mercoledì, luglio 03, 2019

Una storia su Luigi Stringa uno scienziato genovese mai abbastanza ricordato.

Voglio raccontare un episodio della mia vita che riporta un argomento che considero sempre come una tecnologia che sarà in grado di sovvertire il mondo, al pari di molte tecnologie che in questi anni dall'evento della nascita di internet in poi stanno invadendo la nostra vita quotidiana; dai pc portatili agli smartphone e i prodotti che rendono la casa sempre più soggetta alla rivoluzione informatica. Questa tecnologia a cui mi riferisco è la trasmissione dell'energia a distanza senza fili.

Io all'inizio della mia vita lavorativa fui assunto presso una azienda editoriale grafica che si chiamava AGIS (acronimo di Arti Grafiche Iro Stringa). Iro Stringa era il fondatore di questa tipolitografia che era famosa anche per i suoi libri artistici e soprattutto per l'edizione di un giornalino per le scuole che si titolava 'Lo Scolaro'. Questo imprenditore ebbe 5 figli maschi e il primogenito fu Luigi che nato nel 1939 ha raggiunto nel suo ruolo di fisico nucleare molti importanti traguardi. Egli divenne anche il più giovane amministratore delegato di una delle aziende più importanti d'Italia nel settore elettronico, l'Elsag 'L'Elettronica San Giorgio' di Sestri Ponente. Luigi Stringa è morto nell'anno 2000 all'età di 61 anni. Egli aveva un carattere chiuso e questo non lo aiutava nelle relazioni. La sua passione per la ricerca nel campo dell'Intelligenza Artificiale lo portò a dare le dimissioni da manager per andare a dirigere l'Istituto di Intelligenza Artificiale di Trento. Egli fu anche l'inventore dell'unica tecnologia che come paese Italia siamo riusciti a vendere in tutto il mondo compresi gli USA: EMMA (Elaboratore Multi Mini Associativo), il lettore del codice di avviamento postale. Emma era anche il nome della madre di Luigi Stringa.

Io tramite un amico di Luigi Stringa, Alfredo Ferraro, venni a conoscenza di un fatto strano e per versi inquietante: la materializzazione di un gioiello nelle mani di Luigi Stringa durante una seduta spiritica. Ma come? Lui fisico scienziato, credeva veramente a ciò che gli successe? Per me restava un mistero. Ma chissà, solitamente sono i fisici a metterci in contatto con le cose più inaspettate...con la trascendenza.
Alfredo Ferraro fu un fisico ed un dirigente Rai a Genova, con la passione per la letteratura ed il paranormale. Nel 1972 a Genova, dopo aver partecipato a Convegni dedicati alla parapsicologia, decise di dedicare tutta la sua ricerca al campo paranormale. Da quel momento ha pubblicato numerosi libri, articoli e relazioni; fu in quel periodo che durante la stampa dei suoi libri presso la tipografia dove lavoravo lo conobbi e nacque una amicizia anche se io contestavo ripetutamente le sue tesi sul paranormale.
Ma un'altra cosa che di più mi incuriosì di Luigi Stringa, che poi ebbi modo di porgli a lui stesso la domanda, era quella che lui credeva alla trasmissione dell'energia a distanza senza fili. Questa cosa era stata studiata da Tesla e in parte dei suoi studi c'era già in embrione quella che ha portato alla tecnologia witricity.

Witricity (contrazione di wireless electricity, elettricità senza fili) è una tecnologia sviluppata nei laboratori del MIT di Boston (USA) e pubblicata nel 2007. Essa consente di trasmettere energia senza fili tra le apparecchiature elettriche od elettroniche, basandosi su un principio dimostrato già da Nikola Tesla nel 1893.

Luigi Stringa in quel tempo frequentatore del Cerchio Firenze 77(http://www.cerchiofirenze77.org/) insieme a Ferraro aveva assistito ad una manifestazione medianica di Roberto Setti in cui nelle vesti di uno scienziato parlava di trasmissione di energia elettrica senza fili. Luigi Stringa fu interessato a questa previsione e la fece sua. Lui mi confermò la cosa come fattibile e anzi i suoi studi di scienziato lo portavano a sviluppare quella tecnologia del futuro.

Purtroppo questo grande scienziato genovese è morto prematuramente ed ora non saprei chi in Italia potrebbe continuare questo interessante filone tecnologico. Un ricordo che ho voluto raccontare ora a distanza di moltissimi anni.

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