Al Festival della Scienza
Per ricordare il centenario della nascita dello scienziato Giuseppe Montalenti, il Festival della Scienza 2004 ci ha dato, oggi sabato 30 ottobre, anche l’occasione di vedere la bella sala per conferenze del complesso monumentale di S. Ignazio.Ad accogliere i partecipanti c’erano Pietro Greco e Alberto Piazza, era assente Gilberto Corbellini per motivi di salute.
Ha parlato per primo Pietro Greco, giornalista scientifico e saggista, illustrando l’intensa biografia di Montalenti accompagnata da molteplici interessi scientifici, cui il più ossessivo, in senso positivo, fu quello dell’evoluzionismo.
La grandissima opera storico e scientifica di Giuseppe Montalenti, si comprende subito, è stata fondamentale per far passare in Italia la teoria evoluzionista darwiniana e insieme al suo forte impegno volto a coniugare la cultura umanista con quella scientifica, che in Italia ha avuto grossi ritardi.
Montalenti fu sempre molto critico sulla posizione che la Scienza occupa nella cultura del nostro Paese. Egli non accettava la concezione che la cultura umanistica sia la depositaria di tutta la cultura, mentre la Scienza sarebbe un fenomeno che poco avrebbe a che fare con la cultura dello spirito, ma sostanzialmente con la conoscenza, attraverso la ripetizione di esperimenti in laboratorio, di ciò che avviene in natura. Per Montalenti la scienza è totale in quanto la comunicazione culturale coinvolge tutte le dimensioni del sapere: storico, filosofico, sociale…e la sua lungimiranza lo portò, primo in Italia, ad introdurre il tema dell’ecologia.
La Scienza è quindi una cultura vera, che afferma un valore di cultura totale. Poi, non è forse l’evoluzione biologica sempre in primo piano? Greco racconta per questo i rapporti con Benedetto Croce, colui che con il suo idealismo avversò quella cultura scientifica espressa da Montalenti come materialistica e positivista. Per Benedetto Croce l’uomo non evolve solo organicamente ma deve avere una sua ‘teologia’; oggi invece grazie a Montalenti e la sua attualità, sappiamo che l’incontro tra le varie culture e scienze accresce le conoscenze in generale, aprendoci nuovi orizzonti di ricerca. Insomma quanto evolviamo scientificamente e quanto filosoficamente? A questa domanda ci porta l’excursus scientifico di Alberto Piazza, docente di Genetica Umana, Biologia e Biochimica presso l’Università di Torino. Il prof. Piazza, che con la sua folta barba ricorda Darwin, ci ha parlato proprio del grande teorico dell’evoluzione della specie, della sua teoria, delle affermazioni scientifiche supportate da numerose scoperte. Il prof. Piazza ci ha raccontato anche dei ritardi, della incompletezza delle traduzioni, delle difficoltà culturali generalizzate dell’ambiente accademico italiano a conoscere e dibattere il grande tema dell’evoluzione umana per arrivare fino ad oggi e non poteva mancare l’accenno, in questa sede, alla posizione del ministero della scuola su Darwin: un momento di attacco alla teoria di Darwin, con il divieto di insegnarlo nelle prime classi. Bisogna dire che quella di Darwin oggi non è più una teoria, ma un’ipotesi confermata da numerose conoscenze ottenute in laboratorio. Oggi abbiamo anche la scienza genetica, abbiamo più tecnologie e mezzi per superare certe visioni che erano per forza di cose parziali: bisogna però stare sempre attenti ai fondamentalismi di ogni parte; c’è n’è uno anche positivista che insulta l’altra parte e a queste posizioni dobbiamo rispondere – dice il prof. Piazza- con serietà di argomenti e prove che mano a mano ci portano paradossalmente a trovare una unità di ragioni: quelle che Montalenti aveva da subito auspicato.
In conclusione per rispondere alla domanda di come evolviamo, ci vorrebbe forse un test, invece Piazza ci ha letto un piccolo scritto di genetica, perché spiega è interdisciplinare; è una scienza che unisce diverse conoscenze: matematiche, statistiche, mediche, biologiche…ecco un metodo e insieme una risposta. La più scientifica possibile e forse anche la più umana.
Il cammino è ancora lungo, ma in questa ottica di cammino è bello sapere che ci si può tenere la mano per non cadere: insieme scienziati e filosofi. Montalenti eccezionale divulgatore delle tematiche scientifiche lo aveva sostenuto e storicizzato con le sue opere molto tempo fa.
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