giovedì, luglio 01, 2010

Il conflitto di interessi continua

Il conflitto di interessi continua in tutte le forme immaginabili che deteriorano la democrazia italiana. Con l'avvento di Berlusconi in politica si è aperto un periodo buio per la democrazia e le istituzioni repubblicane che fanno capo alla Carta Costituzionale. Nessuno avrebbe potuto dare il mandato di primo ministro a Berlusconi senza che prima non siano stati risolti i suoi contenziosi giudiziari e istituzionali: ossia farsi processare e lasciare le proprietà delle aziende televisive e di informazione.
La decisione di dare l'incarico a formare il governo è ancora nelle mani del Presidente della Repubblica e, sebbene deve ascoltare i partiti vincitori delle elezioni, non esiste al momento nessuna norma che gli imponga di scegliere la persona per fare il Primo Ministro.
Le leggi elettorali non prevedono a tutt'oggi l'elezione diretta del Capo del governo; l'indicazione del capo coalizione nelle schede elettorali non è un obbligo costituzionale a farlo Presidente del Consiglio.
Così continuo a domandarmi, anche alla luce di tutte le presentazioni di Lodi e leggi ad personam, perchè sia stato dato l'incarico a formare un governo a Berlusconi. Vincere le elezioni nella nostra democrazia, regolata dalla attuale Costituzione, non implica l'automatico incarico al capo, in questo caso al boss, della coalizione vincente. Ora si cerca di porre rimedio a questa anomalia inventando leggi ad hoc. Il conflitto di interessi continua e contrasta con quello di tutti i cittadini onesti e democratici.

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