sabato, aprile 15, 2006

Cambio di stagione

Metabolizzare 5 anni di governo Berlusconi con tante arrabbiature, molti mal di pancia e sofferenze, richiederà tempo. Il lungo film dell’avventura berlusconiana al governo scorrerà ancora per un po’ nelle nostre menti. Per molti è stato un lungo incubo, che ha raggiunto l’apice nella campagna elettorale, dove non si poteva guardare da nessuna parte senza incocciare in quella faccia gaudente per ascoltarne gli insulti, rivolti agli avversari: a quelli come me, che non ne potevano più di vederlo.
Ci vorrà tempo, ma senz’altro si riuscirà a limitare le apparizioni o le sparate mediatiche del guitto politico…a tal proposito, una cosa a me piacerebbe: che i politici parlassero di meno. Bisognerebbe dire basta a tutte le dichiarazioni dei molti capi banda politici. Insomma, in questo gioco al ribasso della politica ha contribuito molto la stampa, nel riportare in prima pagina ogni scoreggia verbale dei vari protagonisti. Uno che sembra riprendere fiato, per mettersi in mostra, con supponenza è D’Alema…ma non potrebbe stare anche lui per un po’ zitto? Lui che è responsabile di tanti insuccessi nello scontro con Berlusconi? Abbiamo davvero bisogno in questo momento di conoscere il suo pensiero profondo? Poi si ascolteranno, ancora di certo, tutti i ‘saggi’ di una stagione politica che non finirà presto: Giovanardi, Gasparri, Calderoli, Castelli, La Russa…si aggiungeranno penso dopo Mastella, Di Pietro, Bonino, Capezzone…Aiuto! Risparmiateci i vostri ragli: quelli si sa non vanno in paradiso, semplicemente cadono sulle nostre teste a deprimerci e a non distoglierci, malamente con il tifo, dagli affanni quotidiani.
Questa cosa mi auguro cambi, ma i presupposti dovrebbero essere quelli di avere una informazione più puntuale, più seria, e meno legata ai personalismi, ai teatranti del gossip politico.
Ci piacerebbe per questo una politica meno soggetta alle bande, rappresentate dai partiti, ma più mirata a risolvere i problemi seri e veri del paese. Un cambiamento di stagione dove mettere via i tanti panni consunti e sporcati dal fango di parole, cadute come piogge acide.

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