giovedì, giugno 15, 2006

Un libro d'attualità

Durante un incontro di letture, dei bookcrossing genovesi, ho conosciuto un piccolo libro molto interessante e attuale:‘L'infelicità araba’ di Samir Kassir.
‘Non è bello essere arabi di questi tempi: stretti tra le accuse di fanatismo e oscurantismo e l'ansia di giustificarsi o di dimostrarsi diversi, i cittadini dei paesi arabo-musulmani hanno poco di cui rallegrarsi. Eppure non è sempre stato così né è fatale che continui a esserlo. L'infelicità araba non dipende da un'incompatibilità ontologica tra islam e modernità ma da un ben più prosaico fallimento del processo di modernizzazione avviato nell'ottocento. Ed è proprio a questo processo che gli arabi devono guardare se vogliono riavviare il motore della loro storia’.
L’autore era un intellettuale e politico libanese che come storico e giornalista si è impegnato a modernizzare il Libano e a rilanciare la cultura araba per una rinascita nel solco della libertà e della democrazia. Un impegno che ha pagato con la vita, venendo assassinato il 2 giugno 2005 in un attentato terroristico. ‘L’infelicità araba’ è il suo ultimo libro ed è il primo ad essere pubblicato in Italia. E’ vero che gli arabi stanno vivendo una infelicità dovuta al vittimismo e ad una tradizione che falsamente appare oscurantista; l’idea di un grande passato che non riesce più a vivere il presente.
Il libro scommette su la possibilità per il mondo arabo di aprirsi alla ragione e alla democrazia. I valori umani sono universali e non esiste una supremazia di una civiltà sull’altra.
La riflessione di Kassir sulla condizione araba muove dalla necessità che siano gli stessi arabi ad assumere consapevolezza del proprio declino: un declino prima di tutto civile e culturale, risultato di una reazione sbagliata all'irruzione della modernità in quel mondo. Occorre reagire all'immobilismo dello spirito civile, guardando senza nostalgia ai momenti più vitali della storia araba e assumendo pienamente la sfida della modernizzazione e della democrazia.
La democrazia, la modernità e la tecnologia non sono minacce. Bisogna che il popolo arabo prenda coscienza di ciò e così riprenda in mano il proprio destino.

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