martedì, novembre 27, 2018

Internet ci fa più stupidi o intelligenti?

Due libri a confronto: 'Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello' di Nicholas Carr e 'Perché la rete ci rende intelligenti' di Howard Rheingold.

Due libri -entrambi editi da Raffaello Cortina- che ho letto per scoprire chi dei due abbia ragione...insomma con la Rete Internet diventiamo più stupidi o intelligenti? Scopriamolo insieme.

Il libro 'Internet ci rende stupidi? Come la rete sta cambiando il nostro cervello' (edizione italiana 2011)di Nicholas Carr -titolo originale: The Shallows, What the Internet is doing to our brains-, sostiene quanto la Rete ci renda stupidi; partendo dagli anni '60 per raccontarci come le nuove frontiere della comunicazione, indicate da Marshall McLuhan, arriviamo ad oggi con le modifiche alle nostre capacità cognitive. Marshall McLuhan, che raccontava il passaggio dalla tecnologia di Gutenberg a quella elettronica, gettando le basi di Internet e fornendo così lo strumento per eccellenza al Villaggio Globale, aveva coniato un famoso aforisma per cui 'il medium è il messaggio'; questo fa capire come lo strumento usato condizioni i nostri comportamenti...e quando diceva questo non c'era ancora internet. McLuhan sosteneva che non si può affermare che tutto dipenda da come usiamo il mezzo: è da idioti dire questo. E' da idiota tecnologico dire che dipenda tutto da l'uso: 'Ogni medium ci cambia'.
Nicolas Carr affonda la sua critica già nel prologo: ora che internet è entrato nella nostra vita anche in mobilità, tramite gli smartphone, ed è sempre più presente nelle nostre case, nei nostri posti di lavoro, scuole, auto ecc...si può osservare che il medium sia diventato il nostro padrone. Così internet, nato per far pensare i pecoroni e dare a questi nuovi pensieri, invece impecorisce tutti.
L'allarme che internet ci renda più stupidi Nicolas Carr l'aveva lanciato molti anni fa; prima che ci fosse l'estensione dei laptop, dei tablet e degli smartphone per cui siamo oramai pervasi dalla tecnologia dei sempre connessi. Nicolas Carr aveva anticipato con il suo libro anche come nell’arco di pochi anni saremmo tutti diventati superficiali e incapaci di concentrarci per più di qualche minuto o di distinguere informazioni importanti da quelle irrilevanti. Questo è stato poi confermato da scienziati in tutto il mondo. Ascoltando diverse persone l'autore ha conferma di come internet stia cambiando il modo di studiare, di fare ricerca, di leggere...sì, qualcuno lo dice apertamente oggi un libro come 'Guerra e pace' non saprebbe più leggerlo.
Anch'io ho avuto modo di constatare come i giovani studenti abbiano oggi difficoltà alla concentrazione, a mantenere ferma l'attenzione su una cosa; saranno anche i videogiochi, ma certo che il problema è molto presente. Per Nicolas Carr che ci piaccia o no, la Rete ci sta riprogrammando a sua immagine e somiglianza, arrivando a plasmare la nostra stessa attività celebrale.
Il libro di Nicolas Carr prende forma dopo un suo articolo "Mi manca il mio vecchio cervello, Google ci rende stupidi" che aveva scatenato un dibattito e fatto guadagnare all'autore una nomination al Pulitzer. Molti studiosi come Derrik de Kerckhove sostennero che Internet ci porterà ad un Nuovo Rinascimento e quindi sia uno strumento di umanesimo più consapevole...per Nicolas Carr invece l'intelligenza non è solo trovare informazioni rapidamente, ma la capacità di attribuirvi un senso: il pensiero critico oggi è a rischio. Se come individui diventiamo più superficiali, a livello collettivo gli esiti non saranno granché.
Nicolas Carr scrive di internet partendo dalle sue personali esperienze con le tecnologie: dai primi pc alle prime connessioni internet sente qualcosa che lo rende dipendente e cambia il suo modo di rapportarsi alle cose. Per questo cita molti fatti e uno è quello che successe a Nietzsche che dotatosi di una macchina da scrivere cambiò insieme al nuovo modo di scrivere anche lo stile.
Nicolas Carr utilizza molte pagine per descrivere i meccanismi e la struttura del nostro cervello. Usa la filosofia e le recenti scoperte sulla plasticità del cervello e le sue capacità cognitive per giungere alla sua teoria definitiva: il cervello si modifica con la tecnologia che usiamo.
Da quanto assistiamo in buona parte mi sembra che Nicola Carr abbia ragione. Soprattutto bisogna evitare la dipendenza da internet; bisogna imparare a 'staccare', a ritrovare i vecchi modi di relazionarci con gli altri guardandoli in viso. Inoltre prendere in mano un libro o un quotidiano cartaceo diventa importante.

Per Howard Rheingold con il libro: 'Perché la rete ci rende intelligenti' si afferma invece che questa strabiliante intelligenza artificiale aiuterà tutti a sviluppare una società più seria, attenta e più responsabile. L'alfabetizzazione digitale non è solo arricchimento personale, metodo di comunicazione immediata ma base che può tradursi in un patrimonio di beni comuni; un modo di condivisione di saperi, servizi, risorse...insomma un grande vantaggio per acquisire intelligenza.
Non va dimenticato che l'autore Howard Rheingold è un pioniere della Rete, fu lui a coniare il termine Internet nel 1987; e già nel 1985 nel suo “Tools for Thought” -Strumenti del pensiero- rifletteva sul loro sviluppo e l'espansione della mente attraverso i vari passaggi delle conquiste digitali e la loro utilizzazione arrivate con il Personal computer. La diffusione del Pc portava a sintesi le varie conoscenze informatiche e matematiche elaborate nei decenni prima. Inoltre dobbiamo sapere che Howard Rheingold è uno dei più eclettici studiosi dell’impatto sociale delle nuove tecnologie. Per l'editore Raffaello Cortina ha pubblicato Smart mobs. Tecnologie senza fili, la rivoluzione sociale prossima ventura (2003).
Importante, nella tesi che sostiene Howard Rheingold, è di riutilizzare un termine caduto in disuso e di aggiornarlo, ovvero la “netiquette”; (rete+etiquette) per indicare un galateo della Rete con un insieme di norme codificate e regole di saggezza spicciola. Nell'uso della Rete è importante il comportamento; ad esempio quello che avviene con l'hate speech- seminare l'odio attraverso i social-network porta a diffondere, a moltiplicare, l'odio in modo esponenziale. Sembra una conquista di libertà è invece un avvoltolarsi su fobie e paranoie. Lo constatiamo ogni giorno con l'uso dei cosiddetti social-network.
E' sempre più chiaro che la tecnologia legata ad internet abbia modificato il mondo e senz'altro aperto la rivoluzione sociale del prossimo futuro. E' una rivoluzione legata alla comunicazione delle reti sociali. Un grande salto di accessi alla rete internet si è avuto con l'avvento di Facebook. Uno dei punti su cui si sofferma maggiormente, e con uno spiccato impeto, è la questione della 'partecipazione': l'educazione alla competenza nell'uso delle tecnologie è anche competenza alla partecipazione attiva alla Rete e alla società. Imparare ad usare internet è un'arte ed quello che potrà generare capitale sociale: costruendo buoni cittadini digitali.
La teoria di Howard Rheingold sulla 'Legge di potenza della partecipazione' la possiamo vedere oggi con le azioni collettive che danno vita sia ai Flash-mob che ad eventi che coinvolgono molte persone.
La rete di internet penso che nel breve tempo diverrà accessibile come oggi lo è una comune radio a FM. Con questa prospettiva lo sviluppo e il cammino di questa tecnologia sarà sempre più in mano agli utilizzatori. Certamente insieme alle utilità e alla condivisione di cose buone aumenterà anche il malaffare e chi vuole fare con questo strumento il male. Ma la rivoluzione digitale finirà anche di limitare spazi di libertà. Saremo sempre più controllati. In sintesi le istruzioni per l'uso di internet, firmate da Reinghold, che servirebbero a formare una coscienza sociale ed essere buoni cittadini digitali si possono riassumere in: essere attenti: tenere desto il senso critico. I social media favoriscono la distrazione; verificare le notizie, attenzione alle notizie false, le cosiddette FAKE NEWS; tenere sempre presente che siamo noi a stabile quanto sia veritiero un risultato di una ricerca; conoscere le regole dei social network...lì lasciamo tracce sempre consultabili, quindi essere coscienti di quanto scriviamo e pubblichiamo; nel condividere tenere presente che le reti sono strumenti di produzione e di distribuzione economica, però la contribuzione delle persone non risponde sempre a logiche di mercato. Le persone usano i media sociali per consumare oltre che per creare. La Rete amplifica tutto e tutto cresce in modo esponenziale. Il capitale sociale attraverso interne si sviluppa grazie alla fiducia e a norme di reciprocità.
Il libro di Howard Rheingold è molto corposo, oltre 400 pagine -quello di Nicolas Carr è di oltre 300- che sicuramente aiuteranno a capire bene cos'è internet.

A conclusione dico che tutti e due i libri sono utili a formarsi una opinione propria. Io rimango dell'idea che internet sia una tecnologia di grande portata sociale e che certamente influenzerà in positivo il cammino dell'umanità. Internet nel frattempo è diventata anche uno strumento nel formare grandi ricchezze; delle 10 aziende multinazionali più ricche e importanti della Terra, 8 hanno a che fare con la Rete, sono: Apple; Amazon; Microsoft; Facebook; Google; Oracle; Alphabet...sono imprese che hanno sfruttato le potenzialità di internet e hanno permesso di fare grandissimi profitti.

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