venerdì, giugno 28, 2024

Cultura Nuova Natura

Non servono le attente indagini di Paolo Berizzi per scoprire i nostalgici del regime fascista o i nuovi camerati dell'anno 2000 sappiamo che siamo circondati dall'incultura da quello che sembra un ritorno al passato ma che invece è una fase dove l'ignoranza regna sovrana. Certo fanno notizia gli interventi di esponenti politici che richiamano frasi, riti e rimandi al fascismo storico italiano, non conoscendo poi nulla di quello che rappresentava o hanno l'idea di un conservatorismo che fa a pugni con l'andamento della società civile.
Una riflessione sull'estremismo di destra – scoperto oggi come se ce ne fosse bisogno- che ha come prerogativa e specificità: l'anticultura. Possiamo dire con semplicità che chi lotta contro i diritti; chi mette dentro la prigione di regole neoliberiste la solidarietà umana; chi è razzista; chi propone regole conservatrici per non cambiare i nostri stili di vita diventati predatori di consumi e rispetto ambientale è contro la Cultura.
La Cultura potrebbe definirsi per l'Uomo una nuova Natura, ed ecco che per la sua etimologia, che intende 'colei che sta per nascere', questa diventa una responsabilità che si guadagna verso l'evoluzione: un incessante prodotto della Scienza contro quelli che spingono contro l'umanizzazione.
Certo è che bisognerebbe abbandonare certi ideologismi; certe credenze fondamentaliste. La Cultura è un prodotto dell'evoluzione umana che con la sua capacità genetica ci aiuta a preservare la specie, un apporto alla sopravvivenza umana. Infatti la propensione alla solidarietà, all'inclusione, ai rapporti sociali affermativi danno garanzie alla preservazione.
Con Darwin si è aperto un nuovo corso per la scienza e affermando che l'universo in cui viviamo è il risultato di processi evolutivi, mette in discussione le nostre concezioni su Dio.
Una natura evoluzionistica al posto di Dio è quanto viene dalla scoperta di Darwin. Dopo di lui niente sarà per la scienza come prima. Quale 'male morale', quella crudeltà che non è più dell'animale, ma dell'uomo trova in Sigmund Freud il suo più valido indagatore. L'evoluzione darwiniana, nel cui solco opera Freud, non viene dall'esterno ma dall'interno; avviene nell'animale-uomo: una evoluzione di capacità neurofisiologiche investite da un linguaggio quale espressione culturale.
Una controcultura che invece soggiace alle perversioni istintive e distruttive; cresce con ideologie violente, allontana l'Uomo dalla sua evoluzione. Con 'psicopatologia della vita quotidiana' Sigmund Freud illustra i deragliamenti che la nostra coscienza attua attraverso il potere dell'inconscio. Con Freud viene intaccato il concetto di normalità. D'altronde il raziocinio con cui l'uomo vorrebbe operare è soggetto ad una continua critica e una continua analisi che dà forma alla scienza.
Per il darwinismo, infatti, l'evoluzione consente finalmente di spiegare tutta la realtà del vivente, tutto il celebre albero della vita dal comune progenitore ancestrale fino a Homo sapiens, mediante meccanismi soltanto naturali.
Darwin aveva visto giusto. Il pensiero di Darwin di inserire anche la cultura come frutto dell'evoluzione rafforza la sua teoria e l'integrazione tra biologia e cultura; capacità morale genetica si inseriscono in una effettiva evoluzione; sempre a partire dalla naturalizzazione non avida dell'uomo.
Pensateci: può essere Cultura quella che rappresenta la destra estrema? Quella che allontana dall'umanizzazione? Quella che ci mette a rischio estinzione?

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