domenica, luglio 18, 2004

Dolore e trasformazione

 
Per chi sa superare il dolore più grande come la perdita di un figlio, di un genitore o della persona amata e continuerà a vivere con forza e coraggio, diverrà un re o una regina della vita.
Non si tratta di diventare sordi al distacco, alla separazione da cose e persone amate. Non si tratta neppure di diventare automi capaci di rimuovere i propri sentimenti; non c’è vita più nobile che superare una tragedia personale proseguendo nel futuro con l’accettazione del cambiamento, della trasformazione agita ora che quella presenza cui eravamo legati sentimentalmente non c’è più. Che cosa rappresentava quella persona persa? Basavamo forse la nostra felicità sulla presenza di quella?
In quei momenti di sofferenza non ci sarà nessuno a sostenerci e quel burrone che si apre davanti a noi potrà inghiottirci. Soffrire una perdita è naturale ma è possibile trasformare il dolore in conoscenza, in comprensione che quell’enorme vuoto lasciatoci dentro può essere il luogo dove non cadere ma imparare a volare.

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