giovedì, marzo 19, 2009

La crisi del Capo

Non serviva sentire da lui stesso dire che il lavoro che fa gli fa schifo ed è disperato... lo si capisce da come svolge quel lavoro, che poi è quello del capo del Governo, che è schifato. Anche il fatto che si interessa tanto al bene degli italiani, sperando che di me non si preoccupi e mi escluda dai suoi pensieri, che si sente disperato...si sa che governare gli italiani non è difficile è soltanto inutile. Il fatto che quest'uomo è schiavo di se stesso, è quello che lo rende infelice. Lui è infelice perché si sente schifato, ed è schifato perché il fondo quando si prende una pausa per divertirsi, e si ritrova nel foyer di un teatro, lo assillano le riflessioni sulla sua condizione...deve correre subito a lavorare se no si mette a pensare! Allora sono guai: si scopre un poverino, un ometto che ha bisogno di comprensione e di pietà. Meglio lo schifo del suo lavoro, della disperazione di non godersi le sue ricchezze che sentirsi solo e inutile.
E' in sostanza il destino dei piccoli uomini che vollero farsi Re. A loro non bastava l'amore di una donna, dei figli, loro volevano l'amore di un popolo; a loro non bastava leggere un libro e avere il necessario per vivere, loro volevano potere e ricchezze smisurate...tutto per allontanare la vecchiaia e la morte. A queste ultime non si scappa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

il problema stà nel fatto che noi viviamo nel suo schifo
e di riflesso ne siamo schifiati..