lunedì, agosto 15, 2011

La crisi economica e la manovra finanziaria

L'attuale crisi mondiale, che ha investito tutti, ha un'origine dentro il sistema capitalistico e un liberismo sfrenato che ha nel mercato il suo Dio. Con la scelta degli strateghi americani di Reagan si è avviata una fase che ha fatto cadere tutti i controlli pubblici e politici sull'economia producendo una finanza speculativa spesso posticcia e senza etica.
Ora si fanno manovre monstre per salvare gli assetti economici e sociali degli Stati ma sempre nell'ottica di riprendere poi il solito cammino di consumi e sperperi, di crescita disordinata e sperequazioni. E' sempre più chiaro che in questo modo avremo un 'cane che si morde la coda'.
In Italia la ricaduta economica è aggrava da un governo di centrodestra che governandone 8 degli ultimi 10 anni, ha acuito il disastro del debito pubblico esercitando una 'lotta di classe' all'incontrario. In Italia paradossalmente ci sono i ricchi che fanno la guerra ai poveri.
Ora pressata dalla comunità europea, con i governi francese e tedesco in primis, l'Italia ha dovuto approvare con un decreto urgente una manovra finanziaria mostruosa: si tratta di ben 45 miliardi di euro per portare a parità il bilancio dello Stato. Miliardi che in parte vanno a sommarsi ad una finanziaria varata appena un mese prima.
Questa manovra contiene di tutto: tasse, tagli, sanzioni, riduzioni di cariche elettive, regole antievasione fiscale, trasferimento di salari, posticipi di pensioni, tfr, avanzamenti retributivi, aumenti di tariffe, contributi di solidarietà ecc. Tutte misure che ancora colpiranno i ceti lavorativi e bassi della società. Ancora misure dettate dalla visione classista rovesciata.
Ma cosa potevamo aspettarci da un governo presieduto da Berlusconi? Dall'uomo più ricco d'Italia? Forse di colpire i ricchi? Altra cosa che abbiamo assistito, con la questione morale, è la difesa di una casta politica che, con quello che si era presentato come l'antipolitico' è diventata più forte e sfrontata.
Cosa succederà ora? Una cosa che per me è certa: dalla crisi non si uscirà se non cambiamo il nostro modo di vivere, legato ai consumi e allo spreco, insieme alla visione del mondo che abbiamo attualmente. Cosa difficile ma necessaria per non spargere sangue.

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