venerdì, gennaio 17, 2014

Recensione al libro di Michele Serra: Gli sdraiati

Una lunga Amaca, quasi a rimarcare il senso de gli sdraiati, ovvero il Gruppo dei Giovani. Il libro di Michele Serra -Gli sdraiati- appare così come una lunga riflessione, un romanzo breve, ma soprattutto un lungo j'accuse ad una condizione giovanile da chi ha imparato a stare in piedi diritto e a camminare in montagna. Un atto d'accusa ad una generazione che nel suo stare sdraiata ha provocato una frattura nella scala evolutiva.
Ecco la riflessione impietosa e ironica nello stile umoristico dell'autore su quanto si avverte nella guerra generazionale: quasi un trattato sociologico su quanto sta accadendo.
Si sta combattendo una guerra tra due eserciti: quello del Vecchi contro i Giovani. Uno numeroso, quello dei Vecchi e l'altro, quello dei Giovani, destinato a vincere, obbligato a vincere, poiché diversamente sarebbe la fine della specie umana...ma quale specie?
C'è da riflettere e pensare se quei 'mostri' sdraiati non siano in fondo una appendice del nostro essere, del nostro pensare e insieme del nostro agire; insomma figli del nostro tempo. Tempo nostro sotto tutti i punti di vista.
La scelta di fare dell'economia un nostro fine è nostra? E' stata in una certa maniera il solo mezzo per uscire da una miseria aggravata dalla seconda guerra mondiale? E' questa la generazione dei Vecchi che hanno fatto il '68?
Poi è sorta la rassegnazione ed è forse quest'ultima che ha sdraiato chi è arrivato dopo: quelli senza colpa e voglia di cambiare.
Quello che testimonia Michele Serra è la voce di un padre. E' la voce di un genitore che parla al proprio figlio. Un figlio che teme, che biasima, che cerca di capire e che non conosce. Quel figlio è un esempio di incomunicabilità. Un esempio non nuovo. Ricordo che all'inizio degli anni '60 Michelangelo Antonioni girò una trilogia di film che affrontavano la difficoltà esistenziale a comunicare. C'era l'alienazione dell'uomo di fronte ad una società che si trasformava velocemente e metteva nel paesaggio l'aridità dei sentimenti. Un riproponimento sotto altre forme dialettiche.
Così attraverso Gli sdraiati di Michele Serra possiamo scorgere nuovi punti di vista per interpretare il grande vuoto, la cesura generazionale attuale.
Bisognerebbe rispolverare la teoria dei modelli e contromodelli, ovvero quei canoni culturali ed educativi che formano lo script del nostro destino. Gli esempi da assumere o rifiutare; condividere o controbattere.
Andare insieme al figlio sul Colle della Nasca è l'ossessione del padre. E' l'elemento metaforico di un cammino insieme verso una cima, una meta raggiunta diverse volte. Andare sul Colle della Nasca è stata una passeggiata fatta con i nonni, con gli zii, i parenti, gli amici; una esperienza da tramandare ora che il mondo ha esaurito ogni esperienza, digerito ogni cibo, cantato ogni canzone, letto e scritto ogni libro, combattuto ogni guerra, compiuto ogni viaggio, inventato e smontato ogni idea...
Cosa passare ai figli? Qui c'è Michele Serra padre che riflette. E' il padre borghese di sinistra che sa che il figlio è altro. Un padre che con il suo relativismo non ha potere e non lo vuole. Il padre riflette e allora una ragione la si trova di fronte alla rabbia e alla malinconia; la trova nell'amore.

Qui sotto la presentazione del libro alla Feltrinelli di Torino con Luciana Littizzetto
La mia recensione l'ho scritta senza vedere e leggere nessuna recensione. Ho trovato e visto dopo questo video e mi fa piacere segnalarlo. Riesce a descrivere bene l'aspetto narrativo.

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