Imparare dalla Storia
La guerra russo-ucraina è un triste ritorno al nazionalismo. Sembra poi che non ci siano eroi più grandi di quelli che fornisca la guerra combattuta nel nome della propria patria.
Così l'orrore continua. Poi è vero che non si impara niente dalla Storia: guardiamo al Vietnam, la guerra più lunga e sanguinosa del XX secolo, l'indipendenza e la libertà conquistate con dure battaglie. Gli USA, la più grande potenza militare del mondo ne uscì sconfitta. A quel tempo c'era per gli USA non una rivendicazione nazionale ma quello di mettere un argine al mondo comunista; per contro dall'altra parte c'era un sentimento nazionale di patria, di indipendenza, che era l'arma in più: quella che motivava le azioni più disperate ed eroiche dei vietnamiti. Il comunismo era soltanto l'organizzatore della battaglia, non la prima motivazione di quella guerra.
Ora in Ucraina vige lo stesso sentimento, contro un imperialismo russo che vorrebbe far suo parti del territorio ucraino. Inutile chiedere allora la pace se non c'è il ritiro dei russi.
La resistenza a quella invasione durerà anni e la Russia non reggerà all'enorme dispendio di morti ed energia per ottenere e governare quei territori.
Ma forse non è del tutto vero che non si impari niente dalla Storia; l'Europa confederandosi ha capito con l'ultima guerra mondiale che vivere in pace e cercare l'unità è il sistema migliore per progredire: riconoscere che ognuno per vivere ha bisogno dell'altro.
Rinsavirà Putin?
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