martedì, dicembre 27, 2005

Le cronache di Narnia

‘«Le cronache di Narnia» è un film della destra ultraconservatrice e non andrò a vederlo’: così scriveva Davide Schenetti, su Italians il 17 dicembre; io forte delle mie convinzioni pacifiste, ma incuriosito, leggendo altre recensioni, lo sono andato a vedere. Devo dire subito che Davide forse ha scritto sull’onda di pregiudizi: il film ‘Le cronache di Narnia’ o l’armoire magique (l’armadio magico) non è un film ‘fondamentalista cristiano’ e neppure guerrafondaio, della destra ultraconservatrice, come si pensa. Ricordiamo che il film è tratto dal libro di C. S. Lewis, pubblicato nel 1950; anni della Guerra Fredda e con il mondo ancora confuso.
Nella battaglia conclusiva, del film, uno scontro soprattutto zoologico, non si riesce a vedere una goccia di sangue. Il leone Aslan che guida il popolo dei fauni, gli abitanti buoni di Narnia, si arrende a Jadis, la Strega Bianca, per salvare un ‘traditore’, il messaggio di perdono e pietà è evidente, ma io non vedo in Aslan un prototipo di Salvatore alla Gesù; lo vedo piuttosto a rappresentare l’Inghilterra, uscita da poco vincitrice nella guerra contro il nazismo. La strega Jadis poi la si potrebbe vedere anche una raffigurazione di Bush che si vuole impadronire del mondo-Narnia. Ambivalenza ed equivocità della simbologia.
Nel film ci sono tutti i personaggi della mitologia: descritto da uno scrittore amico di Tolkien, creatore del Signore degli Anelli, con cui si confrontò per queste storie fantastiche. D’accordo che ci sono molte ‘cadute’ di stile come il brutto doppiaggio del leone Aslan e un Babbo Natale incredibile che regala armi, ma in sostanza, ‘Le cronache di Narnia’, è un film per adolescenti. Insomma, un prodotto del genere fantasy per i bambini di ogni età, una favola come molte - prodotta da Walt Disney- con la sua morale, il bene e il male a contrastarsi con il trionfo dei buoni sentimenti nel finale. Cose già viste e senza aver mai pensato a implicazioni religiose e ideologiche. Volendo fare sofismi si potrebbe dire che moltissime favole si presterebbero a interpretazioni simboliche uguali a quelle dedotte da Davide.
A vedere questo film forse si ha la conferma di come l’infanzia sia sempre attratta dalle solite storie: il mondo fatato che fa parlare gli animali come gli umani, fa saggio un leone e cattiva una strega. Poi si sa, qualunque cosa diciamo, o fantasia sogniamo, parliamo sempre di noi. E chi meglio parla di noi se non il mito e la fiaba? Forse il cuore dell’umanità non è cambiato molto. Rallegriamoci però che vinca sempre l’azione volta al bene, ai valori di onestà, di pietà, di pace e d’amore…la strega cattiva, nel film dice:’l’amore è solo una parola’; noi continuiamo a credere il contrario.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho visto "Le cronache di Narnia" ieri sera e stamani mi sono "sparata" Finding neverland (beate ferie natalizie) e devo dire che hai ragione. Il fanciullo che alberga nascosto sotto la nostra anima torna alla ribalta nella magia della favola... e poi chi incuriosito non oltrepasserebbe quell'armadio o non vorrebbe visitare per un attimo l'isola che non c'è.
buon anno sognatori.
Marina

Giorgio Boratto ha detto...

Grazie marina. Il tuo augurio è molto gradito: buon anno sognatori. sì, continuiamo a sognare.