venerdì, agosto 28, 2009

Attendo denuncia

''L'Italia è l'unico paese nel quale un giornale viene denunciato perchè fa le domande. speriamo che almeno il presidente voglia dichiarare la sua disponibilità a presentarsi in aula e a rispondere almeno alle domande dei giudici''. Io invito tutti gli organi di informazione, compresi i blog e i socialnetwork come Facebook, a pubblicare le dieci domande 'diffamatorie'.
Ecco le domande:

1) Signor presidente, come e quando ha conosciuto il padre di Noemi Letizia?
2) Nel corso di questa amicizia, quante volte vi siete incontrari e dove?
3) Come descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto Letizia, il padre di Noemi?
4) Perché ha discusso delle candidature europee con Letizia, che non è neanche iscritto al Pdl?
5) Quando ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?
6) Quante volte ha avuto modo di incontrare Noemi Letizia e dove?
7) Lei si occupa di Noemi e del suo futuro e sostiene economicamente la sua famiglia?
8) E' vero che lei ha promesso a Noemi di favorire la sua carriera nello spettacolo e in politica?
9) Veronica Lario ha detto che lei "frequenta minorenni". Ce ne sono altre che incontra o "alleva"?
10) Sua moglie dice che lei "non sta bene" e che andrebbe aiutato. Quali sono le sue condizioni di salute?

Attendo denuncia...

2 commenti:

Giorgio Boratto ha detto...

"Nessun cittadino, sia esso conservatore, liberale, progressista, può considerare ingiuste delle domande. In tutto il mondo democratico i governi sono chiamati a dare risposte: è la garanzia che non nascondono ciò che fanno e ne rendono conto all'opinione pubblica. Spero che tutti gli elettori, anche coloro che hanno votato Berlusconi, abbiano il desidero e la voglia di pretendere che nessuna domanda possa essere inevasa o peggio tacitata con un'azione giudiziaria. E' proprio attraverso le domande che si può arrivare a costruire una società in grado di dare risposte"
Roberto Saviano

Giorgio Boratto ha detto...

L'isteria del potere
di EZIO MAURO

Un uomo politico che di criminali se ne intende, come provano le condanne inflitte per reati molto gravi ad alcuni dei suoi più stretti amici, ieri si è permesso di attaccare i cronisti politici di Repubblica, indicandoli così: "Quelli sono dei delinquenti".

Bisogna risalire a Richard Nixon nei nastri del Watergate per trovare un simile giudizio nei confronti di un giornale. Oppure bisogna pensare alla Russia dove impera a carissimo prezzo la verità ufficiale di Vladimir Putin, non a caso amico e modello del nostro premier.

Questa isteria del potere rivela la disperazione di un leader braccato da se stesso, con uno scandalo internazionale che lo sovrasta mandando a vuoto il tallone di ferro che schiaccia le televisioni e spaventa i giornali conformisti, incapaci persino di reagire agli insulti contro la libertà di stampa.

Quest'uomo che danneggia ogni giorno di più l'immagine del nostro Paese e toglie decoro e dignità alle istituzioni, farà ancora peggio, perché reagirà con ogni mezzo, anche illecito, al potere che gli sta sfuggendo di mano, un potere che per lui è un fine e non un mezzo.

Noi continueremo a comportarci come se fossimo in un Paese normale. In fondo, questo stesso personaggio ha già cercato una volta di comperare il nostro giornale e il nostro gruppo editoriale, ed è stato sconfitto, dopo che - come prova una sentenza - con i suoi soldi è stato corrotto un magistrato: a proposito di delinquenti. Non tutto si può comperare, con i soldi o con le minacce, persino nell'Italia berlusconiana.