venerdì, agosto 18, 2006

Dedicato a Chinaski-l'alter ego di Bukowski

Un bar dove sorseggiare un caffé da 5 cents.
Un bar dove pensare dove uno ha sbagliato o dove invece ci ha azzeccato.
Un bar aperto e chiuso nel mondo.
Un bar per un bicchiere di vino o una birra.
Un bar dove scontare la pena della solitudine.
Chinaski ama Brenda, ma ama anche Stella. Ma chi ama Chinaski?
Chinaski aspetta seduto su uno sgabello vicino al bancone e ad un bicchiere. Chinaski vorrebbe essere portato via.
Chinaski sa che quelle donne oltre che farti godere creano problemi.
Simpatico Chinaski con i suoi malanni: la difficoltà non è di vivere, ma di morire. Chinaschi è un uomo in guerra; non riesce a stare in pace: il fastidio di stare solo e in compagnia.
Forza Chinaski, c’è un Harry che va via e tu rimani con la rivista da firmare: lui ha imparato a dire ‘merda’ solo cinque volte. Cazzo! Riesce a cambiare pure la figa. Quell’altro vola alto.
Chinaski e chi lo direbbe che questa è solo l’america?
Ritorna al tuo bar Chinaski e ordina una birra ghiacciata; ordinala bionda come la cameriera che ti strizza l’occhio: gli hai appena detto ieri che hai vinto il Pulitzer.
Chinaski, saltà giù dallo sgabello. Ritorna in te Chinaski, hai solo pochi dollari guadagnati con due racconti. Ora ti manca l’ispirazione, ma presto verrà…la poesia sgorga dalle molte ferite della tua anima.
Sì, chiamatelo dottore. Chinaski ha preso diverse lauree: ospedali, galere e puttane; quelle sono le sue università. Sono quelle della vita.
Ma ora basta Chinaski, rischi di essere monotono: basta bere per sentirti maledetto, sentirti poeta e migliore. Basta Chinaski…io ti ho nascosto la bottiglia.

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