lunedì, ottobre 27, 2014

A proposito di carezze

A proposito di carezze, menzionate nel post precedente, bisogna sapere che la natura e la gestione di queste ultime sono state analizzate dallo psicologo statunitense Eric Berne con il libro: A che gioco giochiamo, edito da Bompiani.
Egli descrivendo i giochi, ovvero quelle relazioni costruite artatamente per procurarci degli stimoli, conferme d'esistenza, ha parlato in sostanza delle carezze- manifestazioni che confermano che noi esistiamo, siamo qui e vivi.
Nel libro di Eric Berne, che illustra la teoria-pratica dell'Analisi Transazionale, il termine carezza è inteso come una unità di stimolo per la relazione. Le carezze possono essere di diverso tipo, grado e modalità; possono essere fisiche, verbali, mimiche, mediali, condizionate o incondizionate, distruttive o costruttive, positive o negative. La fame di carezze o di stimoli -che ha ognuno di noi e potremo aggiungere ogni essere vivente-, è fame di riconoscimento ed è importante come il cibo e l'aria. Questa fame è così sentita che si preferisce una carezza negativa (es. un rimprovero o uno schiaffo) piuttosto che l'indifferenza. Senza carezze non si vive.
E' stato riconosciuto da studiosi della materia che i neonati hanno bisogno delle carezze fisiche: hanno bisogno per crescere bene e sani di essere manipolati, toccati, massaggiati. Crescendo poi le carezze fisiche si trasformano in verbali, e qui le lodi, i complimenti, gli incoraggiamenti sono importantissimi nello sviluppare personalità positive.
Le carezze sono così importanti che in mancanza di carezze buone si preferiscono le sberle. La fame di carezze è diversa in ognuno di noi, c'è a chi non bastano mai e chi riesce a vivere anche con una sola carezza al giorno. Un esempio di un bisogno elevato di carezze è dato dai divi dello spettacolo o dai personaggi pubblici, per cui le carezze ricevute con il successo o la riconoscibilità, pare non bastino mai; cadere nella dimenticanza, li fa sprofondare in gravi crisi depressive. Per contro ci sono persone, soprattutto anziane, che a volte la carezza si riduce ad un semplice 'buongiorno', ricevuto per strada per farle sentire vive e riconosciute -loro che spesso diventano cittadini invisibili.

Secondo Claude Steiner (un allievo di Eric Berne), in occidente i bambini vengono allevati attraverso una gestione delle carezze basata su 5 punti: 1) Non chiedere carezze 2) Non dare carezze 3) Non accettare carezze 4) Non rifiutare carezze negative 5) Non accarezzare te stesso.
Chi viene allevato rispettando queste regole, vive cercando beni materiali, si accontenta di essere frustrato, insultato e infine cerca sostitutivi alle carezze tipo il bere e la droga. Rifiutare invece queste regole dell'educazione occidentale, significa conquistare l'autonomia e l'intimità rifiutando carezze negative.
Va da sé poi aggiungere che il sistema per avere le carezze più appaganti, quelle che ti portano in paradiso e ti fanno felice, sono quelle dell'amore. Quelle date nello scambio intimo tra chi si ama: lì ci sono le carezze più vere. Allora 'Buone carezze a tutti'.

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