Riflessioni sulla democrazia
Io forse non sono democratico. Delle mille facce che compongono la mia anima, prediligo la più piccola: è un piccolo germoglio, la parte che mi fa sognare un mondo irreale fatto di amicizia, bontà e amore. Questa piccola voce è prepotente vorrebbe contare di più; vorrebbe adattare il mondo ad una bella fiaba, ma vincono gli orchi. La maggioranza di quello che compone il carattere e forma la mia persona sociale, quella che si relaziona con gli altri, la riconosco a volte conformista: le piace il gruppo, il consenso, cerca carezze anche artificiali e corre spesso dietro a quello che pensa buono per un interesse che si rivela opportunista e intollerante. Insomma, con l’amore esiste la voglia di sgozzare qualcuno.A filtrare questo antagonismo, che penso vivano tutti, e renderlo ‘produttivo’ al vivere civile subentra la Politica e i politici. Allora ecco che ammiro i politici, quelli che sanno interpretare i bisogni, i desideri e le mille facce che compongono le persone. Così, attraverso i politici, identifichiamo un ideale, interessi, proposte, cose da fare…essi ci riflettono, ci assomigliano maledettamente: sono parte (divisi in partiti) di noi.
Per questo allora io non mi sento un ‘politico di maggioranza’ e anche se gioisco alla vincita di una parte, perchè penso miei i suoi valori, continuo a sentire l’inadeguatezza e la difficoltà di tradurre in maggioranza sentimenti intimi di bellezza e felicità.
Perciò allora sono grato ai politici, quelli veri, quelli che poi dovranno scrivere leggi chiare, poiché dovranno sostenere atroci contentezze per personali infelicità.
Per questo poi io odio, sì odio, il politico della maggioranza; di quella maggioranza a tutti i costi: quella che vorrebbe imporre modus vivendi in virtù –sic- dei numeri.
Allora forse io non sono democratico: sono solo una persona semplice e se la democrazia mi vorrebbe cambiare, rimango un anarchico…di minoranza.
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