martedì, settembre 21, 2004

Ciao America

L’America, che altro si può raccontare del paese che è stato un sogno ed è diventato un incubo? Eduardo Galeano sostiene che i sogni e gli incubi sono fatti della stessa materia, ma questo incubo dice d'essere il nostro unico sogno permesso: un modello di sviluppo che disprezza la vita e adora le cose. L'American way of life, fondato sul privilegio dello sperpero. L’America oggi è questo.
L’America la trovo bene descritta da Tiziano Terzani nel suo ultimo giro di giostra: è quel furgoncino col cassone aperto fuori dalla porta pronto a portarti in un posto dove ricominciare tutto daccapo, un posto dove lavorare, fare l’amore e dire di avere degli amici; quel furgoncino che non garantisce niente tranne lo scappare e farti sentire mobile, flessibile e senza arte ne’ parte, come vuole la nuova economia. L’America oggi è questo.
L’America è quella del grande PIL, prodotto interno lordo, che misura una ricchezza inversamente proporzionale a quella degli affetti, a quella di avere persone su cui contare nella propria vita, cui spartire gioie e dolori e invecchiare insieme. L’America oggi è questo.
Allora oggi dico: ciao America. Dov’è ora quel sogno? Dov’è quel west non più far ? Era qui sotto il mio cuscino. Era con te lungo un fiume di versi dove affondavo i pensieri divenuti emozioni.
Ciao poeta Ferlinghetti, con te ho dato un calcio ad una lattina di cocacola facendo spaventare un gatto all’angolo di un vicolo. Poteva essere più vicina l’America? Oggi odo spari, sento colubrine e birilli che cadono nel bowling. Ciao America.


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