile 2001, di Eco, concludeva: "Pertanto una delle scoperte di questa campagna elettorale potrebbe essere che il politico più "comunista" di tutti è probabilmente Berlusconi. In realtà le tattiche veterocomuniste e sessantottesche saranno le stesse, ma vengono messe al servizio di un programma che può andare bene anche a molti strati della Confindustria, ai quali in altri tempi è andato bene il programma corporativista. In ogni caso, avanti o popolo".
Così oggi ci troviamo paradossalmente al potere un "comunista" sostenuto dai fascisti che oltre a fare i suoi interessi personali anche quelli della confindustria.
Così oggi viviamo in un regime semiautoritario con il sovvertimento del significato stesso delle parole: i nuovi veterocomunisti si riempiono la bocca di libertà, di democrazia, di progresso facendoci invece arretrare nei diritti, nella giustizia sociale ed economica, costruendo una società di ricchi sempre più garantiti contro quelle stesse masse (ora definito popolo) sempre più povere.

mercoledì, ottobre 29, 2003

Crocifissi nuovi

Oggi si sono aperti i telegiornali con l'intervento del Papa sul crocifisso: è una notizia? Non ci fosse l'antecedente dell'ordinanza di un magistrato per togliere il crocifisso da un'aula scolastica, forse no, ma per me non lo è lo stesso: come si può pensare che il Papa non difendesse il crocifisso? Ecco un esempio di non notizie usate per alimentare polemiche e revanscismi. Questo crocifisso usato come un'arma per rivendicare radici, appartenenza, cultura perde la sua funzione simbolica per diventare un oggetto da crociate. Questo ci riporta a tempi remoti, appunto quello delle crociate: quelle per liberare la Terra Santa, che nostra certo non era, ora forse per "liberare" solo la nostra.
Ma il crocifisso con l'Uomo (figlio di Dio) che ogni volta muore per l'intolleranza, l'ignoranza o il non vedere le proprie colpe continua a esistere nell'incoerenza degli atti di quelli che proprio ora lo difendono.

Oltre la Scienza

Mi ero promesso di seguire il programma del Festival della Scienza ma è molto ricco d'appuntamenti ed è impossibile seguirli tutti, perciò mi sono affidato all'interesse del momento e al richiamo dei titoli e dei partecipanti. Quello che mi ha attratto lunedì 27 ottobre tra i 27 eventi in programma è stato quello svolto nella sala polivalente della facoltà d'Architettura di Piazza Sarzano; il titolo era "Oltre la scienza - scienze alternative e pseudoscienze": l'incontro era a cura del C.I.C.A.P. (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) e aveva come relatori scienziati come Roberto Vacca, Tullio Regge, Sergio Della Sala e Adalberto Piazzoli. Il moderatore M. Paternostro ha aperto il dibattito chiedendo che cosa s'intendeva con "oltre la scienza"; la risposta è stata quella di fare della ricerca scientifica una conoscenza di qualità intesa come mai finita, mai raggiunta, utile per andare oltre, appunto. Gli interventi tutti interessanti hanno affrontato quello che è contrabbandato per scientifico e invece non lo è come astrologia, maghi preveggenti, agopuntura, omeopatia...
E' stato istruttivo capire come si muove la scienza e cosa vuol dire fare lo scienziato: studiare in comunità, sperimentare sempre cercando di riconoscere e correggere gli errori; confrontare le proprie scoperte e intuizioni, conoscenze con altri studiosi. Tutto quanto nella scienza è misurabile e va sottoposto a misurazioni, prove di meccanica quantistica, di relatività per arrivare ad una conoscenza, intesa come sostiene R. Vacca, di tipo "insight" ovvero di comprensione, consapevolezza del fenomeno studiato e provato. Tutte cose che la pseudoscienza, il paranormale e la medicina alternativa non fanno. Passata la parola agli spettatori è stato chiesto subito cosa pensavano gli scienziati della religione che crede ai miracoli e invita a pregare per far piovere: non è simile ai maghi e maghetti, astrologi e chiaroveggenti? Tullio Regge (premio Einstein per la fisica) ha risposto: "questa domanda è esplosiva. Io andrei cauto nel combattere la religione come truffa. C'è la libertà religiosa ed ognuno è libero di credere ai miracoli a madonne e preti; finché questi non ti obbligano a credere e se poi pregano per la pioggia o un mondo migliore, non li equiparerei a maghi astrologi. Lascerei stare. Non confondiamo il sentimento religioso".
Interessante conclusione nella giornata caratterizzata dalla polemica del Crocifisso da togliere in un'aula scolastica; essere laici è una bella sfida: è una sfida della ragione e della scienza. Per questo anche qui la comprensione dovrebbe essere "l'oltre", l'oltre della scienza e della convivenza civile.

domenica, ottobre 26, 2003

Manifestazione


Segnalo questa iniziativa voluta dai missionari Comboniani:
Il rilascio dei permessi di soggiorno “in Nome di Dio”.
Ecco il link:
http://italy.peacelink.org/
Missionari Comboniani di Castel Volturno
19 ottobre 2003
Cari amici
siamo i Missionari Comboniani di Castel Volturno(Caserta)
vi proponiamo una Azione Ecclesiale Nonviolenta:
il rilascio dei permessi di soggiorno “in Nome di Dio”
davanti alla Questura di ognuna delle vostre città il Sabato 15 Novembre, vigilia della Giornata Mondiale delle Migrazioni, alle ore 16.00.
Questa Azione Ecclesiale Nonviolenta iniziata in Giugno a Caserta con l’incatenamento di fronte alla Questura-Prefettura proseguita con altre iniziative (fax, email, cartoline e sit in il 27 giugno davanti a 22 Prefetture e infine il 5 Ottobre con la preghiera di fronte a Montecitorio nel giorno della canonizzazione del nostro fondatore Monsignor Daniele Comboni) continua con il rilascio dei permessi di soggiorno “in Nome di Dio”.
Il Governo Italiano ha reso sempre più difficile la regolarizzazione degli immigrati favorendo così il crescere di un mondo sommerso di immigrati facilmente vittima della criminalità organizzata e di datori di lavoro senza scrupoli.
Riteniamo che la legge Bossi-Fini sia lesiva dei diritti umani fondamentali degli immigrati e sia l’espressione di un governo e di una società incapace di accogliere e di vedere le ricchezze di cui gli immigrati sono portatori.
Questa è la legge del Governo Italiano, ma non è la legge di Dio.
Nel piano di Dio per l’umanità nessuno è straniero e quando i sistemi e i governi creano differenze tra cittadini e stranieri Lui, fa causa comune con gli stranieri e chiede il rispetto dei loro diritti. Per questo in “nome di Dio” vi invitiamo a rilasciare il permesso di soggiorno agli immigrati perché Dio da loro questo diritto.
Questa azione evidentemente non è esclusiva dei cristiani ma aperta a persone e gruppi di tutte le religioni e di ogni credo umano.

Brigatisti


C'è veramente da interrogarci su come uomini e donne a distanza di molti anni continuino a seguire quell'ideologia brigatista rossa che seminava odio, paura e morte per raggiungere un potere come i mafiosi. Con l'arresto dei responsabili della morte di D'Antona e Biagi si capisce come questi ultimi siano una banda di criminali isolata e senza speranza che inseguiva il mito di un potere che esiste solo nella loro nevrosi parossistica: vorrebbero liberare una categoria di oppressi dal capitale uccidendo inermi professori. Questi brigatisti, al pari di quello che erano un dì Curcio e Moretti, futuri ministri di giustizia di un loro ipotetico governo per sputare sentenze di morte in nome di un popolo (quest'ultimo è proprio di tutti) ora si dichiarano "prigionieri politici"; prigionieri lo sono e lo erano già della loro ideologia, della loro ossessione, della loro miseria di valori. Loro, i liberatori, forse non li perderemo più; ce li troveremo d'ora in poi sempre davanti: una nuova malattia sociale come un virus si è inserito tra noi, reclama giustizia, predica uguaglianza, cerca diritti e insegue il potere seminando morte e paura. Come curarli? La galera per molti vecchi brigatisti è stata terapeutica; sarà il caso di affiancargliene qualcuno di questi per un percorso di recupero?

giovedì, ottobre 23, 2003

La mia lettera a Berlusconi




Signor Primo Ministro Silvio Berlusconi la invito a rispondere, nella lettera che ha detto di inviarmi per spiegare la manovra sulle pensioni d'anzianità, ad alcune domande che ritengo essenziali per la trasparenza e la correttezza di chi si è voluto porre al governo del mio paese ed ora con delle riforme, anche se dice il contrario, sta mettendo pesantemente le mani nelle mie tasche rimettendo in discussione diritti conquistati in anni di battaglie civili e sindacali per una giustizia economica che lei con i suoi interessi sovverte.
Prima domanda: Dove ha preso i soldi per fare Milano 2 e successivamente la Fininvest? Cosa ha da dire sulla tangente, della società All Iberian, di 23 miliari di lire versate a Craxi? Altra domanda: Perchè si è sottratto al processo di Milano e non ha voluto rispondere ai pm Boccassini e Colombo, dopo che si era detto disponibile? Il lodo Schifani non era certo d'impaccio, oltretutto ha detto che non l'aveva voluto lei ma Ciampi. Poi in fondo risponda con un si o un no a questo: lei sa che la nostra democrazia, la sua e nostra libertà con cui ha potuto perseguire la sua ricchezza, sono frutto anche di combattenti e martiri comunisti italiani? Ha mai letto le "Lettere dei condannati a morte della Resistenza"?
Risponda a queste domande poiché la prima volta che mi scrisse, quella prima di farmi acquistare il suo euroconvertitore -non mi dica per favore che me lo ha regalato- raccontandomi la sua storia omise parecchie cose. Un italiano libero e votante: Giorgio Boratto.

mercoledì, ottobre 22, 2003

VIE CHIUSE


Certo che fa impressione vedere tutti quegli uomini vestiti di porpora in berretta rossa davanti al Papa: per me non è un bello spettacolo e mette in testa cattivi pensieri. D'accordo che la religione abbisogna di riti, simboli ed epifanie ma questa incoronazione di vassalli ad un potere che si rifà al nome di Cristo è una contraddizione di termini. Dov'è in questa manifestazione, in questa ostentazione di potere, di ricchezza e di maschilità (anche se penso che nei loro pensieri imperversi la femminilità) il messaggio evangelico? Dov'è a chiesa degli ultimi?
A pensare che è passato solo un giorno dalla beatificazione di una donna che, più di questi mille uomini, ha incarnato il Vangelo. E' passato un giorno e invece si è tornati indietro i mille anni: quella donna destinata alla santità non avrebbe mai avuto una porpora o una berretta rossa; così si continua a ripetere che "le vie del Signore sono infinite", quelle della chiesa sono chiuse.

sabato, ottobre 18, 2003

FIGHETTI

L'altro ieri ho assistito ad una discussione tra ragazzi sui "fighi"; sulle cose che caratterizzano questa categoria e sul perché molte persone in Italia spendano l'impossibile in macchine, vestiti e tutto ciò che riguarda l'apparire, pur guadagnando a mala pena mille euro al mese. Questo mi conferma che il berlusconismo, che è la sintesi culturale di questo fenomeno, esisteva prima di Berlusconi ed esisterà ancora dopo ma non per molto; d'altronde questo è un prodotto culturale del consumismo e di quello che s'intende da quelle parti per libertà: mancanza di regole, irresponsabilità sociale ed egoismo. Tutto il resto è conseguente, ma c'è speranza? C'è un'alternativa a questa "peggio gioventù"? Per me sì; innanzi tutto la riflessione dei ragazzi conosciuti mi dà speranza, dopo inizio a vedere dei cedimenti in molti giovani nella ricerca della "fighezza": che questa non sia semplicemente un surrogato, un eufemismo comunicativo che indica ben altro e più pregnante nelle relazioni umane è lampante. Poi conosco frequentando la comunità di S. Egidio dei ragazzi splendidi, della gioventù che senz'altro è migliore di quella che ci poteva essere nell'immediato dopoguerra. La miseria culturale e lo scadimento di valori non può durare a lungo; pare che si abbia bisogno di trascendenza e di volare con la bellezza (anche interna) per la stessa sopravvivenza della specie umana…Vedrete che il berlusconismo e anche l'altro fighetto per antonomasia Bush finirà, finirà presto.

Piavoli


Chi ama il cinema penso conoscerà quel piccolo capolavoro che è "il pianeta azzurro" di Franco Piavoli. Ebbene ieri ho conosciuto tramite un amico Franco Piavoli personalmente trascorrendo con lui tre ore piacevolissime. Naturalmente si è parlato soprattutto di cinema e dopo avergli raccontato le mie positive impressioni del suo primo lungometraggio, appunto "Il pianeta azzurro" visto nel 1982 alla sua uscita e dopo in un passaggio televisivo qualche anno fa, abbiamo parlato del suo ultimo film prossimo ad uscire nelle sale genovesi: "Al primo soffio del vento". Io mi sono ripromesso di andarlo a vedere appena entrerà in programmazione sperando che resista qualche settimana: si sa che con la programmazione odierna dettata dalle Major cinematografiche americane non c'è scampo per altri film. Conoscere Piavoli è stata un'emozione; che strani giri fa la vita, sono sicuro che tanto tempo fa avevo desiderato incontrarlo per parlargli di cinema e poesia, poiché il suo cinema è una cosa diversa, unica che si può benissimo equiparare alla poesia immaginativa, e oggi per incanto si è avverato il desiderio. L'amico Carlo Guglielminetti incontrandomi ad una riunione di un'associazione, mi ha chiesto all'improvviso se volevo andare a casa sua per incontrare Piavoli che era suo ospite. "Ma và…" gli dissi, "davvero?" Carlo sapeva che avrei voluto conoscerlo ma la cosa era inattesa. Così ho parlato con Franco Piavoli di cinema, di vita e poesia e ci siamo ritrovati, intesi e sentiti su la stessa frequenza: la poesia è un accidente in forza ad ognuno, ognuno è un poeta che non sa d'esserlo, ma basta dargli i mezzi o la consapevolezza di un'espressione vera e coglie la poesia più autentica in natura: la spontaneità del suo esistere unico e irripetibile. Verso le ore 15 mi è toccato di accompagnare Piavoli alla stazione ferroviaria e salutandoci con la promessa di rivederci abbiamo compreso che pur essendo esseri unici e irripetibili suonavamo una stessa musica interiore. Allora a risentirci presto Franco e grazie.
Qui un suo profilo personale:
http://www.bs.unicatt.it/dams/profilo.htm
http://www.filmup.com/alprimosoffiodelvento.htm

venerdì, ottobre 17, 2003

ESAME D'ITALIANO


Ho letto ora che secondo Calderoli, le regole attualmente in vigore rendono la concessione della cittadinanza "un mero procedimento burocratico" che non tiene conto della "capacità dello straniero di parlare la nostra lingua, della sua conoscenza dei nostri usi e costumi, della nostra storia, del nostro sistema istituzionale e delle regole basilari della nostra società". I leghisti vogliono insomma un esame vero e proprio, nel quale l'immigrato che aspira alla cittadinanza deve "dimostrare il reale livello di integrazione nella nostra società: una prova di lingua italiana e locale, domande di cultura generale, storia, cultura e tradizioni, sistemi istituzionali, sia nazionali che locali".
Bene, se applicassimo questa regola anche ai giovani italiani già naturalizzati per nascita, scopriremmo che di cittadini italiani ce ne sono sempre meno ad iniziare proprio dai leghisti. Intanto da recenti indagini si scopre che c'è un analfabetismo di ritorno, ovvero molti cittadini disimparano a leggere e scrivere commettendo dei gravi errori ortografici e di grammatica italiana; per non parlare dei dialetti che sono parlati sempre meno ed in modo sbagliato. Molti altri poi non conoscono nulla della storia più recente e delle istituzioni repubblicane; ricordo per questo, non molto tempo fa, come ad una semplice domanda, fatta a delle ragazze tutte maturande su quali fossero gli stati belligeranti dell'ultima guerra mondiale, incredibilmente tutte sbagliavano la risposta: mettevano la Russia alleata con il Giappone contro gli USA alleata con l'Italia. Questi sono una buona parte di cittadini che dovrebbero essere gli italiani di domani, a questo punto che differenza fa con un lombardo? Meglio allora un marocchino, un cinese o un brasiliano che sanno qualcosa d'altro.

martedì, ottobre 14, 2003

LETTERA ALLA MINISTRA MORATTI




Lettera alla Moratti

Gentile ministra Moratti, gli scrive uno studente modello di scuola superiora itagliana che a capito che per deventare come Berluscone non servono leggere tanti libri anzi nissuno. Limportante è l'inghlese, l'infornatica e l'inpresa, le tre iii. Per questo per inghlese chabbiamo e bastano i cantanti mericani e rokker, per l'infornatica i videogiochi con la playstescion e per l'inpresa i numeri delle azioni della borsa da conprare per fare i soldi delle aziende del mercato comune euro-peo e per battere i komunisti rimasti in giro e in cina... insomma questo è difficile di più come materia skolastica perché questultimo discorso è ancora troppo matemmatiko e non spiegato ancora bene, però con la rifforma della gentile ministra tutto si agiusterrà. Poi bisogna sapere riskiare sempre come prendere dei bei voti non studiando. Perché se vuoi avere sucesso devi osare sempre, non puoi respettare le leggi ingiuste e komuniste, besogna tentare la fortuna che se va lavvà. Forza ministra, forza anche l'inter perché è per caso il suo marito anche l'altro presidente? Ecco io con la nuova scuola mi aspetto tante cose cuindi avvanti cos'ì. Con le tre iii.
Contanti saluti da lal'unno Robberto Borghezio


domenica, ottobre 12, 2003

Lettera agli italiani


Mi sono ricordato che la lettera io l'ho già ricevuta:

Cari amici e amiche di tutte le città dei paesi, dei comuni provincie regioni, mari monti in barca o in automobile a piedi o in bicicletta al lavoro e no, veniamo a noi a dirvi, con questa mia a addirvi che, scusate se sono pochi, ma un milione di vecchie lire, non ci fanno specie che questanno c'è stato una grande moria di vecchi per la calura, come voi ben sapete: questa moneta servono che voi vi consolate (e che io ho già data, come da programma firmato nella televisione) dal dispiacere che avreta o meglio avreti, per la nuova rifforma delle pensioni perché non ne sono morti abbastanza. Anche per i denari che non prenderete in là, non dovreti preoccupare: dato che io studia e tengo la testa per voi al solito posto sul collo di me medesimo ho pensato con il coraggio che ho, di non aspettare a mandare in pensione i vecchi prima delle prossime estate calorose e con lafa mortuaria. Date il consenso prima a me che io stesso risolvo il problema alla radice: meno pensioni più lavoro, meno pensionati più vita.
Salutandovi indistintamente e "senza a nulla pretendere" il cavaliere vostro Berluscone. Apro parente "che poi sono io". Chiusa parente.

mercoledì, ottobre 01, 2003

Il Muro



Un muro lungo migliaia di chilometri si sta erigendo in Cisgiordania: lo costruiscono gli israeliani invadendo campi palestinesi e incuranti della natura, del paesaggio e dell'umanità, fanno scempio anche delle coscienze. Il muro israeliano è un ostacolo di cemento armato alto oltre 10 metri che scorre come un'autostrada a quattro corsie lungo i campi dei contadini sezionando il paesaggio: dove stanno i buoni? Dove i cattivi? Che strano i prigionieri di questo muro è difficile individuarli subito visto le sue dimensioni…ma in alto si nota il filo spinato elettrizzato, posti guardia per cecchini e telecamere rivolte a sud sudest; ecco dovrebbe rinchiudere i palestinesi, dovrebbe perché invece il muro separa e chiude lo Stato d'Israele e i suoi abitanti, li chiude in uno stato ebraico che è ancor più uno stato mentale che nazione: uno stato dove il Muro del Pianto è il simbolo.
La separazione che gli ebrei hanno subito con i ghetti costruiti nelle città di tutta Europa ora la ricostruiscono da soli, ma allora c'è da chiederci: erano forse loro che volevano vivere, anche qui tra noi, separati?
Si pensa che i "due stati" possano sorgere solo se c'è un muro? Così il muro avanza con la violenza dei bulldozer che scavano colline, abbattono alberi d'ulivo, di fichi e vitigni, demoliscono case palestinesi, contadine; così quello che si vede diventa il più grande campo di concentramento della storia: uno stato per averne due. Inoltre il muro, con la scusa della sicurezza, diventa anche uno scippo di terra dei proprietari palestinesi. Non dimentichiamoci che le macerie dei muri sono sempre crollate in testa a chi li ha costruiti. La "road map", la strada per la pace, i muri dovrebbe abbatterli e non costruirli.
Ora per questo è stata indetto per l'8 novembre un corteo a Roma, contro le deportazioni e contro il muro dell'apartheid, con l'appello: " Stop the wall, now ".
Per adesioni «stopthewall@tiscali.it».