mercoledì, marzo 19, 2025

Trump e Putin

Consoliamoci questo è l'ultimo mandato di Donald Trump mentre per Vladimir Putin lo dovremo sopportare con la sua politica imperiale fino al 2036 se non oltre. Allora avrà compiuto 83 anni, mentre Trump li compirà a fine del suo mandato nel 2010.
Cosa si prevede? Che negli USA tutto tornerà come prima; mentre nella Russia niente è dato per scontato.
D'altronde Putin vorrebbe, come Trump per l'America, fare grande la Russia e dal punto di vista geografico lo è già: è la nazione con più territorio di tutte e forse non gli basta. Trump vorrebbe essere invece Putin, ma questo non sarà possibile: oltre l'età c'è il vincolo del doppio mandato e questo bloccherà il tycoon. Ad occidente possiamo essere tranquillizzati. Con Putin è diverso e l'Europa fa bene ad avere paura.
In questo gioco di potenti manca la Cina e questo è il vero aspetto che deciderà il rapporto tra Trump-Putin. La Cina con il tempo diventa sicuramente il paese più potente e ricco del pianeta.
Tutto il mondo aspettava i risultati della telefonata tra i due Trump – Putin; ma questa è solo un escamotage per aiutare Putin a fare terra bruciata dell'Ucraina. Trump si rivela quello che è: tutto fuorché che un negoziatore. Lo si vede da come si comporta sui dazi, sulle acquisizioni territoriali quali Groelandia e Canadà, sulle leggi fondamentali dei diritti umani...insomma tutte cose che andrebbero trattate diversamente.
Putin ha solo uno scopo: prendere con la forza le parti ricche del mondo e per questo mette in gara l'autocrazia contro le democrazie liberali. Trump sicuramente gli dà una mano.

Il Fatto Quotidiano 19/3/2025

venerdì, marzo 14, 2025

'C'è del marcio in Occidente' di Piergiorgio Odifreddi

C'è un libro scritto dal matematico logico Piergiorgio Odifreddi: 'C'è del marcio in Occidente', (Raffaello Cortina 2024) che descrive bene il pensiero 'marcio' occidentale; quello nato in Europa è che domina o ha dominato il mondo. Nel libro sono riportati interessanti passaggi di numerosi uomini di cultura paradossalmente cresciuti e vissuti in occidente o meglio in quella che chiamiamo la sua civiltà. Dostoevskij, Gandhi, Einstein...di quest'ultimo riporta un pamphhlet -Come io vedo il mondo- che dice tra le altre cose sempre attuali: (Antimilitarismo) “La cosa veramente preziosa nella vita umana non mi sembra essere lo stato, ma l’individuo. E la peggior manifestazione della vita gregaria è il militarismo, che io aborrisco. Che un uomo trovi piacere nel marciare inquadrato a suon di musica, basta per meritargli il mio disprezzo. Costui ha ricevuto un cervello solo per sbaglio: un midollo spinale era tutto ciò di cui aveva bisogno.”
“(Pacifismo) La guerra mi sembra ignobile e spregevole. Preferirei lasciarmi fare a pezzi, piuttosto che partecipare a un’azione così miserabile. Ciò nonostante, la mia considerazione dell’umanità è così alta, da farmi credere che questo flagello sarebbe da lungo tempo scomparso, se il buon senso delle popolazioni non fosse stato sistematicamente corrotto dagli interessi politici e commerciali, per mezzo della scuola e della stampa.”...una visione, radicalmente anti-occidentale. Come quella di tutti gli altri: Fidel Castro, Nelson Mandela, Patrice Lumumba, Martin Luther King; nuovamente di quest'ultimo citato: “Io credo, spero, prego che qualcosa di nuovo possa emergere nella vita politica, e produrre un uomo nuovo, delle istituzioni nuove, e una vita nuova per l’umanità. Ma so che non succederà, a meno di una radicale rivoluzione dei valori. Fino a quando le macchine e i computer, il profitto e le proprietà continueranno a essere considerati più importanti delle persone, la triade nera del razzismo, del materialismo e del militarismo non potrà essere sconfitta. E una civiltà può andare più facilmente in bancarotta per la morale che per la finanza.”
Poi ancora ci sono le note di altri personaggi che hanno a loro modo messo in in discussione le prerogative formali del pensiero Occidentale; Konrad Lorenz, Aleksandr Solženicyn, Charles Darwin.
Sembra che razzismo, colonialismo, militarismo, capitalismo, guerre mondiali sia tutto partito dall'Europa e dalla sua civiltà: un mondo che ha condizionato l'umanità come nessun altro. Nella riflessione dell'autore non manca i riferimento alla religione dell'unico Dio, al monoteismo che abbraccia giudaismo, islam e cristianesimo: per tutti 'Dio con noi'.
Altro paradosso che chi ha fatto nascere l'America con la sua civiltà e l'ha portata ad estremizzare l'Occidente in ogni maniera oggi se la ritrova contro. L'America figlia e matrigna dell'Europa pare voglia far scontare le sue colpe secolari. Ma l'America o meglio gli USA -i nostri liberatori dal fascio-nazismo- non sono certo immuni da grandi peccati contro l'umanità. Non va dimenticato che l'attuale Occidente comprende oltre gli Stati Uniti, “l’Europa, Israele, il Canada, l’Australia e la Nuova Zelanda, e in parte il Giappone, costituiscono una fluida alleanza, che canta in coro über Alles. Cioè, “uniti siamo il meglio del mondo”. Anzi, “siamo gli unici degni di considerazione”.
Nel caso del modello economico-politico dell’Occidente, basato sul combinato disposto di mercato e democrazia, l'Occidente pensa che sia il miglior di tutti i modelle possibili: ma questo atteggiamento che piace a noi, 'può diventare un accidente per gli altri'. Un momento di riflessione lo apporta il libro sul nazismo, il terrorismo e le religioni: genocidi, attentati e crociate sono parti di un Occidente che non ha mai smesso di governare il mondo. Per vincere il nazismo si è dovuto usare una medesima violenza. La stessa guerra in Ucraina porta molte responsabilità delle politiche europee.
Un libro da leggere sicuramente, anche se poi non si può essere d'accordo su tutto il 'marcio' evocato, che si conclude con gli aspetti filosofici che hanno determinato la cultura dell'Occidente a partire dai Greci.

mercoledì, marzo 05, 2025

Il Pniec e il nucleare

Il PNIEC, ovvero il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima; nato nel 2019 si prefiggeva di attuare un piano di sostenibilità energetica per salvaguardare il clima. Lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili con l'occhio mirato ai costi e ai benefici ambientali con date utili alla decarbonizzazione quali il 2050. Il PNIEC non parlava di nucleare e tra le molte voci c'era il contributo in base agli abitanti ai Comuni che investivano nel risparmio energetico. Ma ecco che il 1 luglio del 2024 nel trasmettere il PNIEC a Bruxelles, veniva aggiunto con una nota del ministro Gilberto Pichetto Fratin il rilancio del nucleare; in particolare lo scenario sull’energia nucleare, sia da fissione nel medio termine (a partire dal 2035) che da fusione (a ridosso del 2050).
Ricordo che immediata fu la risposta a tale scelta e in un appello, lanciato in una lettera aperta, da Energia per l'Italian un gruppo di docenti e ricercatori diceva: 'È indispensabile rivedere gli scenari proposti nel Pniec che prevedono l’impiego del nucleare, perché tali ipotesi, oltre a essere palesemente irrealizzabili, sottrarrebbero importanti risorse all’obiettivo della decarbonizzazione per il nostro Paese'.
Di 'scelta irrazionale' invece parlano il WWF Italia, Greenpeace Italia, Legambiente, Kyoto Club e Transport&Environment. 'L’inclusione dell’atomo serve solo a mantenere lo status quo perché qualsiasi apertura alle tecnologie nucleari fissili, che in realtà nulla hanno di nuovo, dopo che in Italia ben due referendum si sono espressi in senso contrario, avrebbe comunque tempi ben più lunghi di quelli dettati dalla traiettoria della transizione'.
Tutto la dice lunga sulla distanza dei proclami dell'esecutivo sul nucleare e la realtà. Non abbiamo risolto il problema di dove collocare il deposito delle scorie nucleari. Non abbiamo concluso i lavori di smantellamento delle centrali chiuse dopo il referendum contro l'atomo del 1987. E non abbiamo neanche un piano sul da farsi.
Emblematica è la questione del rientro in Italia, dalla Francia e dell'Inghilterra, delle scorie radioattive previste entro quest'anno. Nel 2001 a oggi abbiamo pagato circa 1,2 miliardi di euro per farcele tenere fuori dall'Italia. Poi bisogna saper che dovranno rientrare oltre 235 tonnellate di scorie nucleari il cui costo pagato è in realtà riservato....e ora dove le metteremo? Nessuno le vuole.
Ad oggi forse non tutti lo sanno ma abbiamo sul territorio italiano 20 depositi temporanei di rifiuti radioattivi. Sono quelli dei centri di ricerca, degli ospedali con le loro sezioni di radiomedicina, di diagnostica, di trattamenti oncologici con radioisotopi o diagnostica per immagini nucleari; ma quelli previsti per il rientro dall'estero sono ad alta attività, e andranno stoccati all’interno di un deposito geologico di profondità, e anche quello, insieme al dove al momento è in fase di progettazione.
Tutti argomenti che fanno allontanare il governo dalla realtà.

giovedì, febbraio 27, 2025

Siamo sicuri che Trump conosca Putin?

Vladimir Putin come Benjamin Netanyahu sono stati condannati per crimini di guerra dalla Cpi, la Corte penale internazionale dell'Aja. Però Donald Trump non la riconosce e quindi tratta Putin e Netanyahu come amici. Ma le loro politiche sono contro il diritto internazionale e senz'altro Trump non conosce veramente Putin.
Vladimir Putin è il presidente russo da oltre 25 anni e ha rinnovato il suo mandato modificando la legge costituzionale dei due mandati, assicurandosi il potere fino al 2036; quindi per altri 11 anni. Lui è ritenuto anche il mandante di molti omicidi in primis della giornalista Anna Politkovskaya e anche del suo rivale politico Alexei Navalny. Vladimir Putin si è distinto nella feroce repressione in Cecenia e con la chiusura dell'opposizione interna. Il suo obiettivo è far finire l'egemonia mondiale occidentale, specie quella degli USA e per questo non esita a proclamare guerre.
Ma per sapere di più basterebbe che Trump leggesse il libro di Elena Kostioukovitch: 'Nella mente di Putin' edito da La nave di Teseo. In questo libro troviamo un’analisi profonda della situazione catastrofica in cui la Russia di Putin si è andata a cacciare. Questa è la vera causa della guerra contro l’Ucraina.
Ma cosa c'è nella mente di Putin? Già all'inizio del libro l'autrice è chiara: “Per cercare di scoprirlo, può essere utile affidarsi alle analisi dei politologi, con le loro fonti colte e il loro metodo efficace. Ed è validissimo pure l’approccio storico-biografico, cerebrale, di matrice psicanalitica, che si concentra sull’analisi del suo linguaggio. In tal modo si evidenziano persino le parentele del suo vocabolario con il lessico del Terzo Reich. Basti notare che il leader russo, parlando di “soluzione finale” della questione ucraina, ha auspicato una okonchatelnoe reshenie (equivalente russo dell’Endloesung tedesco), richiamando proprio la “soluzione finale” prospettata dai nazisti contro gli ebrei a partire dalla Conferenza di Wannsee (1942).

”. A questo riguardo anche il nostro presidente Mattarella nel descrivere l'intervento in Ucraina è stato preciso Il libro di Elena Kostioukovitch va avanti indagando sulle basi della filosofia che accompagna il potere perseguito da Putin; una specie di 'razza ariana' in versione russa: una farneticazione sulla 'superiorità genetica' russa. Poi c'è tutta la serie di mitologie legate alla numerologia, ai simboli quale la 'Z' che campeggia sui carri armati...insomma, 'Il leader russo è mosso da una motivazione messianica che lo priva di ogni cautela. Infatti ha proclamato il 18 ottobre 2018, parlando con i giovani del “club Valdai” (proprio quello intitolato in onore della Valle della morte): “Noi moriremo, okay, ma saremo martiri e andremo in Paradiso! E gli altri creperanno e basta”. Il pubblico in sala annuiva.”. (pag. 44).
Con chi fa la pace Trump? La fa solo asservendo un guerrafondaio.

martedì, gennaio 21, 2025


Il principio di speranza di Ernst Bloch

Si può pensare che siamo in un momento di perdita di speranza; lo si può desumere da molti fatti: le guerre in corso, il ritorno dei nazionalismi, il razzismo mai vinto e la vincita nelle politiche della destra estrema, con Donald Trump ancora vincitore negli USA. Avevo letto nel 2018 il libro di Allen Frances: Il crepuscolo di una nazione. L'America di Trump all'esame di uno psichiatra. Quel libro poneva molti interrogativi sugli statunitensi e sul nostro modo di pensare che ha portato al potere un personaggio come Donald Trump...oggi a distanza di 5 anni è successo nuovamente. Cosa dire?
Quel libro si chiedeva come una democrazia avanzata potesse scegliersi come capo Donald Trump che si faceva beffe delle verità scientifiche, quali i vaccini, e soprattutto del cambiamento climatico; insomma un delirio collettivo molto simile a quelli cui sono affetti i singoli: in parte si tratta di disorganizzazione e cattivo funzionamento cerebrale, in parte si tratta di meccanismi di difesa che aiutano a evitare una realtà troppo dolorosa; e in parte si tratta di stress sociale che non si riesce a contrastare. Ancora si può pensare sia a causa dell’inquietante enormità dei problemi sociali, politici, economici, ambientali e di risorse che dobbiamo affrontare cui la destra offre risposte semplici: slogan e ideologie pronte all'uso.
Ora Donald Trump ha vinto nuovamente e si prospettano tempi bui; tempi come detto senza speranza. Ma io mi rifaccio al 'principio di speranza' predetto dal filosofo Ernst Bloch. La speranza ci aiuta sempre a progettare un tempo migliore; la speranza è la materia cui sono fatti i sogni e non bisogna smettere di sognare. Sì per Ernst Bloch il principio di speranza è contro quello di angoscia, è l'aria che sostiene la ragione, ma con la coscienza che quest'ultima non è tutto ma va vista in un divenire: un passare dall'oscuro al chiaro, senza cancellare l'oscuro che è in noi.
Quindi oltre Trump e l'estrema destra vincitrice non bisogna abbandonare l'utopia che resiste.

martedì, novembre 05, 2024

Saggio che sfrutta molti riferimenti di autori che hanno trattato le materie della psicologia e della filosofia aiutando a sviluppare una riflessione sul nostro cammino; sul futuro che paradossalmente viviamo ogni istante che passiamo con ‘noi’.
La nostra presente unicità è una via per l’universo. Diventare ciò che siamo è in fondo il fine della nostra vita.
Diventare quello che siamo è la realizzazione più difficile da realizzare. I nostri genitori e insegnanti agiscono in buona fede e ci vorrebbero come piace a loro. Così spesso raggiungiamo obiettivi e traguardi; poi scopriremo che noi non siamo quello che facciamo e che questo operare non ci ha resi gioiosi e sereni. Scopriremo che siamo delusi e infelici e quello che ci resta da fare è prestare attenzione a quello che interrogandoci ci suggerisce il nostro essere: nessuno meglio di noi alla fine sa quello che ci serve ed è utile per noi. Allora sarà necessario un cambiamento e non dovremo avere paura.
Gli autori di riferimento di questo saggio sono molti e di ognuno è riportato lo studio e le note più importanti. Un testo quindi che aiuta a trovare e provare la nostra crescita personale utilizzando le letture di autori di libri che diventano una guida utile alla crescita di ognuno.

Estratto pag. 15-16: Ogni persona è una via
Ogni uomo è un percorso verso la verità e il senso del suo vivere è dato dal diventare quel che è. In questo percorso ci sono molti passaggi e strade prese in forza di una educazione, di programmazioni parentali e di mappe costruite dalla mente. Diventare ciò che si è, è un percorso di una evoluzione sempre difficile. Abbiamo molti condizionamenti, modelli, gabbie comportamentali; spesso recitiamo parti e ruoli imposti da una società che ci uniforma e ci assimila nelle relazioni. Trovare la strada il percorso del divenire noi stessi richiede una umile presa di coscienza; una consapevolezza dovuta all'ascolto di noi stessi.
Leggendo 'Ogni cosa alla sua stagione' di Enzo Bianchi -saggista italiano, monaco laico, fondatore della Comunità monastica di Bose, a Magnano, della quale è stato anche priore dalla fondazione fino al gennaio 2017-, all'inizio parla della sua cella monastica; della scelta di abitare un luogo desolato composto dall'essenziale: un tavolo, una sedia, una lampada, la stufa a legna e il letto. In questo posto egli impara ad abitare con se stesso.
Ecco abitare con se stessi è una grande scoperta che avviene dentro il celare, il nascondere che è proprio della cella. Enzo Bianchi scrive: '...tra quelle quattro mura la verità dell'uomo è messa alla prova del rapporto con il proprio corpo, con il cibo, con la propria sessualità, con il tempo, con gli altri, con l'avere, il fare, con Dio stesso con tutte quelle presenze quotidiane che, paradossalmente, fanno percepire il proprio peso attraverso l'assenza'.
Molte sono le strade per realizzare se stessi; si potrebbe dire che ogni persona è una via per raggiungere la propria dimensione dell'essere. Io ho visto e incontrato molte strade e ognuna, contenente semi di saggezza e verità, aveva una risposta giusta ad un particolare problema.
Maria Zambrano affermava, in Persona e Democrazia (1958): ‘Queste strade, per quanto diverse, hanno in comune il fatto di essere strade aperte dall'uomo nella selva oscura e compatta formata dagli dei, dalla confusione della natura e perfino dall'oscurità della sua mente. E' come se l'uomo si fosse finalmente messo in moto. Farsi strada é l'azione umana per eccellenza...perché l'uomo è egli stesso strada’.

Spesso si incontrano e si prova a percorrere queste strade in momenti difficili dell’esistenza: drammi, problemi, fatti tragici e difficoltà varie fanno avvicinare le persone a particolari dottrine, filosofie e pratiche religiose; ognuna rappresenta un conforto ed una rassicurazione per superare quelle particolari difficoltà del vivere. Ognuna quindi può essere utile e funzionare. Per certi versi si potrebbe pensare che un effetto placebo esiste anche per l’anima, per cui non importa a chi e a che cosa credere, l’importante sovente è solo credere.
Io ho potuto constatare che c’è un filo che accomuna tutte le pratiche e le filosofie che aiutano la ricerca del proprio bene, insieme a quello degli altri: la responsabilità delle nostre azioni; la consapevolezza di quanto i nostri comportamenti influiscano sul nostro destino. In fondo tutte le strade arrivano ad un unico posto: nell’interiorità del nostro essere, dove è posta la nostra verità. Così sono dell’idea che nella nostra vita niente succeda mai veramente per caso, ed ogni cosa metta alla prova il cammino che ognuno intraprende per diventare ciò che è: questo è il senso profondo della nostra vita. Per questo dobbiamo, nel corso della vita, fare i conti con molte cose; dobbiamo misurarci con meccanismi mentali e comportamentali che non ci appartengono, per realizzare quel miracolo di unicità e irripetibilità che ognuno rappresenta.
Dobbiamo percorrere la nostra strada.
Noi non siamo consapevoli che quello che ci succede dipende da noi, dal nostro atteggiamento verso le cose e soprattutto per i nostri pensieri. La sofferenza che ci attornia e riempie la nostra vita non è dovuta a sfortuna o accidenti vari ma si inserisce in un disegno molto ampio per cui noi non siamo solo una parte dell’universo, ma ne siamo parte attiva. 'Un maestro di medicina mi disse: “Non cercare di seguirmi, di contemplarmi, non inchinarti davanti a me. Questo è il tuo sentiero e cammini su di esso per scoprire la tua verità e acquisire potere con la tua medicina. Solo tu puoi trovarla e divenire libero e responsabile'. Perciò...se incontri Buddha uccidilo.
Già, se incontri Buddha uccidilo. Questo è il titolo di un libro 'Se incontri il Buddha per la strada uccidilo' di Sheldon Kopp - uno psicoterapeuta statunitense scomparso nel 1999- che aiuta a prendere consapevolezza di noi che per paradosso cerchiamo una autorità esterna (psicoterapeuta, guru, filosofo, ecc) per superare i nostri disagi esistenziali. Il libro è stato scritto nel 1972 e pubblicato in Italia da Astrolabio - Ubaldini Editore nel 1975. Sheldon Kopp, è chiaro fin dal titolo del suo libro: Se incontri il Buddha per la strada uccidilo. Già, prima o poi siamo costretti a prendere atto che quella via d'uscita non la conosce nessuno al di fuori di noi, di conseguenza la soluzione sta nel riconoscere che l'autorità che stiamo cercando siamo noi stessi.
Però intendiamoci: nessuno dice che è inutile cercare consiglio o affidarsi all'aiuto di altre persone, più o meno carismatiche, che sembrano star lì apposta per indicarci la via. Il giusto atteggiamento di fondo è sapersi relazionare con quelli che ci potranno guidare. Come non sono riusciti i nostri genitori a darci e ricette della libertà e della felicità, nessun altro sarà in grado di trasmettercele. Il loro scopo dovrebbe essere (in un gioco degli specchi') quello di indicarci i talenti che abbiamo e non sappiamo riconoscerci; oltre a trovare la relazione corretta con gli altri e il mondo.
Il ruolo importante dei maestri, terapeuti, filosofi e genitori è quello di aiutarci a scoprire dentro di noi gli strumenti che ci permetteranno di trovare la nostra strada.
In breve non dovremo mai rinunciare alla nostra autonomia: quella stessa che ci aiuterà ad assumerci la nostra parte di responsabilità nel cammino alla ricerca del nostro senso della vita.

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sabato, ottobre 26, 2024

MIGRAZIONI - La verità

La questione dei migranti è diventato il tema politico che da diversi anni ha spostato l'elettorato a destra ed è stato responsabile anche della Brexit; bisogna sapere dell'insofferenza degli inglesi verso i migranti polacchi e in genere dell'Europa dell'est. L'uscita della Gran Bretagna dall'Europa però non ha fermato la migrazione dei cittadini dell'est. Quest0'anno è uscito per Einaudi un libro di Hein de Haas, 'Migrazioni - La verità oltre le ideologie' che smentisce tutti i dati delle attuali migrazioni.
Non è vero che queste siano aumentate ma restano nei numeri quelle dello scorso secolo. I dati del libro smentiscono molti miti legati alle migrazioni come ad esempio quella dell'invasione: la maggioranza dei migranti arriva senza violare nessuna legge. Poi in verità fondamentalmente la principale migrazione rimane quella interna ad ogni paese: il flusso verso le città, verso l'urbanizzazione; l'esodo rurale.
La maggioranza di noi discende da contadini e se andiamo indietro anche solo di due generazioni si scoprirebbe di avere familiari contadini che si sono spostati in città.
La storia del mondo si potrebbe definire una storia di migrazioni; da sempre gli uomini si sono spostati da un luogo all'altro del globo e sempre hanno portato con sé i propri costumi e tradizioni. Non dovremo mai dimenticare che tutti abbiamo una origine di nomadi. Tutte le migrazioni fanno spostare uomini e donne; fanno spostare persone, mondi, culture e voglia di vivere, di crescere. Infine per leggi di compensazione, leggi anche di natura economia, le migrazioni fanno progredire e non regredire: aumentano la gioventù invece che la vecchiaia, la popolazione colpita dalla natalità insufficiente, i lavori più diversi...già, i migranti giungono per scelte politiche deliberate, per far fronte a carenze crescenti di manodopera.
In questo contesto migratorio bisogna dire che un ruolo egemonico culturale ed economico è stato svolto dall'Europa. Con la Spagna, il Portogallo, la Francia e l'Inghilterra è stato dato origine al sistema coloniale. Un sistema quello coloniale che ha rappresentato il sistema migratorio più illegale della storia e sempre al colonialismo europeo si deve la più grande migrazione forzata della storia dell'umanità, ovvero la tratta degli schiavi che ha visto circa 12 milioni di africani trasferiti in catene nelle Americhe. L'Europa è stata da continente di partenza delle migrazioni a quello di arrivo di oggi.
Il libro di Hein de Haas ci aiuta a capire che le migrazioni non sono solo buone o cattive; le migrazioni assumono un fattore scientifico e naturale che è molto complesso e per questo dovrebbero essere affrontate con un giudizio e soluzioni diverse da quelle usate fino ad oggi.
Ancora il libro continua con una disamina che lega migrazioni e razzismo attraverso le varie epoche storiche anche recenti. Nelle oltre 400 pagine il libro ci fornisce molti elementi di riflessione: la migrazione rimane sempre il modo per aiutare lo sviluppo dei paesi da cui arrivano i migranti...che non attuano una fuga disperata ma svolgono con consapevolezza la pratica dell'esodo all'estero. Le rimesse dei migranti risultano oltre il doppio del reddito dei paesi da dove sono partiti. In breve tutti abbiamo bisogno dei migranti...

Il Fatto Quotidiano 26/10/2024

'La verità oltre le ideologie': il libro che smentisce tutti i dati delle attuali migrazioni - Il Fatto Quotidiano