mercoledì, aprile 02, 2014

Il cibo e la sua cultura

Il cibo, l'alimentazione e la sua cultura, sembra abbia preso il sopravvento su qualsiasi forma di relazione artistico culturale. Pare che non si parli d'altro che di cibo. In Tv, nei quotidiani, sulle riviste c'è sempre in primo piano il cibo. Prossimamente a Milano avremo l'Expo 2015 che sarà dedicata all'alimentazione e a Palazzo Ducale di Genova per la rassegna La Storia in Piazza l'edizione di quest'anno è dedicata a I Tempi del Cibo.
Ricordando la celebre frase di Feuerbach: 'L'uomo è ciò che mangia' potremo pensare che oggi è quello che è perchè mangia male? Chissà. Mi piacerebbe poi affrontare il tema delle diete...
Tornando al cibo, sul piano culturale io ricordo un libro 'Il riposo della polpetta (e altre storie intorno al cibo)', una raccolta di molti articoli pubblicati dall'autore Massimo Montanari, che offre spunti di riflessione raccordando il passato con il presente. L'autore Massimo Montanari, che ha scritto anche molti altri libri- 'Il cibo come cultura';'Il formaggio con le pere- La storia di un proverbio';'L'identità italiana in cucina';'La fame e l'abbondanza. Storia dell'alimentazione in Europa';'L'alimentazione contadina nell'alto Medioevo';'Campagne medievali';'Gusti del Medioevo. I prodotti, la cucina, la tavola'...ecc.- è uno storico medievalista e docente di Storia dell’Alimentazione all’Università di Bologna, questo fa sì che ci aiuti a scoprire molte curiosità e soprattutto a capovolgere i luoghi comuni; in fondo lo storico servirebbe a quello.
Nel libro vengono esaminati dai proverbi ai modi di dire, come girare la frittata o farsi infinocchiare fino alla nascita delle tecniche di conservazione dei cibi con un susseguirsi di percorsi storici, culturali e sociali. Perché il barbecue è prerogativa maschile? Dove nascono le patatine fritte? Siamo sicuri che l’arancione sia il colore originale delle carote? E se vi dicessi che il bell’arancio che oggi appare normale sarebbe stato ottenuto attraverso le selezioni operate nel diciassettesimo secolo dagli orticoltori olandesi, in onore della famiglia reale (gli Orange appunto), mi credereste? Quando la cioccolata diventò dolce?
Tutti interrogativi a cui Massimo Montanari risponde dettagliatamente.
In una presentazione l'autore spiega: 'Il titolo Il riposo della polpetta è nato come un un gioco e come tutti i giochi è una cosa seria. Lo scopo è fare divulgazione di cultura alimentare in modo intelligente e se possibile divertente. Il cibo, con la cucina, contiene tutto quello che gli gira intorno: argomenti importanti. Tutto è iniziato un giorno in cucina con mia moglie nel fare le polpette. Dopo averle preparate mia moglie mi disse ora le facciamo riposare, perchè poi saranno più saporite. Un pensiero che mi colpì. Ecco far riposare mi piacque; la stessa cosa succede per i pensieri che se aspetti un po' poi vengono fuori meglio. Se una cosa funziona nel preparare i cibi poi dovrebbe funzionare anche per altre cose. Nel libro ci sono molte ricette di polpette...'. Ricchi di curiosità sono i capitoli dedicati a lenticchie, patate, salsicce, ecc.
Il libro quindi tocca diversi temi e questioni più generali avendo come base sempre la cucina e il cibo. Nella storia dell'alimentazione esce fuori lo scambio, la contaminazione delle culture e il cibo come segno di identità. L'espressione alimentare come sintesi di ogni gruppo umano. Oggi questo elemento ha assunto nuove connotazioni, per un verso angosciante...
La storia dimostra che la costruzione dell'identità è in continua modificazione; è in continuo movimento. Si tratta di gestire questi incontri-scontri. La pasta sembra fatta apposta per significare, in metafora, l'unità e la varietà degli stili alimentari italiani. Così gli Spaghetti al pomodoro, cibo che identifica l'italianità, è frutto di una riuscita contaminazione tra due prodotti che non sono italiani ma che indicano una buona prova di nuova identità. Il cibo è cultura perché ha inventato e trasformato il mondo. È cultura quando si produce, quando si prepara, quando si consuma. È il frutto della nostra identità e uno strumento per esprimerla e comunicarla.
Il libro è così una interessante opera ricca di curiosità e divertenti annotazioni da parte di uno degli attuali massimi storici dell'alimentazione.
A proposito bisogna ricordare che ieri 1 aprile è morto il francese Jacques Le Goff che come storico medievalista- tra i più autorevoli -ha trattato anch'esso il cibo. Insieme a Jean Ferniot scrisse il libro: La cucina e la tavola -Storia di 5000 anni di gastronomia

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