mercoledì, gennaio 06, 2010

a destra al potere

Ecco un articolo di Giorgio Bocca che illustra bene la situazione attuale con Berlusconi al governo per la terza volta.
Giorgio Bocca a 80 anni ha sempre la lucidità del grande giornalista.

La destra al potere, la borghesia del fare, ha una sua idea della crisi sociale: siamo alla guerra civile, come annuncia drammaticamente il suo instancabile leader. Una guerra civile di nuovo tipo fra i coraggiosi produttori di ricchezza e la casta dei giudici, chiusi a difesa dei loro privilegi, signori di una giurisdizione imposta con il 'tintinnare delle manette'. E poiché il partito del fare è anche padrone della pubblicità e dell'informazione, diventa sempre più difficile e impopolare chiedersi perché mai dei servitori dello Stato come i giudici, degli uomini di legge, dovrebbero perseguire complotti liberticidi.
La risposta del Cavaliere di Arcore è immutabile nei modi e nel tempo: perché sono comunisti. E a chi obietta che i comunisti hanno cessato di esistere anche in Russia e in Cina, Fedele Confalonieri, 'l'amico di una vita' ribatte: sì, ma funziona ottimamente nel mercato della politica, i comunisti non ci sono più ma fanno ancora paura.
Dire che in Italia oggi è in corso una guerra civile può servire a mantenere in vita la grande paura che la rivoluzione di ottobre diffuse nel mondo intero. Quella in corso nel nostro Paese e nel mondo è qualcosa di diverso e di più drammatico, uno scontro per la sopravvivenza. I giudici e quanti vogliono la sopravvivenza dello Stato democratico abusano a volte del loro potere, non pagano per i loro errori? Sì, ma rappresentano quella parte della società che si rende drammaticamente conto che senza il rispetto delle leggi si arriva inevitabilmente al soffocamento progressivo di quella libertà di cui la destra dei produttori anarcoidi parla in continuazione.
Il re dei produttori, l'insonne, l'ubiquo, l'instancabile si proclama ogni giorno salvatore di uno Stato di cui ogni giorno cerca di ignorare le leggi, che esorta i cittadini a ignorare. La criminalità organizzata è una cancrena che sta divorando l'economia e le istituzioni, un nemico mortale che annulla la legalità e normalizza l'illecito? Lui si dice pronto a "strozzare con le sue mani" quanti cercano di spiegare che le mafie esistono e fioriscono. Non è una riedizione del silenzio che la mafia ha sempre cercato di imporre ai grandi media dell'informazione?
Gli Stati più civili del mondo, le grandi democrazie, hanno fatto della tassazione progressiva dei redditi la base di una civile convivenza, l'unico rimedio alle 'inique differenze' di status e di opportunità, lui non perde occasione per ricordare ai cittadini che la tassazione è iniqua, che fanno bene a correggerla.
La sicurezza dei cittadini è uno dei beni più preziosi ed è noto che nella modernità supertecnica i mezzi per violarla si sono moltiplicati, ma se questi mezzi vengono usati per controllare gli abusi del potere, allora diventano barbari, inaccettabili. Le macchine della modernità, computer, copiatrici, calcolatrici, rendono più facile, meno faticoso il lavoro di scrittura e di contabilità, tutto è più comodo, più facile, ma anche più a disposizione dei delinquenti? La società che piace ai produttori anarcoidi difende a spada tratta questo progresso, ma lo combatte come un'empietà se si rivolge contro i suoi soprusi.
A volte la spudoratezza autoritaria del nostro sembra innocente come il capriccio di un bambino, interviene nello scandalo del governatore del Lazio Marrazzo per far sapere che lui lo ha avvertito che dei ricattatori stavano cercando di vendere il filmino dei suoi convegni con i trans, come se fosse morale e meritorio che il capo del governo democratico, difensore delle leggi e della Costituzione, corresse in soccorso di un servitore infedele dello Stato.
(29 dicembre 2009)

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