Siamo polvere di stelle
Programma ricco di incontri, nei giorni scorsi, dell’astrofisica Margherita Hack a Genova. Io, sull’onda dell’emozione che si prova ad ascoltare una ricercatrice dalla mente brillante, che con i suoi 83 anni fa sentire vecchi gli altri, sono accorso a sentirla alla libreria Portoanticolibri. Presenti Adriana Albini, Pier Paolo Puliafito e Giorgio Bertone, si è parlato di scienza, scuola e ricerca.Adriana Albini ha subito domandato: per la scienza quali nuove prospettive, anche alla luce dell’astronomia? Per Margherita Hack la scienza dovrebbe essere materia da insegnare alle elementari. La scienza non come formule ma, come scoperta, come divertimento. E l’astrofisica? Come si può divulgare? Per Margherita Hack è un esempio di come la scuola sia lontana dalla scienza: ‘è rimasta ferma quasi a Galileo Galilei, si pensa che chi si occupa di astrofisica guardi solo le stelle, invece si indaga sulla luce, sui gas, cose molto distanti ma che poi aiutano a capire la materia vicina a noi. Oggi, con le grandi potenzialità tecnologiche, saliamo sempre più in alto, osserviamo cose inimmaginabili un tempo, e oggi scoprire l’acqua su Marte ci aiuta a sapere se c’è la vita su quel pianeta’. Poi rispondendo ad una domanda di Puliafito su scienza pura e scienza applicata, Margherita continua: ‘Oggi si investe –mai abbastanza- sulla scienza applicata; ma scienza pura e applicata vanno fatte insieme; la scienza pura poi diventa applicata. La ricerca è fondamentale per il nostro futuro…’.
Giorgio Bertone, quale docente di Letteratura italiana all’Università di Genova, non poteva esimersi dal volgere una domanda letteraria che scaturisce da un carteggio tra la Maria Luisa Ortese e Italo Cavino: ‘Perché guardare il cielo? Perché volgere lo sguardo altrove mentre qui tra noi dobbiamo risolvere impervi conflitti?’ Per Margherita Hack questo universo vuoto ci riguarda molto: la sua evoluzione ha portato a noi. Se ci domandiamo chi siamo, noi possiamo dire di essere polvere di stelle. Tutta la materia che ci circonda e conosciamo è stata scaturita da una esplosione primaria che chiamiamo Big Bang. Un’esplosione originaria e misteriosa…ma se il mistero rimane, qualcuno si domanda, come continuare a sostenersi con assolutismo atea? ‘Io sono atea per fede. La mia è una fede che mi dà piacere sostenere che Dio non c’è. Io non ci credo, ma la mia fede non la voglio certo imporre agli altri…abbiamo un cervello che sicuramente è più misterioso dell’universo’. A Margherita Hack, bastano pochi spunti per trasportarla in vitalissimi ragionamenti, riflessioni e analisi. Così ancora si è parlato di scienza ed embrioni. Per Margherita Hack, la legge sulla fecondazione assistita è oscurantista e antiscientifica –quasi come la posizione espressa dalla scuola su Darwin. ‘Con questa legge si impediscono straordinari progressi per la sconfitta di malattie; poi c’è l’aberrazione di impedire l’utilizzo di embrioni che poi si dovranno buttare nel cesso’. Margherita Hack è schietta come sempre, così da coniugare con straordinaria forza: scienza e impegno; scienza e umanità, scienza e poesia.
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