lunedì, aprile 13, 2015

Ognuno muore solo di Hans Fallada

Ognuno muore solo è un libro molto corposo: oltre 700 pagine per raccontare la realtà sotto il regime nazista con il controllo della Gestapo contro i veri o presunti nemici del Terzo Reich tedesco. Ammetto che ho impiegato diverso tempo per leggerlo...ogni tanto lo tralasciavo: la storia tristissima mi spingeva ad abbandonare la lettura, ma poi riprendevo dalla voglia di sapere cosa mai combinassero i due protagonisti: Anna e Otto Quangel, lui caporeparto lei casalinga.
Hans Fallada descrive le azioni, successe veramente, di questi coniugi berlinesi nel denunciare i misfatti della propaganda nazista lasciando in giro cartoline per la città. Nessuna resistenza organizzata al terrore nazista, solo la disperata azione individuale di pochi. Perciò ogni uomo muore solo; perciò le vite si consumano e si intrecciano per raccontare una triste storia di solitudine, di fanatismo, di spie e di paura. Il degrado spinge in basso tutti e i tanti personaggi che si incontrano convergono in un unico destino che vede la Germania teatro tragico del disfacimento umano.
L'autore Hans Fallada, pseudonimo di Rudolf Ditzen (1893-1947), scrisse l’opera nel tardo 1946, in ventiquattro giorni, appena prima di morire. Hans Fallada è stato uno scrittore tedesco tra i più conosciuti e le sue opere sono state tradotte in molte lingue. Io non lo conoscevo, anche se ricordo in parte uno sceneggiato televisivo dei primi anni sessanta con il titolo Tutto da rifare pover'uomo - con l'interpretazione, fra gli altri, di Ferruccio De Ceresa nel ruolo del protagonista, Paolo Poli, Luigi Vannucchi, Carlo Romano e Laura Betti - che fu tratto da E adesso, pover'uomo?: l'opera di Hans Fallada più conosciuta. Il racconto di Ognuno muore solo, anche se io ho trovato delle ripetizioni e delle lentezze nel ritmo degli avvenimenti con divagazioni su molti personaggi, quando riesce a coinvolgerti trascina in un vortice di tensione da thriller. I due coniugi protagonisti tra molti personaggi, crescono in stima da essere considerati pur nella loro ingenuità degli eroi: l'unico barlume di coscienza in una nazione, che esprime solo odio e paura; solo oppressione e fanatismo.
Un libro per conoscere quel poco di resistenza tedesca a Hitler.
Dello stesso autore va ricordato, oltre al succitato E adesso, pover’uomo? (2008) anche Nel mio paese straniero (2012) edito sempre da Sellerio.

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