Il PNIEC, ovvero il Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima; nato nel 2019 si prefiggeva di attuare un piano di sostenibilità energetica per salvaguardare il clima. Lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili con l'occhio mirato ai costi e ai benefici ambientali con date utili alla decarbonizzazione quali il 2050. Il PNIEC non parlava di nucleare e tra le molte voci c'era il contributo in base agli abitanti ai Comuni che investivano nel risparmio energetico. Ma ecco che il 1 luglio del 2024 nel trasmettere il PNIEC a Bruxelles, veniva aggiunto con una nota del ministro Gilberto Pichetto Fratin il rilancio del nucleare; in particolare lo scenario sull’energia nucleare, sia da fissione nel medio termine (a partire dal 2035) che da fusione (a ridosso del 2050).
Ricordo che immediata fu la risposta a tale scelta e in un appello, lanciato in una lettera aperta, da Energia per l'Italian un gruppo di docenti e ricercatori diceva: 'È indispensabile rivedere gli scenari proposti nel Pniec che prevedono l’impiego del nucleare, perché tali ipotesi, oltre a essere palesemente irrealizzabili, sottrarrebbero importanti risorse all’obiettivo della decarbonizzazione per il nostro Paese'.
Di 'scelta irrazionale' invece parlano il WWF Italia, Greenpeace Italia, Legambiente, Kyoto Club e Transport&Environment. 'L’inclusione dell’atomo serve solo a mantenere lo status quo perché qualsiasi apertura alle tecnologie nucleari fissili, che in realtà nulla hanno di nuovo, dopo che in Italia ben due referendum si sono espressi in senso contrario, avrebbe comunque tempi ben più lunghi di quelli dettati dalla traiettoria della transizione'.
Tutto la dice lunga sulla distanza dei proclami dell'esecutivo sul nucleare e la realtà. Non abbiamo risolto il problema di dove collocare il deposito delle scorie nucleari. Non abbiamo concluso i lavori di smantellamento delle centrali chiuse dopo il referendum contro l'atomo del 1987. E non abbiamo neanche un piano sul da farsi.
Emblematica è la questione del rientro in Italia, dalla Francia e dell'Inghilterra, delle scorie radioattive previste entro quest'anno. Nel 2001 a oggi abbiamo pagato circa 1,2 miliardi di euro per farcele tenere fuori dall'Italia. Poi bisogna saper che dovranno rientrare oltre 235 tonnellate di scorie nucleari il cui costo pagato è in realtà riservato....e ora dove le metteremo? Nessuno le vuole.
Ad oggi forse non tutti lo sanno ma abbiamo sul territorio italiano 20 depositi temporanei di rifiuti radioattivi. Sono quelli dei centri di ricerca, degli ospedali con le loro sezioni di radiomedicina, di diagnostica, di trattamenti oncologici con radioisotopi o diagnostica per immagini nucleari; ma quelli previsti per il rientro dall'estero sono ad alta attività, e andranno stoccati all’interno di un deposito geologico di profondità, e anche quello, insieme al dove al momento è in fase di progettazione.
Tutti argomenti che fanno allontanare il governo dalla realtà.
mercoledì, marzo 05, 2025
Il Pniec e il nucleare
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