martedì, agosto 17, 2004

Vacare


Andare in vacanza, il vacare, ha una serie di implicazioni che ricordano la diserzione, l'esilio temporaneo, l'abdicare a qualche facoltà, il liberarsi da qualche cosa, come metafora dello "staccare la spina". Il vacuum che richiama la vacanza, ovvero il vuoto, l'assenza, la sospensione, anche di un esercizio, è una forma di latitanza. Ecco si ha bisogno di questo, di una pratica che è forse anche voglia di trasgressione…chissà. Sarà il caldo?
Forse sì, sarà per quello che il “cavalier banana” è uscito per ferragosto dalla sua divisa ufficiale, il doppiopetto grigio o blu, e ha indossato la bandana. Da oggi sarà il “cavalier bandana”. Così il rappresentante del governo, l’uomo che incarna il “fare”, il fare soprattutto soldi, oggi ha fatto il suo spettacolo. Uno spettacolo, a dire il vero, triste. Si è assistito ad una trasgressione in linea con la sua banalità: accogliere ospiti importanti in privato, si pensava nella dovuta riservatezza, con il fazzoletto in testa come il giardiniere o la donna che si appresta a fare le pulizie con il codazzo di giornalisti al seguito.
Intriso in tanta bandalità, il cavaliere rideva divertito, gli ospiti si vedeva che contraccambiavano l’ilarità…ma eravano sulla costa Smeralda mentre un po’ più in là e più in giù, a Nassirya, qualcuno giocava alla guerra. Alla guerra vera.
Così quel vacare ferragostano 2004, di questo critico governo, a me pare un andare semplicemente in vacca.


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