Lettera di un anziano innnamorato
Non parlarmi di San Valentino. Ti prego, non cadere in una scatola di cioccolatini. Lascia stare la festa e parlami di te. Poi anch’io ti parlerò. Io te lo devo dire: mi è successo di pensare a te e di emozionarmi fino alle lacrime. Ho pensato a te come la cosa più bella che ho avuto nella mia vita. Mi piace pensare all’amore e pensandolo dargli il tuo viso; riempirlo di te, della tua voce, delle tue movenze così aggraziate.E poi devo aggiungere che il nostro amore è diventato una piccola società di mutuo soccorso. No, questo non è riduttivo dell’amore, è l’amore che è cresciuto ed è cambiato. Forse ha perso slanci, ha perso qualche carezza e qualche bacio appassionato in mezzo alla strada…è sopraggiunto un pudore che non conoscevamo: ti avrei baciata un dì, ovunque.
Ma ora pensa, io ci penso, pensiamoci: sapremmo stare vicini adesso, ora, se non saremmo invecchiati insieme? Ci guardiamo ogni mattina appena svegli senza barare. Poi lo so tu, dopo mezz’ora chiusa in bagno, diventi più bella…ma io con l’alito che puzza e il pigiama arrotolato posso ancora sedurti? Guardo in un angolo la cesta dove finiscono i nostri panni sporchi: sono mischiati anche loro, sono uniti da una intimità arcana; siamo noi che continuiamo in attesa del lavaggio a risplendere insieme. Dì la verità, le toccheresti le mie calze sporche se non avessi conosciuto i miei sudori giovanili? Se non fossimo entrati, anche con le dita, negli intimi affanni?
Ora passati gli anni sento di aggrapparmi a te. Sento che non ci sarà un’altra storia che ripercorra tutte le emozioni che mi ha dato la vita con te. Così io ti penso sempre al mio fianco. Senza di te, io non sarei io. Non sarei quello che sono o sono diventato, in bene o in male; poiché non si vive invano insieme tanti anni. Non si vive a fianco senza scambiarsi qualcosa di profondo.
Sì, va bene, ora parlami di San Valentino, forse ho sbagliato; non è poi sempre banale parlare d’amore. Non è banale invecchiare; invecchiare insieme.
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