giovedì, gennaio 08, 2015

Allevare la serpe in seno

Allevare la serpe in seno: questo si può dire per il fanatismo dell'Islam, quello che colpisce non a Peshawar, ma in casa nostra; quello che partendo dall'attacco alle torri gemelle di New York arriva fino a ieri a Parigi, passando per la Metropolitana di Londra, l'attentato alla stazione Atocha a Madrid, al Museo Ebraico di Bruxelles, Germania ecc.
Come può succedere che l'Occidente, la civiltà che difende l'uguaglianza dei cittadini attraverso l'estensione dei diritti civili, poi allevi al suo interno l'odio? Le grandi contraddizioni della nostra civiltà occidentale non sono nuove, da sempre in occidente sono sorti i più devastanti conflitti. I grandi massacri delle guerre mondiali, i genocidi e la stessa Shoah sono nati e sviluppati nelle patrie dell'occidente. La Germania, patria di Goethe e Kant, ha prodotto alcune delle pagine più tragiche della storia del '900 e ora? Oggi scopriamo che i nemici più spietati dell'occidente sono nati e cresciuti in queste stesse patrie.
I fratelli Chérif e Said Kouachi, di 32 e 34 anni, sospettati di essere gli esecutori della strage di ieri mattina al Charlie Hebdo, sono nati a Parigi, hanno frequentato scuole francesi, hanno senz'altro assimilato la nostra cultura e allora? Ugualmente scopriamo che i boia dei giornalisti uccisi dall'ISS sono stati 'educati' in occidente...
Cosa ha spinto all'odio e allo spirito di vendetta i terroristi di Parigi verso un giornale satirico? Quale senso di libertà e di diritti hanno assimilato? Chiaro che non tutti gli occidentali hanno rispetto della libertà e dei diritti delle persone; valori per noi ritenuti universali. Allora? Come dovrebbe rispondere l'occidente?
Per una risposta prendo spunto da un articolo di Franco Cardini -storico saggista esperto in Medioevo- pubblicato poco tempo fa che risponde all'orrore della strage di Peshawar ricordando che:
Noi continuiamo a considerare i valori delle conquiste della nostra civiltà come universali: e non vogliamo renderci conto del fatto che essi sono stati fondati proprio sull’ineguaglianza e sull’ingiustizia. Il cammino di ascesa civile della modernità, dal Cinquecento in poi, è stato compiuto sulle teste, sulle spalle e – diciamolo pure – sui cadaveri delle popolazioni degli altri continenti.
Cardini conclude il suo discorso con '...a un assalto di questo tipo si dovrebbe reagire, da parte del mondo più ricco, libero e colto, con le armi della lotta al malessere e alle sue cause profonde anziché con quelle della repressione e della rappresaglia. Il grande pericolo che l’Occidente sta correndo in questo momento – e lo vediamo specialmente nell’opinione pubblica italiana – è invece l’illusione che l’unica risposta possibile alla cieca violenza sia quella dettata da una violenza altrettanto cieca e per giunta più dura'.
Occorre per tutti un momento di riflessione sul nostro futuro.

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