martedì, gennaio 21, 2025


Il principio di speranza di Ernst Bloch

Si può pensare che siamo in un momento di perdita di speranza; lo si può desumere da molti fatti: le guerre in corso, il ritorno dei nazionalismi, il razzismo mai vinto e la vincita nelle politiche della destra estrema, con Donald Trump ancora vincitore negli USA. Avevo letto nel 2018 il libro di Allen Frances: Il crepuscolo di una nazione. L'America di Trump all'esame di uno psichiatra. Quel libro poneva molti interrogativi sugli statunitensi e sul nostro modo di pensare che ha portato al potere un personaggio come Donald Trump...oggi a distanza di 5 anni è successo nuovamente. Cosa dire?
Quel libro si chiedeva come una democrazia avanzata potesse scegliersi come capo Donald Trump che si faceva beffe delle verità scientifiche, quali i vaccini, e soprattutto del cambiamento climatico; insomma un delirio collettivo molto simile a quelli cui sono affetti i singoli: in parte si tratta di disorganizzazione e cattivo funzionamento cerebrale, in parte si tratta di meccanismi di difesa che aiutano a evitare una realtà troppo dolorosa; e in parte si tratta di stress sociale che non si riesce a contrastare. Ancora si può pensare sia a causa dell’inquietante enormità dei problemi sociali, politici, economici, ambientali e di risorse che dobbiamo affrontare cui la destra offre risposte semplici: slogan e ideologie pronte all'uso.
Ora Donald Trump ha vinto nuovamente e si prospettano tempi bui; tempi come detto senza speranza. Ma io mi rifaccio al 'principio di speranza' predetto dal filosofo Ernst Bloch. La speranza ci aiuta sempre a progettare un tempo migliore; la speranza è la materia cui sono fatti i sogni e non bisogna smettere di sognare. Sì per Ernst Bloch il principio di speranza è contro quello di angoscia, è l'aria che sostiene la ragione, ma con la coscienza che quest'ultima non è tutto ma va vista in un divenire: un passare dall'oscuro al chiaro, senza cancellare l'oscuro che è in noi.
Quindi oltre Trump e l'estrema destra vincitrice non bisogna abbandonare l'utopia che resiste.